Disclaimer: La storia
comincia dove
finisce "Sulle tracce del passato". Prima dell'uscita del film,
questa sarebbe stata una Future Fic, ma ora fa parte della categoria
What if?
Sono passati dieci
anni dal
diploma,
dieci anni che hanno portato i nostri protagonisti lontano.
C'è chi è
cresciuto, come Dick Casablancas, felicemente sposato con Cindy Mac
MacKenzie e
padre d due bambini. O come Eli Navarro, che ora lavora come paramedico
sulle
ambulanze, fidanzato con Parker Lee, ex compagna di
università di Veronica e
Mac. C'è chi ha viaggiato a lungo per tornare, come Jackie
Cook, che si è
trasferita a Neptune dopo dieci anni assieme ai suoi due bambini per
stare
vicino a Wallace Fennell.
E poi c'è
chi
è andato lontano da
Neptune. Se Logan fa l'attore a L.A., Veronica è diventata
P.I. sempre nella
stessa città.
"Sulle tracce del
passato" vede
Veronica e i suoi amici collaborare per riportare Duncan Kane e la
piccola
Lilly in America. Ci riescono, non senza la necessaria dose di
spargimenti di
sangue e tragedie. Nel momento in cui tutto sembra essersi risolto per
il
meglio, Duncan viene arrestato. L'accusa pendeva sulla sua testa da
dieci anni:
l'innocenza di Aaron Echolls lo rende il sospettato principale per
l'omicidio
di sua sorella, Lilly Kane.
Nessuno
dei personaggi mi appartiene, e
non voglio fare torto a Rob Thomas utilizzando il mondo da lui creato.
Cambiamenti
"Sono a casa!"
La voce profonda di Logan Echolls
echeggiò per le stanze che componevano il bell'appartamento
che aveva
trasformato nella propria dimora. Il giovane uomo attese qualche
secondo, poi
sospirò e chiuse la porta d'ingresso. Fuori la luce iniziava
a scemare, cedendo
il passo al buio.
Logan appoggiò la
valigia sulla sedia più
vicina e si avviò verso la cucina. Passando attraverso il
salotto, dove c'erano
un divano un tavolo e il mobile per la televisione, accese tutte le
luci.
Scavalcò un borsone sportivo prima di raggiungere un
orsacchiotto di pezza
abbandonato per terra. Lo raccolse e lo ripose nello scatolone che
conteneva
altri giocattoli. Poi calciò di lato il borsone blu
elettrico che riportava la
dicitura "Neptune pink soccer", mentre lo apriva e tirava fuori
calzini sporchi, magliette sudate e scarpe infangate. La sera
precedente aveva
piovuto.
Il tutto finì in
lavatrice assieme ad
altri capi di vestiario abbandonati lungo il corrimano della scala che
saliva
al piano di sopra, sulle sedie della cucina e lungo lo schienale del
divano,
ricoperto di riviste e giocattoli.
Sono mancato solo due giorni, e sembra che
sia esplosa una bomba in questa casa pensò il
giovane uomo mentre caricava il
programma veloce con fare esperto. Negli ultimi mesi si era dovuto
adattare a
molte novità, come fare la lavatrice, pensare ad una cena
che non fosse
composta da hamburger e patatine fritte - il nutrizionista l'aveva
sconsigliato, soprattutto in quella fase -, e chissà quante
altre piccole
azioni che non aveva mai pensato avrebbero potuto appartenere alla sua
routine.
Mentre metteva i piatti sporchi
accumulati nel lavandino in lavastoviglie, allungò una mano
verso il
frigorifero e lo aprì. Possibile
che le donne di questa casa non sappiano
cucinare, si domandò sconcertato il giovane
mentre scansionava i ripiani del
frigorifero, desolatamente vuoto. Fare la spesa, un altro punto da
aggiungere
alla lista delle cose da fare nel pomeriggio. Mentre afferrava un
sandwich al
tonno, l'occhio gli cadde sull'orologio. Sono le cinque di
giovedì, la
settimana sta quasi per finire… stava pensando
il giovane. Poi qualcosa fermò
il corso dei suoi pensieri.
Le cinque di giovedì… le cinque di
giovedì… oh
maledizione!
Logan abbandonò il
sandwich sul ripiano
semivuoto del frigorifero e raggiunse in fretta il telefono. Compose il
numero,
ma niente… dopo tre squilli partì la segreteria
telefonica. Maledizione
Veronica, rispondi al telefono. Alla terza chiamata Logan
desistette. E compose
il numero d'emergenza.
