Guardava assorto fuori dalla finestra, gli occhi verde chiaro riflessi nel cielo azzurro.
"Che compleanno di merda" si disse "con Bill malato..." Sospirò. Era seminudo, nella sua camera della casa affittata a Berlino per seguire Bill nelle cure mediche.
Si sentiva stranamente a disagio.
Si guardò attentamente attorno, osservando la stanza nei minimi particolari: il letto, lo specchio, il comò con la sua fedele piastra e i suoi anelli, ed una bustina strappata sul letto sfatto...
Ripensò con piacere all'ultima notte trascorsa, pensando che per il suo compleanno avrebbe voluto un'altra bella ragazzina minorenne per soddisfarlo un pò da quell'apatia.
"Hobbit!" era Tom, entrato di soppiatto nella stanza luminosa, sapendo che il suo amico l'avrebbe picchiato se avesse potuto, per quell'irritante soprannome.
"Che c'è?" sospirò Georg, scocciato.
"Vieni di là, c'è una visita per te".
-Chi mai vorrà vedermi? I miei non sono potuti venire, i ragazzi non possono festeggiare, la Universal non si è fatta sentire neanche per gli auguri...-
Si vestì rapidamente, infilando una delle sue tshirt preferite e i jeans strappati acquistati da poco.
Chiuse la porta della camera alle spalle e vide...quella ragazzina, scappata da una gita per correre nella discoteca con le amiche...dove l'aveva incontrato.
Aveva in mano un pacchetto.
"Ho dimenticato di darti gli auguri...Buon compleanno Hobbit!"
Non si arrabbiò, stranamente, ma era sorpreso e felice. Il regalo tra le mani, mentre lei rapidamente si voltava ed andava via, i jeans controcorrentemente a vita alta e una maglia molto coprente. Era semplice. E aveva i capelli rossi.
Aprì il pacchetto. C'era un biglietto...ed un piccolo libriccino, che lei aveva riempito di pensieri, foto, dediche, fotomontaggi per lui.
Era raro che una fan con lui si sbilanciasse così...e gli fece un gran piacere. Con un sorriso che gli solcava il volto maturo e sexy, fece per seguirla, ma poi si arrestò...pensando che non sapeva che fare. Non aveva mai inseguito una ragazza. Erano loro a venire da lui. Era stupito del suo quasi-gesto, si toccò un dito con le labbra.
Mormorò "Grazie" tra sè e sè, e tornò nella sua camera, tra gli sguardi sbigottiti di Tom e i silenzi eloquenti di Gustav.
-Decisamente - pensò - questo sarà un compleanno molto speciale!-