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Autore: Yoan Seiyryu    25/11/2013    5 recensioni
[ Loki/LadySif ]
ATTENZIONE: Spoiler dal film 'Thor: The Dark World'
Loki torna ad Asgard come prigioniero ma non si arrende all'idea di rinunciare al trono di Odino e tenta di escogitare un piano per evadere dalla cella. Lady Sif si rende conto che Thor non corrisponderà mai i suoi sentimenti per lei e cerca di dimenticare ciò che prova per lui, nonostante Loki sia l'unico a conoscere quella debolezza. Il loro presente si intreccerà con avvenimenti del passato che vede entrambi percorrere la storia da quando Loki bandì Thor da Asgard a quando riuscirà a prendere il trono di Odino dopo la sconfitta degli Elfi Oscuri.
**
[Dal Capitolo IV]
- Non dire sciocchezze, Loki. Abbiamo conosciuto tutti il tuo vero volto e non c’è speranza per un…
- Mostro?
Conosce tutti gli appellativi che gli hanno dato, le prigioni pullulano del vociare di corte e di tutti i pettegolezzi. Nonostante questo non gli tocca minimamente essere considerato tale, soprattutto perché arriverà il giorno in cui riuscirà ad ottenere ciò che desidera.
- Lo hai voluto tu – sospira Sif che abbassa un attimo le difese e si sofferma a guardare i suoi occhi illusori.
Li ha sognati tanto spesso, quegli occhi verdi.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: La storia contiene spoiler del film 'Thor: the dark world'



 






