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Autore: BlackDrake    25/11/2013    5 recensioni
Cosa succede dopo Mass Effect? Questo è il "risveglio" di Shepard, almeno per chi ha scelto il finale che prevede la distruzione dei Razziatori. Lo Shepard protagonista è il mio: Drake Shepard. Ho cercato di metterci quanta più personalizzazione possibile e si riallaccia benissimo al finale Distruzione. Credo le cose possano andare veramente così, Mass Effect 4 o no.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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     - RISVEGLIO -
 
Fatica. Somma fatica. Sforzo immane, aria che fluisce nei polmoni, come un fiume che sfonda gli argini, come un bambino che viene al mondo. Sono qua, sento, percepisco qualcosa. Le labbra increspate, appiccicose, la pelle viene via a scaglie bruciando, ma nulla in confronto al dolore sotto i gomiti, dietro le ginocchia, alla testa e al fianco.
Dove sono? Dov'è Anderson? Dov'è quella... cosa?
E i Razziatori? Maledizione, i Razziatori! Spero... spero sia finita questa storia. Per tutto, per tutti. Non ne posso più... non voglio essere stato ingannato da quelle macchine, non dopo tutto, il sacrificio. Ma... sono morto?
Apro gli occhi. Non vedo nulla, è tutto buio. Forse, delle macerie, intorno a me. Provo a spostarmi. Le braccia! Sento una fitta atroce percorrermi dalla punta del gomito fino alla spalla. Digrigno i denti, emetto un gemito, un lamento strozzato. Provo a guardare verso l'arto, sotto la mia tuta a pezzi, ciò che resta della corazza N7. Qualcosa di umido mi scorre lungo l'occhio sinistro. Sto piangendo? Forse, ma non devo perdere le speranze.
«C'è NESSUNO?!»
Grido, sperando che qualcuno mi senta. Niente, nessun segno. Se Anderson era con me, non deve avercela fatta. Per forza.
David, amico mio, mi dispiace. L'Uomo Misterioso, quel gran bastardo. Ha aspettato nell'ombra, tutto questo tempo. Ma gliel'ho fatta vedere io, a lui e ai Razziatori.
Mi giro di nuovo, cerco di tirarmi fuori da queste... rocce. Ma qualcosa mi blocca, le mie gambe.
«Agh!»
Maledizione. Sembra che sia bloccato qui. Esploro con lo sguardo ancora intorno. E' tutto così familiare... i contorni, le decorazioni. Questa doveva essere la Cittadella. L'ho distrutta? Che cosa ho fatto?
Ma se questo era il prezzo da pagare. Ora ricordo: il Catalizzatore ha detto che tutta la vita sintetica sarebbe scomparsa... che lo stesso destino sarebbe toccato a me, in quanto dopo il Progetto Lazarus il mio corpo è stato... migliorato, con innesti cibernetici. Questo significa che i Geth sono morti? Dopo che avevo portato la pace tra loro e i Quarian? A che è valso il sacrificio di Legion, allora?!
Un'altra lacrima scorre lungo la mia guancia destra. Serro i denti. Urlo più forte con rabbia, stringendo il macigno sopra le mie gambe, sfregando i palmi quasi fino a farli sanguinare. Spingo. Niente.
Ora vedo qualcosa lassù. Le stelle. Sono bellissime. Uno squarcio nello scheletro della Cittadella. Quand'è stata l'ultima volta che mi sono fermato ad osservarle? Almeno sono ancora lì. Altre due lacrime corrono lungo il mio viso, mischiandosi al sangue e allo sporco. Rido stupidamente.
IDA.
Anche per lei non c'è futuro? Da semplice IA lunare, una stupida e ribelle interfaccia elettronica che aveva provato ad uccidermi 3 anni fa, ad anima della Normandy, quando servii quegli stronzi di Cerberus. Diffidavo anche di lei, ne avevo paura. Ma poco a poco fece breccia nel mio cuore, come in quello di Jeff. Joker, amico, guida, salvatore. Joker... mi dispiace.
Ora le lacrime erano un vero e proprio pianto. Singhiozzai. Ne avevo bisogno. Da quanto non piangevo? Non l'avevo fatto nemmeno per la sconfitta su Thessia. Avevo resistito, mi ero stato zitto, incassando, picchiando i pugni sulla ringhiera della sala comunicazioni. Non avevo pianto neanche di fronte alla tristezza infinita della mia amata Jaqueline. Forse non piangevo da prima di Torfan. E quante ne avevo mandate giù. La mia squadra sterminata per colpa di quei mostri Batarian, Kaidan abbandonato su Virmire, la Normandy SR-1 sacrificata al largo di Alchera.
