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Autore: Im_dreaming_Saffo    25/11/2013    4 recensioni
I ricordi della madre di Iris le ronzano in testa come mille api velenose, pungendola ripetutamente, riaprendo ferite del passato. La madre, Katherine Host, era il soggetto numero 5 di un'importante ricerca medica sui disturbi mentali. La paziente, malata di schizofrenia, dopo la somministrazione del Siero Mind risulta priva di qualsiasi sintomo della malattia mentale. Così il dipartimento decide di studiare i soggetti, dopo la somministrazione del siero, in campo sociale, spedendoli a Carson City, nel Nevada, continuando a sorvegliarli giorno e notte.
Ma la dottoressa Lauren Stark aveva avvertito il dipartimento degli eventuali effetti collaterali del Siero, in passato esposto a radiazioni per cercare di modificare la psiche stessa dei pazienti. Il dipartimento però assicura la sicurezza del Siero.
Mai avrebbero potuto immaginare che gli effetti collaterali si sarebbero ripercossi sui figli dei soggetti e sull'intera cittadina.
-Dopotutto i pazzi non sanno di esserlo, giusto?-
Genere: Angst, Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accomodatevi signorina Host, come vedete c'è un banco libero nell'ultima fila- il dottor Shepard mi invitò a sedermi e , aprendo il cassetto della sua cattedra, mi porse il quaderno che aveva appena afferrato. Presi il quaderno e mi diressi al mio posto osservandone la copertina. Era un semplice quaderno a righe, rosso minimal. Mi sedetti rigida al mio posto e osservai la lavagna dall'altro lato dell'aula. Shepard era girato di spalle e scriveva qualcosa alla lavagna. Il rumore del gessetto che picchiettava sulla superficie nera era l'unico rumore che si udiva. I respiri degli altri ''studenti'' erano troppo leggeri per percepirli. Tutto era innaturale, in una vera scuola i ragazzi avrebbero sospirato, sbadigliato, sbuffato e ridacchiato alle spalle del professore.

Colsi l'occasione di guardarmi intorno, tutti fissavano la schiena del Dottore senza un minimo battito di ciglia.

Shepard si girò e si appoggiò alla cattedra, dandomi la possibilità di leggere ciò che aveva scritto alla lavagna.

''Descrivi un giorno particolarmente divertente della tua infanzia''

Un tema?

Il dottore prese una boccetta di vetro dalla tasca della sua giacca di vetro e si avvicinò a me. Svitò il tappo dorato e rovesciò il contenuto della boccetta nel palmo della sua mano. Poi mi prese il mento tra due dita mi costrinse ad aprire la bocca. Vi introdusse il contenuto poco dopo che si posò sulla lingua. Al tatto e al gusto ero sicura che si trattasse di una pillola.

-Ingoiatela, signorina.- ordinò dopo essersi allontanato. Si rivolse, poi, all'intera classe. -Non credo ci sia bisogno di una spiegazione per questa traccia, eseguitela.-

Il dottore prese il pacchetto di sigarette che aveva sulla cattedra e si diresse a passo spedito fuori dall'aula.

Nel preciso istante in cui si chiuse la porta fui assalita dal ragazzo che si trovava nel posto davanti a me. Insinuò la mano nella mia bocca e tirò fuori la pillola.

Ero così sorpresa da quella mossa così improvvisa che non ebbi il tempo di ingoiare la pillola o di scansarmi.

Guardai a occhi sgranati il ragazzo e mi morsi l'interno della guancia per non urlare.

-Meno male che non l'hai ingoiata.- disse il ragazzo con sollievo. Si ficcò la pillola in tasca e mi tese la mano. -Scusa l'irruenza, era necessario. Sono Joshua Crawley.-

I denti del ragazzo scintillarono sulla sua pelle color moca, le rughe d'espressione intorno agli occhi indicavano il suo sorriso sincero. Mi concessi un secondo per osservarlo e per calmarmi. Il ragazzo mi superava palesemente in altezza e la sua divisa scolastica gli stava palesemente stretta, soprattutto sulle spalle enormi. Sull'orecchio destro scintillavano una fila di orecchini color argento che stonavano sull'eleganza della divisa insieme alle treccine lungo tutta la nuca. Sembrava tanto uno di quei rapper alla Snoop Dog uscito da MTV.

