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Autore: bleupolimnia    27/11/2013    2 recensioni
''Come va con Louis?'' sapeva di aver centrato il punto con quella domanda e sapeva di aver scosso Harry che, per poco, non si strozzò con la sua bevanda calda.
Il riccio sospirò e con gli occhi sospesi nell'aria, portò la mente lontano, precisamente, la portò proprio al ragazzo appena nominato da sua sorella maggiore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Sto arrivando, Gem!'' Harry digitò frettolosamente quel messaggio, cercando di tenere uno sguardo ben attento sulla strada, evitando di fare un incidente.

Scese dall'auto e subito l'aria gelida lo colpì prepotente, costringendolo a stringersi nella sua giacca e ad aumentare il passo. Quella era una giornata speciale, perché finalmente era tornato a Londra e perché l'avrebbe passata insieme ad una delle persone più importanti della sua vita, sua sorella Gemma.
Sorrise, pensando a quel viso così simile al suo e alla sua aria da sfacciata che tanto gli mancava, ma che in realtà nascondeva una delle persone più amabili che esistessero.

Appena la vide, la avvolse con le sue grandi braccia e la strinse a se, inspirando forte il suo profumo così dolce e delicato.
''Ciao, fratello'' la sentì dire, mentre ancora era stretta a lui. Nessuno dei due aveva intenzione di liberarsi da quella presa così calorosa, che aveva il sapore di casa.
''Dove mi porti oggi?'' le chiese il riccio, mentre le regalava uno dei suoi sorrisi più belli e sinceri, uno di quelli che Harry riservava a poche persone della sua vita.
''Al parco!'' Gemma era entusiasta di rivedere suo fratello, forse non lo avrebbe ammesso facilmente, ma sentiva la sua mancanza ogni giorno. Era difficile svegliarsi la mattina senza sentire il suono della sua voce roca riempire gli angoli di quella casa che, senza di lui, sembrava così vuota. Certo, lei e la mamma se la cavavano e tiravano avanti la baracca ed erano così fiere del loro Harold, ma in alcuni momenti la malinconia si faceva spazio nei loro cuori e saperlo lontano, in chissà quale parte del mondo, sapere che stava crescendo, che stava diventando un uomo, appesantiva l'anima e faceva sporcare il viso di lacrime.
 
''Come stai?'' chiese innocentemente la rossa, non sapendo cosa avesse appena scatenato nella testa del riccio che le sedeva a fianco che, in modo alquanto nervoso, iniziò a torturarsi il labbro rischiando di farselo sanguinare.
''Harry, il gatto ti ha mangiato la lingua?'' lo spronò lei, mentre portava alle labbra il suo caffè, godendosi il calore che il contenitore di quest'ultimo le portava alle mani rosse per il freddo.
''Approposito di gatti.. il nostro come sta?'' cercò di deviare la domanda, portando lo sguardo oltre il lago che stava proprio al centro di quel grande parco, sapendo che se i suoi occhi avessero incontrato quelli di sua sorella, lei avrebbe sicuramente notato l'ansia e l'angoscia che vi erano celate.
''Come va con Louis?'' sapeva di aver centrato il punto con quella domanda e sapeva di aver scosso Harry che, per poco, non si strozzò con la sua bevanda calda.
Il riccio sospirò e con gli occhi sospesi nell'aria, portò la mente lontano, precisamente, la portò proprio al ragazzo appena nominato da sua sorella maggiore.

[Flashback]

''Tu vieni qui e mi sputi addosso sentenze ridicole e ti aspetti anche che io ti dia delle spiegazioni, Harold?!'' sputò fuori acidamente Louis, puntandogli un dito addosso, minaccioso, mentre teneva gli occhi inchiodati in quelli del riccio.
''Non perdere tempo a rispondere. Anzi, non perdere neanche più tempo a cercarmi, io mi sono rotto le palle di questi tuoi atteggiamenti così infantili. Ho chiuso, Harold.'' e così dicendo, Louis sbatté la porta bianca del suo camerino andando via, lasciando Harry in balia delle sue lacrime e dei suoi errori, quegli stessi errori a cui forse non poteva più rimediare.

