Dovevo tirarmi via lo sfizio di scrivere una NaruHina, ma visto lo scarso risultato penso proprio che
questa sarà la prima e l’ultima che scriverò… ho voluto approfittare del
concorso indetto da Ayumi e Ferula su questa
magnifica coppia per mettermi alla prova, con scarsi risultati suppongo -.- …
ma sta a voi giudicare!
Ringrazio qualunque anima caritatevole che vorrà
lasciare una recensione, accetto anche gli insulti XD. Bacione Sakurina
Dedicata A
Roby-chan
Un’amica preziosa
E una grande scrittrice
Tvttttb Luly
“ The Moon, You & I”
Non aveva mai sentito un silenzio
più melodioso. Il caldo vento d’agosto spirava leggero tra le fronde, suonando
un soave fruscio di foglie. Lo scrosciare dell’acqua del fiume che circondava
quella radura verde accompagnava quel concerto naturale, piacevole e
rilassante.
Naruto si fermò su un ampio tronco,
portando i suoi occhioni cerulei verso il limpido cielo, popolato da miriadi di
stelle. Quel vento caldo aveva spazzato via le nuvole, lasciando che gli astri
illuminassero tutta la valle, avvolgendola in un’atmosfera incantata e sospesa
nel tempo.
Il ragazzo sospirò, mentre la brezza
fischiante gli scompigliava i capelli: che peccato che in un luogo così
splendido dovesse regnare ancora una volta la sofferenza.
-“Naruto, muoviti!”- lo richiamò
Sakura, da davanti.
L’Uzumaki posò il suo sguardo sulla
compagna, annuendo deciso. I due ricominciarono a correre attraverso la
foresta, raggiungendo Yamato e Sai che li avevano preceduti.
Dopo aver percorso pochi metri in
quel magnifico bosco, i due chunin giunsero in una radura spoglia, illuminata
solo dal bagliore lunare. Sakura si affrettò a raggiungere i compagni, che
sostenevano due shinobi piuttosto malconci. Naruto aggrottò le sopracciglia,
deglutendo nervosamente: Kiba e Shino erano ridotti
piuttosto male. Fortunatamente nessuna
delle loro ferite sembrava grave, ma entrambi erano visibilmente esausti.
-“Ehi Kiba… tranquillo, ci siamo
noi…”- lo rassicurò il biondino, ammiccandogli.
-“Ehi… Naruto…”-
lo richiamò l’Inuzuka, esprimendosi a fatica a causa
del dolore.
-“Che succede, Kiba? Non sforzarti,
stai giù…”- asserì l’Uzumaki, mentre impediva all’amico di rialzarsi.
-“…vai a cercare… Hinata…”- gli
disse Kiba, deglutendo faticosamente.
-“Hinata? Perché, dov’è finita?!”-
chiese l’altro, un po’ allarmato.
-“…non… so…”- rispose l’Inuzuka con un filo di voce, prima di chiudere gli occhi
pesantemente, perdendo i sensi.
Naruto sbarrò gli occhi, turbato:
dove poteva essere Hinata? Quella ragazza così strana, forse troppo, dal carattere
così chiuso ed enigmatico… lui non riusciva a capirla tanto bene. Ma nonostante
questo, di una cosa era sicuro: le era molto affezionato.
Il ragazzo si allontanò dall’amico,
dandosi una rapida occhiata attorno, ma subito il suo sguardo venne rapito dagli
occhi smeraldini di Sakura, che gli si avvicinò con sguardo infastidito.
-“Cosa vuoi fare?”- gli chiese con
tono irritato la ragazza.
-“Hinata è scomparsa… vado a
cercarla in giro! Chissà, potrebbe essere ferita…”- replicò Naruto, con tono
preoccupato.
-“No, mi dispiace… abbiamo bisogno
di te per riportare Kiba e Shino a Konoha… per Hinata
manderemo una squadra di soccorso!”- sbottò la Haruno,
stranamente scocciata quella notte.
-“Sakura-chan…
ma noi SIAMO una squadra di soccorso! Chissà, magari Hinata è stata ferita… non
pensi a lei?! E poi l’ho promesso a Kiba...”- protestò Naruto, inarcando un
sopracciglio, contrariato.
-“Sì che ci penso, ma penso anche a
Kiba e Shino…”- ribatté la kunoichi, sempre più irritata.