Tutto per questo. Il petto mi bruciava. Spinsi quella maledettissima copertura di cemento, sfogai tutta la mia ira, quasi strappandomi le corde vocali. Infine sentii strusciare le macerie sulle mie gambe e con un tonfo ricadere di fianco a me.
Stremato mi abbandonai, accasciandomi indietro, rimirando un attimo gli astri e lasciandomi andare al profondo abbraccio onirico.
Quando riaprii gli occhi la luce bianca mi inondò dandomi estremo fastidio.
Sentii la mia mano bagnata, il contatto con una stretta maschile ma non troppo intensa. Vidi un cappellino, un sorriso rammaricato. La barba ispida e rossiccia.
«Comandante? Siamo tornati a prenderti... non ti abbandono così facilmente.»
«Jo... Joker?»
Mi accolse in un abbraccio fraterno e sentii di essere attaccato a dei fili, forse flebo, apparecchiature mediche. Quella doveva essere per forza la camera di un ospedale.
Provai a tirarmi su e mentre lo facevo un voce ancora più familiare si sentì avvicinarsi.
«Togliti di mezzo, ossicino!»
Con furia e passione Jack arrivò al mio capezzale.
«Quanto ci metterai a riprenderti, Shepard? Ricordati che mi hai fatto una promessa. Sono stata troppo tempo rinchiusa con quei bimbi capricciosi lassù all'Accademia!»
Sorrisi appena. Volevo farle l'occhiolino, ma mi sentivo tutto gonfio e non riuscii a muovere un muscolo. A gesti le feci segno di avvicinarsi. Lei era perplessa, dietro quello scudo di grinta, quella maschera di spine e caos. Io sapevo cosa c'era dietro. Avevo conosciuto la vera Jack.
Mi tirai un po' sopra, spingendo i gomiti sul cuscino e le feci una carezza. Lei mi guardò un po' male, come a non voler mostrare quel suo lato in pubblico. Mi prese il mento e mi stampò un lungo bacio, facendomi sentire di nuovo il sangue scorrere nelle vene. Quelle labbra erano state una delle ragioni per cui ero ancora vivo, probabilmente.
Quando ci staccammo volli guardare chi altro era presente. Erano tutti un po' in disparte, come intimoriti. Vidi Ashley. Avevo scelto lei su Virmire. Forse avevo sbagliato, ma per quanto non condividessi le sue idee, il Capo Williams era un valido soldato e aveva fatto bene il suo dovere. Le sorrisi. Accanto a lei un altro abile e forte marine, James Vega, valido sostituto di Kaidan, pronto, istintivo, insuperabile. Ero stato il suo metro di paragone per tutto questo tempo e ora mi vedeva ridotto ad uno straccio. Alzai il pollice in segno di approvazione. In mezzo, svettava fra tutti il misterioso ed enigmatico Prothean. Loro erano stati la causa del perché fossi lì, la loro sonda mi aveva gettato in un vortice di eventi che avevano la loro conclusione lì, di fronte all'ultimo della loro razza: il fiero Javik. Assunsi un'espressione più rispettosa e con un cenno del capo, che fu subito ricambiato, porsi onore all'antico guerriero.
E in ultimo venivano i miei migliori amici: Liara, Garrus, Tali.
Mi seguivano dall'inizio, da quel gruppetto di alieni mancava solo Wrex.
Liara, dolce, timida, sensibile. L'avevo ferita quando avevo scelto Jack. Pensavo di amarla. Anche lei pensava di amarmi. No. Lei mi amava. Lo sentivo. Anche adesso mi guardava con quegli occhi sognanti, come a dire “Shepard, non avrei vissuto altri mille anni senza di te”.
«Liara, vieni qui...»
Bisbigliai. Jack era ancora lì vicino, non la vidi ma sapevo che mi aveva guardato male. Conosceva la mia precedente relazione con la Asari. Una relazione nata quasi per caso, quasi per errore, ma che avevo sentito vera solo dopo aver rivisto Liara su Illium, solo dopo gli avvenimenti dell'Ombra.
«Shepard... io...»
