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Autore: chobit13    25/11/2013    0 recensioni
Violet è una ragazza introversa e solitaria. è vittima di una maledizione lanciata alla sua famiglia da una stregha. qualunque persona bacierà le sue labbra morirà. lei possiede il bacio della morte e solo il bacio di vero amore potrà renderla una ragazza normale. è una fiaba melodrammatica che ci insegna ad amare con sincerità.
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta in un vecchio villaggio londinese un uomo di nome Leopold, desiderava essere un possente cavaliere, la gloria eterna e il potere.
Per quanto egli potesse essere coraggioso era molto debole e ogni sua battaglia finiva con la fuga, era imprigionato dalla paura e veniva preso di mira dagli uomini più forti e valorosi del villaggio.
Un giorno decise di chiedere aiuto a Sybilla, una strega buona che viveva sulle coste del nord della Scozia.
Leopold si recò alla sua casa e chiese di poter essere più forte, di poter diventare un valoroso cavaliere, Sybilla esaudì il suo desiderio ma si raccomandò di essere sempre giusto e onesto, doveva essere sempre dalla parte popolo e dei bisognosi.
Così, con i poteri donatogli da Sybilla, Leopold vinse molte guerre e battaglie, tornava sempre fiero e vittorioso, tutti lo amano e lo rispettavano.
Un giorno divenne il cavaliere del re d’Inghilterra ed iniziò una vita sfrenata, piena di vizi e lussuria, sposò una donna nobile  e divenne egoista.
Sybilla andò da lui per ricordargli il suo giuramento, ma lui rispose che non gli importava minimamente dei bisogni del popolo, allora lei minacciò di togliergli i poteri che gli aveva conferito se non fosse cambiato.
Per la paura di perdere ciò che Sybilla gli aveva donato, Leopold decise di toglierla di mezzo.
Leopold si recò, assieme ad altri cavalieri mandati dalla chiesa, fino alle coste nord della Scozia dove era situata la casa di Sybilla. Sterminarono la sua famiglia e lei venne messa al rogo.
Mentre esalava i suoi ultimi respiri lanciò una maledizione contro Leopold, che la prima figlia femmina della sua famiglia sarebbe nata con i capelli color del corvo, gli occhi viola, la pelle fredda come la neve e le labbra rosse come il sangue, qualunque essere vivente che avrebbe avuto la sfortuna di baciare le sue labbra avrebbe baciato la morte stessa… questa maledizione poteva essere spezzata solo dalla persona che avrebbe donato a quelle labbra mortali un bacio di amore puro e sincero.
Il caso volle che nella famiglia di Leopold, per molte generazioni, nacquero tanti maschi, che furono padri di tanti maschi e che, a loro volta, furono padri di tanti maschi, fino ad arrivare agli ultimi anni del ventesimo secolo quando il penultimo discendente di Leopold procreò l’ultima discendente della sua stirpe.
Una bambina nata sotto una buona stella, così la soprannominarono i medici al momento del parto, perché credevano fosse morta, per il colorito viola appena nata, il respiro affannato, il battito lento e la carne fredda, ma ella non morì, le diedero nome Violet per i suoi occhi viola innaturali.
La piccola Violet era una bambina introversa e sola, aveva molta difficoltà a fare amicizia, i bambini la evitavano e le bambine la prendevano in giro. Un giorno però Violet conobbe Phil, un bambino con cui fece amicizia e l’unico che era gentile con lei. Violet se ne innamorò e per la festa di San Valentino decise di regalargli un dolce, per ringraziarla Phil decise di darle un bacio, ma bastò un piccolo contatto delle sue labbra per far cadere a terra il piccolo Phil privo di vita.
Nessuno seppe spiegare le cause della sua morte, ma il padre di Violet aveva sentito parlare della maledizione che incombeva sulla sua famiglia, dopo molte ricerche capì che i suoi sospetti erano veri, sua figlia Violet possedeva “il bacio della morte”, chiunque avrebbe baciato le sue labbra sarebbe morto.