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Keith Mars
non si aspettava più nulla dalla vita: gli aveva
riservato fin troppe
sorprese. Quando aveva conosciuto la sua futura moglie Lyanne aveva
pensato che
avrebbe potuto essere l'amore della sua vita. Ben presto si era reso
conto che
non poteva essere così. Alla donna era bastato incontrare
sulle scale della
scuola materna della loro figlioletta Veronica il ricco e affascinante
Jake
Kane per dimenticarsi in fretta delle promesse di matrimonio
pronunciate solo
pochi anni prima.
Keith Mars un
tempo era sicuro che il suo lavoro come pubblico ufficiale e tutore
della legge
avrebbe seguito il corso naturale, e che avrebbe raggiunto la pensione
comodamente seduto sulla poltrona di sceriffo. Al contrario ora stava
aspettando il momento di ritirarsi dal mercato scomodamente acquattato
sul
sedile posteriore della sua macchina mentre pedinava un broker
stranamente
vicino alla piccola criminalità di Neptune. L'uomo era
appena entrato al River
Sticks, la sede operativa dei Fitz Patrik una famiglia di delinquenti
di
origine irlandese che gestiva il traffico di droga della
città. Grazie alla
connivenza del tutt'altro che incorruttibile sceriffo Winnie Van Lowe
il potere
di quei pericolosi criminali era cresciuto negli ultimi anni. Ma le
vicine
elezioni dello sceriffo stavano minando la sicurezza di Liam e
fratelli, per
questo stavano cercando di accumulare quanto più capitale
possibile per una
campagna elettorale con i fiocchi. Vinnie doveva restare al suo posto!
E così Mr.
Morris, il broker col vizio del gioco pedinato da Keith era entrato a
far parte
della rete di finanziamento della campagna elettorale dello sceriffo.
Peccato
che i soldi estorti fossero della compagnia e non di Mr. Morris.
Compagnia che
voleva recuperare quanto gli apparteneva e liberarsi del traditore.
L'investigatore
dalla lunga esperienza aveva raccolto abbastanza prove, gli serviva
solo una
registrazione ambientale decente, ed era deciso a
prendersela.
"Allora, come se la sono cavata i cavalli questo fine settimana?" La
voce sgraziata di Liam risuono metallica nelle cuffie di Keith. Dai che è la
volta buona pensò l'ex sceriffo. Poi qualcosa
si insinuo nella registrazione.
Un ronzio ritmico e fastidioso. Ci mise un po' a capire: il
telefono
delle emergenze. Quello che non doveva e non poteva mai essere spento.
Keith lo
estrasse rapidamente dalla tasca della giacca appoggiata allo schienale
del
sedile del passeggero. "Ragazzo mio, in cosa posso essersi utile?"
Domando l'uomo al giovane all'altro capo del telefono. La voce di Logan
Echolls
era preoccupata e nervosa. "Keith... Se ne è dimenticata! Ti
prego
recupera Veronica. Io penso al resto: abbiamo solo mezz'ora!". Senza
attendere risposta Logan chiuse la telefonata.
Maledizione
Veronica penso l'ex sceriffo saltando sul sedile del
guidatore e mettendo in
moto.
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La stanza era
silenziosa. La luce filtrava da sotto la porta, e i rumori ovattati che
provenivano dall'esterno creavano la giusta atmosfera. Intrufolarsi
nell'ufficio vuoto, accendere il computer con tutti i sensi
all'erta… la parte
più adrenalinica del suo mestiere, quella era la parte che
le piaceva di più.
L'emozione del non farsi beccare l'aveva sempre eccitata.
Come quando era
al liceo e sgattaiolava silenziosamente nell'ufficio di Clemmons.
Trovare la
password non era un problema, perché era banalmente scritta
sotto la
cambrettatrice. Tuttiuguali,
nessuna fantasia commentò la giovane donna
ripensansando ai suoi 17 anni. Ma
è possibile che nessuno
sappia ricordarsi una password a memoria? O nasconderla in un posto
decente?
Tanto meglio per me… pensò la bionda
mentre digitava il codice d'accesso che lo
sceriffo aveva nascosto sotto il fermacarte. Le sue dita veloci ed
esperte
composero silenziosamente la frase "I'm the best", e così fu
dentro.