I

Prisoner







 
Asgard
Gli occhi verdi, intensi, furbi, bugiardi si soffermano in quelli di Odino, il padre che ha rifiutato tanto tempo prima, ostinati e sicuri. Non è più il fratello, ombra di Thor. Non è più il figlio geloso, amato più da sua madre. Un giorno otterrà quel trono ed Asgard cadrà nelle sue mani insieme a tutti i Nove Regni, nessuno sfuggirà alla sua brama di potere. Ha ucciso senza timore del sangue e ha quasi raggiunto il suo scopo, quasi.
‘Non vi sembra semplice? Non è questo il vostro stato naturale? È la verità taciuta dell'umanità: voi bramate l'asservimento, il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia della vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un'identità. Voi siete nati per essere governati. Alla fine vi inginocchierete sempre’
Non si sarebbe mai fermato, nemmeno nel buio delle prigioni, nemmeno se il suo animo si fosse stancato di una vita privata della luce del sole.
Sorride di fronte al Padre degli Dèi, con quei suoi occhi colmi di ostilità e di bramosia, sorride anche mentre viene trascinato lontano da lui, consapevole che non si sarebbero più rincontrati. Sua madre, dice? E' lei a volerlo salvare, a non far cadere la scure sul suo collo. La morte ha un sapore così amaro e al tempo stesso è qualcosa che ha concesso a molti degli uomini che si sono intromessi sul suo cammino.
Sorride ancora, persino mentre viene spinto via dal Palazzo di Odino per essere condotto lì dove i prigionieri non hanno anima, né corpo. Diventano solo pezzi di antiquariato pronti a consumarsi su loro stessi, incartocciandosi su ciò che hanno rappresentato un tempo. Lui non è forse una delle tante reliquie di Odino? Non è stato strappato via dalla sua casa, impedendogli di diventare il legittimo re? Quel posto sarebbe stato suo, prima o poi.
Mentre attraversa il lungo corridoio che lo avrebbe condotto lontano dalla sala del trono, si avvede della presenza di Fandral e Lady Sif, che lo osservano immobili accanto ad una delle alte colonne. Volstagg ed Hogun si sono rifiutati di assistere al ritorno del traditore, tanto che non hanno presenziato al suo arrivo, ma hanno preferito attendere all’esterno nel mentre che si organizza l’imminente battaglia di Vanaheim.
- Buona eterna permanenza in prigione, Loki – le parole del migliore spadaccino dei Nove Regni si fa strada nelle orecchie del traditore, che arresta il passo tintinnante per rivolgergli un sorriso sghembo.
Inclina appena la testa di lato e scrolla le spalle, come a volersi liberare di quel peso che gli avvinghia polsi e caviglie.
- L’eternità è abbastanza lunga da permettermi di trovare una via d’uscita, non credi Fandral? – è una provocazione che alle orecchie di chi lo ascolta non può stare in piedi, è impossibile qualsivoglia fuga dalla prigionia imposta da Odino.
- Se mai dovessi tentare di evadere ci saranno molti uomini pronti ad ucciderti, faresti loro un gran piacere – interviene Lady Sif con il suo tono perentorio e sicuro.
I loro sguardi si incrociano per un lungo istante e nessuna parola è aggiunta a ciò che entrambi sembrava dirsi tacitamente. Lei sarebbe in grado di ucciderlo seduta stante, non lo ha mai perdonato per averli ingannati a tal punto da esser riuscito a bandire Thor sulla terra per impossessarsi di un trono che non sarebbe mai stato suo.
- O preferiresti dire: molte donne? Lo percepisco, vorresti vedermi morire inginocchiato ai tuoi piedi solo per togliermi questo sorriso dalle labbra, non è così, mia buona Lady Sif? – imita il fratello incurvando la schiena verso di lei, così da poter coprire la distanza eccessiva che si è volutamente creata.
Fandral cerca di trattenere la compagna d’armi ma quest’ultima non è in vena di ironizzare, la rabbia che racchiude in sé è eccessiva ed incontrollabile, tanto da farle sferrare un pugno verso il prigioniero che incassa il colpo senza indietreggiare minimamente. Eppure quel sorriso non è riuscita a toglierglielo lo stesso. Loki porta entrambe le mani legate a sfiorare il rivolo di sangue che scivola lungo il labbro inferiore e tira su col naso in modo alquanto soddisfatto.
- Ho sempre apprezzato questo tuo lato combattivo, mi chiedo il motivo per cui Thor si ostini a volersi legare a quell’umana, quando qui ad Asgard…
- Portatelo via, prima che ci obblighi a farlo tacere con la forza – ordina Fandral alle guardie, se non fosse intervenuto in tempo probabilmente non sarebbe riuscito a fermare la sua compagna da un gesto impetuoso e sciocco.
Loki si inumidisce le labbra, asciugando il sangue amaro e denso, lasciando ricadere il suo sguardo in quello di lei che imperterrita lo sfida a continuare, così da poterlo finire una volta per tutte. Ma quello scontro termina immediatamente poiché viene trascinato via, lontano da lei e dalle provocazioni che sarebbero nate. D’ora in poi non lo avrebbe più rincontrato e il suo rancore si sarebbe sciolto insieme a tutti i ricordi.
Il traditore, incatenato a se stesso, è riposto all’interno della cella, destinato a marcire lì per tutto il resto dell’eternità, come Fandral ha predetto o peggio ancora, augurato. Ma quanto è lunga l’eternità? Abbastanza da poter evadere, abbastanza da tornare in azione.
Una volta che  solo in quella cella dalla pareti bianche si getta a sedere su una delle sedie a sua disposizione, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Avverte ancora il lieve fastidio della ferita che gli ha procurato Lady Sif, non è la prima volta che lo ferisce.








