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Autore: DirceMichelaRivetti    29/11/2013    4 recensioni
Il Rating è riferito solo al capitolo 15, per il resto è verde
Ambientata post Thor2.
Loki, sotto le spoglie di Odino, è finalmente re di Asgard e il suo obbiettivo pare sia quello di dare valore e prestigio non solo all'arte della guerra, ma anche alla cultura. A sostenere questo progetto e ad assecondare la sua brama di sapere e potere, giunge un'amica di vecchia data, un'amica speciale, Lady Vor che lo ha sempre apprezzato e ciò porterà loro e altri personaggi a spostarsi nei vari regni alla ricerca di antichi artefatti legati a una religione perduta, fronteggiando insidie, mostri e nemici.
Capisco che detta così può non essere molto invitante, ma se avete qualche minuto da perdere, leggete un capitolo e poi deciderete.
Da questa fanfic è poi nata la serie "Il mondo di Loki e Vor" (no comment sul titolo orribile, ma sono negata per queste cose) dove troverete per lo più prequel e spin-off su alcuni personaggi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fandral, Heimdall, Loki, Nuovo personaggio, Sif
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Loki e Vor'
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“E grazie alle nuove stanze che ci avete concesso, potremo sistemare gran parte dei volumi ora custoditi nell’archivio e allestire una sala di consultazione per i manoscritti e i testi antichi o rari; infine sarà possibile iniziare ad allestire una sezione con i più importanti componimenti pervenuti dagli altri Regni.” così stava parlando il Bibliotecario reale, rivolgendosi ad Odino, che assieme a lui stava ispezionando i nuovi ambienti che presto avrebbero ospitato migliaia di libri.

“Un eccellente progetto, Bragi, sono soddisfatto di quest’organizzazione; finalmente avremo una biblioteca degna di questo nome e il nostro sapere sarà accessibile a chiunque.”

“Non per offendervi, ma questa è forse la prima volta che vi interessate a quest’aspetto culturale.”

“Riconosco di avere sbagliato a trascurarlo. La maggior parte degli Asgardiani è ormai dedita alla guerra e vedere nell’esercito l’unico vanto e onore, ma così non si può andare avanti. Dove finirebbe Asgard se tra i suoi abitanti ci fossero solo soldati? Chi potrebbe progettare nuove case? Chi i canali per irrigare i campi? Chi ci sarebbe nelle camere di guarigione? Chi saprebbe allietare gli animi coi carmi? Il messaggio deve essere forte e la Corte dovrà dare il buon esempio: da oggi in poi, non più solo valorosi guerrieri, ma anche i migliori intelletti di Asgard godranno dei favori del Re.”

Il Sovrano di Asgard si congedò poi da Bragi e si diresse alla sala del trono, poiché era giunto l’orario delle udienze. Loki camminava per i corridoi dritto, sicuro e fiero, era orgoglioso di sé e di come stava regnando; dopo essersi liberato del vero Odino e di Thor, poteva finalmente governare indisturbato; inoltre, per il momento, grazie alle sembianze di Odino con cui si presentava a tutti, non aveva da temere nulla e nessuno, nemmeno quegli arroganti buzzurri con cui era stato costretto a crescere: Lady Sif e i tre guerrieri. Quei quattro odiosi, che non rispettavano altro che la forza bruta e lo avevano sempre deriso e disprezzato, essi presto avrebbero imparato che la forza, senza intelligenza, non vale a nulla.

Loki sedette sul trono e attese che fossero introdotti i vari postulanti, si trovò dunque a dirimere un paio di questioni legali che i normali magistrati di Asgard non avevano saputo risolvere. Ad esempio si trovò davanti due uomini assai ricchi, il primo diceva: “Sono stato selezionato per finanziare la prossima Grande Festa di inizio Anno della mia città, asserendo che sono l’uomo più facoltoso. Io mi sono appellato alla legge secondo cui posso demandare quest’onere a un altro cittadino, dimostrando che sia più ricco di me e ho dunque individuato il qui presente signor Tuhtmosi, che però si rifiuta di assumersi quest’incarico.”

“Padre degli dei, quello che dice costui è falso! È vero ch’io mi rifiuto di sostituirlo nel tributo, ma solo perché certamente è lui il più ricco. È un uomo avido e non vuole cedere nulla del suo denaro che è abbondantissimo! E poi, come se non…

“Sta mentendo come sempre! Vuole tenere nascosti …”

I due uomini iniziarono a contraddirsi, a parlare contemporaneamente, sovrapponendo le voci e creando una gran confusione. Il sovrano sospirò e batté la propria lancia a terra per richiamarli al silenzio, poi disse: “La soluzione è semplice. Dal momento che ciascuno di voi ritiene che l’altro sia il più forte, lei e il Signor Tuhtmosi, vi scambierete le proprietà e le ricchezze, così poi lei potrà ritenersi il più ricco della città e finanziare la Gran Festa senza problemi.”

