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Autore: Halloween_    25/11/2013    1 recensioni
{One-Shot di 1.606 parole}
È la mia prima fic su questo fandom, siate clementi c:
.~.~.~.~.~
[…]«Puoi o no?»
«Dimmi perché.»
«Non voglio morire. Sono una bambina Sasori, e vorrei vivere ancora tanto ma non posso.»
«Aoi…»
«Dici sempre che l’arte è eterna, no? Quindi, se mi fai diventare una marionetta potrò vivere in eterno.»[…]

~.~.~.~.~.
Se vi ho incuriositi almeno un pochino, ci vediamo dentro?
Kuro❤
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akasuna no Sasori, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lacrima Solitaria









È un cigolio stridente, quel suono che invade la stanza buia mentre occhi fissi e spalancanti paiono seguire ogni mossa di quel ragazzo dai ribelli capelli scarlatti. Sono movimenti decisi e accurati i tuoi, olei con cura le giunture di quella marionetta dall’aspetto di bambina finché non cessano di produrre rumori e scivolano aggraziate come dovrebbero.
Ti sfugge, un sospiro dalle labbra e risistemi la stoffa pece che indossa la marionetta prima di appoggiarla contro il lato del letto; la testa penzola da un lato con i capelli azzurrini che quasi sfiorano il pavimento e gli occhi legnosi sono fissi nel vuoto.
«Mi manchi…»


⪻⪼


«Sorridi!» diceva una bimba, indicando con le manine l’enorme sorriso che le occupava il viso.
«Smettila.»
Gonfiò le guance rosse come mele, immusonita «Sei un antipatico Sasori!» fece la linguaccia, ma si lasciò ugualmente cadere sulla sabbia accanto a lui.
Sceglievano sempre un angolino ombroso e fresco, lontano dalla gente per passare del tempo assieme.
Il rosso la guardò di sbieco, persino lui trovava buffa quella piccina nel suo modo di fare l’offesa quando gonfiava più che poteva le guance, e incrociava le braccine nivee e paffute.
Gli scappò un mezzo sorriso che nascose più in fretta che poté, ma non fu abbastanza rapido; infatti, la ragazzina saltò su puntandogli contro un dito «Hai sorriso!» esclamò allegra, prendendo a girargli attorno «Ti ho visto, ti ho visto, ti ho visto!» gongolava.
Sasori, scocciato, le indirizzò un’occhiata gelida «Smettila Aoi!» intimò, ma lei andò avanti a saltellare pimpante e incurante delle proteste del rosso.


⪻⪼


Sasori, ti abbandoni anche tu contro la sponda del letto raddrizzando la testa della marionetta, così che guardi davanti a sé.
«Non ti addicono questi occhi spenti e vuoti.»
Confidi riducendo la voce a un flebile sussurro, quasi temessi di esser udito da qualcuno e lì non ci fossi solo tu in compagnia delle tue beneamate marionette.
Il lume posato sul tavolo da lavoro ti rischiara a mala pena Sasori, eppure quella piccola opera d’arte, al rosso, pare fin troppo ben illuminata.
L’hai rielaborata e migliorata negli anni perché quella –più di altre- deve essere perfetta, e senza armi o veleni di alcun genere.
Colleghi un filo di chakra alla testa per farla voltare, pensi di essere masochista se ogni singola volta che evochi quella marionetta ti soffermi a fissare quegli spilli nerissimi immersi nel biancastro: i tipici occhi dei burattini.


⪻⪼


Era più afoso del solito quel giorno, così Sasori aveva preferito la frescura del suo laboratorio, inoltre aveva una marionetta da ultimare e in progetto di finirla entro un paio di giorni.
Il silenzio di quelle mura lo faceva spesso sentire solo, ma, al contempo, lo rilassava e aiutava a concentrarsi nel suo lavoro; quando sentì la porta cigolare –segno dell’ingresso di qualcuno- seppe come d’istinto che la sua pace era finita.
«Asociale musone!» fu il saluto della vocetta squillante di Aoi.
Evitò di darle corda pregando si annoiasse e decidesse di andarsene, infatti, quasi non la salutò, borbottando solo un «Aoi.» seccato.
Ma lei non demorse, curiosa com’era faceva saettare i vispi occhi acquamarina ovunque, tutto attirava il suo interesse in quella stanza «Wow…» si lasciò sfuggire, prendendo a vagare.
Toccava le parti legnose, timorosa Aoi, e non si accorse che Sasori aveva interrotto il suo lavoro per controllarla, temeva rompesse qualcosa quella piccola peste.
Invece, dopo qualche minuto, si avvicinò al rosso con fare cospiratorio «Ti voglio rivelare un segreto.» disse; la confusione del ragazzino però fu ben celata dall’indifferenza.
«Vorrei essere brava quanto te, sai Sasori?» sorrise, e per un attimo il giovane ninja avrebbe potuto giurare di aver letto tristezza in quegli occhi.
«Magari un giorno t’insegnerò…» gli sfuggì quella mezza promessa, che divenne presto la nuova ossessione della piccola Aoi.