Dentro il computer dello sceriffo, libero accesso a tutti i dati, tutti
i
fascicoli, anche quelli secretati. Aprì la cartella "Cases",
poi
quella "Murder", e infine "Closed" e cercò sotto la
"K". Infine lo trovò. "Kane L.". Inserì la
pennetta
nell'uscita USB e iniziò a copiare i file. Poi
tornò indietro. "Murder",
"Open" e cercò la "E"… Eccola qua!
Esultò silenziosamente
tra sé e sé. Copia, Incolla… il
processo era lungo. Le cartelle contenevano
fotografie, video, documenti, scansioni, testimonianze. Un sacco di
materiale.
30%… dai maledetta macchina dell'anteguerra, sbrigati,
intimò al vecchio
computer che non ne voleva sapere di fare in fretta.
Fuori, nella sala
principale dell'ufficio dello sceriffo le voci si fecero più
alte. "Buon
pomeriggio capo", esclamò Saks. Maledizione, doveva stare fuori
ancora un
paio d'ore… pensò Veronica, mentre
fissava lo schermo, sperando che la copia
dei file si velocizzasse. Niente da fare… 79%. La voce di
Vinnie era vicina,
molto vicina. "Saks, io non ci sono per nessuno, chiaro? Devo fare un
paio
di telefonate e a meno che non accada una catastrofe, il dipartimento
è in mano
tua".
85%… la maniglia
si abbassò. Sono
fregata, pensò la giovane donna, mano sulla
pennetta, pronta a
nascondere le prove delle sue azioni. Poi all'improvviso una voce
familiare
proruppe nell'androne. "Vinnie, dobbiamo parlare!". Suo padre, la sua
salvezza.
Il computer
comunicò che il salvataggio dei file era riuscito. Rapida
Veronica chiuse tutte
le finestre e mandò il computer in stand by. Poi
sgusciò fuori dalla finestra,
che richiuse prontamente alle sue spalle proprio mentre la porta si
apriva, e
lo sceriffo accendeva la luce. "Cosa vuoi Keith?"
"Lo sai
benissimo cosa voglio" lo apostrofò scontroso
l'investigatore "Sto
aspettando da settimane la ricompensa per aver recuperato quel
fuggiasco a
pochi metri dal confine. Cosa deve fare un povero investigatore per
guadagnarsi
la pagnotta?". Quella era solo una scusa, era andato alla centrale per
intercettare sua figlia e riportarla con i piedi per terra. Mancavano
solo 10
minuti all'arrivo di quella fastidiosissima donna, e Veronica non si
vedeva
ancora. "Keith, sei stato sceriffo anche tu… sai che
finché la contea non
mi dà il via libera, i fondi sono bloccati…" si
giustificò distrattamente
lo sceriffo accendendo il computer. "Beh, vedi di velocizzare la
procedura. Almeno questo lo puoi fare…" rispose Keith.
"Farò il possibile,
ma ora lasciami in pace. Già mi tocca vedere quella spina
nel fianco di tua
figlia tutti i benedetti giorni… A proposito, dove
è?". Si alzò e andò
alla porta. Si appoggiò allo stipite e urlò:
"Mars!"
"Si
capo?", fece capolino Veronica dalla stanza degli interrogatori.
"Quanto manca alla fine del tuo turno? Papino è venuto a
prenderti…".
Veronica restò interdetta… non aveva la
più pallida idea di che ore fossero.
"A dire il
vero il tuo turno, tesoro, è finito tre ore fa. Possiamo
andare a casa? Abbiamo
un appuntamento tra pochi minuti" intervenne Keith, facendo alla figlia
segno che era ora di andare.
Cavoli,
pensò
l'agente Veronica Mars mordendosi il labbro inferiore, mi sono completamente
dimenticata dell'assistente sociale.
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"Lo so papà,
lo so" esclamò Veronica, mentre seduta sul sedile posteriore
faceva la
contorsionista cercando di togliersi la divisa del dipartimento. Una
camicetta
bianca e un paio di jeans lisi erano il cambio d'abito che suo padre
aveva
recuperato dal vecchio appartamento che un tempo divideva con la
figlia.
"Non ho detto nulla, tesoro." Rispose lui con fare canzonatorio.
Lei sbuffò mentre
finiva di infilarsi i jeans e calzava le sue vecchie Convers. "Fino a
questa mattina me ne sono ricordata, poi una cosa tira l'altra e me ne
sono
dimenticata… sai com'è…"
tentò di giustificarsi lei. "Non ho detto
nulla, tesoro, e non ho intenzione di dire nulla. Sei una donna adulta,
ormai.
