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Autore: Hendy    27/11/2013    0 recensioni
“Riesci ad usare la tua abilità ora?”
Mikoto allora prese un respiro profondo. Aprì il palmo della mano e cercò di concentrarsi, chiudendo gli occhi. Con suo grande dispiacere però, riuscì solo a creare una piccola sfera di energia, prima che un capogiro prendesse il sopravvento su di lei.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutta la struttura era crollata. Si udì un forte rumore.

Mikoto aprì gli occhi. Era all’aria aperta, salva. Tossì un paio di volte, respirando profondamente, lasciando che l’ossigeno entrasse nei suoi polmoni, il che si rivelò un vero sollievo dopo tutto quel fumo nero. Si sentì sfregare la mano contro qualcosa di morbido. Affianco a lei, Kuroko, viva e vegeta, forse fin troppo, aveva preso la mano di Mikoto per accarezzarsi il viso appassionatamente. L’Electromaster ne approfittò per darle una piccola scossa e liberarsi.
“K u r o k o. Che intenzioni hai?”
“Onee-sama, sei così crudele. Dobbiamo festeggiare per essere uscite salve da lì dentro!”
Non penso sia questo il modo per festeggiare…e poi…” Pensò la ragazza dubbiosa.
Vennero interrotte dall’arrivo dell’AntiSkill. Mikoto cercò di alzarsi ma nel tentativo le sue gambe cedettero. Venne prontamente sorretta da Kuroko.
“Hai esagerato come sempre.”
“Sto bene, sto bene.” E si liberò della sua presa.
Intorno a lei macerie dappertutto.
e poi…E’ finita veramente?” pensò tristemente.
Il capitano dell’AntiSkill si mise a parlare con  Kuroko, e Mikoto si allontanò da loro avvicinandosi alla struttura completamente crollata. Aveva una strana sensazione. Tante cose non le erano ancora chiare. Salì sopra alcune macerie, in cerca di qualcosa, qualche traccia, qualche indizio… Kuroko l’avvertì di fare attenzione. Stava per risponderle quando alcuni massi sotto di lei si mossero e una mano le afferrò la caviglia, poi qualcuno spuntò fuori. Mikoto ora si trovava a testa in giù.
“Asuka!”
Era incredibile quanta forza fisica avesse il clone. La sua aura era diminuita d’intensità ma Mikoto poteva sentire ancora l’elettricità che emanava da ogni parte del suo corpo. I lunghi capelli scuri ora erano adagiati alla schiena. Il piede di Mikoto stava iniziando ad intorpidirsi, stava per contrattaccare con una scarica elettrica ma Asuka la scagliò con tutta la sua forza contro l’edificio adiacente. L’Electromaster riuscì a diminuire la velocità usando il suo magnetismo, ma lo scontro con la parete di quella struttura fu comunque inevitabile. Iniziava ad essere stanca. La sua resistenza, di norma, sarebbe stata superiore, ma a quanto pare il contatto prolungato con il suono, avvenuto poco tempo prima, l’aveva indebolita. Fu grazie ai fulmini di Asuka che Mikoto era riuscita a recuperare l’energia per combattere, ma ora il suo corpo iniziava a cedere. Kuroko le fu subito accanto per controllare i danni che la sua compagna di stanza aveva subito.
“La sua forza deve essere stata incrementata dagli scienziati. Forse è questo che intendevano con  ‘apposite caratteristiche fisiche e mentali per sopportare l’abilità della Lv. 5’” disse Kuroko.
Mikoto allora capì.
“Come ho fatto a non pensarci prima?!”
La Teleporter la fissò, chiedendosi cosa le era venuto in mente.
“Kuroko, se lei è la mia copia esatta, come mai non riesce a controllare i miei poteri?”
“Eh? Io.. Non lo so, perché?”
“Asuka è sempre stata attaccata a delle macchine. Può essere forte quanto vuole fisicamente, ma non avendo vissuto neanche per un giorno, non ha potuto costruirsi una Realtà Personale per controllare i poteri! E’ l’unica cosa che non possono copiare…”
Kuroko la guardava comprensiva.
