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Autore: _ehm    24/11/2013    0 recensioni
*nome* (preferisco non dare un nome alla protagonista, credo renda la trama più misteriosa ometterlo) è una ragazza adolescente, che scopre improvvisamente di essere una malata terminale, e ciò che vuole fare dei suoi ultimi momenti sta solo a lei. non va interpretata come una storia deprimente della serie "sto morendo, mi taglio e mi sparo di canne", più che altro la vicenda di una ragazza che comincia a riflettere sulla sua vita e sul senso che vuole attribuirle. spero possa piacere
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore sette. Suona la sveglia: è ora di andare a scuola. Mi alzo, a fatica, e vado a fare colazione. Apro il frigo prendo il latte e lo verso nella tazza. Con la quest’ultima in mano mi dirigo verso il microonde per scaldare la bevanda. Dopo neanche due passi essa è rovesciata, la tazza in frantumi. È già la terza che rompo in una settimana. La pancia ha rincominciato a farmi un male cane. Che dolore! Mi sa proprio che mi tocca andare in ospedale. La mamma dice che non è niente ma secondo il papà ho un’infezione allo stomaco o qualcosa del genere. Mi rialzo e pulisco tutto nonostante il dolore alla pancia. Mi siedo. Mi sa che anche oggi salterò la scuola. Il papà entra in cucina e mi chiede se ho avuto ancora un altro attacco. Gli rispondo di si. È deciso. Si va in ospedale a fare una visita. Non faccio colazione perché dopo che ho avuto un attacco generalmente non mangio per non rischiare di vomitare. Nel giro di dieci minuti sono pronta ad uscire. Oddio l’ospedale! Sono sempre stata terrorizzata dai dottori con i loro strani apparecchi che usano sui pazienti. Arrivati in ospedale ci fanno aspettare circa 20 minuti in sala d’attesa. Ad un certo punto entra una ragazza, avrà avuto circa 25 anni, non di più, che mi fa cenno di entrare. Mio papà rimase fuori ad aspettare. La dottoressa mi fece sedere su una poltroncina in pelle rossa, devo ammettere che era veramente comoda, ed incominciò a farmi alcune domande come “ quanti anni hai” e “da quanto tempo hai gli attacchi di mal di pancia?”. Le risposi che avevo 14 anni e che avevo gli attacchi da circa 2 settimane, e che la mamma diceva che erano solo dei semplici mal di pancia, in pratica le spiegai che perdeva solo tempo visitandomi, perché tanto non avevo niente. Mi chiese ogni quanto avevo stavo male, e se ogni volta l’intensità del dolore aumentava. Le risposi di si, poiché era proprio vero. Mi domandò se ero allergica a qualche alimento in particolare, ma le risposi di no. Allora la dottoressa mi chiese se avevo anche la nausea e io le risposi di si, poiché ce l’avevo dopo ogni attacco. Mi chiese se questi attacchi li avevo già avuti in precedenza o se invece era la prima volta che li avevo, le risposi che in effetti anche quando ero più piccola, e avevo circa 6 o 7 anni, avevo già avuto degli attacchi simili, ma non sembravano niente di grave, poiché smisero dopo poco. Allora la dottoressa fece una faccia come per dire “ oddio povera te” e mi riaccompagnò fuori. Mi fece sedere e fece alzare mio padre, con il quale andò a parlare in privato. Non riuscivo a sentire quello che dicevano, ma riuscii a “captare” parole come analisi e rischio, ma nient’altro. Poi mio padre tornò. Non mi disse niente, solo che dovevano fare un controllo. Mi fecero andare in una stanza con macchine enormi, dissero che volevano vedere come era fatta dentro la mia pancia ma sapevo che volevano controllare se avevo infezioni o roba del genere, non ero mica una bambina di 7 anni. Dovetti rimanere sdraiata per un bel po’, ma non saprei dire esattamente per quanto. Quando finalmente mi rialzai vidi i dottori che avevano tutti la faccia triste e uno di loro che parlava con il papà. Non riuscivo a capire come un’infezione potesse essere così drammatica. Mentre tornavamo a casa papà non disse una parola, piangeva e basta. Arrivati a casa fui costretta ad andare in camera mia, mentre il papà e la mamma parlavano. A un certo punto sentii che anche la mamma si era messa a piangere. Non ci capivo più niente. Più tardi il papà mi chiamò e io andai in cucina per sentire cosa i miei avevano da dirmi. Iniziò a parlare il papà: -vedi..c’è una cosa che devi sapere. I tuoi attacchi di mal di pancia ci sono per un motivo. Avremmo dovuto accorgercene prima ma..ecco vedi..hai una specie di infezione al pancreas che te lo sta corrodendo dall' interno..c’è un termine per indicare questa infezione.. vedi è che..- allora intervenne la mamma:- ..è che hai un tumore incurabile al pancreas e ..hai una sola settimana di vita. - Non ci volevo credere: stavo per morire. Subito una strana sensazione mi percorse tutto il corpo, credo fosse la paura, sì.. paura di morire.
  
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