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Autore: Juliet    02/05/2008    7 recensioni
Lui rise brevemente, stavolta apparentemente davvero divertito.
“Vedo che Carlisle non ti ha taciuto nemmeno le informazioni più sconvenienti, in questa situazione.
Se ci tieni, prova”.

[Edward/Rosalie]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Rosalie Hale
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Non ti farà alcun male

Categoria: Twilight

Titolo: Romeo and Juliet

Autrice: Juliet

Personaggi & Pairings: Edward Cullen, Rosalie Hale – Edward/Rosalie

Rating: Giallo

Avvertimenti: One – shot, (Lemon)





Romeo and Juliet



When are you gonna realize it was just that the time was wrong?





“Non ti farà alcun male. Puoi riaprire le imposte”.

La stanza era completamente buia, l’aria calda, pesante nonostante fuori la neve non si fosse ancora sciolta, ritirandosi in sporche pozzanghere ai lati delle strade. Forse era una cosa voluta, si era detta lei, prima. Che cosa quel ‘prima’ stesse a significare, non lo sapeva con certezza. Potevano essere minuti come giorni. Se avesse dovuto scegliere, non si sarebbe sbilanciata più di tanto. Probabilmente avrebbe scelto ciò che si suole chiamare ‘ il giusto mezzo ’. Ore.

Lo sentì avvicinarsi soltanto a causa dello spostamento d’aria. Non si girò verso di lui, rimanendosene accoccolata sul morbido materasso della sua nuova camera da letto. All’interno di una nuova casa all’interno di una nuova vita. Che lei rivolesse indietro quella che aveva prima non sembrava importante, ormai.

Si tratta solo di adattarsi, all’inizio.

La faceva facile Esme, le sorrideva dolcemente e le accarezzava i capelli. Non sapeva che lei aveva sempre odiato che glieli scompigliassero; l’unica a cui aveva permesso di farlo era stata Rebecca, e soltanto perché, quel famoso giorno, si era sentita tremendamente in colpa verso di lei.

Ma anche questo, ora, era un ricordo inutile. Non poteva darle nulla che non le avesse già donato in passato. Sarebbe lentamente scolorito, con il passare degli anni.

Un giorno, forse, l’avrebbe dimenticato completamente.

“Il cielo è tutto fuorché sgombro di nuvole, oggi,” proseguì Edward. Nella sua voce non si avvertiva più il fiero disprezzo che l’aveva impregnata la prima volta che l’aveva sentito pronunciare il suo nome. Ora era più tranquilla, forse volutamente modulata; in ogni caso, studiatamente pacata.

E solo Dio sapeva quanto lei odiasse trovare negli altri fredda, affettata cortesia.

“Potresti venire a caccia”.

Rosalie Hale si limitò a rimanere in silenzio, immobile. Poteva addirittura trattenere il respiro senza che accadesse nulla. Per quel che ne sapeva, poteva essere stata tramutata in una bellissima statua di pietra. Che poteva ancora camminare e parlare. Volendo.

“Dovrai nutrirti, prima o poi. Carlisle dice che sei probabilmente la prima, dopo di lui, ad aver resistito tanto senza cercare di uccidere qualcuno”.

A quella frase, la vampira si mise a sedere, voltando il viso nella sua direzione.

“Sembra quasi che tu ti stia divertendo,” commentò freddamente, spingendo dietro le spalle i capelli che le erano ricaduti ai lati del viso.

Edward sorrise, sedendosi sul bordo del letto, dalla parte opposta a quella in cui si trovava lei.

“Non è affatto così. Sono quasi ammirato…”

Rosalie strinse appena gli occhi.

“Come ti pare. Non ho voglia di stare a sentirti, adesso. Esci, per cortesia”.

Edward fece una smorfia.

“Mi piacerebbe, sai, e sono sicuro che non fatichi a credermi sulla parola, visto ciò che pensi di me…” buttò lì, i suoi occhi dorati che brillavano, ironici, alla luce soffusa che penetrava dalla porta che aveva lasciato socchiusa. “Ma non posso”.

Rosalie fece schioccare la lingua, irritata.

“Se mi scagliassi contro di te, adesso, ti sbatterei fuori in un attimo, immagino”.

Lui rise brevemente, stavolta apparentemente davvero divertito.

