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Autore: 0_LAVY_99    27/11/2013    0 recensioni
L'eterna lotta degli angeli contro demoni e vampiri. Katherine è un'ex vapira sfuggita ai suoi nemici in cerca di vendetta.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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01- La Fuga
Mi risveglio di soprassalto, come quando si ha appena avuto un incubo. Mi sento strana, diversa e molto più vulnerabile di quanto mi sentivo forse poche ore fa. Sono di nuovo legata alla sedia, in questa specie di casa abbandonata, buia e silenziosa. Faccio vagare lo sguardo intorno a me; vedo mio fratello accovacciato in un angolo, è ammanettato nel solito posticino ed è pieno di lividi, come se lo avessero picchiato per bene. Noto poi che ha un'orribile ferita al fianco che sanguina parecchio. Aspetta un secondo... se sanguina perché non posso sentire l'odore del suo sangue? Sono giorni che non mi nutro e allora perché non sento la sete e non muoio dalla voglia di saltargli addosso e dissanguarlo? E perché fa così freddo? Era da mesi che non sentivo il freddo, la fame e la sete come le intendono gli umani. Non mi sentivo così da quando ero umana.
-Ian che mi hanno fatto?? domando a mio fratello che mi guarda perplesso mentre tremo di freddo.
-Non lo so  risponde. Uno strano incantesimo o qualcosa del genere.
Prima che possa capire megli che cosa mi sta succedendo una svoce familiare mi sussura all'orecchio:-Ora ti porto via da qui.
No, non può essere. Abbozzo un sorriso.
-Angel...
Mi libera, tagliando le corede che mi tengono prigioniera e con degli strattoni libera Ian. Non posso credere che ci abbia trovato e che sia qui. Lo abbraccio forte. Dio, quanto mi è mancato...
-Forza andiamocene, prima che... non fa in tempo a compleatre la frase che qualcunogli si scaglia addosso. Altre due ombre intervengono nel comattimento e cominciano a lottare una contro l'altra. Grido spaventata.
Io mi lancio verso la porta prima che qualcuno riesca a fermarmi e comincio a correre a perdifiato nel bosco. Non ho la minima idea né di dove sono ne di dove sto andando. semplicemente corro a zig-zag tra glia alti pini cercando di allontanarmi più che posso da quella maledetta casa. Poi un pensiero terribile mi attraversa la mente: Ian e i miei genitori non sono con me. Mi fermo di botto e mi guardo intorno disperata con la vista annebiata perché le lacrime hanno già cominciato a pizzicarmi gli occhi. Non li vedo nessuno di loro. Ricomincio a correre. Li ho abbandonati alla morte, penso.Sto per tornare indietro ma il mio istinto di conservazione e lo impedisce. Oh, è così frustrante essere umani momenti come questo. Nonostante la folle corsa muoio dal freddo: indosso soltanto una leggera vestaglia tutta strappata che non mi arriva alle ginocchia, sono a piedi nudi, il terreno è umido e freddo perciò ho i piedi,e non solo, congelati, scivolo e inciampo parecchie volte e ho le gambe tutte graffiate. E in più ho freddo e fame ma continuo a correre come una pazza in questo bosco immenso, mentre le lacrime mi rigano le guace perché è l'unica cosa che mi distrae dal pensare che ho abbandonato la mia famiglia, che appena ho visto uno spiralio ne ho approfittato senza preoccuparmi di loro. Alla fine sfinita e senza un briciolo di forza mi lascio andare in ginocchio ai piedi di un albero ma poi mi stendo del tutto, su un mucchio di foglie cadute. Credo di aver pianto e delirato tutta la notte. Continuavo a piangere e a tremare mentre chiamavo alternativamente mio fratello e i miei genitori e il mio ragazzo ma nessuno rispondeva ai miei richiami. Ero completamente sola nella notte più buia e straziante della mia vita. La mattina dopo quando mi alzai a fatica non avevo più lacrime ed ero tutta intorpidita. Guardai e ferite sulle mie gambe: non si erano rimarginate quindi ero tornata umana per davvero. Non ricordavo nulla nel rito ma meglio così. Volevo dimenticare tutto quello che aveva a che fare con l'arcangelo che mi aveva strappato via tutto, che non avevo modo di sconfiggere. Ogni volta che ci provavamo finiva male. Forse a quest'ora la mia famiglia sarà già tutta morta. Ma se non è così io devo trovarla e salavarli tutti. Ma prima devo uscire da qui. Non so se mi guidarono verso la strada i rumori delle macchine che passavano oppure la voglia di vendetta ma fatto stà che sbucai prorio davanti ad una strada trafficata. Ero così rimbambita dalla febbre che che quasi mi feci investrire da una volante della polizia. Dalla macchina uscì un'agente. Non sebrava americano e infatti incominciò a parlarmi allarmato in una lingua sconosciuta che sembrava russo. La disperazione mi assalì. Dove accidenti ero finita? Ero senza documenti e senza soldi, in paese che non conosco e sembravo una di quelle protagoniste dei film horror soprevissute per miracolo alla lotta contro il cattivo. Pensai che non sarei mai riuscita a tornare in America e che sarei invecchiata qui, magari in un ospedale psichiatrico. Con la scarsa padronanza che mi era rimasta sulle mie capacità, sia fisiche sia intelletive, spiegai in inglese semplicemente che ero stata rapita e che ero riusita a scappare. Non raccontai della mia famiglia, tanto meno che era stato un angelo a rapirmi o sarei finita direttamente in manicomio. Già non osavo pensare a che cosa pensasse quel polizziotto di me. Deve avermi presa per una turista sprovveduta perchè disse soltanto facendomi salire in macchina che ora mi portava in ospedale.Per un'istante esito, insomma quest uomo è uno sconosciuto è naturale diffidare ma sono così debole che non oppongo alcuna resistenza. Mi accovacciai sul sedile posteriore e lanciai un'ultima occhiata al bosco che ci aveva inghiottiti aspettandomi di veder riemergere qualcuno di loro ma non successe niente. Così cominciò la mia nuova,seconda, vita segreta. Il mio periodo più buio e triste, in cui ho fatto emergere la mia natura più selvaggia e crudele, ho cambiato me stessa per non soffrire ma questa era l'unica opportunità per sopravivere e vincere questa guerra. Definivamente. Perché Katherine èpronta a lottare e non si lascerà più vincere.
  
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