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Autore: Mia4ever_TheBest    28/11/2013    1 recensioni
Il Dottore non ha mai esitato. Eppure si ritrova a doverlo fare quando il Dottore guerriero si rivolge ai suoi sé stesso del futuro, nella prigione della Torre di Londra. Non solo. Egli si ritroverà a ricordare altre situazioni in cui si è ritrovato a provare questa incertezza e ora è il momento di scavare nel passato, per ritrovarne i motivi e le origini. Di nuovo.
Laddove passato e futuro sono una cosa sola alla presenza di tre Dottore tutti insieme.
Tratto dal 50esimo anniversario. Trust me, no spoiler ;)
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - Altro
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L’esitazione
Il guerriero si rivolse ai suoi sé stessi  che sarebbe stato nel futuro, ai due Dottori che si vedevano bene da misurare la distanza di sicurezza, prima di avvicinarsi a lui. Loro facevano parte di un tempo che ancora doveva venire e che lui pensava mai sarebbe venuto, prossimo o molto lontano che fosse, la domanda che stava per chiedere l’avrebbe determinato. Se lui fosse sopravvissuto sarebbe diventato loro e si sarebbe ritrovato di nuovo lì, a prendere le distanze senza un’apparente motivo, ad un sé stesso precedente rispetto a lui.
E lo chiese.
 
“Dimmi, Dottore” cominciò. “Quanti bambini c’erano su Gallifrey quel giorno, prima che tu prendessi la tua decisone?”. Lo chiese come un professore in preda alle interrogazioni, con voto finale.
I due Dottori si guardarono: erano come due scolaretti che tentavano di salvarsi la pelle dalla fatidica domanda, invitando il compagno di banco a rispondere per primo. Ma quella non era una semplice lezione, sarebbe divenuta la decisione della loro vita, della sua vita e di tutto l’universo.
Perché ora il Dottore significava cosa gli umani intendessero con il “3x1”.
 
Eleven. Sì, doveva rispondere lui. Dopotutto lui era il fratello maggiore, quello più vecchio. Lui sapeva tutto ciò che c’era da sapere in quella stanza, tutti gli Spoiler che agli altri dovevano ancora creare problemi. E invece non uscì altro che un borbottio confuso.
“Quanti, Dottore?”  Richiese “Hai pensato a loro prima di farla bruciare?” chiese più insistente il Dottore che avrebbe potuto cambiare tutto.
“Io..io..non ricordo..” rispose il vecchio. Anche scarpe di tela sembrava non voler dare una risposta migliore.
 
Una tempesta di tormenti gli salirono al petto. O forse aveva voluto dimenticare. O fare finta che non fossero mai esistiti, per alleviare il dolore all’unica ipotesi di salvezza possibile e grande quanto un pulsante rosso.
Così, una raffica di ricordi che non volevano passare per la gola, presero inesorabilmente la scorciatoia per la testa. Ecco la sua punizione per aver preso un brutto voto.
Sì, che ci aveva pensato, invece. Solo che tutto era stato più grande, immensamente più grande. E da allora aveva sempre voluto risolvere tutto con un bel pulsantone rosso, solo che una piccola esitazione, arrivava sempre a fermarlo. Ma cos’era? E alla fine non lo schiacciava mai, ma se lo faceva, i due cuori lasciavano un tremore, come solo le supernove sanno fare. Forse era giunto il momento di ricordare il perché. Per l’ennesima volta, ma che non sarebbe più stata la stessa.
 
Il guerriero era fermo. Cosa avrebbe scelto lui? L’universo o il suo popolo, come aveva fatto lui? Si chiese Undici. Forse tutto sarebbe potuto cambiare. Non come aveva fatto lui.
 
Mai, i bambini che giocavano sotto i raggi custodi dei tre soli abbaglianti. Loro, mai avrebbero dovuto sapere della furia di quella guerra. E invece..
Come aveva potuto?
Come aveva potuto metterli in secondo piano? Era ancora valido il presupposto che si era ripetuto per 400 anni, cercando di convincersi che ciò che aveva fatto, sfiorava il minimo della possibilità che fosse stato giusto? Che l’avesse fatto per salvarli? Ma come poteva, se era stato lui a decidere per le loro vite? Non si era fermato a chiederglielo..
 
“2.700.000” si decise a rispondere il suo coetaneo lì vicino. E non seppe quanto ringraziarlo per avergli risparmiato la risposta. Se non per un nuovo flash, la cui nitidezza così grande non sperimentava da molto tempo.
“Duemiliardisettecentomilioni..” si ripetè piano. Troppi ma allo stesso tempo pochi, del numero che dalla mattina al pomeriggio gallifreiano era stato decimato. E tra di loro..
 
Colpe a cui si era abituato a convivere e che la sua bestia aveva imparato a nascondere nei meandri più profondi della sua memoria. Ma a quella convergenza temporale di tre Dottori insieme, non sembrava importare nulla di quella profondità.
 
Ebbene, come aveva potuto dimenticare i suoi figli? Come aveva potuto dimenticarli in quel giorno in cui aveva visto la vita fluirli fuori dalle vene argentate? Per loro non c’era stata nessuna possibilità di scegliere se rifiutare o no la rigenerazione, gliel’avevano portata via quei maledetti..
Quel giorno aveva imparato cosa voleva dire veramente essere impotenti, incatenati senza poter far nulla davanti al tesoro più prezioso che gli si sfilava dalle mani.
 
