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Autore: Fede_    25/11/2013    12 recensioni
[Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo]
Durante quella notte i destini dei due fratelli si sono divisi, per sempre.
L'uno ha scelto di vivere come un lupo, l'altra come essere umano.
Ma Yuki non può accettarlo, non può credere che il suo fratello se ne sia veramente andato di casa, così va a cercarlo nei boschi.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ame e Yuki, pioggia e neve. Così simili ma anche così diversi
 

Quella notte fu per me indimenticabile e più tardi scoprii che lo fu anche per mia madre e per mio fratello. Come può la vita di più persone cambiare così drasticamente in una sola notte?
Per la prima volta nella mia vita avevo mostrato il mio più grande segreto ad una persona estranea alla mia famiglia. Prima di allora non avrei mai immaginato di potermi far vedere…in quello stato da qualcuno.
Lui però non si è scandalizzato, ne mi ha considerata un mostro, ne mi ha respinta.
Souhei ha semplicemente detto che lo sapeva già, mi aveva già accettata e avrebbe mantenuto il mio segreto. Nessuno potrebbe mai capire la gioia che ho provato in quel momento.
Sarà così che si è sentito mio padre quando ha mostrato alla mamma la sua vera natura? Questo…era il sentimento che provava per la mamma? E’ questo quello che chiamano “amore”?
Il mio cuore era confuso e mio padre ormai non c’era più. Alla fine ero solo una bambina di undici anni, cosa potevo saperne dell’amore? Eppure il sentimento che provavo verso Souhei non era solo amicizia, di questo ne ero certa.
Infondo, gli avevo rivelato una parte di me che non conosceva nessun’altro, una parte di me che rinnegavo anche io. Mentre io mi tormentavo, odiando me stessa per potermi trasformare in un lupo, lui continuava a starmi vicino, accettandomi al posto mio.
Non riuscendo capire da sola quello che mi stava succedendo decisi di chiedere consiglio alla mamma quando mi sarebbe venuta a prendere.
La tormenta fuori era sempre più forte e iniziai veramente a preoccuparmi. Perché non era ancora arrivata? Gli era successo qualcosa? Ame… quella mattina era strano e sentivo come un brutto presentimento. Lo scacciai subito e tornai a pensare alla mamma, fuori in quella tempesta.
Non sapevo se potevo parlarne a Souhei, considerando che mi aveva appena confidato le sue difficoltà famigliari, quindi rimasi immobile, accovacciata al terreno con la schiena appoggiata al freddo muro delle pareti scolastiche.
-Non ti preoccupare, vedrai che tua madre sta bene, ci sarà stato di sicuro un inconveniente che gli ha impedito di venire, in fondo abitate vicino alle montagne, potrebbe essere che non può prendere la macchina, o che il telefono non prenda!- disse Souhei sorridendo, quasi leggendomi il pensiero.
-Mi sono appena trasformata in un lupo e la prima cosa che dici riguarda mia madre?- scherzai, ridendo un po’ forzatamente –Non vuoi sapere di più? Non sei curioso?
-E perché dovrei essere curioso? Tu sei tu, non c’è bisogno di chiedere più niente- rispose tranquillamente.
Arrossi e non potei far altro che ringraziarlo ancora, cercando di trattenere le lacrime. Mi aveva detto che non dovevo piangere più, non potevo già cedere!
Un brivido di freddo mi percorse il corpo e istintivamente mi rannicchiai ancora di più, sfregandomi le braccia con le mani. Accidenti a me che in un giorno di nubifragio annunciato mi sono messa un vestitino così leggero! Pensai.
-Stai tremando…- notò Souhei, si avvicinò a me e mi si sedette accanto.
-Se stiamo vicini sentiremo meno freddo.
Sorrisi e appoggiai la testa sulla sua spalla, era così calda e mi faceva sentire al sicuro.
Ad un certo punto la stanchezza prese il sopravvento e lentamente i miei occhi si chiusero.
-Yuki!- la mamma sta gridando il mio nome.
-Yuki…Yuki…- ancora e ancora.
-Yuki!- Souhei mi diede uno scossone che mi svegliò completamente.
-Che c’è Souhei? Dove siamo?- chiesi confusa, poi sentii ancora il grido di mia madre.