 
**




 
Asgard, 949 d.C
 
-Perché dovrei lottare contro una ragazzina? – la voce di Loki era tiepida, silenziosa e si insinuò nelle orecchie di Thor come un sussurro che non voleva essere di richiamo a tutti gli altri che si sfidavano all’interno della piccola arena.
Spesso si recavano insieme sul ponte Ygsdar per portare avanti gli insegnamenti che loro padre aveva perpetrato, affinché diventassero un giorno grandi guerrieri. Thor era sempre stato il più forte dei due, impavido e coraggioso, non terminava mai uno scontro senza aver consumato tutte le sue energie. Persino quando sembrava spacciato si lasciava cadere a terra per rialzarsi ancora e continuare, dimostrando le sue abilità di guerriero.
Loki, al contrario, non aveva mai avuto grande resistenza né forza da potersi permettere incontri che superassero il limite consentito dal suo corpo. Piuttosto si dimostrava rapido e veloce, insieme ai suoi fedeli pugnali ed in più non mancava mai di usare la magia a proprio piacimento per volgere il duello in suo favore.
- Hai paura di perdere contro di lei, fratellino? – ridacchiò Thor che intanto si era seduto e veniva avvicinato da Volstagg il quale teneva in mano un cosciotto da sgranocchiare nel mentre che attendeva la fine della sua pausa.
- Certo che no! – ribatté Loki che si adombrò in viso – Solo che avrei voluto un avversario alla pari, così è troppo facile vincere. Io devo diventare il migliore.
Thor scoppiò a ridere e si strinse nelle spalle.
- Io non sottovaluterei la piccola Sif, ci sa fare – lui aveva già affrontato una lotta contro di lei e sapeva bene quanto nel corpo di quella ragazzina scorresse il sangue di un vero guerriero.
Loki storse le labbra e si costrinse ad accettare la sfida, nonostante avesse preferito battersi con Hogun che ancora non era riuscito a sconfiggere. Tant’è che lo osservò allenarsi insieme a Fandral, il quale iniziava a diventare un formidabile spadaccino.
Sif era immobile, al centro della piccola arena che era formata da un cerchio disegnato a terra, il quale delimitava i confini da cui non si poteva uscire. Teneva le braccia incrociate al petto e aveva lo sguardo piuttosto annoiato. Era l’unica ragazza che si allenava sul Ponte Ygsdar ma questo non la preoccupava minimamente, aveva giurato a suo padre che un giorno sarebbe diventata la guerriera migliore di Asgard.
Non appena Loki entrò all’interno del cerchio non ebbe il tempo di reagire abbastanza in fretta perché la piccola Sif si gettò contro di lui tirandogli un fendente con una lama a doppio taglio, cercando di colpirlo direttamente alla testa. Loki, d’altro canto, non si aspettava un attacco così mirato e l’unico modo che trovò per salvarsi fu quello di usare un’illusione che andò a prendersi il colpo al suo posto. Una volta ritrovatosi alle spalle di lei cercò di colpirla ma Sif si voltò in tempo per sferrargli un calcio allo stomaco che quasi riuscì a portare a termine.
- Non ti hanno detto che non si colpisce mai alle spalle di un nemico? E’ un comportamento vile! – lo rimproverò con forza mentre continuava a sferrare colpi che non riuscirono ad andare a segno.
- Perché dovrebbe esserlo? Se il mio nemico non riesce a prevedere una simile possibilità allora merita di cadere! – esclamò lui che non si aspettava di essere ripreso e nessuno aveva mai cercato di insegnargli il modo migliore per combattere.
Sif si fermò per un istante, ansimante per uno scontro che non sembrava avere alcun risultato positivo da nessuna delle due parti e gli gettò addosso uno sguardo carico di fuoco.
- Bisogna onorare il proprio avversario, non schernirlo. Che sapore può avere una vittoria strappata con l’inganno? – gli inveì contro con rabbia sempre più crescente tanto da costringerla a sferrare un altro fendente diretto alla testa di lui.
Questa volta Loki sollevò il pugnale per parare il colpo, senza utilizzare la magia, voleva guardarla negli occhi.
- Una vittoria è pur sempre una vittoria, non importa il modo in cui la ottieni – rispose con tono altrettanto adirato.
Sif a quel punto, quando si rese conto che lui aveva abbassato tutte le difese, gli tirò un calcio allo stomaco che questa volta Loki non poté fermare e cadde a terra, uscendo fuori dalla linea del cerchio.
Lei si avvicinò per potergli tendere una mano ed insegnargli qualcosa che probabilmente non sarebbe mai riuscito ad imparare. Era convinta che durante un duello fosse doveroso rispettare il proprio avversario affinché si arrivasse ad una vittoria onesta e meritata. Loki, al contrario, era certo che per vincere bastasse un po’ di astuzia per far cadere l’altro in un tranello.
- Non voglio il tuo aiuto – sibilò lui che si rialzò da solo, mentre sentiva le risatine di Thor e Volstagg che lo indicavano da lontano come spettatori entusiasti per aver assistito ad una scena simile.
Loki si allontanò senza aggiungere nulla, stringeva i pugni delle mani con rabbia, mentre Sif lo osservava dall’arena con la mano che fu costretta a ritrarre, vuota e fredda. 

