L’ispirazione di un momento
Giovedì
12 dicembre
Il
ticchettio sta diventando lentamente insopportabile, insistente nella mia
testa, non lo reggo più! Dovrei far aggiustare quel lavandino……
tsk, parlo come se avessi i soldi per farlo.
Ma
forse il rumore non è poi così scocciante, in fondo ci si fa l’abitudine. C’è
qualcos’altro che mi tormenta…… forse è l’insistente ticchettio della penna bic che continua, come sempre, a fracassarmi la testa, o
forse è la luce artificiale, gettata dallo schermo di quel computer ostile, che
mi fa bruciare gli occhi.
Non
so come cominciare, è questo il problema. Come faccio a scrivere un degno
inizio se le frasi migliori le hanno già rubate tutte? Se solo fossi nato
prima, non avrei di questi problemi. Ed invece sono costretto a rimuginare fino
alla nausea per trovare qualcosa che possa creare il principio.
Nella
vita capita a tutti di essere lasciati o di lasciare a propria volta: La mia
ex-moglie mi ha abbandonato 3 anni fa, mai figlia 2 anni fa, quando mi ha urlato
di essere un’idiota alcolista, anche il consolatore pizzicore donato dal mio
amico alcool mi ha abbandonato da qualche mese, ed adesso anche ciò che mai
avrei creduto mi potesse lasciare, se n’è andato via. L’ispirazione mi ha
definitivamente abbandonato. Ed io che, pubblicato il mio primo libro, osannato
dalla critica, mi ero convinto che, per quanto le cose potessero andare male,
lei sarebbe sempre rimasta al mio fianco! Ma forse, per ricondurla a me,
basterà fare una passeggiata, così sederò i
miei nervi e tutto andrà meglio.
****
Non
credevo che a quest’ora ci fosse tutta questa gente per strada. Le macchine
scorrono tranquille e le persone camminano urtandosi a vicenda e non vedendosi
neppure. Fino a qualche anno fa, era chiaro che io fossi diverso da tutte
queste nullità: io avevo un dono, me lo dicevano tutti. Se i passanti si
concentravano sulle rate della macchina da finire di pagare, io passeggiavo
tranquillo, senza alcuno scopo, per poi essere investito da una raffica emotiva
e sgattaiolare furtivo fino al mio appartamento, assicurandomi che nessuno
potesse rubare i miei pensieri o che questi non venissero portati via dal
vento.
Ora
è diverso. Mi limito ad essere una macchia grigia fra tante. Prendiamo quel
ragazzo ad esempio: indossa un giubbotto qualsiasi, come il mio, dei jeans
qualunque, anzi no, quelli sono di marca, i miei invece di una bancarella
scadente.
Certo che chi ha detto che camminare aiuta a
riflettere ed a mettere le idee in chiaro è un perfetto idiota. Infatti non è
che la mia situazione sia migliorata poi molto……forse perché non riesco a
smettere di pensare al mio secondo libro, “l’inizio del declino”, come lo
definì la critica. A me non sembrava tanto male, anzi, lo consideravo bello,
migliore del primo. Era la mia punta di diamante, il proseguimento di una
carriera promettente. Ed invece fu il flop. E da lì, tutto è cambiato. La mia
famiglia mi ha abbandonato, la banca anche, e, per concludere in bellezza,
anche la mia Caraibica musa ha deciso di prendersi una bella vacanza, per
l’appunto, in qualche spiaggia dalla sabbia fina e splendente.
****
Continuo
a camminare: forse, a pensarci bene, non sono tanto i soldi che mi mancano, ma
le grida isteriche delle donne di mezz’età, annoiate della loro monotona vita,
che si accalcano all’entrata della libreria per ottenere un autografo. Già,
forse il problema è che la gente non mi ferma più per strada ma mi lascia
camminare tranquillo. Credo che tutto sia dovuto alla mediocrità. Che poi, mica
sono tanto sicuro di cosa significhi questa parola visto che, di fronte alla
fine, tutto diventa alla sua mercé. Eppure sono convinto che è questo il mio
problema. Avanti ispirazione, raggiungimi, almeno tu mi farai compagnia e
magari, chissà, qualcuno si accorgerà di me.
****
Ora
ricordo:quando raggiunsi il successo, tale fu l’ebbrezza di assaporarlo che mi
ripromisi di non abbandonarlo mai più. Ironico come non sia stato io a farlo,
ma lui. Bastardo……
Se
tutto mi ha lasciato, la popolarità, i soldi, la compagnia, gli affetti, il
nonno che è morto il mese scorso, il topolino del mio appartamento che ha
rosicchiato qualche topicida di troppo, gli strozzini che si sono stufati di
minacciare di spezzarmi le gambe, perché tanto sanno che non li pago e che non
vale neanche la pena di prendersi i miei arti, troppo malandati per ricavarci
qualcosa, ecco che l’ispirazione, in un attimo che tenta di fuggire via, mi
coglie. Ma io l’ho ormai presa e non la mollo più. Facendomi strada fra quella
comune ed insulsa marmaglia, mi sporgo leggermente sulla strada, ed, avvistati
i fari ed aspettato di vederli avvicinarsi, mi ci butto sotto senza pensarci.
Tutto mi ha lasciato, ma questa volta sono io ad abbandonare. Chissà come si
sentirà, poi, la mia vita, tutta sola…………
Non chiedetemi come mi è venuta
in mente questa one shot
perché non lo so neanche io….
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