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Autore: ely91    08/11/2004    6 recensioni
Dolore è il sentimento di Hermione, in uno dei momenti peggiori della sua vita...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DELIRIO

DELIRIO.

 

NELLA VITA TROVEREMO DEI MOMENTI IN CUI TUTTO CI SEMBRA IMPOSSIBILE, MA LA NOSTRA UNICA FORZA, IN QUEI GIORNI, E’ LA SPERANZA DI RITROVARE SEMPRE LA FELICITA’.

 

Sono ormai due giorni che i miei occhi non smettono di produrre lacrime. Sono in uno stato di eterno dolore, a volte le mie lacrime sgorgano accompagnate da singhiozzi, altre volte, sono troppo stanca per singhiozzare e quindi bagno il mio viso in silenzio. Non posso credere che pochi giorni fa mi ero sentita la donna più felice del mondo. Mi lascio cadere a terra. Il dolore è troppo forte, perché io possa reggermi sulle mie gambe. Sono in una stanza buia, la mia stanza, sola con il mio delirio. Harry è nell’altra parte della casa, da due giorni seduto dietro la porta, sperando che io lo apra. Ma non posso farlo. Non posso farlo quando il nostro migliore amico è morto. Quando Ronald Weasley è morto senza sapere di stare per diventare padre. Nessuno può immaginare da quale gioia ero pervasa quei giorni, quando appresi che il bambino che portavo in grembo era di Ron, dell’unico uomo che io avessi mai amato in vita mia. Tutto era bello, Harry lo sapeva, avevamo preparato una festa a sorpresa, per comunicare al mio unico amore la lieta notizia. – aspetteremo che torni dal turno-. Disse Harry. Ma Ron non tornò. Scoprimmo poche ore dopo che un Mangiamorte superstite lo aveva colpito alle spalle. Ucciso. Aveva ucciso la mia unica ragione di vita. Ricomincio a singhiozzare, prendendo le gambe tra le mie braccia e dondolandomi, come a voler trovare sostegno in un qualcosa di invisibile. Mi sembra di scoppiare, mi sembra di morire, lentamente, dolorosamente. È una cosa che non si può dire. Mi tocco la pancia e per un attimo le mie lacrime cessano di esistere. Nel mio ventre c’è un bambino. Un piccolo innocente bambino, magari con i capelli rossi, che aspetta solo di nascere e di gridare al mondo la sua esistenza. E io che cosa vado a negare a mio figlio? Il padre. L’elemento essenziale che occorre per coronare una vita umana. Batto la testa contro il muro. Una. Due. Tre volte. Finchè divento troppo intontita per continuare. Mi siedo sul divanetto. Il mio cuore batte, e non riesco ad arrestare la fiumana di ricordi che occupa la mia mente. Ron, il mio unico, vero amore, l’unico uomo per cui io avrei donato la vita stessa. Tutto è scomparso per me. Non c’è niente. Solo io e mio figlio, troppo piccolo per comprendere il dolore. Urlo, cerco di strapparmi i capelli, vedo l’ombra di Harry avvicinarsi dietro la porta. –Alohomora-.

Vorrei gridarti che è tutto inutile, Harry, che la porta è sigillata, ma un feroce istinto si risveglia dentro di me, costringendomi a mordermi il labbro inferiore, fino a farlo sanguinare. Vorrei distruggermi con le mie mani, far provare un po’ del dolore che provo io a tutti quei bastardi di Mangiamorte, fonte di morte e distruzione per chiunque. Mi alzo, inciampo, cado a terra. La mia anima trafitta è troppo grande rispetto al mio corpo. Cerco ancora di ferirmi, per far si che il dolore fisico sovrasti quello interno. Ma è tutto inutile. La mia testa è incendiata, mi sento… mi sento… non lo so come mi sento. Ron voglio che tu ritorni, vieni, facciamo l’amore, baciami, ma ritorna…

Ho fame. In mezzo a tutte le sensazioni che sto provando ora, riconosco la fame. Come puoi avere fame in un momento come questo? Rimprovero a me stessa, mentre continuo a dare pugni nel vetro, finchè esso non si rompe, dilaniandomi la mano. Fiotti di sangue sgorgano dalla ferita, e io la guardo allucinata, scossa. Non riesco più a pensare a nulla. Vedo solo sangue. Tanto, tanto sangue…

 

- Hermione, svegliati.-

Il tono di Harry non potrebbe essere più cupo.