Ed eccola lì, pronta a riempirsi il cuore di tristezza e il viso di lacrime.
«Shh... shh...»
Sussurrai con un dito alla bocca. Allungai il braccio prendendola per un fianco, cercando di abbracciarla.
«Grazie, Liara. Eri con me laggiù. Non avrei voluto nessun altro.»
«Eccolo, l'ingrato...»
Sentii il rauco borbottare di Garrus Vakarian alle spalle della ragazza blu.
«Signor Vakarian, ha finito con le sue calibrazioni o può unirsi alla festa?»
«Bé, forse ho due minuti a disposizione, Shepard.»
Si fece avanti lentamente, prendendo tempo, sfottendomi.
«Allora... quell'appuntamento al bar è rimandato?»
Sciolsi la presa da Liara, allungai l'altra mano verso il Turian.
«Rimandato.»
Me la strinse e anche questo mi fece tornare un po' di sangue nelle vene. Non c'era nulla come la stretta marziale di un Turian.
E in ultima la mia amica mascherata.
«Tali'Zorah vas Normandy, il comandante ti ordina ti tornare a bordo.»
«Agli ordini, comandante!»
La Quarian si mise sull'attenti, fece qualche passetto in avanti e mi raggiunse mettendosi in mezzo a Garrus e Liara. Anche gli altri si strinsero intorno, fin quasi a levarmi completamente la luce.
«Chi mi aggiorna?»
Mi guardai intorno, vedendo però che tentennavano parecchio. Dalla porta un'altra voce ormai entrata in famiglia.
«I Razziatori sono cadaveri.»
Steve Cortez si trovava sulla soglia con al suo fianco la Specialista Traynor.
«Per le strade della Terra, Palaven, Tuchanka e Thessia non si fa altro che spingere e scavare in mezzo alle gigantesche navi di quelle seppie troppo cresciute.»
«E non solo,»  intervenne Samantha, «tutto ciò che avevano portato i Razziatori, i loro mutanti, i mostri, le loro strutture, tutto distrutto.»
«Ho sorvolato oggi Vancouver. Dovevi vederla...»
«Shepard, come hai fatto? Che cosa è successo là sopra? E' stata una specie di Impulso Elettromagnetico?»
Chiese incuriosito Vega.
«Una specie... credo...»
Mi massaggiai la testa. Tutto quello che era accaduto, mi sembrava un dannatissimo sogno. Forse nemmeno questo era reale. Ma le labbra di Jack, la mano di Garrus.
«Siamo sicuri che sono ancora vivo?»
Joker si scambiò un'occhiata incredula con Garrus.
«Perché non dovresti esserlo, Comandante?»
«E' una storia lunga, Joker... per farla breve, quando ero lassù ho parlato con una specie di IA, un'entità creata milioni di anni fa dai Leviatani, quelle creature che affermano di aver creato i Razziatori... ha detto che il Ciclo andava compiuto, ma io avevo portato una... variabile. E questo comportava nuove possibili soluzioni... le altre erano... assurde. Mi ha proposto di controllare i Razziatori, divenirne io stesso uno di loro... come l'Araldo.»
Jack strabuzzò gli occhi.
«Ti avrei ucciso io stessa! Come pensi che avremmo potuto fa-...»
La interruppi con un grigno, mettendole un dito sulle labbra.
«La seconda possibilità riguardava una specie di fusione... avrei posto fine alla vita organica come la conosciamo, avrei dovuto creare una nuova forma di DNA. Sintetici e organici sarebbero diventati una cosa sola.»
Tutti si guardarono spaventati, come capendo di aver scampato un pericolo o qualcosa di simile.
«Forse non sarebbe stato così male...» cercai di mitigare tranquillizzandoli.
«Ma non mi sentivo di prendere una decisione così... grossa.»
«E tu allora cos'hai fatto, Comandante?»
«L'unica cosa sensata da fare, Joker. Li ho distrutti. Tutti. Ma ora me ne pento.»
«E perché?»
«L'avrete visto voi stessi. Il sacrificio da pagare è stato la morte di ogni sintetico nella galassia. I Geth...» guardai Tali,  «...ed IDA.»
Abbassai lo sguardo di fronte al mio pilota.
«Mi dispiace, Joker.»
Jeff restò un attimo in silenzio rendendosi conto di ciò che intendevo. Tali intervenne provando a tirarmi su.