La soluzione lasciò i due disputanti interdetti, ma effettivamente era la cosa più logica da fare e non poteva lasciare nessuno insoddisfatto.

Stava concedendo un’altra udienza, quando un messo fece sapere di dover parlare con un urgenza al Sovrano; fatto entrare, annunciò: “Padre degli dei, mi manda Heimdall, sta aprendo il Bifrost verso il regno di Vanaheimr.”

Vanaheimr…” ripeté, sussurrando, Loki come se quel luogo gli facesse riaffiorare nella mente il ricordo di qualcuno o qualcosa.

“Sì, Vanaheimr, infatti è di ritorno la spedizione di Lady Vör.”

“Dopo dieci anni …” si disse il sire, rimase in silenzio per qualche momento, come se quell’informazione gli avesse suscitato disagio o un grande turbamento; poi si ricompose: doveva rimanere nel proprio ruolo di Odino, per cui ordinò: “Bene, conducetela qui! Mandate una banda ad accoglierla appena arriverà in città, che ci siano Lady Sif e i tre guerrieri a scortarla! E fate gettare petali per la strada principale, in modo che la gente sappia del suo ritorno e che lo possa festeggiare, poi la riceverò di persona. Convocate Bragi, dovrebbe essere interessato, e fate preparare un banchetto per stasera, invitate l’elite.”

Dati questi ordini, Loki si alzò dal trono e andò vicino a una finestra dalla quale poteva avere una visuale sul grande viale, lungo chilometri, che congiungeva la porta principale di Asgard con il palazzo reale. Con uno sguardo normale, non avrebbe mai potuto vedere fino al Bifrost, ma egli usò la sua magia per rendere i propri occhi potenti come quelli di Heimdall e quindi poté osservare la grande comitiva che stava avanzando, trascinando seco grandi casse poste su carri. Ad aprire la fila c’era lei, Lady Vör, con la sua grossa corporatura che, nonostante l’abbondanza di chili, manteneva perfettamente le forme e le proporzioni del corpo di una donna; i lunghi boccoli ramati le scendevano sulle spalle e il suo sorriso raggiante rendeva ancora più brillanti gli occhi d’oro.

Quanti anni erano passati da quando era partita! Dieci! Sì, decisamente pochi per un Asgardiano, corrispondevano a un paio di mesi per un abitante di Midgard, eppure quanto erano sembrati lunghi! Loki la scrutò avanzare, non per un solo attimo scostò lo sguardo da lei e la seguì per tutto il tempo, finché non giunse al portone del castello; allora il Sovrano tornò a sedersi sul trono ed attese.

Si udiva la fanfara avvicinarsi sempre più, poi il portone si aprì e il corteo avanzò per il lungo salone; quando Lady Vör fu a pochi metri dal trono, la musica si interruppe. La giovane fece il dovuto e rispettoso inchino ed esordì: “Buon pomeriggio a voi, Padre degli dei!”

“Bentornata, Lady Vör. Io, Odino, assieme ad Asgard intera sono lieto di vederti nuovamente qui e sono impaziente di sapere che cosa ci porti dopo dieci lunghi anni di studi.”

“Padre degli dei, le mie ricerche sono state meticolose e mi hanno permesso di portare a voi e al popolo molti tesori di ogni genere che arricchiranno Asgard sotto molti aspetti. Anni di scavi e indagini mi hanno permesso di scoprire segreti affascinanti e sarò ben lieta di esporli a voi e alla vostra famiglia.”

L’atmosfera si fece d’improvviso gelida e tutti quanti si irrigidirono. Il Sovrano, dopo un lungo sospiro, annunciò: “La mia amata Frigga e mio figlio Loki sono morti, mentre Thor ha deciso di vivere su Midgard, per amore di una mortale.”

Quelle notizie colpirono profondamente la donna che abbassò lo sguardo, intristita, rimase in silenzio qualche momento, prima di esprimere le proprie condoglianze e scusarsi per aver toccato un tasto certamente dolente.

“Non è necessario che tu chieda perdono.” la confortò il re “Eri lontana e non hai potuto sapere nulla di ciò che è accaduto.” fece una pausa “Questa sera, durante il banchetto in onore del tuo ritorno, ci illustrerai i reperti e ci racconterai con precisione le tue scoperte. Ora riposati, Lady Sif ti terrà compagnia e ti aggiornerà sugli ultimi eventi.”