Io muovo appena i piedi, giusto per constatare di essere ancora sulla terra. La mia mano si posa automaticamente sulla mia pancia. I ricordi e le sensazioni tornano ad affliggermi. Guardo Harry, che mi abbraccia e mi sussurra parole che non mi sforzo di comprendere, ora che tutto è inutile…

-         vuoi che anche tuo figlio muoia? Vuoi questo?-

mi domanda il mio migliore amico. Io non rispondo subito. Prendo tempo, giusto per digerire per bene la domanda, e formulare una risposta. Ma una sola sillaba mi esce dalle labbra, prima che le lacrime mi trascinino di nuovo in un terribile delirio…

-No.-

Harry incrina le labbra e mi fa alzare. Solo allora mi accorgo di avere una fasciatura alla mano destra.

- potevi morire.-

- è quello che volevo fare.-

-stupida.-

La risposta di Harry non può che provocare in me un ulteriore senso di terrificante tristezza.

-lui non sapeva neanche di stare per diventare padre. Non lo saprà mai. È morto senza conoscere la realtà. Ti sembra giusto, questo? Ti sembra che io possa accettarlo?-

Finalmente, dopo due giorni, riprendo pienamente l’uso della parola.

-         Tu devi andare avanti.- Mi ordina lui, con quegli occhioni verdi…

-         Chi me la da la forza?- sussurro io, tra le lacrime.

-         Tuo figlio. E io.-

Ma la risposta di Harry non mi basta. Non mi basta perché all’appello manca un nome.

- senza di lui niente è più possibile.-

riesco a scorgere tra le lacrime un amaro sorriso disegnarsi sulle labbra sottili di Harry, che apre la bocca senza pronunciare parola.

-ricordi quando al sesto anno facemmo quel patto? Il patto! Quando dicemmo di essere un trio indistruttibile, fortissimo e quant’altro?-

sbottai; irritata dalla mancata di risposta di Harry, che in quel momento era l’unica persona che mi rimaneva.

- mi hanno ucciso i genitori, mi hanno isolata dal mondo felice e ora mi tolgono anche l’amore? Ma se l’avesse saputo, almeno sarebbe morto con… pensando a suo figlio…- non riesco a continuare. Mi getto tra le braccia di Harry, urlando e singhiozzando come mai avevo fatto. Voglio liberarmi dal dolore. Liberare lo spirito libero che è in me. Ma non so come fare. È come essere sepolti vivi, privati dell’aria.

- noi insieme ce la faremo.-

ma non mi basta ancora. No, no, no, non mi basta. E non mi basterà mai.

- dimmi qualcosa che mi faccia smettere di dissanguarmi dal dolore, altrimenti giuro che appena posso mi uccido.-

Non riesco ad essere più esplicita. 

- Ti amo.-

mi fermo. Il tempo si ferma. Il mio cuore si ferma. Tutto si ferma. Harry no, Harry, no no no. come puoi dirmi questo, ora? Come puoi rivelarmi i tuoi sentimenti in un momento come questo? Come puoi rigirare il coltello nella piaga in questo modo?

- Eh già! Ora che il nostro rivale è andato a miglior vita, ci divertiamo con la sua amichetta, no?! Tanto lui non lo saprà… non lo saprà…mai!- urlo, ed ogni parola mi costa una coltellata al petto. Non voglio litigare, voglio solo tornare a vivere.

Harry si allontana dall’abbraccio e mi guarda:

- Ti amo e voglio vivere con te e tuo figlio e non voglio prendere il posto di Ron. Ma non puoi impedirmi di amarti. Ho represso i miei sentimenti troppo a lungo… che ne dici, mi fai fare lo zio del bimbo?!-

un sorriso triste si apre sul volto di Harry.

Nel mio cuore si accende un barlume di speranza, una piccola luce fioca… 

- Harry, si, forse con il tempo riuscirò anch’io ad amarti ma ora è difficile, ora è dolore, dolore e solo dolore. Ti prego, promettimi di lasciarmi sola il più possibile in questo periodo. Con il tempo ti prometto che sarò io a venire da te.-

e detto questo mi alzo, ma lui mi trattiene per il polso, guardandomi, come per sperare in un’altra mia parola. Ma io sorrido dolcemente e mi allontano, certa che dopo il delirio ritroverò la vita.

 

 

Nota dell’autrice: avete riempito i fazzoletti di lacrime?

Eheheheh… a me piace questa fic perchè è… deliziosamente malinconica, seppur impossibile!

Commentate, ( quando avete finito di piangere, s’intende…) mi raccomando ci tengo!

  
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