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COCCI

 Una volta mia madre mi disse che quando ti innamori per la prima volta, la tua vita cambia per sempre. È un amore che ti accompagnerà per il resto della tua vita. Qualunque cosa tu faccia,come coprirti gli occhi per esempio, quel sentimento aleggerà attorno a te fino alla morte. Avrei riconosciuto a prima vista la donna della mia vita, diceva mia madre, perché appena avessi posato gli occhi su di lei, tutto ciò che la circondava sarebbe svanito,sarebbe rimasta solo la sua ombra. Si sbagliava.

Con mio padre forse fu così , ma io non sono lei, ne mio padre.

E me ne sarei accorto solo dopo molti anni passati a seguire questa specie di “istruzioni all'uso” , in una notte di Tanabata.

Non c'era stato nessun sentimento aleggiante con lei , anzi,Chiunque, guardandola, avrebbe capito che era innamorata di me,ma non io, il diretto interessato.

Non avevo nessun interesse verso Haibara, mi limitavo a sorriderle, salvarle la vita ed evitare che facesse gesti di cui si sarebbe pentita.

Solo su una cosa mia madre ci aveva azzeccato, sul fatto che la mia vita sarebbe cambiata per sempre.

Il mondo mi cadde letteralmente addosso.

Un pugno in pieno viso.

E tutto per un inutile, maledetto, stupido bacio a Tanabata.

Un soffio sulle labbra, quasi una carezza impalpabile fatta da lei, avvolta nello Yukata tradizionale.

Si era avvicinata lentamente, avrei potuto scansarmi, gesto dato per scontato visto la considerazione che le davo.

Invece? Niente, nothing, nada.

Ero rimasto immobile a fissare quella bocca color sangue che si avvicinava a me, piano per paura che non la volessi.

Quando finalmente mi aveva baciato, l'avevo lasciata continuare, quasi inebetito dalla situazione.

Gli insegnamenti in cui la mia vita si era basata si erano praticamente frantumati in un istante, schiacciati tra due mura fatte di domande.

Avevo schiuso le labbra ed inclinato la testa, l'assecondavo.

Il mio cuore faceva: bum, bum, bum, bum, bum!

Era impazzito.

E così il suo.

Riuscivo a sentirlo anche in mezzo a tutto quel fragore.

E' così che il leone s'innamorò dell'agnello. Che agnello stupido, che leone pazzo e masochista.

Così pazzo da dimenticarsi delle conseguenze , così masochista da oltrepassare ogni limite di lucidità.

Le accarezzai i capelli , finalmente in modo convinto, e la lasciai fare lo stesso, in un bacio che non aveva voglia di finire.

Entrambi avevamo paura.

Di tutto il resto.

Come due uccellini cresciuti in cattività e timorosi di scoprire il mondo reale.

Ormai consideravamo quella gabbia di regole e passi da eseguire perfettamente ed in modo maniacale la nostra unica culla di salvezza .

Quel bacio , lo sapevamo, era la porta dell'inferno.

Eppure,la nostra coscienza, diceva chiaramente “ sinceramente me ne infischio” e per una volta eravamo lieti di seguirla.

Prima o poi però, anche gli attimi di trasgressione finiscono, e mi resi conto di esser letteralmente volato fuori da quella gabbia.

La colonna portante si era rifiutata di portare ancora il peso dell'edificio e quindi, quest'ultimo, si era ridotto ad un cumulo di macerie.

Tentai di recuperarle ed assemblarle di nuovo, senza risultato.

Una montagnetta di sacrifici andati a farsi benedire.

La seconda vita che mi ero creato si era intaccata profondamente, i miei nervi andarono in frantumi.

Intere giornate passavano ed io me ne stavo lì, al buio nella mia camera della villa, davanti a quell'inutile specchio impolverato.

Era svanito tutto.

Quando rividi mia madre le dissi tristemente che si era sbagliata praticamente su ogni cosa.

“la vita non è una scala di cristallo, Shin-chan. Io ti ho spiegato come riconoscere l'amore, ma le conseguenze di quell'amore le devi affrontare tu.

Seguita a salire.

Non può piovere per sempre”

mi rispose semplicemente, accarezzandomi i capelli mogano ed alzando disgustata la lunga frangia che mi ritrovavo.

“spero che Shiho ti convinca a tagliarli.”

sentenziò infine sotto un mio sguardo perplesso.

Lei sapeva.

L'unico segreto che io abbia mai avuto con mio padre ed ho ancora,mentre cerco di raccogliere i cocci della mia esistenza.