“Ma, Padre degli dei” tentò di protestare Lady Sif “Io, veramente, dov…

“Questo è il volere di Odino!” la interruppe il Sovrano “Lady Sif, non credo che sia una tragedia se oggi non ti allenerai col resto dei guerrieri. Il tuo re ti ha ordinato di fare compagnia, per qualche ora, ha un’Asgardiana senza dubbio tua pari; nonostante non debba esserci una grande affinità tra una combattente e una studiosa, non credo di averti chiesto un gran sacrificio.”

“No, sire. Anzi, sarà per me un piacere: è un’amica che non vedo da tempo.”

“Molto bene, allora andate, vi aspetterò al banchetto.”

 

Le due donne si trovavano nella sala dove già molte volte avevano passato le serate o i pomeriggio piovosi a parlare o giocare assieme ai principi e ai tre guerrieri. Lady Vör era rimasta sorpresa e contenta dell’accoglienza ricevuta, ma si era poi rattristata, apprendendo il disgregarsi della famiglia reale. Dopo il viaggio attraverso il Bifrost, ella non aveva certo bisogno né di riposarsi, né di lavarsi, per cui si era limitata a scegliere un abito da indossare quella sera, optando infine per un lungo abito blu, con le maniche a losanga.

“Che cos’è successo? Quando?” domandò Vör, dopo che lei e l’altra donna erano rimaste per alcuni minuti in silenzio a fissare il focolare.

“Due anni fa, Thor stava per essere nominato re di Asgard, ma la cerimonia fu interrotta per colpa di un’incursione dei giganti di ghiaccio che volevano rimpossessarsi del loro scrigno. Thor, allora, volle punire la loro sfacciataggine e così organizzò un blitz; io e i tre guerrieri lo seguimmo e … ah, già, c’era pure Loki, va beh per quel che ha fatto. Noi siamo stati straordinari! In cinque abbiamo tenuto testa all’intero esercito di quei mostri! Uno dei pericoli maggiori ch’io abbia mai corso, l’adrenalina era a mille e ha aiutato parecchio. Comunque, alla fine siamo tornati al sicuro su Asgard, con Odino furioso a tal punto che ha bandito Thor e poi è sprofondato nel suo sonno per un paio di giorni, durante i quali quel viscido di Loki ha usurpato il potere e tentato di uccidere sia noi che Thor. Alla fine di quella brutta vicenda lo credevamo morto, ma dopo appena un anno, giocando col tesseract, ha tentato di conquistare Midgard con un esercito di chetauri, ma per fortuna Thor e dei guerrieri terrestri gli hanno dato la lezione che si meritava, a quel miserabile, e lo ha riportato qui in catene. Poi Thor, io e i guerrieri ci siamo cimentati in una serie di battaglie per pacificare i mondi, un bel periodo intenso: uno scontro dopo l’altro, una gratificazione continua. Beh, tra una questione e l’altra arriva il momento dell’allineamento dei nove mondi: la fidanzata mortale di Thor viene a contatto con l’Aether che entra dentro di lei, lui la porta qui e gli elfi oscuri ci attaccano e durante la battaglia Frigga è rimasta uccisa. Thor ha pensato bene di spostare il campo di battaglia altrove e io e i guerrieri lo abbiamo aiutato a raggiungere il regno oscuro con la sua donna e Loki, che aveva momentaneamente liberato per vendicare la madre. Non so che cosa sia successo là, Thor mi ha raccontato che Loki è stato ucciso, mentre lo difendeva.”

“Bah, sarà stato ammazzato mentre si nascondeva da qualche parte!” commentò Fandral, ridacchiando, mentre entrava nella stanza assieme agli altri due guerrieri.

“Per me può anche essere vero che più o meno si sia sacrificato” borbottò Volstagg, mentre masticava qualcosa “Tanto quel mentecatto non aveva certo nulla da perdere: meglio morire che l’ergastolo, no?”

Vör gettò su di loro quasi un’occhiata di rabbia, prima di domandare acidamente: “Non avete un briciolo di rispetto nemmeno per i morti?”

“Rispetto per quello?” replicò Hogun “Dopo che ha tentato di uccidere Thor e impossessarsi del trono? Mai!”

“Non mi pare che lo rispettaste, nemmeno prima.” ribatté Vör.

“E facevamo bene a diffidare di lui.” dichiarò Sif “Non mi è mai piaciuto quel meschino, ero certa che avremmo fatto bene ad allontanarlo molto prima. La sua gelosia nei confronti di Thor era palese!”

“Era un essere malvagio, ma cos’altro ci si poteva aspettare da un gigante del ghiaccio?” proseguì Fandral “Odino, prendendolo in fasce, sperava di cambiarne la natura, invece ha portato il male dentro Asgard. Si capiva fin da subito che in lui c’era qualcosa di sbagliato…

“Perché?” proruppe veementemente Vör “Perché invece di picchiare ogni cosa che si muovesse, preferiva altre arti? Perché ha voluto usare la mente e la magia come arma, anziché il ferro?”

