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Autore: gaia1986    28/11/2013    2 recensioni
Rivisitazione della storia del Port-to-Port killer.
Tony viene rapito dal killer che lo vuole trasformare in un suo adepto in quanto lo ritiene un suo fratello. Leon Vance, Ray Cruz e Philip Davenport saranno nel mirino dei due.
Gibbs, Ziva e il resto del team, nel frattempo, cercheranno di fermarli e farenno di tutto per riuscire a riportare Tony a casa, ma lui non sarà più lo stesso. Questa situazione avrà ripercussioni su tutto il team e sul rapporto tra Tony e Ziva, ma anche con Gibbs. Cosa succederà tra i Tiva? E con Gibbs? Riusciranno a tornare alla normalità? Sta a voi scoprirlo leggendo.
Nella storia compariranno anche la dottoressa Rachel Cranston, EJ e il suo team, Fornell e Sacks.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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CANTINA DI GIBBS
Gibbs sorseggiò il suo bourbon da un vasetto da muratore, mentre guardava Ziva scartavetrare un pezzo di legno.
Al piano superiore Rachel Cranston stava avendo la sua prima seduta con DiNozzo.
Gibbs aveva pensato che il seminterrato fosse il posto migliore in cui stare per lui e Ziva, mentre DiNozzo riceveva l’aiuto necessario. Dal momento che erano in cantina aveva deciso di mettere Ziva a lavorare al suo ultimo progetto.
«Ziva, lavora seguendo le venature del legno, non nel senso opposto» disse Gibbs che poi prese un altro sorso di bourbon.
«Ci sto provando, Gibbs» dichiarò Ziva.
Smise di lavorare al pezzo di legno. Posando la carta vetrata, si avvicinò alla bottiglia di bourbon, se ne versò un po’ in un altro vasetto e poi ne prese un sorso. Sia lei che Gibbs avevano le loro pistole sul fianco, per cui nessuno dei due intendeva bere troppo, solo quanto bastava per alleggerire la situazione.
«Ci stanno mettendo un sacco di tempo» disse Ziva.
«Con un po’ di fortuna, lei sta riuscendo a comunicare con lui» rispose Gibbs.
«Sono passati due giorni e devo ancora cercare di parlargli» disse Ziva «Ho para di dirgli qualcosa di sbagliato»
«È pieno di dolore, Ziver» replicò Gibbs.
La porta della cantina si aprì e Rachel Cranston scese i gradini e si fermò al fondo. Sembrava un po’ provata. «La nostra prima seduta è terminata» dichiarò.
«Com’è andata?» domandò Gibbs.
«Dura» affermò «Posso avere un drink?»
Ziva afferrò un altro vasetto e vi versò un po’ di bourbon. Spostò il bicchiere verso Rachel e glielo porse. Rachel ne bevve un sorso e sorrise.
«Ok, che ci dici a proposito di Tony?» chiese Gibbs.
«Tutto quello che posso dirvi è che quando ha infranto la programmazione di Cobb, si è spezzato. Tutte le sue maschere e i suoi numerosi muri sono crollati. È stato nelle mani di un esperto che lo ha demolito e non ha mai fatto un backup correttamente però» disse.
«Puoi aiutarlo?» domandò ancora Gibbs.
«Se me lo lascerà fare» rispose « ancora Anthony DiNozzo, un uomo che non ama essere costretto»
Gibbs sorrise. DiNozzo era difficile, ma ne valeva la pena. «Cosa possiamo fare per aiutarlo?» chiese ancora.
«Continuate a cercare di arrivare a lui. Ha bisogno di iniziare a fidarsi di nuovo. Quel bastardo di Cobb ha fatto un buon lavoro su di lui, purtroppo» rispose Rachel «Spero che quando lo prenderete non lo arresterete»
«Non ho alcuna intenzione di arrestarlo» disse Gibbs.
«Bene» rispose Rachel
«Dov’è Tony adesso?» chiese Ziva.
«È di nuovo in doccia. Credo che potrebbe aver bisogno di un po’ di cibo» rispose la dottoressa.
«Vado su e preparo qualcosa» disse Ziva. Posò il bicchiere e si precipitò su per le scale. Quello le dava modo di tenersi occupata e lei aveva bisogno di tenersi impegnata.
«Sembra al limite» constatò Rachel.
«Si è finalmente resa conto di amare DiNozzo» disse Gibbs con un sorriso.
«Ma non va contro le tue regole?» domandò la dottoressa.
«Se questo riporterà indietro DiNozzo, sono pronto ad accompagnarla lungo la navata  per farli sposare» disse Gibbs «poi gli darei uno scappellotto per averlo fatto»
«Ha bisogno di te. Sei la figura paterna più stabile nella sua vita» affermò Rachel.
«Farò tutto quello che posso» rispose Gibbs.
«Bene» replicò Rachel.
«Forse dovremmo andare di sopra» disse Gibbs.
«Lasciamoli un po’ di tempo da soli» replicò Rachel.
Gibbs la guardò con sospetto. «Cos’hai in mente, dottoressa Cranston?» chiese lui.
«Chiamalo sesto senso, ma ho la sensazione che tu non sia l’unico a poterlo aiutare» disse Rachel.
 