Sua madre era scettica, non volle mai dare credito alla maledizione, Violet invece cominciò ad avere paura, paura di far del male a qualcuno come lo aveva fatto a Phil, così evitava ogni genere di bacio con chiunque, anche con i suoi genitori.
Violet divenne ancora più solitaria di prima, si chiudeva spesso nella sua stanza dove dava libero sfogo alla sua fantasia, nella serra dove si prendeva cura delle piante o nel bosco vicino casa dove raccoglieva fiori e faceva visita agli alberi; il suo era un mondo magico, la sua stanza era un piccolo bosco pieno di fiori dai mille profumi, ogni notte da quei fiori sbucavano fuori delle piccole fate di tanti colori e qualche volta passava a farle visita il drago Oak, un drago dalle scaglie d’oro e rosse, con dei rubini al posto degli occhi, lui la aspettava ogni sera prima di andare a letto per volare nel cielo di Londra.
Una notte Violet si addormentò sulla scrivania mentre studiava, la madre la mise a letto e prima di andarsene le diede un piccolo bacio della buonanotte sulle labbra ma non appena le toccò cadde a peso morto su Violet che si svegliò, all’inizio pensò che si fosse addormentata ma dopo un po’ capì che ormai sua madre era un corpo senza vita.
Rimase impietrita e lo divenne ancora di più quando se ne accorse anche il padre che preso da un attacco di disperazione si tolse la vita tagliandosi la gola.
Violet divenne orfana, se prima pensava di essere sola al mondo ora lo era davvero.
Il suo mondo diventò buio, diventò silenzioso… le fate non uscivano più dai suoi fiori ormai appassiti, il drago Oak aveva smesso di volare per la profonda tristezza, gli alberi che andava a visitare si erano ammalati.
Un giorno all’orfanotrofio arrivò una simpatica donna di colore sui 50 anni, donava fiori e dolci a tutti i bambini, il suo nome era Cassydi e tutti erano felici quando arrivava, tranne Violet. Un pomeriggio Cassydi si avvicinò a lei.
“Perché sei così triste, tesoro? Una bambina bella come te non dovrebbe essere così triste.”
“Per colpa di una maledizione ho perso le persone che amavo!”
“Ti capisco… anch’io ho perso molte persone che amavo.”
“Chi?”
“Mio marito, per una brutta malattia… e mio figlio, in un incidente stradale.”
“E non sei triste?”
“Oh… molto…quando ci penso. E’ stato un dolore molto forte, qui, al cuore, e certe volte mi fa ancora male. Ma questo dolore non può durare per sempre, dopo un po’ ti devi rialzare e ricominciare a camminare, perché la vita non si ferma così, la vita va avanti e noi dobbiamo andare con lei, non dobbiamo mai fermarci perché se no finisci di vivere, e questo non piace a noi né alle persone che abbiamo perso e che ora ci guardano dal cielo. Hai tuoi genitore piace vederti così triste?”
“Certo che no!”
“E allora devi smetterla di tenere sempre il broncio e devi sorridere un po’ di più, solo così riuscirai a superare il dolore.”
“Ma da sola non ce la faccio! Non riesco nemmeno a guarire i miei amici alberi o i miei fiori per far tornare le fate e il mio amico drago e sempre triste e non vola più! Non riesco a fare tutto da sola!”
“Hai ragione! Non puoi fare tutto da sola! Io ti aiuterò!”
“Mi aiuterai?”
“Certo! Ti aiuterò a superare il tuo dolore e ti aiuterò a guarire tutti i tuoi amici… insieme!”
“E come faremo?”
“Beh… se davvero vuoi il mio aiuto allora dovrai venire a vivere con me, e per fare questo dovrò per forza adottarti.”
“Sul serio?”
“Certo piccola!”
Violet si sentì così felice che abbracciò Cassydi, stava riaffiorando la luce in lei e, finalmente, non si sentì più sola.
  
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