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Autore: Lux_daisy    27/11/2013    5 recensioni
"Perché? Perché è andato a finire tutto così? Era solo una stupida scommessa! Io… io non posso fare una cosa del genere… Gokudera… non posso fargli questo… non a lui…"
Takeshi rimase lì, immobile, le spalle chine, la mazza impugnata debolmente che toccava terra e gli occhi fissi nel vuoto.
Cosa succederebbe se Yamamoto fosse costretto a mentire a Gokudera a causa di una scommessa? E cosa succederebbe se le conseguenze di questo gesto cambiassero il rapporto tra i due?
La mia seconda 8059 dopo un anno circa :3
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Nuovo Personaggio, Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaossu a tutti <3 eccomi tornata con una 8059 - non so neanch'io perchè, ma mi andava u.u beh, forse il fatto di essermi arenata con la mia XS mi ha spinto a pubblicare questa storia che avevo iniziato a scrivere quest'estate... non so che fine farà e non so se sarò in grado di portarla a termine, ma intanto ho deciso di iniziare a postarla per testare i gusti del pubblico :3
buona lettura e ci ritroviamo alla fine ;)


 

Una scommessa sfortunata



Il fastidio dei muscoli indolenziti dopo un intenso allenamento, il respiro affannato, persino il sentire la divisa incollata alla pelle a causa del sudore erano per Yamamoto sensazioni a cui non avrebbe mai rinunciato. Gli davano la piacevole consapevolezza di aver fatto del suo meglio per la squadra e gli mettevano la coscienza apposto. Per questo i momenti trascorsi giocando a baseball erano i suoi preferiti in assoluto: la mente si svuotava, il corpo agiva da solo, come se non avesse fatto altro in tutta la vita. Anche quando combatteva con la spada si sentiva allo stesso modo, ma il suo baseball era di sicuro più divertente e soprattutto non era costretto a fare del male a qualcuno. Quel giorno però qualcosa era andata diversamente.
<< Ehi, Yama-kun! >>. Il moro si voltò verso Tamamura-senpai, il suo capitano e lo raggiunse in pochi passi. Il ragazzo, alto quanto lui e con corti capelli rossicci, gli mise una mano sulla spalla, sorridendo divertito. << L’allenamento è finito e tu hai perso la scommessa, Ya-ma-kun  >>.
Sembrava trovare la faccenda molto divertente e Yamamoto si costrinse ad abbozzare un sorriso. Sicuro di sé, aveva ingenuamente accettato una scommessa proposta dal senpai: riuscire ad eseguire venti home-run di fila senza sbagliarne uno prima della fine delle attività del club di quel pomeriggio. Era riuscito a farne diciotto, ma a quel punto la spalla, ancora dolorante per via della ferita riportata nell’ultimo scontro, gli aveva mandato una fitta lancinante che aveva attraversato tutto il braccio, facendogli sbagliare la 19esima battuta, con la conseguente perdita della scommessa. Sapeva che adesso avrebbe dovuto mantenere fede alla parola data e, visto che non avevano scommesso soldi o oggetti di valore, spettava al capitano e agli altri senpai scegliere il “pagamento” per la sconfitta.
<< Ehi, ragazzi, venite qua! >>. Senza liberare il moro dalla sua presa, Tamamura chiamò gli altri membri della squadra, quasi tutti senpai di Yamamoto, a eccezione di due che erano del suo stesso anno. << Dobbiamo decidere la punizione di Yama-kun >> annunciò gongolante, guardando uno per uno i suoi compagni.
<< Cosa potremmo fargli fare? >> chiese uno allegro.
<< Qualcosa di imbarazzante! >> propose un altro, ghignando.
<< Sì, sì >> convennero gli altri in coro.
<< Ehm, ragazzi… >> provò a dire Yamamoto, ma venne fermato dal capitano, che continuava a sorridere divertito.
<< Eh, no, no, Yama-kun >> disse, scuotendo la testa con fare teatrale, << hai accettato la scommessa e con essa le conseguenze. Non puoi rifiutarti >>.
Takeshi sospirò sconsolato: non aveva vie d’uscite. Forse quella era la punizione per essere stato tanto arrogante da pensare di vincere la scommessa, pensò. Fu proprio in quell’istante che una voce fin troppo familiare lo fece voltare.
<< Ehi, idiota del baseball! Ne hai ancora per molto? >>. Si trovavano ancora sul campo, le divise sporche addosso e da quella posizione potevano vedere chiaramente – tale era la vicinanza – la cancellata d’ingresso. E proprio lì, con indosso un jeans nero ornato dalle solite cinture e catene, una maglietta bianca con un grosso teschio sul davanti e un giubbotto rosso di sopra, Gokudera fissava Yamamoto con la solita aria scocciata.
<< Ciao Gokudera! >> lo salutò il moro con un sorriso, facendogli un cenno con la mano.
<< Ciao un corno! >> replicò l’altro, buttando la cicca della sigaretta per terra, << ti ricordo che abbiamo da fare, quindi non stare lì a perdere tempo con gli altri idioti del baseball! >>.