«Shepard, non ti preoccupare. Ora che abbiamo capito quanto i Geth fossero importanti per Rannoch, non renderemo vani gli sforzi che hai compiuto per farci capire che sbagliavamo. Proporrò una mozione all'Ammiragliato per la ricostruzione delle piattaforme Geth e i loro programmi. Li recupereremo dai resti, siamo capaci di farlo, abbiamo i migliori ingegneri.»
Dietro quel vetrino viola sentivo il suo sorriso. Rialzai la testa e lo ricambiai.
«Keelah se'lai, Tali'Zorah.»
«Keelah se'lai, Comandante Shepard.»
«Comandante, anch'io avrei una sorpresa...»
Joker richiamò la mia attenzione.
«Non è proprio ciò che desideravo, ma mi accontenterò...»
Non capivo cosa intendeva.
«Pare che quella furbacchiona di IDA non ci abbia abbandonati del tutto. Prima di trasferire le sue funzionalità al corpo di Eva Corè, aveva effettuato un salvataggio di back-up nei sistemi della Normandy, così, tanto perché non voleva rischiare di non poter tornare più indietro. Me lo confidò... in intimità, prima di arrivare sulla Terra. Che notte ragazzi.»
Si guardò intorno, rendendosi conto di essere andato troppo oltre.
«Ehm... ehm... ok, allora dicevo, una versione di IDA è ancora al sicuro sulla Normandy, protetta ed intatta. Non è la IDA che abbiamo conosciuto da quando ha avuto un corpo, è più simile alla IDA di "Signor Moreau faccia questo per salvare la Normandy", ma ci accontenteremo.»
«Ti accontenterai, Joker?»
Lo stuzzicò Garrus.
«Ma piantala, Turian troppo cresciuto... tu e la tua signorina "rivoglio il mio pianeta!"»
E così Garrus, Joker e Tali uscirono fuori punzecchiandosi, e poco a poco li seguirono anche gli altri, finché non rimasi solo con Jack, che si concesse per quella che era veramente, raccontandomi di come aveva sofferto a stare dall'altra parte di Londra e non con me, là sotto, ai piedi del condotto dei Razziatori.
Poi mi lasciò anche lei e tornai ad essere solo.
Passai diverse settimane là, in quel centro medico di Vancouver, dove facevano riabilitazione migliaia di profughi e sfollati della guerra appena conclusasi. Quando potei rialzarmi ogni volta che potevo giravo per i corridoi dell'ospedale, uscivo nei giardini e parlavo con le persone, volevo sapere le loro disgrazie, le loro perdite e per ogni vittima, per ogni parente scomparso, mi sentivo in colpa. Ma altrettanta era la riconoscenza, ogni sguardo era un grazie verso di me.
Passò anche quello, gli anni vennero e se ne andarono. La galassia attraversò un lungo periodo di ricostruzione, tutte le razze ancora unite collaborarono per la ristrutturazione della Cittadella, della Terra e di tutti i pianeti feriti. Io ebbi il meritato riposo, comprando una villa sul mio amato pianeta, al fianco di Jack, che iniziò ad insegnare lì ai biotici, mentre io divenni istruttore N7 in una nuova scuola a Vancouver.
Rividi tutti gli altri miei amici, per viaggi o perché vennero loro a farmi visita: Wrex e Jacob e le loro rispettive famiglie, Miranda e sua sorella, Kasumi e Zaeed, Grunt, Hackett, la dottoressa Chakwas, Kahlee Sanders, gli ingegnere Kenneth e Gabriella Donnelly, ora felicemente sposati, l'ingegnere Adams, e tutti quegli altri che non ho nominato.
Seppi della ricostruzione dei Geth su Rannoch, della loro riformazione, di come i Quarian erano stati abili nel recuperare frammenti del codice dei Razziatori, di quel DNA Geth evoluto, questo grazie ai cadaveri delle loro navi o dai corpi dei Geth.
E soprattutto anche di come IDA era tornata un po' a stento nel nostro mondo, incerta, insicura, affiancata da un sempre più innamorato Joker, che voleva a tutti i costi riavere la sua amata IA e che dopo innumerevoli sforzi riuscì a riottenere.
Insomma, le pagine di quella storia si concludevano con un bel lieto fine. Davanti a noi la pace, la prosperità, la speranza. Dietro di noi una lezione che la galassia non avrebbe mai dimenticato. Mai.
   
 
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