Rosso di sera
La
nostra protagonista la chiameremo
Cappuccetto Rosso. Rosso perché questa è una
storia intrisa di
sangue femminile, ma anche del verde del denaro e del bianco di
polveri inebrianti. Una storia all'italiana, con i tipici colori
della bandiera. Un giallo che riguarda una giovane prostituta e il
suo “pappone”, com'è volgarmente
chiamato, e che noi
denomineremo Lupo.
Cappuccetto Rosso era una donna sui vent'anni,
capelli ramati tinti, le unghie sottili e finite, opera di un'esperta
in manicure, le labbra carnose e scarlatte. Giovane e piena di vita,
si prostituiva su una strada provinciale di Milano esibendo le cosce
languide e bianche a chiunque decelerasse in sua prossimità.
Lo
faceva per denaro, per pochi euro, a stento arrivava a sessanta pezzi
a serata, dei quali la metà andava al Lupo. Era sfruttata,
perché
ancora in erba e soprattutto troppo fredda per soddisfare quel tipo
di clientela. Di giorno lavorava come cassiera in un piccolo market
fuori Milano, ricevendo più insulti che soldi, di notte si
esibiva
sul suo piccolo pezzetto di guardrail per uomini libidinosi e dalle
mani leste.
Un giorno, alle prime luci, Cappuccetto Rosso venne
trovata in una pozza di sangue rappreso, accanto ad un coltellino
proprio nel suo pezzetto di strada, il suo solito luogo di lavoro. La
polizia si era subito attivata, ricostruendo la vicenda tramite
testimoni e colleghe della donna. Una in particolare attirò
l'attenzione degli investigatori, una cara amica, a detta sua, di
Cappuccetto Rosso.
«L'ho
vista litigare con un uomo ieri sera!» Urlava,
dimenando le braccia in aria, sconvolta dalla morte violenta della
donna.
Accertamenti e ulteriori indagini si fecero
spazio nel giorno che
seguì. Le testimonianze
erano
numerose per un caso che coinvolgeva
una giovane prostituta, e gli investigatori quasi faticavano
a collegare volti, orari e vicende prima dell'accaduto. Cappuccetto
Rosso, nonostante fosse poco esperta, aveva un'ampia clientela. Forse
perché era bella e giovane, forse perché il
colore scarlatto dei
capelli ha sempre destato
i desideri carnali più reconditi di un uomo, o forse
perché
Cappuccetto Rosso aveva tra le mani qualcosa di molto prezioso.
La
maggior parte della clientela che frequentava apparteneva al mondo
della cocaina, dei pusher e dei tossicodipendenti. Cappuccetto Rosso
guadagnava poco denaro ma molte dosi ben tagliate, che segretamente e
gelosamente custodiva lontane dagli occhi del Lupo. Le consumava con
i clienti, facendosi un'ottima pubblicità ed ampliando la
cerchia.
Il medico legale ne aveva trovata una concentrazione notevole nelle
vie respiratorie ed ulteriori esami chimici ne avevano evidenziata
sullo specchietto che usava per truccarsi prima e durante il lavoro
serale.
«Quello stronzo voleva la sua parte, l'aveva sempre
minacciata dicendole che se non avesse obbedito l'avrebbe
punita.»
L'amica, la collega, di Cappuccetto Rosso parlò ancora in un
secondo
interrogatorio, riferendosi al Lupo, un uomo brutale e avido. Per lui
i soldi erano un'ossessione e quelle buste colme di cocaina
rappresentavano un guadagno facile e pulito. Non maneggiava
direttamente la droga, bensì la rivendeva dopo averla
ricevuta come
quota dalla sua prostituta rossa.
Un ulteriore testimone si
presentò in commissariato, raccontando di ciò a
cui aveva
assistito. Era una sera come un'altra, aveva voglia di divertirsi e
un bel gruzzolo nel portafogli. Decise di spenderlo per soddisfare
qualche desiderio sessuale represso, perciò si
avvicinò con l'auto
alla giovane. Abbassò il finestrino, ma non
riuscì a proferire
parola. Un uomo, alto e dal viso pallido, puntava un coltellino
lucente alla gola della giovane.
«Lui
non mi vide, ma io vidi lui!» Finalmente un testimone chiave.
Il
Lupo venne fermato e riconosciuto dal principale testimone,
quell'uomo libidinoso che per una sera di follia ne avrebbe trascorse
mille insonni. Accuse, testimonianze, impronte e movente
corrispondevano all'uomo che dava quel minuscolo pezzetto di strada a
Cappuccetto Rosso. L'aveva uccisa, brutalmente per la sua quota e in
tribunale, durante il processo, aveva chiesto al P.M. : «Se
lei
avesse dato una casa in affitto e non venisse pagato, che
farebbe?»
Il Lupo era stato incarcerato subito dopo il processo,
mentre la giovane Cappuccetto Rosso riposava sepolta nella terra
umida, all'ombra di un mazzo di garofani scarlatti, i suoi fiori
preferiti.
________________________________________
Achamo
& il suo inutile monologo...
“Spero
di non aver urtato la sensibilità di nessuno e di aver
partecipato
all'iniziativa di questa giornata, un no alla violenza sulle donne...
tutti dovremmo poter camminare tranquilli per le strade della nostra
città, del nostro paese, senza doverci voltare per guardare
chi ci
lancia occhiate di fuoco o chi ha cattive intenzioni. Liberi di
vivere senza paura!
La storia è totalmente inventata ed ho
cercato di cogliere lo stile di Lucarelli (spero di esserci
riuscita). Grazie per aver letto!”