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Autore: Water_wolf    26/11/2013    2 recensioni
Piccolo tributo alla grande opera di Hyperversum, incentrata su Henri de Grandpré in panni un po' diversi. Enjoy!
Accenni Grandpré/Bianca di Castiglia | Bianca di Castiglia/Luigi il Delfino | S p o i l e r Il Cavaliere del Tempo
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La famosa arte della sopravvivenza di monsieur Etienne de Sancerre, deduco» commentò, studiando la reazione di Henri de Grandpré.
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«Non sempre un’armatura di ferro è più forte di chi la indossa» si affrettò ad aggiungere il giovane, con convinzione.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Henri de Grandpré, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Henri de Grandpré – Ci sapete fare con le donne, non è vero, signor conte?

 

Bianca di Castiglia era rimasta contrariata dall’imprevista partenza del Falco d’Argento. Non aveva chiare le intenzioni del barone di Gant, né le avrebbe considerate molto a confronto dei bisogni della moglie del Delfino. Senza l’acutezza del conte cadetto, era stata privata di parte del suo appoggio politico; adesso, contava unicamente sul suo ascendente e sul legame di parentela che condivideva con Re Filippo per far camminare i suoi progetti.
Ma non c’era solo il regno a cui pensare e suo figlio glielo ricordava costantemente. Si divertiva a correre di qua e di là, si stupiva di fronte a tutto, spalancando i grandi occhioni, e aveva la particolare capacità di rendersi introvabile se lo si cercava.  Le balie l’avevano lasciato solo un minuto e quello era sgattaiolato via alla scoperta del mondo.
Arriverà il momento in cui imparerà l’educazione, sbuffò tra sé e sé, fermandosi nel mezzo del corridoio. Si trovava nei pressi delle cucine, dove il piccolo Luigi IX si era già nascosto una volta.
Del trambusto le vece voltare il viso di scatto. Riconobbe nel tono appena profondo  di un «Maestà!», il conte di Grandpré. Si diresse nella sala, trovandosi davanti una buffa scenetta: suo figlio stretto alle gambe del giovane uomo, ricoperto da capo a piedi di farina bianca, che spolverava anche naso e capelli del più grande.
Non riuscì a trattenere un sorriso, varcando la soglia. Il conte si voltò, cogliendo la sua presenza, e iniziò a elencare una serie di scuse per quella bizzarra situazione.
«… perché, come vede, mia signora…»
«Comprendo le vostre ragioni, non c’è ulteriore bisogno di giustificazioni» lo interruppe Bianca.
Sospirò lievemente, scosse la testa all’indirizzo di Luigi e si lasciò andare in una breve risata. Il conte la osservò, stranito.
«Forza, libera le gambe di monsieur de Grandpré, Luigi. Non volerà via come un pettirosso spaventato» disse, con voce dolce.
Il bambino batté le palpebre, fece cenno di no con la testa e non si mosse. Bianca corrugò lievemente la fronte, richiamando suo figlio. Il giovane conte, intanto, si chiese com’era riuscito a infilarsi in una tale situazione. La donna si avvicinò a Luigi, l’aria leggermente minacciosa, con l’intenzione di farsi ubbidire.
«Già così piccolo e fate penare vostra madre, maestà? Badate bene di non bruciare le tappe, avete ancora molti anni per farla impensierire stando lontano da lei sui campi di battaglia» intervenne il ragazzo, chinandosi – per quanto possibile- sul bambino. «Non vorrete darle altri crucci anche in casa, giusto? Non credete sia abbastanza occupata, a corte? Avanti, permettetemi di muovermi liberamente.»
Luigi IX lo guardò qualche istante, poi, senza scomporsi, si staccò da lui, dirigendosi verso sua madre.
«Monello» lo redarguì Bianca di Castiglia, accogliendolo in un tenero abbraccio. «E adesso come facciamo con i vestiti, mh? Sei bianco come una colomba» gli chiese, quasi stesse riflettendo tra sé.
Si ricordò, allora, che anche il conte si era sporcato di farina; quest’ultimo, intanto, si stava sistemando alla meglio gli abiti. Avrebbe sussultato sul posto, accorgendosi degli occhi di lei che lo scrutavano, ma il suo contegno mistificò l’impulso.
«Sono desolata, monsieur. Cosa posso fare per sdebitarmi? Mio figlio deve ancora imparare le buone maniere.»
«Non avete motivo di essere in debito con me, madame, anzi, la mia intenzione iniziale era quella di parlare con voi. A quanto pare, sua maestà ha solo fatto in modo di incontrarvi» replicò, cordiale.
Bianca annuì, poi si chinò su Luigi e lo sollevò da sotto le ascelle.
«Vi dispiace, signor conte, se discutiamo mentre gli do una ripulita?» domandò, sbuffando un poco per lo sforzo, ammiccando al bambino. «Non vorrei che questo comportamento vi potesse suggerire una mancanza di rispetto nei vostri confronti e in quelli della vostra famiglia.»
Henri de Grandpré rispose: «Nient’affatto.»