I ragazzi della squadra si risentirono e lo guardarono con malcelato fastidio, ma la fama di Gokudera li fece desistere dall’attaccar briga con lui.
<< Hai ragione. Il tempo di farmi una doccia e arrivo >> rispose Yamamoto, sapendo quanto l’italiano odiasse aspettare.
<< Sarà meglio per te o andrò avanti da solo >> dichiarò gelido Gokudera, per poi allontanarsi.
Takeshi stava per liberarsi dalla presa di Tamamura, quando quello avvicinò il viso al suo e con un sorriso sornione disse: << Dove ve ne andate di bello, tu e il teppista? >>.
<< Abbiamo appuntamento a casa di Sawada >> spiegò sincero, evitando di commentare il fatto che non gli piaceva il modo in cui aveva chiamato Hayato.
Avevano deciso di vedersi a casa di Tsuna e Yamamoto era riuscito a convincere Gokudera, grazie all’intercessione del piccoletto, ad aspettarlo alla fine degli allenamenti per fare la strada insieme. Se l’avesse fatto attendere troppo, avrebbe dato all’altro un motivo per odiarlo ancora di più ed era l’ultima cosa che Yamamoto desiderava.
<< Ah già, Dame-Tsuna. Voi tre siete sempre insieme, eh? >> continuò il senpai, senza muoversi di un solo centimetro dalla sua posizione. Nella sua mente stava già prendendo forma il “pagamento” che il suo kohai avrebbe dovuto portare a termine.
<< Sono miei amici >> dichiarò risoluto il moro, per quanto fosse abbastanza convinto che Gokudera non lo vedesse affatto come un amico.
<< Ma tu e il teppista non sembrate andare molto d’accordo >> gli fece notare il rosso, come a leggergli nel pensiero, << sicuro di essere suo amico? >>.
Yamamoto sgranò gli occhi per un secondo e non seppe come rispondere, così si limitò a ridere nervosamente e a dire: << Gokudera ha un carattere un po’ difficile, ma è un bravo ragazzo. Anche se può fare paura qualche volta… >>.
<< Mmh >> mugugnò Tamamura e si fece riflessivo per alcuni secondi, finché, scuotendo energicamente il moro per la spalla, esclamò allegro: << Ci sono! Ho appena deciso la tua punizione per aver perso la scommessa! >>.
Gli altri ragazzi si misero in ascolto curiosi, come i soldati che attendono gli ordini del loro comandante. Takeshi ebbe d’un tratto un brutto presentimento e le parole che uscirono dalla bocca del senpai lo confermarono orribilmente.
<< Caro Yama-kun >> iniziò quello con un ghigno, << dovrai chiedere un appuntamento a Gokudera, portarlo in un posto carino, uno di quelli dove di solito vanno le coppiette, tipo al karaoke o al luna park e, cosa più importante dovrai portarci delle foto come prova. Ah, e non provare a fare il furbo raccontandogli della scommessa: devi fargli credere che sia tutto vero. Mi sono spiegato? >>.
Takeshi non fu il solo a rimanere sconvolto per quelle parole; anche i volti degli altri membri della squadra si fecero perplessi e confusi.
<< Tamamura-san, non ti sembra un po’ troppo? >> domandò uno di loro, dando voce ai pensieri di tutti, << insomma, non si tratta neanche di una ragazza… >>.
Il rosso lanciò un’occhiataccia al tipo che aveva parlato, per poi riportare l’attenzione su Yamamoto, il cui volto era l’incarnazione dell’incredulità. << Hai fatto una scommessa con me e me soltanto, Yama-kun e hai dato la tua parola che avresti accettato le conseguenze se avessi perso. Hai perso e io ti ho appena esposto le condizioni del pagamento. Sei forse il tipo di persona che non tiene fede alle promesse fatte? >>.
Il moro lo fissò ancora scioccato e nel notare la sua espressione seria, dove ogni traccia di ghigno o sorriso era sparita, sentì il cuore scendergli fino alle ginocchia. Non riusciva a credere che il suo senpai gli avesse appena chiesto di fare una cosa simile. Avrebbe preferito di gran lunga correre nudo per tutta la scuola, beccandosi pure la punizione di Hibari piuttosto che dover fare quello.
<< Hai tre giorni di tempo per portare a termine il compito. Se non lo farai, potrei anche decidere che non sei più idoneo a frequentare il club di baseball >> lo avvertì poi il capitano, lasciandolo finalmente andare e allontanandosi di qualche passo.
I volti degli altri si fecero indignati di fronte a un simile comportamento e qualcuno stava pure per dire la sua, quando Tamamura annunciò la fine dell’allenamento e si diresse verso le docce, lasciando tutti senza parole. Senza sapere cos’altro fare o dire, i ragazzi tornarono allo spogliatoio. Del resto, era una regola non scritta, ma assodata quella che affermava che bisognava sempre dare ascolto a un senpai quando questi diceva di fare qualcosa. Ma si doveva farla valere anche in una situazione simile?