 
 


 
**
 
 



 
Vanaheim

Il sangue scivola lungo le spade, sui corpi esanimi, negli occhi di chi osserva la guerra. Lady Sif non è mai stata una fanciulla dall’animo semplice ed innocente, dentro  le sue vene scorre l’impeto delle battaglie, della vittoria sui nemici, di una luce che non tutti possiedono. I suoi occhi sono limpidi, cupi come la notte trapuntata di stelle e mai si sono fermati a provare pietà o compassione per chi di onestà non riesce a vivere.
Quando trafigge un altro tra i soldati avversari è trascinata a terra con esso che l’ha avvinghiata a sé, disposto a non lasciarla andare. Rivede in lui un paio d’occhi che non avrebbe dimenticato facilmente, quegli stessi occhi che il giorno prima aveva visto illuminarsi sul viso di uno squilibrato condotto nelle prigioni di Asgard.
Lo detesta per ciò che ha fatto, lo odia ancora di più per aver insinuato ciò che il suo cuore ha tentato più volte di nascondere a se stessa e al mondo intero. La sua infatuazione per Thor dura sin dall’infanzia, pochè ha sempre tenuto in considerazione quell’onestà e quella bontà d’animo che è riuscito a tirare fuori solo dopo esser stato bandito su Midgard. Ma quel suo sentimento, che ormai è noto a chiunque la conosca, deve essere represso per mitigare i mali dell’animo. Dovrebbe pensare soltanto alla guerra, alla serenità che prova durante una battaglia e al suo modo impavido di mostrarsi a tutti i suoi avversari. Era stata schernita, un tempo, quando si era ripromessa di diventare il guerriero più forte di tutta Asgard. Nessuno aveva avuto fiducia in lei, nessuno tranne Thor.
Si rialza da terra facendo leva sulla lama che si è conficcata al suolo e si volge dietro di sé dove un altro nemico cerca di attaccarla, ma è più rapida e il suo colpo mette fine allo scontro. 
- Che ti prende, Sif? Oggi sembri particolarmente motivata! – esclama Fandral che le si affianca per liberarla da alcuni avversari che iniziano a crescere numericamente.
- Immagino che ognuno di loro sia Loki e non hai idea di quanto mi piaccia vederli cadere a terra – sospira lei che si accosta alla schiena del compagno per proteggersi a vicenda dagli attacchi imprevedibili.
- Non sei mai stata rancorosa, che motivo avresti? – sorride tra sé Fandral che aggancia un nemico per il collo e gli taglia la gola con la lama della spada.
- Non c’è bisogno di un motivo!
- Hai ragione, piacerebbe anche a me infilzare Loki con la mia spada. Ma è pur sempre stato un nostro compagno, meglio saperlo chiuso in cella visto che è quello che si merita. La morte è una liberazione, non una punizione – e a quelle parole si allontana per andare ad aiutare un altro dei suoi compagni in difficoltà.
Lady Sif si ferma un solo istante per riflettere su quella considerazione. Si asciuga la fronte con il dorso della mano e scosta indietro i lunghi capelli scuri come la notte. Non desidera la morte di Loki ma al tempo stesso l’ha bramata nel proprio cuore. Perché? Perché lui conosce il suo segreto più grande, quel segreto che ormai è a conoscenza di tutti. Si sente fragile di fronte a quegli occhi verdi che la scrutano fino in fondo all’anima ed è l’unico in grado di farla sentire in quel modo. L’unico che possa metterla con le spalle al muro.
Il flusso dei pensieri muta non appena Thor giunge a Vanaheim per scatenare la sua forza e liberare i propri compagni da quella lunga e stancante battaglia. Non appena tutto volge al termine e il mostro che affronta viene distrutto, Sif si concede un lungo momento di riposo lontano dallo scontro.
Ai suoi piedi giacciono i corpi esanimi degli avversari che ha sconfitto e il sangue si mescola alla polvere, tanto da creare pozze scure e dense che è facile calpestare. Quello è il momento che più detesta alla conclusione di una battaglia, il silenzio ostinato delle lame che sono cadute e di quelle che sono state riposte nelle guaine.
Il suo animo è in guerra sin dalla nascita e non ha mai anelato a lunghi periodi di pace, poiché è costretta a far uscire ogni sentimento brutale per sentirsi viva, incoraggiata ad andare avanti. La tranquillità, la calma, non fanno parte di ciò che credeva di poter essere. Il suo costante movimento, il desiderio di guerra sono rafforzati dall’improvvisa assenza di una battaglia vinta.
- Immagino che io debba ringraziarti, Lady Sif.
La voce di Thor è calda, sicura, forte. L’avrebbe riconosciuta tra mille, anche tra i clamori dei festeggiamenti.
- Effettivamente ti ho salvato la vita una volta o due, non è così? – si stringe lei nelle spalle, lanciandogli uno sguardo che esprime tutta la sua felicità di poterlo rincontrare.
Thor ha fatto ritorno ad Asgard soltanto il giorno prima, per consegnare a suo padre il traditore, da allora non avevano avuto modo di parlare né di raccontarsi le reciproche vicende
- Ultimamente mi chiedo che valore abbia la vita di un uomo come me – è quasi un sussurro, ma lei riesce ad afferrarlo perfettamente.
Si siedono su un tronco d’albero caduto prima di affrontare il viaggio di ritorno, nel mentre che i tre guerrieri si adoperino ad aiutare gli abitanti del villaggio che è stato messo a ferro e fuoco.
- Che intendi dire?
- Per tutto questo tempo sono stato cieco, non ho saputo riconoscere la gelosia negli occhi di mio fratello. Né la bramosia che l’ha portato a diventare un pericolo per Asgard e per i Nove Regni. Come posso diventare re se non sono in grado di proteggere nemmeno un membro della mia famiglia da se stesso? – si accusa mentre sospinge lo sguardo davanti a sé, raccogliendo in una sola volta le macerie che per giorni avrebbero giaciuto sulla terra impolverata del sangue nemico.
Lady Sif sorride all’angolo delle labbra, quasi non riesce a riconoscere il suo compagno d’armi. Da quando è stato bandito su Midgard è diventato un uomo diverso, ha maturato un senso di giustizia che in precedenza era più simile alla voglia smodata di dimostrare al mondo le sue capacità. Ora invece lascia emergere un cuore onesto che desidera espiare tutte le proprie colpe.
- Non ti addossare responsabilità che non ti appartengono. Loki ha scelto di intraprendere una strada diversa dalla tua ed ora il tuo compito è quello di diventare un grande re, così come tuo padre e tuo nonno. Dagli errori non si può che imparare.
- Sei sempre molto saggia, mia buona Lady Sif – aggiunge Thor in un mezzo sorriso, poi si alza di nuovo in piedi e richiama a sé il Mjöllnir per far ritorno verso casa.
Sif accusa quelle parole con un velo di tristezza, per lui non sarebbe mai stata altro che una valida compagna, un’amica su cui poter sempre contare. Può intravedere nei suoi occhi l’ombra di una donna che è rimasta sulla terra, quella che ha rapito completamente il cuore di lui.