-E’ mattina! Ci siamo addormentati! Hana è venuta a prenderti.
Mi alzai di scatto e corsi nella direzione in cui proveniva la voce della mamma.
-Mamma, sono qui!
Arrivata nella palestra la vidi e le corsi incontro con le lacrime agli occhi.
-Ci hai messo troppo tempo- le dissi, affondando il viso sul suo kway.
Alzando lo sguardo vidi che era tutta sporca e ferita e anche se sorrideva vedevo benissimo le note di dolore sulla sua faccia. Era il sorriso più triste che vidi sul volto della mamma.
-Mamma! Che è successo? Perché sei conciata così?- le chiesi.
-E’ una lunga storia, te ne parlerò quando torneremo a casa- disse lei dolcemente- voi piuttosto, perché non siete tornati a casa con l’auto della scuola?
-Anche io ho una lunga storia da raccontarti, e poi ero sicura che mi saresti venuta a prendere.
-Va bene, ora però torniamo a casa. Souhei, vieni, ti riaccompagniamo noi!- disse, rivolgendosi a Souhei che mi aveva seguita ed ora era rimasto sullo stipite della porta della palestra.
-Non c’è bisogno, io…
Non gli feci neanche finire la frase che gli corsi incontro e gli presi la mano.
-Tu vieni con noi- gli dissi trascinandolo mentre mia madre ci guardava sorridendo.
Fuori la tempesta si era placata e ora uno splendido sole estivo illuminava la campagna.
Accompagnammo Souhei e finalmente tornai a casa.
-Finalmente!- dissi, togliendomi le scarpe e buttando la cartella in mezzo al soggiorno.
-Ame, vieni ti devo raccontare una cosa!- urlai, dovevo raccontargli subito di quella notte e sapere cosa ne pensava. In quest’ultimo periodo non siamo andati molto d’accordo ma era comunque il mio fratellino e preferivo raccontare prima a lui del fatto che avevo infranto il nostro segreto. Era l’unico che poteva capirmi completamente e forse si sarebbe anche un po’ arrabbiato.
Ma i miei richiami non ricevettero risposta.
-Mamma, dov’è Ame?- le chiesi.
Prima abbassò lo sguardo, poi alzò la testa e mi sorrise. Era lo stesso sorriso triste di quella mattina e mi si bloccò il respiro per un attimo.
-Yuki, c’è una cosa che ti devo dire. Siediti- il mio cuore iniziò a battere velocemente.
-Cos’è successo?- dissi, con un filo di voce.
La mamma mi raccontò tutto, la fuga di Ame durante la tempesta, la corsa per riportarlo indietro e l’ultimo saluto in cima alla montagna.
Io ascoltai atterrita quello che la mamma mi stava raccontando e quando ebbe finito, dopo un primo momento di smarrimento, sentii una forte rabbia crescermi dentro.
-E tu l’ha lasciato andare così?- le urlai contro.
-Ha scelto la sua strada, ormai è un adulto e ha deciso che la sua vita è quella. Non potevo impedirgli di essere felice rinchiudendolo in una gabbia.- disse semplicemente lei.
-Ma mamma, è solo un bambino! Ha dieci anni! Come può avere già scelto come vivere la sua vita? Non lo so nemmeno io, che sono più grande!
-Ma tu hai già scelto di essere un’umana, lui ha già scelto di essere un lupo.
-Lui non è un lupo! Un lupo non ha una famiglia che lo aspetta a casa! Un lupo non…un lupo non…- non sapevo più che dire, lui non è mai riuscito a farsi degli amici, lui ha rifiutato la conoscenza dei libri di scuola… iniziai a capire quanto in realtà eravamo diversi.
-Lui adesso ha le sue montagne, la natura, gli altri animali. Ora è nel posto dove sente di appartenere. E’ felice.
-Impossibile!- urlai, sbattendo le mani sul tavolo.
Decisi in quel momento che lo sarei andato a cercare, immediatamente , e lo avrei riportato indietro. A qualunque costo.
Mi alzai e mi diressi verso la porta. Stavo per uscire, pronta per andare a cercare Ame nella foresta, quando sentii che qualcosa mi stava bloccando.
