« Sei bellissima, lo sai, vero? »

La ragazza lo guardò e sorrise.

Era da un po' che quel ragazzo la guardava, lo aveva visto sedersi accanto a lei e alla sua amica quasi un quarto d'ora fa e i suoi occhi scrutarla in ogni singolo movimento.

L'Art Factory era particolarmente affollato, quella sera. Ci andava ogni sabato con Paola, per simbolicamente staccare dagli impegni universitari.

Non parlavano altro che di scuola, dopotutto, ma si divertivano comunque ad osservare le altre ragazze ballare e a guardare indiscretamente i ragazzi che si avvicinavano al bancone.

Infatti non era la prima volta che un ragazzo si avvicinava a Gaia, ma quel ragazzo era davvero appariscente e dai modi di fare piuttosto schietti: non era da tutti fare avance così spietate.

Poteva sembrare inquietante - ed effettivamente lo era - ma quel tizio non le faceva paura.

Era un ragazzo mingherlino, forse di qualche anno più grande di lei, dai appariscenti capelli rossi.

Aveva un pesante accento inglese, - capì a malapena cosa le aveva detto, l'inglese non era mai stata la sua materia preferita - un viso di uno che aveva alzato il gomito un po' troppo e due occhi blu fin troppo calamitanti per i suoi gusti.

« Certo che lo so, » iniziò a dire in un inglese un po' dissonante « non ho bisogno che un tizio sbronzo me lo ricordi. »

Gaia era abbastanza sicura di sè e troppo orgogliosa per accettare dei complimenti, specialmente quella sera.

Paola rise e sorseggiò nuovamente il suo Daiquiri.

Il ragazzo la osservò attentamente, inclinando leggermente la testa di lato.

« Io non sbronzo, io sono Matthew. » rispose con aria perplessa.

Gaia scoppiò a ridere, quel ragazzo gli ispirava una tenerezza enorme.

E in più non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.

« Allora piacere di conoscerti, Matthew. »

« Era implicito che dovessi presentarti anche tu. »

Matthew sorrise sornione.

« Era implicito che tu dovessi offrirmi da bere, ma evidentemente non l'avevi capito. »

Il ragazzo socchiuse appena gli occhi e sorrise, divertito.

Quella ragazza gli piaceva, eccome se gli piaceva.

Gaia si alzò sotto il suo sguardo, si sporse a dire qualcosa alla sua amica e si avvicinò all'orecchio di Matthew.

« Bei capelli, comunque. »

Rise di nuovo e se ne andò, facendosi spazio fra la folla, mentre Matthew la guardava incantato.

Aveva bisogno di una boccata d'aria, quel ragazzo sembrava averle tolto il respiro.

Qualcosa le diceva che le cose non sarebbero finite così e dopotutto era sicura che non le sarebbe dispiaciuto, nel futuro.


Spazio autrice;
Rieccomi qui!
So che potrebbe sembrare banale questa storia, ma è una delle tante che la scuola mi fa elaborare, durante le lezioni. ç__ç
Partendo dal presupposto che amavo Matt e Gaia assieme, ho sempre pensato al loro incontro come un colpo di fulmine - come i due hanno sempre raccontato, dopotutto - e ho cercato di dare la mi interpretazione a tutto ciò, spero vivamente che vi sia piaciuta.
Ricordo che Matthew Bellamy e Gaia Polloni non mi appartengono, eventi davvero capitati che io ho raccontato in questa storia sono del tutto casuali e non vengo pagata per scrivere tutto ciò, questo testo non è a scopo di lucro.
Lasciatemi qualche recensione, se vi va, sarei molto contenta sentire cosa ne pensate c:
 

cheers,

_adia