PIANO SUPERIORE
Ziva aveva preparato uno stufato di manzo dal momento che sia Tony che Gibbs avevano mostrato di preferire il manzo al pollo.
L’aveva farcito con mais, carote, patate e radici di pastinaca per ottenere un pasto quanto più possibile equilibrato.
Versò una porzione di stufato per lui in una ciotola, poi taglio due fette di pane fresco e le imburrò, posando poi tutto sul tavolo da pranzo. Tornando in cucina, versò della limonata fresca in un bicchiere e tornò per posarlo vicino alla scodella, ma trovò Tony già seduto a mangiare. Ziva sorrise quando appoggiò il bicchiere vicino a lui, poi si sedette di fronte all’uomo.
Fissò i suoi capelli bagnati, che erano ancora troppo lunghi. Per lo meno si era rasato quella barba lunga. Mentre mangiava, teneva gli occhi verso il basso evitando di guardare Ziva. Lei, però, non era in vena di essere ignorata.
«È buono?» gli chiese.
«Si» rispose semplicemente. Non era più il Tony espansivo di un tempo. Quando parlava con lei, parlava a monosillabi o con qualche grugnito occasionale. Tony evitava il contatto visivo.
«Sono felice che tu sia a casa, Tony. Mi sei mancato» disse Ziva.
«Ehm... grazie» rispose lui.
«So che è difficile per te in questo momento, ma andrà meglio» gli disse.
Lui alzò lo sguardo e la fissò negli occhi. Lei poté vedere che lui era perseguitato dagli ultimi cinque mesi. «Davvero?» le chiese.
«Ti ricordi com’ero dopo la Somalia?» gli domandò lei in risposta. Lui fece cenno di si con la testa. «Sono stata meglio dopo. Tu mi hai aiutato a stare meglio. Lascerai che ti aiuti a stare meglio?» chiese lei.
«Cobb» disse lui, poi si fermò «Cobb vuole uccidere il tuo ragazzo»
Ziva arricciò il naso stupita. Il suo ragazzo? Naturalmente, Ray era il suo ragazzo. Non si erano più visti da mesi a causa del suo rapimento, ma quando era stato rapito lei usciva con Ray.
«Non è più il mio ragazzo» dichiarò.
«Oh» mormorò «Lui diceva a Cobb chi uccidere. Cobb ha detto che era cattivo come quelli che l’hanno creato. È senz’anima. Mi spiace»
«Perché ti spiace?» chiese lei stupita.
«Non ho potuto proteggerti» disse per poi guardare la scodella con lo stufato.
«Proteggermi da cosa?» gli domandò, ma lui anziché risponderle prese un cucchiaio di stufato e lo mangiò. «Proteggermi da cosa, Tony» insistette lei.
«Dalla Somalia, da tuo padre, Cobb, Cruz e tutto il resto. Avrei dovuto proteggerti da tutto questo ed ho fallito» disse Tony.
«Non devi proteggermi» rispose lei «Non merito la tua protezione»
Tony abbassò di nuovo lo sguardo sulla ciotola. Ziva temette di essersi spinta troppo oltre. Avrebbe voluto incoraggiarlo, non farlo bloccare.
«Tony, non mi occorre la tua protezione, ma ho bisogno di te. Ho bisogno di te nella mia vita» disse lei.
Calò il silenzio mentre lui giocava con il suo spezzatino usando il cucchiaio. Lei ascoltò mentre il cucchiaio raschiava la ciotola o vi faceva ricadere il brodo dentro. Finalmente, dopo un minuto, lui parlò: «Grazie»
«Perché mi stai ringraziando?» gli domandò.
«Perché hai bisogno di me» disse e poi la guardò di nuovo. Il dolore che lo perseguitava era ancora nei suoi occhi, ma c’era anche qualcos’altro, qualcosa che lei faceva fatica ad interpretare.
«Penso che tu sappia da un po’ che io ho bisogno di te, Tony. io ho tanto bisogno di te» disse lei.
«Perché?» le chiese.
«Perché siamo partner e amici» rispose lei.
«Oh» disse lui e poi tornò al suo stufato.
Ziva decise di giocarsi quell’occasione. «Cosa siamo noi per te, Tony?» gli chiese «Sai Gibbs, Abby, Ducky, McGee, Palmer e io»
«Beh, la famiglia» rispose senza alzare lo sguardo.
«Abby e io siamo come sorelle per te, eh?» chiese lei.
«Abby si, ma non tu. Con te è diverso. Con te è sempre stato diverso» rispose Tony.
«Perché?»
Per un momento dubitò che lui avrebbe risposto, poi lui finalmente alzò lo sguardo verso di lei «Non posso vivere senza di te» le disse.
«Oh» fu la sua risposta. Erano le stesse parole che le aveva detto in Somalia. Una volta tornati a casa, lei gli aveva dato la possibilità di dimenticare quelle parole. Sembrava l’avesse fatto, dato che lui la lasciò andare avanti con la sua vita, senza di lui. Non cercò di far diventare il loro rapporto un rapporto di coppia, ma la lasciò alla deriva con altri uomini. «Se non puoi vivere senza di me, allora perché ha lasciato te stesso vivere senza di me?» gli chiese.
Un sorriso triste gli attraversò il viso. Pensò per un attimo alla sua risposta, poi parlò «Mia madre, Paula, Kate, anche Dana Hutton sono tutte morte. Anche con quelle che sono ancora vive, non è finita bene. Jeanne e Wendy» disse a bassa voce e poi si alzò in piedi «Sono stanco» dichiarò.
Tony si avvicinò alle scale poi le imboccò, lasciando Ziva a riflettere su quello che aveva detto. Lui aveva paura dell’amore, perché l’amore per lui era sinonimo di perdita. Lei doveva cambiare quella situazione.
 