Mi girai e vidi che mia madre mi aveva afferrato il vestito.
-Mamma lasciami!- gridai, cercando di liberarmi ma la sua presa era forte e decisa.
-Yuki…ti prego…- la guardai in viso e vidi che il suo sorriso era sparito, sostituto da un’espressione di dolore.
-Ti prego, non te ne andare anche tu…- era la prima volta che vedevo mia madre crollare così, dopo dodici anni in cui aveva resistito a tutte le difficoltà.
-E’ già doloroso così, per favore, non complicare le cose. Cosa farei se anche tu non tornassi?
Vederla così mi faceva stare malissimo e la mia rabbia verso Ame crebbe a dismisura. Come può dargli tutto questo dolore, sapendo quando la mamma aveva sofferto in passato?
Mi girai e le diedi un abbraccio forte e la rincuorai come aveva fatto lei quando avevo ferito Souhei anni prima.
-Mamma, non ti preoccupare. Io tornerò di sicuro e con me ci sarà anche Ame.
Sciolsi l’abbraccio e lasciai la mamma inginocchiata all’entrata di casa, con il cuore a pezzi.
Non gliel’avrei perdonato a mio fratello, mai.
Presi la strada che portava verso la foresta, il terreno era ancora bagnato e scivoloso dalle precedenti piogge. Cercai di farmi strada tra le montagne in forma umana ma vidi che c’erano ostacoli insormontabili.
-Ame! Vieni subito qui! Non ho alcuna intenzione di trasformarmi in lupo, quindi farai meglio a farti vedere!- urlai, più forte che potei.
Continuai a muovermi, spostando gli arbusti, cercando di scalare pareti e stando attenta a non scivolare sul suolo bagnato ma di Ame nemmeno l’ombra. Che fosse già andato lontano? In un posto in cui non lo potevo raggiungere?
Erano già passate diverse ore quando capii che i miei sforzi di aggirare gli ostacoli erano vani, per entrare nel vivo della foresta dovevo per forza trasformarmi.
Era passato moltissimo tempo da quando mi ero trasformata completamente, da quel giorno del litigio con Ame sulla questione di essere lupi o esseri umani. Lì mi ero molto spaventata, mio fratello era molto più forte di me, se non mi fossi rinchiusa in bagno mi sarei fatta veramente male. Mi sembrava così cattivo, come se non gli importasse di farmi male ma solo di vincere la lotta, marcare la sua supremazia, proprio come farebbe un lupo.
Sarei dovuta essere più attenta a questi dettagli, trovare un modo per riportarlo al lato umano… Forse gli avrei dovuto far conoscere i miei amici, coinvolgerlo nelle attività di tutti i giorni, invece di ignorarlo e lasciarlo vagare solo tra i boschi. Sono stata così egoista e cieca, ma chi poteva immaginare che se ne sarebbe andato? Che ci avrebbe lasciato, che avrebbe preferito i boschi a noi?
Invece di riavvicinarlo a me l’ho sempre più allontanato, soprattutto dopo il litigio…Che stupida che sono stata!
Dal quel momento mi ero ripromessa di non trasformarmi mai più in lupo, anche se dopo le parole di Souhei ho imparato ad accettare di più la mia natura di metà-lupo, odiavo assumere completamente quella forma.
Senza vestiti mi sentivo nuda anche se avevo la pelliccia e il sentire i piedi a contatto diretto con il suolo senza la protezione delle scarpe era un bruttissimo effetto.
Però alla fine lo feci, iniziai a trasformarmi e intanto mi tolsi il leggero vestitino che portavo e me lo legai al collo. Per le scarpe non c’era niente da fare e le lasciai lì.
In un batter d’occhio mi ritrovai a quattro zampe e i sensi mi si affinarono. Sentii rumori che prima non potevo minimamente percepire e il campo visivo dei miei occhi li allargò. Con un piccolo salto riuscii a scalare rocce che prima sembravano invalicabili e correvo cinque, dieci volte più veloce di prima.
Odio ammetterlo, ma essere lupo ha moltissimi vantaggi sotto questo punto di vista. Continuai a cercarlo per molto tempo ma di Ame neanche l’ombra. Eppure sentivo che era vicino.
