Mi fermo e contemplo quest'immagine, siamo due soggetti finiti in un amore infinito.
Siamo io e te in un abbraccio, che vorrei potesse essere eterno, il nostro amore vivrà per sempre nello spazio e nel tempo, un uomo, una donna, due corpi, un bacio questo è amore, questo è per sempre.
Non posso fare a meno di notare i tuoi capelli, lunghi e splendenti come l'oro; li immagino sciolti al vento...Miseriaccia! Una volta erano corti e neri come il carbone, come potrei non ricordarli?
Ricordo esattamente tutto, sebbene sia passato molto tempo,sembra ieri che ci siamo incontrati.
2-Dicembre 1967 "Si pongono le basi per..."
E' una freddissima mattina di Dicembre dell'anno '67 , sono le 7:00 del mattino, mi alzo puntuale come un orologio svizzero, mia madre e mio padre sono lì mi aspettano per fare colazione.
Mi alzo, mi lavo di corsa, mi vesto e mi precipito a fare colazione, non ho nemmeno il tempo di sedermi a tavola perché mia madre inizia a farfugliare quelle che sembrano esser grida disumane di prima mattina, voleva che io rimettessi in ordine la mia camera, filai e non replicai fatto ciò feci colazione e uscì di casa alle 7 e 30.
La scuola dista circa quindici minuti di strada a piedi da casa mia, questa strada mi offre diverse opportunità per pensare,"fa troppo freddo" ripetevo a bassa voce.
A scuola poi non mi attendeva certo un bel clima, avevo la mia prof , del liceo che mi aspettava non era certo una bella visione di prima mattina!
La tipa era una "bella signora" sulla cinquantina (passata ormai da un po' oserei dire), con una barba stile Garibaldi e i mille, piena di rughe e con una presunzione,un'ignoranza ed una cattiveria tale che farebbe rivoltare nella tomba qualunque promotore o fondatore di qualsiasi ente scolastico e non.
La tipa entrava in classe senza sapere cosa si dovesse fare spiegare o interrogare.
Proprio quel giorno entrò, tutti la salutammo, mi chiamò alla cattedra per interrogarmi mi rifiutai perché proprio quel giorno non avevo studiato, allora insultandomi mi disse: "Certo, ormai a voi giovani non importa nulla", finito di fare questo inizio a picchiarmi ripetutamente con una corda bagnata.
Fu allora che realizai, qualcosa andava fatta non si poteva restare lì inermi e farci calpestare,rimanendo inermi (perché così di fatto rimanevamo) da qualsiasi prof. o prof.ssa,che decidesse di menarci nel vero senso della parola.