“Vedo che Carlisle non ti ha taciuto nemmeno le informazioni più sconvenienti, in questa situazione. Se ci tieni, prova”.

Le sopracciglia della vampira si sollevarono considerevolmente.

“Credi davvero che sia scesa così in basso da--?”

“Credo semplicemente che dovresti almeno ascoltare Carlisle ed Esme, se da parte mia ti suscito solo ribrezzo…” sorrise lui, evidentemente a conoscenza dei pensieri della vampira. Il viso di lei sembrò indurirsi in una maschera di disprezzo.

“Non hai nessun diritto di leggermi nella mente!”

Edward alzò le spalle.

“Niente che io non avessi già indovinato da solo, comunque. Avanti, ora,” la spronò con voce incolore. “Prova”, ripeté.

Una frazione di secondo dopo lei gli fu addosso, scaraventandolo sul pavimento in legno della stanza, a pochi metri dalla porta. Un’altra frazione di secondo, ed ora era lei che aderiva con la schiena al suolo, una mano alla sua gola che le teneva ferma la testa, facendo sì che lo guardasse diritto negli occhi.

“Non malissimo. Se non altro, sei piuttosto veloce”.

La fissò per un altro secondo prima di lasciarla andare, rimettendosi in piedi con un movimento fluido. Rosalie seguì il suo esempio, gli occhi che mandavano lampi. Lui sorrise, vedendola ancora in collera.

“Se ti fossi nutrita come una newborn dovrebbe…”

Questa volta non si fece cogliere impreparato. Quando gli si scagliò addosso per la seconda volta la afferrò con entrambe le mani e la respinse, mandandola prona sul letto. Rosalie riuscì a raddrizzarsi solo in parte prima che lui la facesse ritornare nella posizione di prima.

“Non ci siamo ancora…” la canzonò con leggerezza. Con una mano le aveva immobilizzato il braccio sinistro, a pochi centimetri dalla testa; l’altra era posata sulla sua vita. Poi, inaspettatamente, rise.

“Non posso credere che mio padre ti abbia davvero detto una cosa simile…” osservò, studiando l’espressione della vampira, sotto di lui. “Del resto, avrei dovuto aspettarmelo, benché lo avessi pregato di astenersene”.

Rosalie si agitò sotto di lui, ma Edward non la lasciò.

“Non sei esattamente il mio tipo di ragazza ideale…”

Gli occhi neri di Rosalie parvero luccicare – uno strano luccichio – per un attimo appena.

“E quale sarebbe, il tuo tipo di ragazza ideale?” gli fece il verso, e pareva quasi annoiata. “Non che mi importi davvero saperlo, ma dal momento che sembri in vena di dire idiozie…”

Lo sguardo del vampiro si fece vacuo, quasi opaco mentre lo spostava dal viso di lei alla porta, ancora semiaperta.

“Non esiste”, rivelò poi, con voce tranquilla. “Oppure non l’ ho ancora incontrata”.

Suo malgrado, Rosalie piegò le labbra in una smorfia.

“Non mi dire che credi nell’ anima gemella…”

Lui scrutò la sua espressione derisoria per un istante. Poi, serio, si limitò ad annuire.

“Lascia che ti spieghi una cosa, Edward. L’anima gemella non esiste nemmeno per gli esseri umani”.

Lo sguardo di lui si indurì impercettibilmente.

“Carlisle ed Esme –“

“Carlisle ed Esme potrebbero aver avuto fortuna. Per ora. Nulla dura davvero per sempre”.

L’espressione di Edward aveva un ché di malinconico quando le rispose, gentilmente.

“Non puoi dire questo. Guardati, Rosalie”.

Inaspettatamente, la vide ridere.

“E’ proprio perché mi sono guardata che ti dico questo. Ho un corpo stupendo, adesso, ancora più desiderabile di quello che possedevo solo una settimana fa. E forse, una settimana fa, avrei dato qualsiasi cosa in mio possesso per apparire bella come sono ora.

Ma la mia anima, Edward?”

Lui abbassò lo sguardo color miele, sottraendolo ai suoi occhi.

“Forse dovremmo avere fiducia in Carlisle”.

Con la mano libera giocherellava distrattamente con una ciocca dei suoi capelli, rigirandosela fra le dita ed attorcigliandosela attorno all’indice.