Come se bastasse girarmi per ritrovarlo davanti a me ma il momento dopo già scomparso. Che non si volesse far trovare? Mi stava guardando senza mostrarsi dal primo momento che ho messo piede nella foresta?
Ripresi per un momento le sembianze umane.
-Ame! Per favore, fatti vedere, ti voglio parlare! Cosa devo fare perché tu ti faccia vedere? Vuoi che faccia come la mamma che per trovarti tra poco moriva?
Nessuna risposta, eppure ero sicura che era lì.
-Guarda che io non demordo, resterò in questa foresta a cercarti fino a che non ti farai trovare!
Passarono altre ore, continuavo a vagare per la montagna e anche le mie zampe da lupo sentivano ormai la fatica. Ormai era scesa la notte e la mamma doveva essere molto preoccupata a casa.
-Quanto vuoi far soffrire ancora la mamma?- urlai ancora alla foresta –ci sta aspettando a casa, da sola, pregando per vederci tornare! Sei proprio senza cuore? Per te non sono significati nulla questi anni?
-La mamma mi ha lasciando andare con un sorriso.
Una voce che non riuscii a riconoscere parlò, mi girai in quello stesso istante era già corso via. Come è possibile che la sua voce sia cambiata così tanto? Sembrava così innaturale, come se avesse dimenticato come si fa a parlare. Eppure è passata un solo giorno, cosa potrebbe succedere se vivesse più a lungo da solo? Perderebbe completamente il suo lato umano?
-Ame! Non fuggire, non ho finito di parlare con te!
Non sapevo che fare, se inseguirlo o continuare a parlare. Se mi fossi trasformata in lupo non avrei potuto più parlargli ma da umana era impossibile che lo raggiungessi e anche trasformata in lupo non sarei riuscita comunque a mantenere il suo ritmo, aveva passato gli ultimi due anni nella foresta, conosceva le strade e per forza fisica era molto superiore a me.Decisi allora di continuare a parlargli.
-In quel momento può aver anche sorriso, ma a me ha mostrato solo tristezza! Quando me ne sono andata mi ha pregato piangendo di non lasciarla! Come pensi che si possa sentire, perdendo suo figlio, perdendo una delle ragioni che continuavano a tenerla in vita?! Per noi lei ha sacrificato tutto, l’università, la città, i suoi risparmi! Per noi ha dato tutto e tu come la ricompensi? Abbandonandola perché il richiamo della foresta è più forte? Lasciando tutto alle spalle e vivendo come…un animale in questi boschi?
Ormai la mia rabbia era fuori controllo, gli gridai tutto con tutte le mie forze. Volevo che capisse l’enorme cavolata che stava facendo. Che non si può fuggire così solo perché non si riesce ad integrarsi con la società.
-Per quanto ancora continuerai a scappare?!-con quest’ultimo grido avevo definitivamente finito le forze. Per un minuto è stato come la foresta si fosse zittita, poi da dietro un cespuglio comparve Ame, ancora sotto forma di lupo. Mi meravigliai quando lo vidi. Non era più il cucciolotto che conoscevo, le forme usuali della pubertà erano sparite, ora lo ricopriva un folto pelo grigio macchiato da una lunga striscia blu nel dorso e una bianca nel ventre. I suoi occhi erano di un giallo puro e così intensi da metter timore. A confronto, anche nella forma da lupo, io non ero altro che un cucciolo, nonostante fossi più grande. Com’era possibile questo squilibrio? Se solo ci fosse stato mio padre, c’erano così tante cose che avrei voluto domandargli…
-Trasformati- gli intimai.
Lui non si mosse, ma continuò a guardarmi intensamente.
-Trasformati ho detto!- come risposta emise un lungo ululato.
-Che mi vuoi dire con questo? Che non ti vuoi più far vedere nella forma umana? Eppure prima mi hai risposto, è perché ho toccato un tasto dolente? E’ perché capisci quanto la mamma sta soffrendo e soffrirà?
Nessuna risposta, continuava a restare in quella posizione, rigida, severa e orgogliosa. Era davvero Ame? Era davvero il mio fratellino piagnucolone?