Era il momento di un'ultima esibizione, precisamente quella di ''Little Things''.
La live era stata lunga, ma tutto era andato per il meglio, i ragazzi ed i produttori erano soddisfatti, ma Harry in quel momento aveva altro per la testa. Doveva trovare un modo per farsi perdonare, un modo per far capire a Louis quanto lo amasse, un modo per fargli capire che non voleva perderlo, che era stato un coglione a comportarsi in quel modo, anzi, che era un coglione e basta.
Le prime note della canzone iniziarono a volteggiare nell'aria, leggere, arrivando alle orecchie di Harry chiare e definite, accendendo in lui un'idea forse stupida, forse patetica, ma che forse un po' avrebbe reso le cose più facili.

Arrivò il momento di cantare, il riccio impugnò fiero il suo microfono e, non staccando neanche per un attimo gli occhi da Louis, intonò la sua parte.

''I know you've never loved the sound of your voice on tape,
you never want to know how much you weigh,
you still have to squeeze into your jeans
and you're perfect to me''

Ed Harry l'aveva vista quella strana luce negli occhi di Louis, aveva visto che si era irrigidito, che aveva iniziato ad agitarsi, aveva anche notato che si stava torturando le mani, aveva notato che qualcosa era successo. Il ragazzo dagli occhi blu non riusciva a tenere il suo sguardo, scappava dai suoi occhi, deluso, probabilmente, amareggiato, sicuramente. Non voleva che lo guardasse in quel modo, perché sentiva il suo sguardo bruciargli la pelle e la voglia di baciarlo farsi strada dentro di lui. Non voleva che gli dedicasse quella canzone, perché si sentiva perso, perché sapeva che stava perdendo il controllo e che Harry, certamente, l'avrebbe notato, credendo che forse, così facendo, tutto si sarebbe aggiustato tra loro. Ma Louis non voleva che Harry pensasse che fosse così facile riconquistarlo, voleva essere forte, freddo e distaccato, oppure no. Effettivamente, neanche Louis sapeva cosa volesse in quel momento. Anzi, forse di una cosa era certo: voleva Harold, ma questo, non l'avrebbe mai ammesso.

'' I won't let these little things slip out of my mouth
But if it's true, it's you, it's you
They add up to, I'm in love with you
And all these little things''


Ma Harry continuava a cantare e a tenere i suoi occhi puntati su Louis, consapevole di ciò che stava facendo e della reazione che stava scatenando in lui. Harold sapeva che così facendo lo avrebbe provocato, lo avrebbe fatto arrabbiare, ma allo stesso tempo intenerire, ed innamorare di nuovo, ancora.                                                        Louis stava iniziando a sudare freddo, improvvisamente la stanza in cui si trovavano iniziò a girare, perse la cognizione di tutto, del tempo, della vita e del suo stesso essere.

''I've just let these little things out of my mouth
Cause it's you, oh it's you, it's you
They add up to, and I'm in love with you
And all his little things''


La botta finale era arrivata. L'ultimo colpo, dritto al centro del petto, dritto nell'anima ormai lacerata di quel ragazzo dagli occhi blu, era stato sferrato. Harry gliel'aveva dedicata e l'aveva reso palese davanti a milioni di persone, non dando importanza a cosa avrebbero potuto pensare, a quale sarebbe potuta essere la reazione del Management dopo una cosa simile. Fondamentalmente, ad Harold non importava di nessuno in quell'istante, proprio in quello studio, se non del suo Louis, che temeva non fosse più così 'suo'.
Si guardarono, di sfuggita, un'ultima volta, per poi continuare quel teatrino come se nulla fosse successo.

Quella stessa sera, dopo mesi, Harry e Louis fecero l'amore.
 