⪻⪼


«Eri un vero disastro.» abbozzi un sorriso a quel fiume di ricordi.
Attorcigli una ciocca di fili azzurrini al dito, sono nodosi e crespi così diversi da un tempo; abbandonando la testa sul letto chiudi gli occhi, perché ti senti particolarmente nostalgico.
«Non riuscivi nemmeno a far muovere un dito alle marionette che creavo, i fili di chakra che creavi erano così deboli da spezzarsi con un nonnulla.»
Liberi le dita dal groviglio di capelli, e passi la mano sul viso mentre un sospiro fugge dalle tue labbra sottili.
«Ma forse ero io a non essere tagliato come maestro, infondo ero un prodigio e pretendevo sapessi tutto… Mi sarebbe davvero piaciuto insegnarti tutto ciò che conoscevo prima…»
La voce s’incrina e Sasori sente che se non fosse una marionetta, piangerebbe probabilmente.


⪻⪼


«Non farlo.»
«Stai zitto!»
«Non ci riuscirai mai, è già tanto se colleghi il filo al burattino!»
«Fa’ silenzio musone!»
Fu un rumore sordo accompagnato da un lamento, i pezzi di legno invasero il pavimento, e le lacrime rigarono il volto di Aoi.
«Visto?» borbottò Sasori raccogliendo da terra la sua piccola creazione, che adesso aveva un grosso buco sulla testa da cui partivano crepe di ogni dimensione «Mi toccherà ripararla.» sospirò, valutando con occhio esperto i danni.
«S-scusami…» disse Aoi tra un singhiozzo e l’altro, stava raccogliendo ogni frammento e posandolo nella sua manina «N-non v-volevo, S-Saso-ri…»
Quand’ebbe raccattato tutto andò al tavolo e si sollevò sulle punte per posarvi i pezzi poc’anzi sparsi sul pavimento.
«Sei strana.» osservò Sasori; era già qualche tempo che l’aveva notato, ma era la prima volta che dava voce ai suoi dubbi.
Aoi dava ancora le spalle al rosso che così non la vide mordicchiarsi il labbro nel tentativo di frenare le lacrime «Dici sempre che sono strana.» rimbeccò lei.
«Ultimamente è diverso… Non sembri più tu, Aoi.»
A quelle parole anche il pianto della blu cessò; si voltò con il volto umido e le labbra tirate in un sorriso -mera imitazione dei soliti pieni di vita che rivolgeva al bambino- le mosse pronunciando tre parole flebili come un sussurro.
«Sto morendo, Sasori.»
E il burattino cadde dalle mani del ragazzino, ma questa volta la testa si spaccò in due… Come il cuore del piccolo dai rossi capelli.



⪻⪼


«Ammetto che non credetti a quelle parole quando me le dicesti, pensavo fosse uno scherzo eppure trovavo impossibile giustificare le tue lacrime. Fu così che capii che era la verità, grazie alle tue lacrime disperate.»
Portando la testa a contatto con le ginocchia, Sasori, tenti di ritrovare la calma perduta… Non ti piace perdere il controllo, anche se quelli sono gli unici momenti in cui ti lasci andare al dolore e ai ricordi di quegli anni.
Di come tutto ti fu portato via.
Dai genitori alla tua amica.
«Sei sempre stata strana, sia nei modi di fare sia nelle… Richieste…»
Senti una risata, piccola e amara, farsi spazio in te senza superare, però, la soglia delle tue labbra.