-Non vuoi parlare? Allora dovrai ascoltarmi. Com’è possibile che siamo arrivati fino a questo punto? Da piccolo eri tu quello spaventato dalla nostra natura da lupo! Avevi paura di tutto- ricordai con un sorriso –e non c’era verso di convincerti a correre con me nella foresta. Non volevi incontrare altri animali, tantomeno cacciarli, non volevi sporcarti con la terra, ti piaceva solo stare seduto all’ombra e leggere. Non eri sempre tu a cercare le coccole della mamma? A non volerti staccare da lei? Avevi anche paura della nostra natura di lupo, volevi solamente essere un umano come tutti…Perché sei cambiato così tanto? Che cos’è successo per farti odiare la società in questo modo? E’ vero che a scuola hai avuto momenti difficili, ma c’ero sempre io a proteggerti! Se mi avessi chiesto aiuto ti avrei aiutata! Non è troppo tardi, ti prego, ritorna a casa con me, ritorna a scuola, vedrai che riuscirai a farti degli amici se ti impegni! Non credere che fu così facile per me diventare quella che sono oggi. Anche io sono dovuta cambiare, sforzarmi ed impegnarmi al massimo per farmi degli amici. Ma non lo rimpiango! Shino, Kane, Souhei e tutti gli altri sono persone fantastiche e gli voglio tantissimo bene. Certo, ci sono momenti difficili, ma niente può eguagliare la felicità dei momenti belli! Sono sicura che anche nella tua classe c’erano persone con cui saresti andato d’accordo, solo che non ci hai nemmeno mai provato! E anche se non ci riuscissimo alle elementari, vedrai che alle scuole medie cambierà, troverai di sicuro persone che ti vorranno bene! Ti prego Ame, parlami!
Lo implorai infine. Era straziante, tutto questo mi stava distruggendo.
-Ti farò conoscere Souhei, vedrai che con lui andrai di sicuro d’accordo! Sa anche del nostro segreto, così non ci dovremmo più trat-
-Gli hai rivelato il nostro segreto?- urlò lui e sembrò come se fosse caduto un tuono.
Mi spaventò molto ma almeno riuscii a far tornare Ame nella forma umana.
-Bhè…in verità sa solo del mio di segreto…però…
Mi si avvicinò velocemente e mi prese le spalle con una stretta forte.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto, Yuki?! Hai rivelato il nostro segreto ad un estraneo, per di più un bambino! Che ne è della promessa fatta alla mamma? “Se promessa infrangerai saranno guai”, no?
-Parli proprio tu! Sono io qui che dovrei essere arrabbiata, non trovi?- e in effetti lo ero, e moltissimo –Che diritto hai tu di rimproverarmi, eh? Tu, che non hai nemmeno provato ad affrontare i tuoi problemi. Tu che sei scappato?- urlai.
Lui mi strinse con ancora più forza le spalle.
-Non sono scappato! Sei tu che sei scappata dalla tua vera natura, Yuki. Sono sicuro che lo senti anche tu, il richiamo della foresta, non mentire!
-“Richiamo della foresta”?! Ti rendi conto di quello che stai dicendo?
Lasciò la presa sulle mie spalle con forza e per poco non caddi all’indietro.
-Vedi, non siamo compatibili. Non capiresti mai quello che provo. E’ inutile stare qui a parlare, finiremmo per ucciderci a vicenda.
-“Ucciderci”? Ame, io non potrei mai farlo- le lacrime mi riempirono gli occhi- Perché, tu si?- dissi, con voce strozzata.
Vidi il corpo di Ame sussultare e abbassò lo sguardo. Capii che aveva compreso la gravità di quello che aveva detto.
-Yuki, lasciami in pace. Vattene via da qui e non cercarmi più.
-Aspetta! Ti prego, torna a casa…Come potrai essere felice qui, completamente solo?
Ormai stavo piangendo, sentivo che se ne stava andando per davvero e non lo potevo permettere. Se non l’avessi riportato indietro oggi non l’avrei mai più rivisto, pensai.
-Non sono solo, ho gli altri animali qui nel bosco con me.
-Ma questo non può sostituire l’affetto di una persona della tua specie! Con chi parlerai quando vorrai fare due chiacchiere? Chi ti consolerà quando le cose andranno male? Chi ti guarirà quando ti ferirai?