''Allora ragazzi, quali sono i vostri programmi dopo gli AMAs?'' gli occhi di Louis ed Harry si incontrarono senza esitazione al sentire quella domanda, si incontrarono in modo malizioso e sfacciato, rivelando la gran voglia che avevano di possedersi.
''Penso che andrò a letto!'' rispose entusiasta Styles, lasciando che un sorrisetto beffardo gli comparisse sul volto, mentre teneva ancora lo sguardo fisso in quello del suo ragazzo. Harry non si pentì della sua risposta, perché in fondo non aveva mentito, era la pure e semplice verità.
Ed infatti Harold ci andò a letto, ma con Louis.
Quale consolazione migliore dopo una serata devastante, in cui il cattivo umore gli aveva tenuto lo stomaco stretto in una morsa tremenda, se non quella di fare l'amore con il suo meraviglioso fidanzato?
Harry si dimenticava del resto del mondo quando era con Louis. Si dimenticava di aver stonato, si dimenticava di aver vinto insieme ai ragazzi due premi, si dimenticava della Modest, si dimenticava di Eleanor, si dimenticava di essere parte degli One Direction e si dimenticava quasi del suo stesso nome, se non fosse stato per Louis che bramoso come non mai di raggiungere il piacere continuava ad urlarlo, rischiando di svegliare chi dormiva nella stanza accanto.

Harry era felice come non mai di poter stringere tra le sue braccia l'uomo che amava, che in quel momento, rannicchiato sul suo petto, sembrava così piccolo ed indifeso. Lo guardava con occhi pieni d'amore, come se al mondo non ci fosse nulla di più bello, come se non potesse desiderare cosa migliore nella sua vita. E più lo guardava e più si immaginava una vita insieme a lui, magari con dei figli, in una grande casa nella periferia di Londra, in pace con il resto del mondo. Si immaginava a svegliarsi ogni mattina con il suo sorriso ad illuminargli la giornata ed i suoi occhi blu a dargli il 'buongiorno', quegli occhi blu come il mare, così belli che Harry avrebbe voluto affogarci dentro per il resto dei suoi giorni.
E si addormentò così, con Louis tra le braccia e l'anima piena di speranza e sogni.


La mattina seguente, quando Harry apri gli occhi, Louis non era più al suo fianco.
Non aveva trovati i suoi occhi a svegliarlo, il suo sorriso a scaldargli il cuore e la sua voce impastata a chiamarlo 'amore', proprio come aveva fatto la sera prima, quando gliel'aveva sussurrato delicatamente all'orecchio, provocandogli piccoli brividi lungo la colonna vertebrale.

Il riccio aveva preso immediatamente il cellulare tra le mani, rischiando di far cadere la lampada appoggiata sul comò, ma purtroppo non vide nulla di ciò che sperava. Lo schermo illuminato del suo iPhone non segnava nessun messaggio da aprire o nessuna chiamata persa. Harry decise di vestirsi velocemente ed uscire a cercare Louis, per capire cosa fosse successo.
Non l'aveva trovato nella sala della colazione e neanche nella camera che avevano prenotato per lui. Aveva chiesto ai ragazzi e tutto ciò che gli avevano detto era che Louis era uscito presto e li avrebbe aspettati a Central Park, dove avrebbe dovuto esibirsi per Good Morning America.
Harry non capiva più nulla, cos'era successo? Pensava che finalmente le cose avessero preso a girare nel verso giusto, che tra lui e Louis tutto fosse tornato al proprio posto, ne era certo, anzi.
La verità era che in quel momento, Harold, non era più sicuro di nulla.


Non ebbero occasione di parlare, Louis non lo degnò di uno sguardo ed Harry si tormentava, chiedendosi cosa avesse fatto di sbagliato quella volta.
Arrivò il momento della loro performance ed il riccio cantò con così tanta rabbia da rischiare di danneggiare la sua povera voce, che in quei giorni, era già fin troppo stanca. Cantò, cercando di liberarsi da tutti quei pensieri che gli martellavano il cervello, asfissiandolo, facendolo sentire come se da un momento all'altro sarebbe potuto cadere, senza riuscire più a rialzarsi.


Anche l'ospitata a GMA finì ed Harry e Louis ancora non si erano rivolti una singola parola.
La sera, Louis si chiuse in camera con una banale scusa ''Sono stanco, ho bisogno di dormire, domani partiamo presto '', liquidando tutti, compreso Harry, che con un grande peso sul cuore si buttò sul letto della sua camera, lasciando che lacrime silenziose gli rigassero prepotenti il viso. Lacrime silenziose proprio come Louis, che sembrava non volerne sapere di dare spiegazioni di quel suo comportamento al povero Harry, che dal canto suo, iniziò ad incolparsi di tutta quella situazione, dandosi più volte dell'imbecille, convincendosi anche del fatto che forse se lo meritava tutto quel dolore.