⪻⪼


«Ciao Aoi.» salutò il bambino, sedendosi accanto a lei sulla sabbia come facevano sempre.
O almeno “sempre”, prima che la bambina si ammalasse; negli ultimi mesi, infatti, il tempo che avevano trascorso assieme era stato così ridotto che a entrambi pareva di non vedersi mai.
«Ciao…»
«Che allegria.» la punzecchiò Sasori, ma senza risultati perché lei replicò con un debole e poco convinto «Antipatico.», nemmeno alzò lo sguardo rimanendo a fissare la sabbia ocra sotto i suoi piedi.
Rimasero a lungo in silenzio ed era strano per Sasori, la piccola Aoi era sempre stata una gran chiacchierona che non taceva nemmeno un istante e invece adesso non parlava quasi più. La sua pelle aveva assunto un pallore malaticcio, nulla a che fare con l’incarnato niveo della bimba, mentre gli occhi, un tempo colmati da quella scintilla vitale, riflettevano solo un baratro senza fine di dolore, tristezza e rassegnazione.
Faceva male vederla così.
«Siamo amici?» domandò di punto in bianco Aoi, facendo riscuotere il rosso dai suoi pensieri.
«Perché me lo chiedi?» ribatté lui, confuso e lievemente titubante.
La considerava sua amica?
«Rispondi.» l’inchiodò con quegli occhi acquamarina così tristi da spezzare anche un cuore freddo e chiuso come quello di Sasori.
Addolcì lo sguardo «Sì.» rispose con semplicità.
Finalmente dopo mesi Aoi sorrise.
«Allora, quando morirò, mi farai diventare una marionetta Sasori, puoi promettermelo?» fissava il cielo mentre parlava, ma al piccolo burattinaio parve gli stesse parlando all’anima.


⪻⪼


«Quello fu il nostro ultimo incontro e appena due settimane dopo, tu moristi.»
Afferri con due dita il mento della bambola.
Ha gli stessi occhi di Aoi, nel periodo di malattia quando ogni giorno diventava una pallida ombra dell’allegra bambina che era stata.
«E due giorni dopo, io rubai il tuo corpicino, era freddo e rigido così… Diverso.»
Sospiri.
«Sei diventata questo,» indichi quel piccolo burattino dai capelli azzurri che ti ha fedelmente seguito negli anni «io ti ci ho trasformata. All’inizio me ne pentii tanto perché non lo meritavi, ma almeno il tuo desiderio è realtà.»


⪻⪼


«Allora, quando morirò, mi farai diventare una marionetta Sasori, puoi promettermelo?»
«Perché?»
«Puoi o no?»
«Dimmi perché.»
«Non voglio morire. Sono una bambina Sasori, e vorrei vivere ancora tanto ma non posso.»
«Aoi…»
«Dici sempre che l’arte è eterna, no? Quindi, se mi fai diventare una marionetta potrò vivere in eterno.»
«… D’accordo…»
«In cambio, io non ti abbandonerò. Mai.»


⪻⪼


«Mi manchi Aoi, ma da una parte sono felice perché hai mantenuto la tua parola anche tu. Sei rimasta sempre con me, e sempre vi rimarrai al mio fianco.»
Sei sorpreso quando quell’oggetto sorride, ma sbatti le palpebre ed è tutto immobile come prima.
Pensi di essertelo solo immaginato.
Carezzi un’ultima volta la chioma azzurrina e riponi con cura la marionetta sullo scaffale, deciso a sistemare quel colore troppo opaco dei capelli.
Sei voltato e non la noti, ma una piccola lacrima lucida brilla sotto l’occhio di Aoi e lenta scende svanendo nel buio.



















Ehm, buonasera a tutti voi, abitanti del fandom di Naruto! c:
Io sono Kuro, e questa è la prima fiction che pubblico su questo magnifico anime/manga~
Sono a dir poco nervosa, emozionata, poco fiduciosa perché ho poca stima di me stessa e… Bisognosa di una dose extra di cioccolato dopo questa One-shot deprimente; quando finii di scriverla mercoledì scorso mi misi tristezza da sola .-.
Detto ciò, spero di cuore vi piaccia e che a qualcuno vada di lasciare una recensione, anche piccina picciò~
Accetto anche le critiche, finché sono sensate e costruttive c:
Alla prossima❤


Kuro
   
 
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