“Vivi con lui da anni e ancora non ci sei riuscito. Questo vorrà pur dire qualcosa”, osservò dopo un momento.

“Ho meno esperienza di lui”.

“Hai mai amato, Edward?”

Lui si limitò a scrollare le spalle.

“Nemmeno con il corpo?”

Dalla vita di lei, la mano destra del vampiro si spostò, fulminea alla base della sua nuca. Le baciò le labbra perfette, facendo sì che le socchiudesse ed avvertendo così il suo respiro fresco. Un sapore quasi metallico e l’inequivocabile profumo della sua condizione.

Si sarebbe staccato da lei se avesse risposto al bacio. Ma Rosalie era rimasta relativamente immobile, quasi avesse pensato che quello era il prezzo da pagare perché lui, una volta allontanatosi dalle sue labbra, la lasciasse andare.

Doveva essersi resa conto che, newborn o no, non aveva abbastanza forza per levarselo di dosso e sbatterlo fuori dalla stanza.

Traendola ancora di più a sé, esplorò la sua bocca con la lingua mentre liberava il suo braccio sinistro e lo portava alla vita di lei. Le alzò il maglione fino al seno, poi smise di baciarla il tempo che bastava per toglierglielo del tutto. Quando ricatturò le sue labbra, Rosalie rispose al bacio.

Gli guidò le labbra, facendole scendere lentamente lungo il collo, per poi portargli le braccia alla base della schiena e liberarlo della maglia che indossava. Avvertì il suo ansito di piacere in bocca quando le sue unghie premettero con delicatezza sulla pelle della sua schiena.

Era quasi come la voglia di sangue, la lussuria.

Quando Rosalie allentò la cintura dei suoi pantaloni dovette lottare contro il desiderio che sembrava sempre più vicino a sopraffarlo. Rotolò di lato, rimettendosi subito seduto e trascinandosi la vampira sulle ginocchia, completamente addossata al suo petto nudo. Cercò di nuovo la sua bocca, prendendole la testa fra le mani.

La sentì allora sorridergli sulle labbra.

Rosalie interruppe il bacio di colpo. Facendo pressione con le mani sulle spalle di Edward lo costrinse a sdraiarsi sotto di lei. Le sue dita tornarono ai suoi pantaloni e quando lui fece per raddrizzare la schiena portò in un momento le labbra al suo collo e vi premette appena i denti.

Vinse lei.





***





Era furibondo, lo vedeva bene. E probabilmente, nonostante tutto, ce l’aveva più con lei che con sé stesso. Davvero, Edward Cullen non le piaceva.

“Davvero pensi di aver dimostrato qualcosa?”

Lo guardò, come infastidita che si trovasse ancora nella sua stanza.

“Sicuramente che il tuo autocontrollo rasenta lo zero. Se non peggio”.

Gli rivolse un mezzo sorriso compiaciuto, visto l’effetto delle sue parole.

“Come può una razza come la nostra credere di avere il diritto di aspettarsi di incontrare l’anima gemella?”

Questa volta, Edward la guardò negli occhi.

“Ora mi dirai qualcosa di banale, del tipo “E’ la nostra natura cedere agli istinti animali”? Risparmiami”.

Lei alzò le spalle, accavallando le gambe con grazia.

“Come ti pare. Sicuramente è la tua natura, a giudicare dal tuo comportamento poco fa, sai…” lo provocò deliberatamente. Cominciava davvero a stufarsi della sua presenza. “Così come non sei riuscito a dire di no a me oggi non riuscirai nemmeno a smettere di uccidere esseri umani per avere il loro sangue. Non del tutto, mai”.

Sorrise, velenosa.

“Divertente. Parli della tua anima gemella e tu ti porti via quelle degli altri…”

Edward usci dalla stanza, senza uno sguardo in più nella sua direzione. E finalmente, l’oscurità della sua stanza la avvolse nuovamente.

Soffocante ed intatta.

Rosalie posò la testa sulle braccia e chiuse gli occhi.





***





Note dell’Autrice

Non chiedetemi che cosa ho scritto, ve ne prego.

Ho avuto un’oretta di tempo e questo è quello che ne è derivato.

Il titolo della fic è tratto dall’omonima canzone dei Dire Straits – che vi consiglio davvero di ascoltare se non la conoscete. Ne vale la pena ^^

Grazie a tutti per la lettura.



Juls

  
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