Tornarono a Londra il giorno seguente, con due voli diversi. Louis sparì, Harry non provò ad inseguirlo.

Ed Harry raccontò tutto a Gemma. Gli raccontò per filo e per segno ciò che era successo, mentre a stento tratteneva le lacrime. E sua sorella lo ascoltò, diede attenzione ad ogni singola parola che uscì dalle labbra rosse di suo fratello, per poi abbracciarlo, una volta che ebbe concluso il suo sfogo.
''Harry, io non capisco dove stia il problema..'' esclamò d'un tratto Gemma, sorprendendo suo fratello, che allibito spalancò la bocca per poi urlare ''Non capisci quale sia il problema?! Mi prendi in giro?!'', facendo girare metà delle persone presenti in quel parco. La rossa lo intimò ad abbassare la voce, pizzicandogli un braccio.
''Tu lo ami?'' Harry sbuffò, pensando che fosse una domanda tanto scontata quanto stupida.
''Rispondi e non sbuffare Harold!'' sapeva che quando lo chiamava così, le cose si facevano fin troppo serie.
Deglutì e cerco di trovare la forza per rispondere a quella domanda, ''Lo amo da morire'' disse, schietto e diretto, mentre i suoi grandi occhi si coloravano di un verde più limpido e sincero.
''E allora perché sei ancora qui?'', cercò di spiegarsi Gemma, ''Harry, tu non fai altro che leggere romanzi di storie d'amore, possibile che non ti abbiano insegnato nulla?!'' gli chiese in fine, guardandolo in modo interrogativo, aspettando una risposta.
''Ma i libri che leggo io finisco tutti male! Le persone si lasciano, scappano via e..'' ma Harry non finì di parlare, perché sua sorella prontamente lo interruppe ''Appunto, tu da questi finali così drammatici e strazianti possibile che non abbia imparato nulla?'' gli chiese ancora, accarezzandogli delicatamente una guancia, proprio come faceva quando lui era piccolo e cercava di consolarlo, dopo aver fatto un brutto sogno.
Harry questa volta non rispose, semplicemente abbracciò la sorella, lasciandole un bacio tra i capelli, mentre con voce flebile e tremante le diceva ''grazie''.
Harry corse via, con il cuore che galoppava come un cavallo imbizzarrito, così forte quasi da rischiare di uscirgli dal petto. Ringraziò con la mente il suo allenatore per sottoporlo sempre ad ore estenuanti di tapis roulant, mentre correva ancora, mentre correva da Louis.
Perché Harold capì che non poteva lasciarselo scappare, che per nessun motivo al mondo Louis sarebbe uscito dalla sua vita, perché quel ragazzo era per Harry l'unica occasione di essere veramente felice.
Ed allora corse, corse più che poteva, sperando di trovare Louis proprio dove credeva che fosse.
Lo trovò, i loro occhi si ritrovarono.
Quella sera fecero di nuovo l'amore.

La mattina seguente, Louis era ancora stretto tra le braccia di Harry.

You’re all I need when I’m holding you tight
If you walk away I will suffer tonight

I found a man I can trust
And boy, I believe in us
I am terrified to love for the first time
Can you see that I’m bound in chains
I finally found my way
I am bound to you
I am bound to you.



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Salve a tutti! 
Allora, premettendo che è la prima volta che pubblico qui una storia ed è anche la prima volta che scrivo una Larry, spero che siate clementi ed abbiate pietà di una povera creatura come me che tra le lacrime ed i troppi feelings per colpa di quei due ha cercato di dare del suo meglio!
Ovviamente, come spero si sia capito, mi sono ispirata agli ultimi avvenimenti di questi giorni per scrivere questa OS! Comunque, pero vi piaccia, io l'ho scritta con tutto il mio cuoricino. 
Pace, amore e.. (voi buoni intenditori capirete)!
  
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