Si avvicinò, aiutando a far accomodare Luigi su un tavolaccio di legno.
«Non dovreste affaticarvi tanto, madame» disse, subito cercando un pezzo di stoffa con cui pulire il visino del piccolo. Bianca studiò la schiena del conte, la sua figura snella ma allenata, così diversa da quella di suo marito, e sorrise lievemente.
«Ci sapete fare con le donne, non è vero, signor conte?»
Il giovane si fermò e arrossì lievemente, il rosso che gli colorava le guance, grato di essere di spalle.
«Sarebbe difficile convivere con le mie sorelle, altrimenti. Ho imparato nel tempo.»
Prese un panno e si voltò, scontrandosi con il sorriso ormai divertito della dama.
«La famosa arte della sopravvivenza di monsieur Etienne de Sancerre, deduco» commentò, studiando la reazione di Henri de Grandpré.
Questo arrossì violentemente, passandosi nervosamente il panno di mano in mano.
«Credo che monsieur de Sancerre dovrebbe usare termini più delicati, certe volte» brontolò.
Bianca di Castiglia non disse altro, nonostante fosse alquanto divertita da quella conversazione. Grandpré le chiese il permesso con lo sguardo e iniziò a spolverare le brache di Luigi. Aveva ancora una punta di bianco sul naso che non si era pulito.
Lo lasciò fare con calma, controllando che suo figlio non facesse altri danni, osservando con piacere il sorriso che pian piano si andava definendo sul suo viso pallido man mano che il conte si avvicinava il volto. Gli fece teneramente il solletico sul collo e, prima che il bambino si potesse ribellare, passò alle guance e fece finta di prendergli il nasino. Luigi IX scoppiò in quelle risate cristalline che appartengono solo ai più piccoli. Grandpré sorrise, completando l’opera e abbandonando il panno sul tavolo.
«Siete bravo con i bambini, monsieur» osservò Bianca.
«Non credo di avere una particolare dote, mia signora. È risaputo che i giovani vadano d’accordo tra loro» replicò il conte.
«Non così tanto da non poter trovar moglie» fece la donna, maliziosa.
Lesse negli occhi sgranati del vassallo un così tanto stupore per quella risposta che dovette contenersi per non scoppiare a ridere.
«Perdonatemi, voi non siete una mia dama da compagnia, non dovrei prendermi gioco di voi con tali chiacchiere» si spiegò. «Ciò non vuol dire che voi vi sottovalutiate molto, monsieur
«Se permettete quest’osservazione, madame» -Bianca accennò un assenso col capo- «adesso capisco perché monsieur Jean Marc de Ponthieu non ha mai avuto dubbi su di voi. Siete capace e acuta come il Falco e avete la stessa forza di spirito di monsieur de Sancerre.»
«Non avrei mai paragonato me stessa a degli uomini in armatura che hanno fatto la guerra, ma comprendo il motivo che vi ha portato a questa riflessione.»
«Non sempre un’armatura di ferro è più forte di chi la indossa» si affrettò ad aggiungere il giovane, con convinzione.
Bianca di Castiglia annuì, accettando il complimento implicito di quell’affermazione, finché suo figlio non attirò la sua attenzione con un mugugno:«… io… giù…»
Henri de Grandpré accolse il bambino tra le braccia e lo mise con cura a terra, prima che questo scappasse a giocare con le vesti della madre. Quest’ultima sospirò, piano.
«Sarebbe meglio se andassi a consegnare mio figlio alle balie, così non combinerà altri guai.»
Lanciò uno sguardo a Luigi, poi, di soppiatto, anche al giovane conte.
«Monsieur Jean de Ponthieu mi aveva detto che avrei potuto contare sull’appoggio dei suoi compagni d’armi, in caso di bisogno» diede inizio all’argomento.
Grandpré rispose prontamente: «Le parole che ho detto a sua maestà prima non erano prive di senso o verità, madame
Luigi tirò la gonna di Bianca, minacciando di rovinarne la stoffa lavorata.
«Siete con me, allora?» domandò, senza ulteriori preamboli.
Il giovane conte le sorrise. «Lo sono sempre stato» rispose.
Abbassò il capo, facendo una riverenza, e la superò, oltrepassando la soglia. Bianca di Castiglia rimase a bocca se mi-aperta.
Oh sì, piccolo Falco, ci sapete davvero fare con le donne, pensò, prima che suo figlio la obbligasse a occuparsi totalmente a lui.


Angolino dell'autrice
Buongiorno a tutti!
Potrei tenervi ore e ore a parlare di come abbia scoperto questa fantameravigliosa saga o di quanto la ami, ma credo che a nessuno interessi, quindi sarò breve e concisa^^
Be', Grandpré è un cucciolo che ho adorato fin da subito, quindi non ho potuto resistere all'impulso di scrivere su di lui e le sue non-mogli. Mi piaceva anche provare una Bianca intrigata dalla sua figura, spero di essere rimasta IC per entrambi.
Non sono Cecilia Randall, non ho il suo stile e nessuno mi conosce su questo fandom, ma spero che questa shot vi sia piaciuta e se volete spendere due parole in una recensione, non mordo! :3
Un abbraccio

Water_wolf

 
  
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