Ad un tratto non fu più la stanza della prigione della Torre di Londra, ma tutto mutò all’improvviso.
Persone disperate fuggivano in tutte le direzioni, altre perivano sotto i raggi sterminatori dei Dalek.
Si guardò attorno, senza poter far nulla. I due cuori cominciarono a creparsi a quella vista, ma niente di paragonabile avvenne quando lo vide. Quando vide una povera creatura soffocata sotto le macerie, con graffi che gli attraversavano il volto. Ricordava bene quel momento. Quando lo aveva trovato.
Quella era la sua creatura, suo figlio. Così piccolo a vedersi, ma di un’intelligenza straordinaria. Come tutti i Signori del Tempo d’altronde. Come lui.
“Nononono, no ti prego, non ancora. Non lui.” Imprecava il Dottore.
Lo sonicizzò dalla testa ai piedi, dopo aver scansato le macerie. Sembrava stesse dormendo ma la vita era prossimo a lasciarlo. Era stato colpito con un raggio che impediva la rigenerazione, senza nessuno scampo.
“Nono, ti prego..” Lo prese tra le braccia. “..Sono qui, piccolo mio..” provò a chiamarlo, ormai prossimo alle lacrime.
“Papà..” chiamò una voce flebile. Quanta forza c’era dentro a quel bambino.
“..Dimmi, tesoro..” rispose il padre.
“..Dov’è la mamma?” chiese piano. “Oh, la mamma..” si ripeté. Gli scese una lacrima.
I suoi cuori si ruppero in mille pezzi definitivamente.
 
Stava per dire la menzogna più grande della sua vita. Lei era stata polverizzata sotto i suoi occhi, nel tentativo di seguirlo nella sua corsa irrefrenabile, assieme alla figlia appena nata in braccio.
Stavano correndo, inseguiti da un Dalek inferocito.
Poi era successo. Lei era rimasta indietro. Non come lui che correva, correva, correva.
Davanti a tutti, sempre.
Aveva cercato di raggiungerlo, pregandolo di trarre in salvo la bambina, certa della fine imminente. Si era voltato e aveva visto tutto. Il raggio che la colpiva e la disintegrava in mille particelle di nulla, assieme alla piccola creatura tra le sue braccia.
E decise che mai più l’avrebbe fatto nella sua vita.
 
“..la mamma arriva presto tesoro..” lo rassicurò. Il piccolo chiuse gli occhi, diretto certamente verso un mondo dei sogni migliore di quello.
 Il Dottore si chinò a baciarlo sulla fronte, come aveva sempre fatto nel dargli la buonanotte. Solo che quella era l’ultima.
“Shh, dormi tesoro, il tuo papà è qui con te..” le lacrime sgorgarono copiose, finalmente.
“..La mamma la troverai presto..” aggiunse tra sé è sé “In un posto migliore di questo.”
 
Sonicizzò il corpo di suo figlio e lo mutò in particelle che si dispersero nell’aria dell’universo. Presto avrebbero ritrovato la via di casa ritrovando la loro mamma. Si rialzò in tutta la sua stazza.
Non gli importava nulla delle migliaia di navi Dalek che lo sovrastavano, che coprivano il pianeta cercando di inghiottirlo.
Urlò tutto il suo dolore a le lacrime salate bagnarono il volto.
Che sentissero pure, che tremassero per ciò che stava per fare. Perché da quel momento in poi il suo cacciavite non sarebbe più stato solo uno strumento scientifico. E lui non avrebbe più avuto controllo di sé stesso…
Cominciò ad ucciderli tutti quei maledetti, puntando contro di loro il suo cacciavite, che li finiva con i loro stessi raggi laser invertiti, di un verde luminoso abbagliante.
Cosa ne sapevano loro della vita? Non la meritavano.  E nemmeno lui. Non più..
Ora che gliel’avevano portata via, non contava più nulla. Il ricordo di sua moglie che correva con in braccio la figlioletta che lo implorava di salvarla, era troppo forte. Di nuovo.
E lui che correva davanti tentando di salvarsi, prima di loro, prima di tutti..
Quando poi si era voltato e aveva visto..quello era stato il momento in cui non aveva potuto chiamarsi Dottore. Quello era stato il momento in cui aveva capito che era stata tutta colpa sua.
 
Si ridestò da quel torpore di tempesta. Tutto tornò a quella relativa normalità fatta di tre Dottori tutti nello stesso istante. E l’Undicesimo seppe che anche il Decimo aveva ricordato, poiché, un l’informazione gli saltò istantaneamente alla mente, come un ricordo appena fatto e che c’era sempre stato.
Ora, l’esitazione era risolta. Entrambi avevano deciso. Gallifrey era stata salvata. Non da lui, ma dai bambini.
Entrambi sapevano cosa dovevano fare.
Il Dottore sapeva cosa fare.
 
Angolo dell’autrice: Salve a tutti, Ladies and Gentleman! Come non potevo cimentarmi anch’io in uno spezzone tratto dal veneratissimo 50esimo anniversario? Ma avete visto quanti particolari? Impossibile non prenderne alcuni per farci una storia..cioè nel mio caso non ho resistito e voi?
Vi è capitato di chiedervi un “e se fosse?” o “se c’è qualcosa in più?” ? A me sì, spesso, e quello che mi ha colpito di più, è stata la domanda del Dottore guerriero ai due Dottori “bambini”: “Quanti bambini c’erano quel giorno su Gallifrey?”. Non ho potuto fare a meno quindi di pensare alla sua vita precedente, dove ho immaginato che sicuramente, il nostro Signore del Tempo preferito, si fosse costruito una sua vita, una sua famiglia, la cui morte è stata la causa del suo cambiamento, oltre alla perdita del suo pianeta.
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pietà di cimentarsi in queste righe, e se possibile, arrivando fino a qui a leggere. Sarei cattiva a chiedervi il piccolo sacrificio di recensire, ma dico la verità quando sono le vostre opinioni a fare le mie storie :)
Ci si tardisizza in giro per il fandom :)
MiaXD
  
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