“E’ per questo che non li controlla, a lei quei poteri stanno solo causando del dolore. E poi l’esperimento non è andato come previsto, la scansione non è stata completata del tutto. La mia elettricità deve aver mandato in tilt i computer e poi sei arrivata tu e hai rovinato il resto. Probabilmente non riesce a rigenerare i poteri, è per questo che sono sempre più deboli i suoi attacchi. Si sta scaricando. E una volta che si sarà liberata di quell’elettricità, sarà totalmente innocua!”
La stessa Mikoto si sorprese della sua improvvisa illuminazione riguardo il caso. Si rialzò in piedi, ora sapeva cosa fare.
“Ehi aspetta Onee-sama, che intendi fare ora?”
“Prima quando mi ha afferrato la gamba, potevo sentire la sua elettricità scorrere su di me. Non devo far altro che afferrarla e farmi scaricare addosso tutta la sua energia.”
“Ma è pericolos-”
“Starò bene, te lo prometto.” Puntò il dito contro la sua fronte come era solita fare con lei.  
“Comunque Kuroko, posso chiederti aiuto?”
“Ma… Ho capito. Puoi contare su di me.”
“Grazie. Tenterò di distrarla, tu intanto avverti l’AntiSkill di allontanarsi. Quando ti sarai assicurata che non ci sia più nessuno intorno, avvisami. Lancerò il Railgun verso le macerie in modo da creare un diversivo. Dopodichè mi dovrai teletrasportare vicino a lei, così posso afferrarla.”
La Teleporter annuì in risposta. Mikoto le sorrise.
“Mettiamocela tutta!”
*

Mikoto puntò il dito contro Kuroko. La ragazza chiuse gli occhi aspettandosi una qualche scossa o pizzicotto o chissà che, ma l’Electromaster le toccò leggermente la fronte dandole una piccola spinta. Kuroko arrossì.
E’ vero, Onee-sama fa sempre così quando vuole calmarmi…”
“Comunque Kuroko, posso chiederti aiuto?”
“Ma…” cercò di obiettare.
Mikoto la stava guardando con un mezzo sorriso in volto, come se le stesse chiedendo fiducia.
“Ho capito. Puoi contare su di me.” Disse infine.
Sarò sempre al suo fianco, e per fare ciò che vuole fare, ha bisogno del suo araldo accanto. Non posso deluderla.
Dopo aver ascoltato il piano della sua Onee-sama, le annuì per darle conferma di aver capito. La ragazza, in risposta, le sorrise. Quel suo sorriso perfetto. A Kuroko si sciolse il cuore…
“Mettiamocela tutta, Kuroko!”
“Sì!”
Mikoto si alzò e andò verso Asuka, la quale aveva riiniziato a lanciare qualche fulmine.
Onee-sama ha ragione. Effettivamente i suoi attacchi non sono così distruttivi come prima…”
Kuroko invece si diresse verso il capitano dell’AntiSkill chiedendo di allontanarsi ad una distanza di sicurezza, spiegando velocemente le intenzioni della Level 5. Mentre aspettava che se ne andassero, osservò come se la stava cavando Mikoto. Anche lei d’altronde stava iniziando a diminuire la potenza dei suoi attacchi. La vide assorbire alcuni colpi del clone per poi usare la stessa potenza come contrattacco. Stava sicuramente cercando di tener da parte le energie per il Railgun. Terminato l’allontanamento delle forze dell’ordine, Kuroko si avvicinò alla ragazza.
“Possiamo procedere!” Mikoto annuì e lanciò un masso ad Asuka con il suo magnetismo. Dopodichè lanciò in aria la sua monetina e sparò il suo supercannone elettromagnetico contro le macerie a terra, creando una nube di polvere. Kuroko allora toccò la spalla dell’Electromaster e la teletrasportò esattamente dietro al clone. Kuroko vide la ragazza abbracciare da dietro la creatura. In quel momento un fascio di luce avvolse le due e la Teleporter dovette coprirsi gli occhi per non rimanerne accecata. Era impossibile avvicinarsi, da quel fascio stava fuoriuscendo un sacco di energia elettrica.
Onee-sama, fai attenzione…”
*

Mikoto sbatté gli occhi un paio di volte e si guardò intorno. Era in piedi, sopra un ponte di cui non si vedeva né l’inizio né la fine. Intorno a lei, solo foschia bianca. Il posto era piuttosto illuminato, molto diverso dal posto in cui si trovava quando, indossando il casco di Onigara Kyosuke, era in balia del Genetic Down Sound.