-Non ne ho bisogno- rispose semplicemente.
-Impossibile! Tutti hanno bisogno di qualcuno. Anche le persone più forti non possono sopravvivere da sole! Ame...la mamma ha già perso papà mentre era un lupo, non potrebbe sopportare di perdere anche te. Ma sarà questa la fine che farai, e non sarà molto lontana. Quante probabilità ci sono di sopravvivere da soli per molto tempo? Quanto tempo passerà prima che un cacciatore ti uccida?- che cose terribili stavo dicendo –Quanto tempo passerà prima che scivolerai come nostro padre, morirai e verrai gettato nella spazzatura come un qualunque animale?
Ame mentre mi ascoltava teneva la testa bassa e non riuscii a vedere il suo sguardo.
-E poi…Ame…ti prego non te ne andare… non potrei sopportare vivere senza di te…Ti voglio troppo bene per lasciarti andare-non riuscivo a parlare a causa dei singhiozzi che stavano scuotendo il mio corpo.
Avevo definitivamente rotto il muro che avevo innalzato da quando la mamma mi aveva dato notizia della sua decisione. Fino a quel momento avevo sempre cercato di pensare a mio fratello come se non avesse niente a che fare con me. Come se non fossi io a soffrire, come se l’unica cosa importante fosse la sua vita e la mamma. Avevo cercato di non pensare al senso di vuoto che si sarebbe formato nel mio cuore con la sua assenza. A come mi sarebbe mancato il suo saluto ogni volta che tornavo a casa da scuola. Alla sua silenziosa, ma grande, presenza nella mia vita, al nostro passato, al futuro che credevo avremmo vissuto insieme.
Ame allora alzò la testa e i suoi occhi incontrarono i miei. Solo allora vidi che anche lui stava piangendo.
-Ame…- singhiozzai, lui mi si avvicinò e mi abbracciò.
-Perché non mi hai detto niente? Perché sei partito senza neanche salutarmi? Sono o non sono la tua sorellona? Tu sei l’unico al mondo che mi può capire, e io sono l’unica che può capire te. Siamo gli ultimi della nostra specie, non abbiamo nessun’altro con cui confrontarci…eppure te ne sei stato sempre in disparte. Come potevo sapere come ti sentivi?
-Yuki, io ho provato a dirtelo, dirti quanto amavo le montagne ma tu non mi hai mai ascoltato…
-Perché so che non è la scelta giusta isolarsi da tutto e da tutti qui! Perché non lo capisci? Perché non capisci quanto soffriamo a saperti qui, tutto solo, in mezzo a mille pericoli? Io e la mamma vogliamo che tu sia felice, ma qui è impossibile che tu lo sia…
Ame sciolse l’abbraccio e mi guardò negli occhi con un sorriso.
-Ti ricordi quanto hai voluto andare alle elementari quando avevi sei anni? Quanto era grande il tuo desiderio e la felicità di quando la mamma ha acconsentito? Per me è la stessa cosa, come tu a scuola sentivi che eri nel posto in cui appartenevi lo stesso vale per me qui nelle montagne. Non sono venuto qui perché sto scappando dal tuo mondo, ma semplicemente ho capito che non ne posso fare parte. A scuola mi sentivo come in una gabbia, seguire tutto quelle regole, quelle costrizioni sociali…mi sentivo oppresso, incomprese e infelice. Qui invece finalmente sono libero, posso correre dove voglio, riposarmi quando ne ho voglia, aiutare a conservare questa splendide foreste e montagne. Poi non è vero che sono solo, il mio maestro è stato come un padre e non lo potrò mai ringraziare a sufficienza per tutto quello che mi ha insegnato. Yuki, la vita nei boschi è fantastica, ma capisco il fatto che non l’apprezzi. Tu hai fatto la tua scelta, io la mia. Come ti saresti sentita se io o la mamma ti avessimo impedito di andare a scuola?
-Ma quello è un luogo sicuro…
-Anche questo lo è, se sai come muoverti. Anche la scuola può diventare un luogo “pericoloso” in certe situazioni, dipende dai punti di vista. Ma non ti preoccupare, sono forte e so cavarmela da solo. Quindi, Yuki, ti prego lasciami andare.
