Dove sono i tuoi occhi?
Quanto ti odio, uomo,
Ti sei portato dietro il mondo,
Ma una volta morto cosa rimarrà di te?
Niente, se non il ricordo.
E una volta morti tutti, mi chiedo,
Ti chiedo, cosa rimarrà
Di te? Niente.

Rimarranno le bestie, forse.
Rimarranno le acque colorate.
Rimarranno le nuvole,
Colorate pure loro,
Chissà ancora per quanto, chissà
Se e quando torneranno
Bianche.

Candido il vento rimane,
La terra è ancora tonda, giusto?
E quanto è alto il mare?
Blu, mi rispondi, ma che c'entra?
E poi questo già lo sapevo
E oltretutto non è nemmeno vero.
E' tutto nero.

Terreni spogli, carboni, 
Germogli neri, fiori,
Petrolio che schizza 
Da tutti i pori,
Brufoli neri.
Pianeti stranieri:
Grandiosi e belli,
Gassosi e bulli,
E intorno tutte
Sfilare ai lati:
Callisto, Teti,
E pure la Luna adesso è lungi.
Spaziale puerizia
Degli obsoleti mondi.

Se ti amo, 
Mi chiedi.
Se ti amo, di portarti via da qui
M'implori.
Neanche a te piace il nero, deduco.
Peccato.
Cade intanto qualcosa dal cielo:
Qualcosa d'incandescente,
Ma tu sei imperturbabile. Quanto ti ammiro.
La notte bussa alla porta e la faccio entrare,
Ma che si tolga le scarpe, che abbiamo appena pulito.
Tramonto vitreo.

Le stelle non brillano come prima,
Menomale. Meglio
Brillano, 
Come bombe,
Finalmente questo cielo è così pulito
Che se ne ode il rumore.
Mi ritorna in mente l'estate:
Il rumore della sabbia a piccole dune smossa
Da un piede che scotta,
Il rumore della spuma 
Che muore sul bagnasciuga,
Il rumore dorato del vento che ride
Mentre danza con le spighe,
Il rumore dei tuoi occhi
Che ...
Quando ti vedo.