Il piccolo
Abnegante teneva tra le sue mani, il ginocchio che da rosa era
diventato rosso
sangue.
Era successo
un'altra volta, si era comportato male – almeno
così credeva suo padre – ed era
stato punito. Marcus lo aveva afferrato per il braccio con forza e
trascinato
in camera sua, là lo attendevano dodici frustate potenti e
dolorose fatte dalla
stessa cintura che ormai da anni rigava la sua pelle chiara, poi era
stato
rinchiuso dentro il ripostiglio buio.
Quel
ginocchio sbucciato era la prova che il piccolo aveva tentato di
scappare da
suo padre, per sfuggire almeno per una volta a quella tortura infinita,
a
quella continua violenza, ma era stato tutto inutile.
Senti dei
piccoli e leggeri passi avvicinarsi a lui , poi una voce dolce e
cristallina riempì
l’ aria
<<
Ciao
>>
Tobias
alzò
gli occhi e davanti a se vide una piccola bambina dagli occhi color del
ghiaccio e i capelli biondo grano
<<
Ciao
>> salutò
Tobias con la voce
ancora roca per il pianto
La bambina
con il suo vestitino grigio si avvicinò piano piano a lui,
gli occhi fissi sul
ginocchio ferito
<<
Ti
sei fatto male ? >> domandò con aria innocente
e con una punta di
dispiacere nella voce
<<
Già
>> rispose Tobias continuando a tenersi il ginocchio
stretto a sé
<<
Aspettami qui. Torno subito >>
disse la piccola e subito dopo si mise a correre per strada entrando
dentro a
una casa che si trovava a pochi passi da quella di Tobias
Pochi minuti
dopo la bambina usci e ritornò da lui, tra le mani teneva un
fazzoletto, un
piccolo cerotto e un contenitore d’ alcol. Tobias rimase a
bocca aperta nel
vedere quella bambina, che conosceva solo da pochi minuti, medicargli
la ferita
con grande cura e attenzione.Beh in fondo era più che
normale si trovavano tra
gli Abneganti e lì era loro dovere aiutarsi a vicenda,
soprattutto aiutare chi
ne aveva più bisogno. Ma osservandola meglio Tobias aveva
intiuito che in
quella bambina c’ era qualcosa di diverso, di speciale, non
era come gli altri.
<<
Ecco
fatto >> disse infine la piccola mettendo il cerotto
sopra la ferita
<< Ora va meglio ? >> gli chiese con un
sorriso dolce
<<
Si,
grazie >> rispose Tobias sorridendogli <<
Mi chiamo Tobias >>
<<
Io
mi chiamo Beatrice >>
Rimasero a
fissarsi per qualche minuto senza dirsi una parola poi una voce
femminile li
richiamò alla realtà
<<
Beatrice ? >> << Beatrice.
Dove sei? >>
<<
è
mia madre devo andare >> disse la bambina dispiaciuta
<< Ciao
>> lo salutò dandogli un piccolo bacio sulla
guancia rosea e paffuta
<<
Ciao
>> la saluto Tobias toccandosi con la punta delle dita la
guancia
Guardò
la
bambina mentre andava incontro
a una
bellissima donna che aveva i capelli dello stesso colore biondo
raccolti in uno
chignon
Tobias
entrò
in casa ma stavolta non ci entrò come le altre volte, con
aria triste,
impaurita e sottomessa, ma con un piccolo sorriso stampato sulle
labbra. Per
qualche minuto non sentì più il dolore al
ginocchio o alla schiena, non sentì
più la tristezza, non sentì più paura
verso suo padre .
Ora vedeva
solo quella bella bambina dagli occhi color del ghiaccio e i capelli
biondo
grano, vedeva il suo dolce sorriso, sentiva le sue morbide e soffici
labbra
stampargli un piccolo e delicato bacio sulla pelle
Non ti
dimenticherò mai Beatrice. Mai