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Autore: TheBlackEyedSister    27/11/2013    7 recensioni
Guarda il soffitto scuro della stanza illuminata da un flebile raggio di luna piena mentre richiude gli occhi per la seconda volta senza, però, accorgersi di essere osservata da qualcuno dalla finestra di camera sua.
"non stai mantenendo la parola data, Heather...".
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| STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA | Revisione in corso |
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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“Scusa… ci conosciamo?”

 

Il “campanello" della sveglia risuona pesantemente tra le pareti della stanza.

Un uomo, che la scorsa sera –si potrebbe quasi dire notte fonda- si era tranquillamente abbandonato al “mondo dei sogni”, allunga una mano svogliatamente contro la sveglia fermando l’insopportabile suono che l’oggetto in questione emanava.

Scosta le coperte e ancora assonato, si siede sul bordo del materasso stropicciandosi delicatamente gli occhi.

Uno sguardo veloce alla sveglia: “7.02” c’è scritto e dopo uno sbuffo, probabilmente fatto per la stanchezza, si alza con direzione il bagno.

Apre il rubinetto bagnandosi poi la faccia con abbondanti e gelide quantità d’acqua e con il viso gocciolante si guarda allo specchio: occhi verdi come smeraldi ancora gonfi per il sonno entrano in perfetta armonia con il naso leggermente aquilino, la bocca carnosa resa ancora più evidente dal pizzetto e con la pelle ambrata dell’uomo.

“dai, vieni, ti divertirai un sacco!” dice l’uomo tentando di imitare la voce dell’amico che la scorsa sera l’aveva convinto a entrare in un bar.

“col cavolo che mi sono divertito!” la rabbia pervase dentro di lui e dopo essersi subito pentito di aver alzato la voce, si porta le mani alla testa per poi massaggiarsi le tempie. Si era ubriacato come non mai fatto in vita sua quella sera, la conseguenza pare ovvia: l’emicrania più potente che avesse mai avuto.

Il vibrare incessante e una canzone famigliare riscossero dai suoi pensieri l’uomo non senza aver gentilmente imprecato contro la persona tanto estupida che aveva avuto il coraggio di disturbarlo.

Al diablo chiunque sia “cavolo vuoi coglione?”

“è così che si salutano gli amici Alejandro?”.

“niente moine vai subito al punto”

“va beh… senti avrei bisogno di un aiutino…”.

“al diavolo!”

“por favor…”

“ok…” risponde scocciato Alejandro “che devo fare?”

“puoi raggiungermi al locale di ieri sera?”

“arrivo…”.

Chiudergli la chiamata in faccia ecco cosa avrei dovuto fare. Camicia, jeans e stivali: si veste velocemente –indossando gli stessi vestiti di qualche anno fa- solamente per concludere la questione il più rapidamente possibile.

Scese le scale, prende al volo le chiavi ed esce da casa.

 

°°°

 

Sceso dalla macchina il bar era lì di fronte a lui.

Il grande edificio risplendeva dei colori dell’alba; infatti, l’intero stabile rifletteva il roseo colore dei primi raggi del sole.

Le grandi finestre al piano terra lasciano intravvedere l’atmosfera cupa di un locale “notturno” alle prime luci dell’alba mentre i balconi verdi dei piani superiori rigorosamente serrati lasciano intendere che la gente all’interno delle stanze sta ancora dormendo.

Alejandro si avvicina alla porta del locale salutando con gli occhi, per la seconda volta, l’insegna rossa segnata da caratteri cubitali di colore nero “McLain”.

Dopo aver passato la soglia del bar, fa scorrere la vista velocemente attorno a lui, bingo!

Passo svelto, picchiettio sulla spalla e la solita domanda sgarbata: “Cavolo vuoi? Muoviti che ho da fare!”

L’amico in tutta risposta alza le spalle e indica un punto, che dalla prospettiva di Alejandro era impreciso, della stanza.

Solo dopo essersi girato, la vide: alta, magra, sicura col suo passo svelto e deciso, i suoi capelli corvini ondeggiano attorno al suo viso dai lineamenti asiatici mentre i suoi occhi grigi scintillano alla tiepida luce artificiale.

In lui si risvegliano in un solo istante sentimenti contrastanti che partono dall’odio iniziale e finiscono con il sentimento che per tutto questo tempo è stato in grado di reprimere evidentemente invano.

Seduta a un paio di metri da lui eppure era ancora troppo lontana per poterle parlare: odiava quel bisogno di lei che sentiva radicato in ogni vena eppure aveva imparato a conviverci odiando quella parte così debole del suo carattere.

Viveva così da quando la conobbe una giornata soleggiata di agosto dieci anni fa.

Erano solo dei bambini; Alejandro si era appena trasferito con la sua famiglia in Canada.

Dal primo momento che la vide con i suoi occhioni grigi grondanti di lacrime, aveva capito che sarebbe stata parte della sua vita, solo che forse non avrebbe mai pensato che sarebbe stata la sua ossessione.

L’innocente amicizia di due bambini che, forse, avevano troppo in comune, per lui si era trasformata in qualcosa di più mentre per lei è rimasta la complicità di due bambini cresciuti prematuramente.

I bei tempi finiscono per tutti però e terminato gli studi Heather decise di partire tagliando i contati con tutti e Alejandro non fu un’eccezione.

All’inizio lui era riluttante alla sua partenza ma alla fine Heather partì ugualmente lasciando tutto alle spalle per quasi cinque anni.

Aveva promesso che quando fosse ritornata la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata contattare il suo migliore amico ma evidentemente così non fece per ritrovarsi davanti a lui mentre gli volta le spalle.

Deluso? Alejandro che ti aspettavi in fondo lo sapevi che era come tutte le altre. Nonostante tutto si avvicina a lei: “Heather…” riesce a dire.

La donna si volta lentamente come per guardare in faccia per la prima volta chi disturbasse la sua tranquillità.

Nessun movimento, nessun abbraccio accompagnato da “che bello rivederti! Scusa per non averti chiamato non appena sono arrivata…”. Niente. Solo uno sguardo perso nel vuoto in un’espressione che esprimeva tutto il suo stupore nel vedere una persona che la conosce.

“che c’è… sorpresa di vedermi?” esordisce lui.

Lei inarca un sopracciglio e poi la domanda che mai nella sua vita Alejandro avrebbe mai pensato gli sarebbe stata rivolta da Heather: “Scusa… ci conosciamo?”.

Questa volta lo stupore apparve sul suo viso.

 

   
 
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