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Autore: Gerugber    24/11/2013    0 recensioni
Tutti ci innamoriamo.
Ma come accade?
Ve lo siete mai chiesto?
Esisterà veramente Cupido?
Un omino con il pannolone che tira frecce addosso alle persone?
E se Cupido non fosse così?
Se fosse una bellissima ragazza?
Ma la domanda principale è: ci si può innamorare di Cupido?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fatto che stamattina mi sia svegliato con una strana sensazione, non mi ha aiutato a trovare la voglia di andare a scuola, non che comunque l’abbia trovata, ma per forze maggiori, sono dovuto andare.
La forza maggiore di cui vi parlo si chiama: mamma.
E’alta più o meno un metro e sessanta, robusta e con i capelli ormai rovinati dalle troppe tinte coloranti. Oh, e non dovete lasciarvi ingannare dall’aspetto, se vuole sa essere molto aggressiva.
Infatti questa mattina non è stata proprio delicata nel buttarmi giù dal letto.
“Ascoltami, mi hai promesso di andare a scuola durante l’ultima settimana prima delle vacanze di Natale, e indovina un po’? Quella settimana comincia oggi!” mi disse mettendo molta enfasi nell’ultima frase.
Odio i lunedì.
Odio questo lunedì in particolare perché ho promesso a mia madre di andare a scuola tutta la settimana, senza saltare manco un giorno.
Inutile dire che mi sono subito pentito della mia promessa appena sceso dal mio vecchio motorino scassato. Ad aspettarmi dal parcheggio delle moto c’è, come sempre, il mio migliore amico Matteo.
“Ciao Lo” mi saluta appena scendo dalla moto.
“Ciao Matte” rispondo.
Ah che maleducato, non mi sono presentato: mi chiamo Lorenzo, ho 18 anni e frequento il quarto anno del liceo scientifico del mio paese.
Sono alto un metro e qualcosa, sinceramente non lo so, ma posso dirvi che sono sicuramente più alto di mia madre, ho i capelli corvini sempre arruffati e gli occhi nocciola.
Invece lui è Matteo, abbiamo la stessa età, andiamo allo stesso liceo, frequentiamo la stessa classe.
L’unica differenza che c’è tra me e lui è la popolarità. Bruno con gli occhi verdi, Matteo, è uno dei ragazzi più belli della scuola, sicuramente più bello di me e della mia normalità.
Matteo non veniva a scuola con un oggetto pericoloso che per il comune è definito un automezzo chiamato motorino, beh certo che no.
Ha una 500 nuova di zecca, beh voi direte: una 500 non è mica una Ferrari.
No avete ragione, ma sicuramente meglio del mio motorino.
Un’altra cosa che ci distingue è la media dei voti, la sua è sicuramente molto più alta della mia.
E per finire lui è nella squadra di calcio della scuola, ed è il capitano.
Io invece, beh ecco, non faccio granché nel pomeriggio dopo la scuola.
Ovviamente adesso avrete in testa una domanda lecita: come fa uno dei ragazzi più belli, intelligenti e popolari della scuola a essere il migliore amico di un normalissimo ragazzo ordinario come me?
Io e Matteo siamo migliori amici dalle elementari, quando ancora a nessuno importava delle ragazze e l’unica domanda che avevi per la testa era “Chissà cosa c’è oggi da mangiare”, e le cose non sono cambiate dopo tutti questi anni.
La prima ora del lunedì è l’ora più brutta e pesante di tutta la settimana: inglese.
La nostra professoressa, la professoressa Monteforte, è la peggiore dell’istituto, non per altro il suo sopranome è Capraforte.
Direi che è azzeccatissimo come sopranome: è una capra, e lo è anche forte.
Fatto sta che mi siedo con Matteo nel nostro solito posto, l’ultimo banco vicino alla finestra.
Mentre mi siedo però non riesco a scrollarmi di dosso quella strana sensazione con cui mi sono svegliato stamattina.
Al suono della campanella entra in classe la Capraforte, una donna di mezza età con gli occhiali sbilenchi sulla faccia e qualche capello grigio sulla chioma bruna.
“Buongiorno ragazzi! Sappiate che oggi non ho voglia di spiegare quindi cercate di stare buoni” dice con la sua voce stridula, sedendosi sulla sedia con “delicatezza.”
Neanche il tempo di finire l’appello che qualcuno bussa alla porta.
“Avanti” dice la Capraforte visibilmente irritata per essere stata interrotta.
La porta si apre ed entra una ragazza.
In quel momento la strana sensazione tornò.
“Buongiorno professoressa…emm…Monteforte” disse la ragazza controllando il nome della professoressa su un foglio “sono la nuova alunna, Noemi.”
  
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