Tirai un profondo respiro e lo osservai con la fronte aggrottata. -Perchè?- fu l'unica cosa che riuscii a pronunciare.

Lui storse la bocca e fece schioccare la lingua mettendomi una mano sulla spalla. -Cerca di rilassarti, va bene? Vuoi mica diventare come questi zombie qui intorno? No. Quindi ringraziami e non prendere quella pillola. Te la somministreranno ogni giorno quindi sbarazzatene.- disse Joshua aggirandosi tra i banchi, si chinava di tanto in tanto per leggere quello che stavano scrivendo gli altri. -Ah, il cinema.- si disse e poi tornò da me. -Non chiedermi perchè, ma chi prende la pillola si ritrova a pensare quello che pensano gli altri, un esempio? Il cinema. Tutti, nessuno escluso, stanno facendo il loro tema sulla loro prima volta al cinema. Quindi per non farti scoprire fai la zombie e copia.- mi fece l'occhiolino e si sedette al suo posto, davanti al mio. Lo raggiunsi e mi chinai sul mio quaderno senza parole.

-Grazie.- gli sussurrai spingendomi un po' in avanti.

-Niente di che.- mi rispose e poi iniziò a scrivere sul suo quaderno. -Ora muta e fai la zombie, tornerà presto.- aggiunse guardando per un secondo la porta.

Annuii tra me e me senza aggiungere più nulla e aprii il quaderno. Nella prima pagina scrissi il mio nome e cognome e poi iniziai a scrivere sulla mia prima volta al cinema. Il mio sguardo si perse nel vuoto mentre mi perdevo tra i ricordi, la mia mano continuò, però, a scrivere.

 

 

 

“-Vieni, Iris, qui.- mia madre indicò la poltrona di velluto rosso su cui era ricamato il posto 5G. Mi appollaia sulla sedia e le sorrisi. Ero finalmente riuscita a convincerla a portarmi al cinema. Stranamente, mia madre, non amava quell'enorme sala in cui spiccava l'enorme telo bianco su cui proiettavano le immagini dei film. Io invece ero sempre stata incuriosita all'idea di guardare un film il triplo più grande di un normale televisore. Era la proiezione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un film adatto a me, aveva commentato mia madre che però non aveva ne letto il libro ne visto il film cartone animato della Disney.

Le luci della sala si spensero e mia madre prese posto accanto a me, con un tubo di pop corn al burro tra le mani.

Il film, dopo una lunga pubblicità, iniziò e io mi persi totalmente nelle immagini e nella storia di Alice che era entrata in questo mondo fantastico grazie alla sua curiosità.

Rimasi affascinata, a metà del film, dal cappellaio matto e dal Leprotto Marzolino con la loro canzone del non-compleanno. La loro follia era quasi dolce, qualcosa di allegro e troppo innocente.

In quella scena percepii mia madre chinare la testa e mettersi le mani sulle orecchie. Scosse più volte la testa, non riuscivo a vederle il volto che era oscurato per via del buio della sala.

-Iris.. torno subito..- mi sussurrò per poi alzarsi e fuggire fuori dalla sala.”

 

 

 

Finii di scrivere il mio tema e posai la penna sul banco, imitando gli altri alunni. Più volte mi ero domandata perché era fuggita via. Dopotutto era solo un cartone animato quello. Non ero riuscita a capire la sua reazione all'ora e non ci riuscivo di certo in quel momento.

Per il resto della lezione rimasi così immobile che, quando mi alzai per andare a pranzo, le mie ossa scricchiolarono.

Mi accorsi che ,nel preciso instante in cui la campanella era suonata, gli studenti si sboccarono come se qualcuno avesse premuto il tasto play. Schizzarono fuori dall'aula ridendo e scherzando, qualcuno si lamentava del proprio stomaco brontolante. In silenzio, ma più sciolta, mi diressi fuori. Joshua mi stava aspettando appoggiato alla parete opposta del corridoio.

 

-E'... - dissi cercando di trovare la parola giusta per descrivere il sudore freddo che mi scivolava lungo la schiena.

 

-Inquietante.- concluse per me Joshua. -Si, hai ragione, è proprio inquietante.-

 

  
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