Perché? Perché è andato a finire tutto così? Era solo una stupida scommessa! Io… io non posso fare una cosa del genere… Gokudera… non posso fargli questo… non a lui…
Takeshi rimase lì, immobile, le spalle chine, la mazza impugnata debolmente che toccava terra e gli occhi fissi nel vuoto. Solo dopo un tempo che gli sembrò un’eternità si riscosse e si trascinò verso gli spogliatoi. Dopo essersi fatto una doccia veloce ed essersi vestito, uscì di fretta dal campo sapendo che Hayato lo stava ancora aspettando. Nella mente gli risuonavano ancora le parole del capitano: lo avrebbe davvero buttato fuori dalla squadra se si fosse rifiutato di fare quello che gli era stato chiesto? Era vero che avevano un allenatore, ma Tamamura gestiva il club come se fosse lui il capo e il coach teneva in grandissima considerazioni le sue opinioni, tanto che il 99% delle volte lasciava che il rosso mettesse in atto le sue decisioni. C’erano enormi possibilità che, se si fosse messo in testa di mandarlo via, Yamamoto non avrebbe potuto fare niente per impedirglielo, nonostante i suoi successi in campo.
Ma era davvero in grado di compiere un simile gesto, per di più nei confronti di Gokudera? Come minimo, si sarebbe beccato tutti i candelotti di dinamite che il Guardiano della Tempesta fosse stato in grado di lanciargli. Cosa doveva fare? Provare a far cambiare idea a Tamamura era fuori discussione: quando si metteva in testa qualcosa, sapeva essere più testardo e orgoglioso di Gokudera.
L’unica speranza era escogitare un piano che gli permettesse di “pagare” la scommessa senza ferire l’altro.
Una volta deciso questo, con un sorriso si affrettò per raggiungere Hayato, che lo stava ancora aspettando fuori dalla scuola. Non avrebbe permesso a nessuno, neppure al suo senpai, di rovinare il rapporto, già di per sé precario, tra lui e Gokudera.
<< Ce ne hai messo di tempo, idiota del baseball! >> lo rimproverò quello non appena lo vide, << stavo quasi per andarmene >>.
<< Scusa, scusa, scusa! >> esclamò Yamamoto, congiungendo le mani davanti al volto, << c’è stato un piccolo problema >>.
L’altro inarcò un sopracciglio e sbuffò. << Come se mi importasse dei tuoi problemi. Sbrigati, piuttosto, invece di stare là come uno stoccafisso! Non voglio far aspettare il Decimo >>. Detto questo, si incamminò a passo sostenuto e il moro fu costretto ad affrettarsi per affiancarglisi. Doveva trovare al più presto una soluzione.



Precisazioni dovute: #1 non capisco niente di baseball, quindi non so se una cosa come 20 home-run di fila sia possibile o comunque verosimile, ma facciamo finta che lo sia u.u
#2 nuovo personaggio, Tamamura: posso dire che è il motore della storia e che ovviamente tornerà più volte, spero solo che non lo odiate, anke se è un tipo bello arrogante ^^
la trama di questa storia credo mi sia ispirata da qualche manga yaoi che ho letto, ma non ne sono sicura X) comunque il prossimo capitolo chiarirà un pò di cose ;)
concludo dicendo che purtroppo - causa impegni uni - non so come, quando e se potrò adempiere agli aggiornamenti... T.T è probabile che i tempi siano lunghi, ma mi auguro che questa storia vi appassioni <3 più avanti sarà avvicente - spero :3
come sempre, i commenti, anche solo poche righe, sono super-super gradite :D un bacione a tutti!


 
  
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