-Non c’è modo per convincerti?
Scosse la testa.
-Ma almeno ci verrai a trovare, vero? Non è un addio per sempre, vero?
-Una volta che un lupo lascia il branco non può più tornare...però se tenderai un orecchio mi sentirai sicuramente.
Ormai era inutile ribadirgli che lui era anche un essere umano, che non doveva seguire le regole ferree della natura.
-Addio Yuki, saluta anche la mamma.
Ame si rivolse alla foresta, dandomi le spalle. Avevo giocato tutte le mie carte, tutto quello che gli volevo dire l’ho detto e nonostante ciò ho fallito.
Ormai mi dava le spalle trasformato in lupo, quando gli dissi le mie ultime parole. Probabilmente le ultime che sentii da un essere umano.
-Ame, grazie per gli anni che abbiamo vissuto insieme. Ti voglio bene, ricordatelo sempre. E se qualcosa andasse storto, se ti sentissi solo e vorresti tornare a casa, io e la mamma ci saremo sempre. La tua sorellona correrà per proteggerti e consolarti.
Ame mi salutò con un ultimo, forte ululato e se ne andò.
Quando Ame mi lasciò era ancora notte fonda, pensai che la mamma doveva essere molto preoccupata ma non ebbi fretta nel tornare a casa. Avevo la mente vuota e in enorme senso di impotenza mi opprimeva il petto.
Ora comprendevo e accettavo meglio la sua decisione ma il pensare che probabilmente non l’avrei rivisto mai più era troppo grande da sopportare.
Si dice che ognuno deve decidere da solo la propria strada, ma se questa decisione comporta la sofferenza di altri, è davvero giusta?
Con questi pensieri per la testa girovagai per diverse ore per il bosco e ritornai a casa che era ormai mattino.
La mamma mi stava aspettando sulla soia della porta e appena mi vide mi corse subito incontro. Probabilmente non avevo un bell’aspetto, sentivo delle ferite bruciare e l’aspro odore della terra sulla mia pelle. Il vestito con cui ero partita era tutto strappato mentre i capelli completamente in disordine.
Ma in quel momento non me ne importava. Mi strinsi forte a mia madre e piangemmo insieme tutte le nostre lacrime.
-Mi dispiace mamma, non ce l’ho fatta- ripetevo fra i singhiozzi.
-Non ti devi scusare- mi rispondeva ogni volta mia madre.
Alla fine Hana mi asciugò le lacrime dagli occhi e mi sorrise, questa volta però il suo sorriso era meno impregnato della sofferenza del giorno prima.
-Hai sentito quello che ha detto Ame, vero? Hai capito ora che quella è la felicità che ha sempre cercato tuo fratello?
Io annuii fra le lacrime.
-Certo, è triste, soprattutto per una bambina come te. Ma vedrai, lo capirai ancora meglio in futuro. Vieni, ora andiamo a darci una bella ripulita.
Annuii di nuovo e mi lasciai condurre dentro casa.
 
L’anno successivo dovetti andare via di casa per stabilirmi nel college della mia scuola media poiché era troppo lontana da casa. All’inizio non volevo perché questo significava dover lasciare la mamma sola a casa ma lei si oppose fortemente alla mia decisione di restare con lei.
Cercai di proporre di trasferirci tutte e due insieme in città ma anche qui la mamma fu irremovibile, non voleva lasciare la casa in cui eravamo cresciuti.
-E poi qui starò anche vicina ad Ame, non lo posso abbandonare nel caso volesse tornare a casa- diceva, in tono scherzoso.
Avevamo raccontato ai nostri vicini che Ame era partito per studiare all’estero, non era molto credibile ma è stata l’unica cosa che ci venne in mente. Quando partii mi si spezzò il cuore e chiesi a tutti i paesani di restarle vicino. Molti si misero a ridere per la stupidità della mia richiesta, ormai la nostra famiglia faceva parte del villaggio, era ovvio che non l’avrebbero lasciata sola.
Così me ne andai anche io da casa ma ogni volta che sentivo parlare di lupi e ogni volta che tornavo a casa per le vacanze il mio cuore andava sempre in quelle montagne, sperando che Ame stesse bene.

 
  
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