E ora… dove diavolo sono? Ho afferrato Asuka… e poi… che è successo?
In risposta ai suoi pensieri, una voce parlò.
“Nel momento del nostro contatto, deve essere nata una connessione tra di noi. Probabilmente è una realtà completamente diversa sia dalla Terra si,a da quella dimensione in cui ci trovavamo prima a causa del suono. Qui le leggi del tempo e dello spazio funzionano in modo diverso.”
Mikoto si voltò e si trovò davanti una ragazza identica a lei, seppur un po’ più alta e con capelli lunghi e scuri, dello stesso colore degli occhi. Non capiva come fosse possibile…
“Asuka?”
“Indovinato.”
“Ma com-”
“Questo collegamento tra di noi mi ha permesso di vedere i tuoi ricordi e il tuo cuore. Ho vissuto le tue stesse emozioni come fossero mie, e ho potuto vedere le stesse cose che hai visto tu attraverso i tuoi occhi. Sarebbe successa la stessa cosa a te, ma come sai, non ho mai avuto nessun ricordo. Oggi è la prima volta che posso dire di essere viva.”
Mikoto rimase scioccata. Si aspettava un sacco di cose, ma certamente, questo non faceva parte della lista. Si udirono dei singhiozzi. Asuka iniziò a piangere.
“Mi dispiace per quello che è successo… Non volevo far del male a nessuno.”
La ragazza non sapeva cosa fare. Appena cinque minuti prima la persona davanti a lei stava per distruggere il mondo intero e ora…
“P-perché...beh.. non ci sediamo?” era una frase piuttosto stupida in effetti. Ma Asuka annuì e si sedettero una a fianco dell’altra.
“Prima hai detto ‘quella dimensione in cui ci trovavamo prima a causa del suono’. Vuol dire che c’eri anche tu? Ma come mai, se eravamo nello stesso posto, non riuscivo a vedere nessuno?”
“A quanto pare non c’era permesso. Quel suono stava interferendo…”
Cadde il silenzio. Entrambe erano in difficoltà nel parlare reciprocamente.
“Non è colpa tua.” Disse poi Mikoto dal nulla.
“Eh?”
“Per quello che è successo. La colpa è solo di quel dannato scienziato pazzo. I tuoi poteri erano impazziti… non devi scusarti. Perciò non piangere.”
Asuka annuì, asciugandosi le lacrime.
“Perciò troviamo il modo per uscire di qui, torniamo nel mondo reale e risolviamo tutto.”
“Io… non posso venire.”
Questa volta fu il turno di Mikoto di essere confusa.
“Che significa?”
“Il mio corpo può vivere solo tramite delle macchine. E quando sono andata fuori controllo, ciò che mi ha tenuto in vita era la tua forza. Quell’elettricità mi permetteva di rimanere in vita. Ma ora... ”
Mikoto si girò per guardarla in faccia.
“Che stai dicendo? Ti darò un po’ del mio potere di nuovo, così avrai il tempo necessario per salvarti. Sono sicura che il Dottor Rana saprà trovare una soluzio--”
“E’ troppo tardi…”
L’Electromaster scattò in piedi.
“Non è possibile… Non c’è niente…che io possa…” alcune lacrime scesero dal suo volto.
“Niente.”
Asuka si alzò a sua volta. Prese la mano di Mikoto e la strinse.
“Mi dispiace… è colpa mia…se non avessi assorbito l’energia, se avessi saputo… io…”
Si abbracciarono. Ora entrambe stavano piangendo. Ma pian piano Asuka iniziò a scomparire.
“Non essere triste. È grazie a te se ho potuto vivere, mi hai insegnato un sacco di cose… e rimarrò sempre con te. Finchè non mi scorderai, potrò vivere nei tuoi ricordi.”
“Non andare…” Il corpo di Asuka ora era appena percettibile…
“Grazie per avermi insegnato cosa significa vivere.”
“Non andare!!”
“Addio, Mikoto Onee-sama”
“A-As..Asuk-..Asukaaaa!”
  
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