 
**

 
 
 Asgard, 965 d.C.
 
Il Bifrost era andato distrutto, Loki perduto per sempre. Il dolore sul volto di Thor era visibile a tutti, persino a lei che aveva cercato di essere felice per quella morte che non doveva essere un triste avvenimento. Loki l’aveva ingannata così come aveva fatto con tutti gli altri. L’aveva resa vulnerabile e fragile, fine a se stessa. Si era meritato quella fine, eppure allo stesso tempo detestava se stessa per quella imposizione che andava cercando. Essere lieta per la morte di un suo compagno, come poteva pretendere tanto? Osservava l’universo dalle sue camere all’interno del Palazzo di Odino, alla ricerca di una risposta che non riusciva a trovare, poiché persino la domanda sembrava assolutamente ambigua.
Thor era tornato ed Odino si era svegliato dal suo sonno, Loki era stato sconfitto. Strinse i pugni delle mani con vigore e poi le batté con forza sul davanzale della finestra, mentre il vento le accarezzava il viso arrossato per la rabbia.
- Sei sempre stato uno stupido.
E quel sussurro volò via, come se potesse raggiungerlo. 












// NdA: 


° Il titolo della long proviene dalla canzone 'Bleeding Out' degli Imagine Dragons. 

Salve a tutti! 
Dopo essermi data al cross-over ho optato per iniziare ad una long basata su una coppia di cui non ero molto convinta, almeno fino a qualche giorno fa. 
Le vicende dei due personaggi si intrecceranno nel presente, che abbiamo visto nell'ultimo film, ed un passato precedente anche alla presa di posizione di Loki su Odino. 
La storia non dovrebbe avere molti capitoli, ma sarà in via di costruzione. 
Se vi va di seguire gli aggiornamenti ho un gruppo dove posto le storie del fandom di Once upon a time e quelle su Thor (sì, ne scriverò altre) insieme agli album dei personaggi, i soundtrack e via dicendo. 
Il link è questo --->  


https://www.facebook.com/groups/507038592717142/?fref=ts

Graze, 
Yoan 
   
 
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