WASHINGTON
Cobb aveva iniziato a seguire il SecNav. Anche le migliori guardie del corpo del mondo non sarebbero riuscite a fermare un assassino determinato ad uccidere il suo bersaglio. Lui era un assassino determinato, ma prima doveva conoscere le abitudini e la routine della vita del SecNav. Con il tempo avrebbe saputo tutto, anche quando Philip Davenport andava in bagno. Tutti i dettagli gli erano utili per un buon omicidio e per non farsi catturare.
Una volta ucciso Davenport avrebbe ucciso Cruz. Vance era di Tony, non spettava a lui. Non aveva alcuna intenzione di toccare Vance. Aveva intenzione di riprendersi suo fratello, invece. Aveva bisogno di un altro mese con lui. Erano arrivati a loro troppo presto. La prossima volta avrebbe fatto in modo che non li potessero prendere. Non sarebbero rimasti negli Stati Uniti o in Canada, ma sarebbero andati in Europa. Lì avrebbe potuto avere i sei mesi o più necessari per fare bene tutto il lavoro.
Certo avrebbe dovuto ricominciare da capo. Erano arrivati a lui a casa di Vance. Sia Gibbs che Ziva sarebbero stati in grado di avvicinarsi lui e rimuovere tutto quello che la programmazione e la modifica comportamentale erano riusciti a fare.
Avrebbe dovuto essere più duro con lui la volta successiva, spingerlo ancora di più verso il limite e riportarlo indietro. Una volta terminato con lui, Anthony DiNozzo avrebbe cessato di esistere e al posto suo ci sarebbe stato un assassino di cui Cobb sarebbe stato fiero e insieme avrebbero fatto desiderare alla CIA che l’Operazione Frankenstein non fosse mai esistita.
 
CASA DI GIBBS
Gibbs aveva consentito a Abby, EJ e McGee di passare da casa per vedere Tony. Rachel gli aveva detto che lui aveva bisogno di sapere di non essere solo e che c’erano persone che tenevano a lui.
Dal momento che stava mangiando con regolarità, Gibbs aveva anche deciso di ordinare della pizza per lui.
La porta di casa si aprì e Abby, vestita tutta di nero, era entrata saltellando in casa di Gibbs alla ricerca di Tony che era seduto sul divano. Alzò lo sguardo dal vuoto che stava fissando, giusto in tempo per vederla spingersi verso di lui atterrando nel posto accanto a lui e avvolgendolo in un abbraccio spacca-ossa. Lui non si lamentava.
«Oh, Tony. Mi sei mancato così tanto. Voglio dire, senza di te non c’era nessuno con cui fare il giuramento coi mignoli o con cui spettegolare come piace a noi» blaterò tutto d’un fiato.
«Abby, lascialo respirare» disse McGee che aveva una TV a schermo piatto da 40 pollici tra le braccia «Ho una TV e un lettore Blue – Ray in macchina per te Tony. ho pensato che potremmo sistemarli e poi guardare alcuni film» McGee sorrise a Tony e poi andò a sistemare la Tv nell’angolo. EJ era lì vicino. Gli sorrise.
«Ho alcuni film di James Bond, tra cui “Dalla Russia con Amore”» disse. «È bello averti a casa, Tony»
Lui non parlò, ma sorrise e quello era già un risultato in sé. Abby gli diede un bacio sulla guancia e poi appoggiò la testa sulla sua spalla.
«Abby e Ducky stanno prendendo la pizza» disse Gibbs. Tony ruotò la testa per vederlo. Era in piedi sulla porta della sala da pranzo con Ziva proprio dietro di lui. «Pizza e film, DiNozzo. Ora si che dovresti sentirti a casa» disse Gibbs.
«Si, Capo» rispose lui.
Gibbs si aprì in un sorriso. «È meglio che ci sia anche un western di John Wayne da guardare»
«Si Capo. Abbiamo “Forte Apache” e “The Searchers”» disse McGee.
«Forse, in fondo, non è così male averti come coinquilino, DiNozzo» disse Gibbs.


NdA:
Scusate il ritardo!!
Al prossimo..
Gaia
  
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