“Mi riferivo ai suoi pessimi scherzi! Come quella volta che tagliò i capelli a Sif, o quando si divertiva a mettere nei guai chiunque!”

“Oh, certo, prendiamo le bravate di un bambino e facciamole diventare i primi passi di un demonio!” continuava Vör “Come se voi foste dei santarellini! Non lo schernivate forse di continuo per via del suo aspetto gracile? Non l’avete più volte gettato nel fango o picchiato per dimostrare che eravate più forti? E quando gli nascondevate i suoi oggetti in cima agli alberi più alti?”

“Noi col tempo siamo cresciuti e abbiamo smesso con quegli scherzi.” si difese Fandral “Lui, invece, è diventato sempre più subdolo.”

“Non era forse sempre al vostro fianco in battaglia, nonostante non fosse un guerriero, mettendo a disposizione tutte le sue arti per aiutarvi ed essere accettato nel vostro gruppo?”

“Ehi, noi non lo abbiamo mai allontanato!” protestò Volstagg.

“Ma lo accettavate? Era un vostro amico o era con voi solo perché non potevate dire a Thor di non portarsi dietro il fratello?”

“Non era certamente un gran simpaticone!” fu il commento di Hogun.

“E poi in battaglia era solo un peso!” si lamentò Fandral.

“A me risulta che la sua magia vi abbia più volte tirato fuori dai guai.” puntualizzò l’altra.

“Bah, fumo, ponti illusori e trucchetti simili, possono aver facilitato qualche fuga, o averci aiutato a sbarazzarci rapidamente di alcuni nemici, ma il suo intervento non è mai stato risolutivo.” spiegò SifLoki era solo un debole che viveva d’espedienti, non ha mai fatto nulla d’importante per Asgard, se non procurare guai!”

“Dimentichi allora chi ha ottenuto dai nani preziosi doni come l’anello di Odino e la sua lancia Gungnir, la nave che ha sempre il vento favorevole, la scrofa che può volare e camminare sull’acqua e lo stesso martello Mjolnir! Loki riuscì ad ottenerli o recuperarli, grazie alla sua astuzia!”

Vör aveva parlato con una certa rabbia; gli altri quattro rimasero in silenzio e dunque lei continuò: “Vi ha salvati in più occasioni e ha portato a termine compiti difficili, qualcuno di voi si è mai complimentato con lui? Qualcuno di voi l’ha mai ringraziato?”

No, era la risposta che ognuno degli interpellati diede tacitamente. Dopo qualche attimo di esitazione, Fandral disse: “Noi forse non siamo sempre stati gentili con lui, ma la sua malvagità, la sua invidia non dipendono certo da questo. Perché ci tieni tanto a difendere la memoria di un morto?”

“Perché so che cosa significa vivere qui e crescere assieme a voi. Siete guerrieri e tutte le vostre attenzioni sono sul combattimento e la lotta, siete il modello esemplare che questa società dà ai suoi membri. Vi sentite superiori ad ogni altro perché siete forti e siete capaci di uccidere e disprezzate chiunque si dedichi ad altro. guardavate con sospetto o pietà sia me che Loki perché eravamo diversi, perché anziché la guerra o l’estetica, noi due ci dedicavamo agli studi, alla ricerca della conoscenza e del sapere! Dieci anni fa, quando sono partita, ero felicissima di poter finalmente allontanarmi per un po’ da quest’ambiente e ho trovato un luogo meraviglioso. Non mi stupisce che Loki abbia preso una brutta strada; non mi stupisco non perché fosse di natura malvagia, ma perché l’amore verso i propri cari, se continua a scontrarsi conto un muro ed essere respinto, facilmente si trasforma in odio.”

Detto questo, Ladi Vör si alzò in piedi e uscì dalla stanza con fare piuttosto sdegnoso. Se gli altri quattro, invece di lanciarsi vicendevolmente occhiate stupite, l’avessero osservata, forse avrebbero notato le lacrime che stavano affiorando sul volto della donna, che forse piangeva la sorte dell’amico Loki.

Solo Fandral volse il capo verso di lei per qualche istante, senza bene capire, rattristato per aver scoperto solo allora il malessere di quella giovane. Si interrogò su se fosse stato troppo aspro nel parlare di Loki e valutò quanto ciò aveva turbato Vör. Mentre gli altri parlavano tra di loro, lui si chiuse in un meditativo silenzio, in cui studiava il modo per farsi perdonare: doveva ragionare in fretta, la cena sarebbe stata servita dopo meno di un’ora.

   
 
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