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Autore: Hendy    28/11/2013    2 recensioni
“Riesci ad usare la tua abilità ora?”
Mikoto allora prese un respiro profondo. Aprì il palmo della mano e cercò di concentrarsi, chiudendo gli occhi. Con suo grande dispiacere però, riuscì solo a creare una piccola sfera di energia, prima che un capogiro prendesse il sopravvento su di lei.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel momento dell’addio, il volto di Asuka non era triste. Anzi. Nonostante fosse rigato dalle lacrime, stava sorridendo. Quel suo sorriso riusciva a scaldare il cuore... Nel suo unico giorno di vita aveva imparato un sacco di cose. Non aveva rimpianti, Mikoto lo sapeva. Ma fu comunque un addio doloroso. Dopo che Asuka fu scomparsa, Mikoto vide il ponte sgretolarsi a sua volta e tornò nella sua realtà, nel mondo reale.
Stava abbracciando il corpo di Asuka da dietro e un fascio di luce le stava avvolgendo. Mikoto lasciò andare il corpo di Asuka che cadde con un tonfo, posandosi su di un lato. All’Electromaster cedettero le gambe e si trovò inginocchiata sopra di lei. La luce si dissolse. Sussurrò ancora una volta il suo nome, sapendo che oramai davanti a lei non c’era altro che un corpo senza vita. Poi perse i sensi.


Quando si svegliò era su un letto d’ospedale. Kazari e Ruiko erano intorno a lei con lacrime di gioia nei loro volti, mentre Kuroko teneva il broncio, evitando di guardarla e di parlarle. Le spiegarono che aveva dormito per quattro giorni di fila e che, come sapeva già, Asuka non era sopravvissuta. La società HAR.ES. era stata chiusa e gli scienziati erano stati messi in prigione. Kyosuke Onigara però non sembrava contento di com’erano andate le cose. Non chiese perdono, anzi. Rinnovò la sua vendetta contro gli Esper.
La sera stessa, quando Mikoto e Kuroko rimasero sole, finalmente le rivolse la parola.
“Avevi promesso.” Sbottò all’improvviso la più giovane.
Mikoto la guardò chiedendosi a che si riferisse.
“Promesso?”
“Sì. Avevi promesso. Mi avevi detto: ‘Starò bene, te lo prometto’ e invece guardati! Sei una stupida, egocentrica e infantile!”
La Level 5 si chiese cosa centrasse l’essere “infantile” in quel momento, ma non osò discutere su questo punto. Kuroko era stata molto in pensiero per lei, poteva capirlo…
“Kuroko… Mi dispiace di averti fatto preoccupare.”
“Io? Preoccupata per una stupida come te? N-neanche p-per i-idea.”
Ma la sua voce incrinata e i singhiozzi la stavano smascherando. Mikoto l’avvicinò a sé e l’abbracciò, il più forte che poteva.
“Grazie Kuroko.”
“O-Onee-sama..”
Per il resto della serata, Kuroko pianse come mai l’aveva vista fare. Mikoto, dal canto suo, la lasciò sfogare, almeno fino a quando l’argomento non cambiò da ‘’Sì che ero preoccupata per te, stupida Onee-sama!” a “E poi perché proprio tu tra tutte, tu che porti ancora quegli orribili pantaloncini sotto la gonna”
……..


Dal suo risveglio, dovette stare in ospedale per altre due settimane, perdendosi l’inizio della scuola. Solo quando ogni parametro era tornato nella norma e i suoi poteri si stabilizzarono completamente, il dottore la dimesse, anche se, secondo Mikoto, avrebbe potuto uscire dall’ospedale dopo appena due giorni. Il giorno della dimissione fu Kuroko a riaccompagnarla al dormitorio. Durante il tragitto, le due parlarono di tutto e di più, finchè…
“Ehi, Kuroko…”
Kuroko notò il cambio di tono nella voce di Mikoto, che ora nascondeva un po’ di tristezza.
“Dimmi.”
“Se Asuka…” la sua voce si incrinò leggermente. “beh…se Asuka fosse riuscita a sopravvivere… credi che avreste fatto amicizia?”
La domanda spiazzò un po’ la più giovane.
“Non ci starai pensando un po’ troppo? È da un sacco di giorni che pensi a cose come ‘Asuka aveva così tanta voglia di vivere. Chissà che avrebbe fatto, che gusti avrebbe avuto, che persona sarebbe diventata, che amici avrebbe avuto…’  o sbaglio?”
Mikoto arrossì distogliendo lo sguardo.
“Come pensavo.” Sospirò.
“Come avrei potuto non diventare sua amica? In fondo è come avere una copia esatta della mia Onee-sama, gli avrei insegnato ad indossare abiti all’ultimo grido, ad odiare quei stupidi Gekota che tu ami così tanto, a vivere la vita al pieno delle sue possibilità, ad indossare mutandine sexi, a tenere un comportamento adeguato, a evitare di indossare pantaloncini sotto le gonne come fai t--! Ahi!”
Mikoto le tirò un pugno in testa.
“Per l’ultima volta, tutto questo non ti riguarda!!”
“Sigh. Comunque Onee-sama,  non dovresti preoccuparti per lei. Sono sicura che averti conosciuto, per lei, sia stata la cosa più bella al mondo…”
Mikoto alle sue parole si rilassò un po’ e annuì.
“ Quindi mi avresti tradito con lei e ti saresti dimenticata della tua cara Onee-sama.” Fece finta di piagnucolare.
“Questo maiiii!!! Per me esiste solo Onee-sama!!”
E detto questo Kuroko cercò di saltarle in braccio nel tentativo di darle qualche bacio.
“Eh? Ehi, Scherzavo! No, dai, vattene viaaa!” e si mise a correre per sfuggirle.


Sì, Kuroko ha ragione. Il sorriso che aveva in volto era un sorriso pieno di gioia. Continuerò a dare il meglio di me anche per lei e se un giorno ci rivedremo, le racconterò tutto ciò che ho visto. Non scorderò ma il giorno in cui la mia famiglia è cresciuta ancora. Non la dimenticherò… in modo che possa vivere per sempre… per sempre nel mio cuore.
  
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