Hai un lavoro e delle responsabilità. Sta a te ricordartene!
E poi"
continuò l'uomo, mentre Veronica passava sul sedile
anteriore e si allacciava
la cintura "penso che a casa ci sia qualcuno che si occuperà
di tirarti le
orecchie!" concluse l'uomo. Il ruolo del poliziotto cattivo non sarebbe
toccato a lui questa volta.
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Keith accostò di
fronte alla nuova casa di sua figlia, che rapidamente gli diede un
bacio sulla
guancia e si precipitò fuori dalla macchina. "Ho fatto la
spesa per voi
mentre Logan si occupava del resto. La trovi nel bagagliaio". "Sei il
migliore!" esclamò lei indossando la giacca. "Chi
è il tuo
papà?!?" domandò lui. "Grazie!"
esclamò lei, sbattendo la
portiera e non lasciando al padre il tempo di rispondere. L'uomo
sorrise mentre
osservava la figlia aprire il bagagliaio e recuperare le buste della
spesa.
Quando la sua bambina aprì la porta di casa,
partì. L'avrebbe chiamata più
tardi per sapere come era andata.
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Si chiuse la
porta dietro alle spalle e sospirò. Le luci erano tutte
accese, e tre paia
d'occhi le si puntarono addosso. "Signora Hoogan, buona sera!"
esclamò Veronica, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
"Signorina
Mars…" rispose la donna, con poca enfasi. L'assistente
sociale, la signora
Hoogan, seguiva il caso di Logan e Veronica da oltre sei mesi, e ogni
quattro
settimane si presentava alla loro porta. Varcava la soglia e sviscerava
ogni
loro mossa. Orari, alimentazione, vestiario, motivazione,
impegno… la loro
privacy veniva messa a nudo. Era il prezzo che dovevano pagare per
mantenere
una promessa: quella di prendersi cura di Lilly mentre Duncan era in
galera.
Dopo l'arresto
avvenuto sul finire dell'estate precedente, i ben pagati avvocati della
famiglia Kane erano intervenuti subito, ma nessuna cauzione per l'ex
fuggiasco,
il giudice era stato ferreo nella sua decisione. Rischio di fuga troppo
alto. E
così Duncan Kane da sei mesi viveva in un carcere di media
sicurezza mentre i
suoi avvocati cercavano di tirarlo fuori. Uno die punti su cui facevano
leva
era il delicato stato di salute del rampollo di casa Kane, ma per ora
non
avevano ottenuto nessun risultato.
Nel frattempo era
partita una guerra per chi avrebbe dovuto prendersi cura della bambina.
Celeste
Kane da una parte, Jake e Lyanne dall'altra. E poi la signora Manning.
Tutti
volevano diventare i tutori legali della piccola, ed erano pronti a
tutto. Ma
la carta che Logan e Veronica avevano firmato poche ore dopo l'arresto
di
Duncan, faceva di loro due gli unici tutori della bambina.
Dal giorno in cui
la piccola Lilly era stata loro affidata, la vita dei due giovani era
profondamente cambiata. Avevano cercato una sistemazione decorosa e
abbastanza
vicina alla scuola. Veronica aveva dovuto abbandonare il lavoro a Los
Angeles,
chiudere l'ufficio e cercare un lavoro a Neptune. Perché?
Così aveva stabilito
il giudice. I parenti della bambina si trovavano tutti nella contea di
Balboa,
come il padre e gli assistenti sociali di riferimento. Veronica e
Logan, se
volevano occuparsi della bambina, dovevano trasferirsi a Neptune. Punto.
E così era stato.
Veronica aveva lasciato al sua vita, il suo lavoro, la sua casa per
prendersi
cura della figlia di Duncan Kane.
Spazio autrice.
Eh
sì, l'avevo
detto e incredibilmente lo sto facendo. Sono in fase "Waiting the
movie" e sto leggendo e rileggendo FF su Veronica Mars. Mi è
venuta voglia
di scrivere e continuare la storia da me iniziata nel lontano 2008.
Storia
che mi
sono accorta è piena di errori. Piccole sviste ma anche
madornali sbagli.
Chissà, magari la riprendo in mano e la sistemo!
By the
way, buona
lettura!
Sghisa