L’Uzumaki sbuffò, scocciato dalla
solita testardaggine dell’amica. Incrociò le braccia dietro la nuca, portando
il suo sguardo curioso su Sai e Yamato che si erano caricati Kiba e Shino sulle
spalle. Un ghigno soddisfatto si spaziò sulle labbra del biondino, mentre
mostrava il suo sorriso risoluto alla compagna.
-“Mi sembra che non ci sia bisogno
di me… guarda, Yamato-sensei e Sai se la cavano
benissimo anche da soli! Quindi ti saluto, io vado a cercare Hinata! Tornerò in
un batter d’occhio!”- asserì Naruto con convinzione, sparendo velocemente verso
la foresta.
-“Naruto, aspetta!!!”- cercò di
richiamarlo Sakura, presa da una strana ansia.
-“Tranquilla Sakura-chan,
ci rivediamo a Konoha!!!”- le urlò l’Uzumaki, prima
di svanire del tutto.
-“Uff…
stupido che non sei altro…”- sbuffò la Haruno, portando
i suoi occhi al cielo.
Sicuramente, i suoi sentimenti per
Naruto erano molto confusi, ultimamente più che mai. Ma non riusciva a capire
da cosa derivasse quel fastidio ossessionante che si impossessava di lei ogni
qualvolta vedeva il suo compagno di squadra in sua compagnia… quella ragazza, quella Hinata Hyuga.
Erano anni che era innamorata di Naruto, questo ormai lo sapevano tutti, eppure
Sakura non le aveva mai dato peso prima di allora. Ma adesso che realizzava di
provare anche lei qualcosa per lui, vedeva quella timida ragazza sotto un’altra
luce. Adesso, per Sakura, Hinata era divenuta una… rivale? Aveva davvero paura
che quella kunoichi all’apparenza tanto fragile ma molto potente, potesse
portarle via il suo compagno di squadra. Aveva paura che l’amore di Hinata
fosse più grande del suo. E forse, effettivamente, lo era.
¯
Non sapeva bene perché, ma Naruto decise di seguire il richiamo dell’acqua per
iniziare la sua ricerca. Appena inoltratosi nella foresta, era stato invitato a
seguire il suo melodioso scroscio e così si era ritrovato, senza nemmeno
accorgersene, ai piedi di una cascata, una cascata… molto familiare.
Naruto la fissò per qualche secondo
con perplessità.
“Mmh… io sono sicuro di averla già
vista questa cascata… mmh… mmh…
che baka che
sono, mica me lo ricordo dove! Vabbè…” smise di
pensare l’Uzumaki, che ormai aveva raggiunto il massimo livello di
concentrazione a lui concesso.
Il ragazzo cominciò a guardarsi
attorno attentamente, sperando di trovare qualche traccia dell’amica. Ma subito
la sua attenzione venne rapita dallo splendido spettacolo della luna che,
appena spuntata da dietro la chioma scura degli alberi, si rifletteva sull’acqua
cristallina del laghetto, creando un riflesso azzurrognolo che illuminava tutto
l’ambiente circostante.
Naruto rimase letteralmente senza
fiato davanti a quello spettacolo, mentre un piccolo flash proveniente da un
angolo remoto della sua memoria lo fulminava velocemente. Rivide scorrere davanti ai suoi
occhi l’immagine di una splendida ragazza dalla bellezza eterea che danzava con
la grazia di una fata proprio… sul laghetto di quella cascata!
“Che baka che sono… ecco dove avevo già visto questo posto!” realizzò,
dandosi un lieve colpetto sulla fronte da solo.
In quel momento, i suoi pensieri vennero
interrotti dalla visione di qualcuno accasciato al suolo poco lontano da lui. I
capelli corvini setosi sparsi al suolo, la pelle candida accarezzata dai raggi
della luna, l’espressione innocente e sofferente…
-“Hinata!”- esultò Naruto, correndo
verso l’amica priva di sensi.
Lo shinobi
s’inginocchiò al lato della Hyuga, dandole delle
lievi sberlette sulla pallida guancia, con la
speranza di farla rinvenire. Le palpebre della ragazza cominciarono a tremare
lievemente, chiaro segno che stava per riprendere i sensi.
Il biondino storse il naso,
dubbioso, avvicinando pericolosamente il suo volto a quello della kunoichi. Effettivamente
era molto carina, perché non l’aveva mai notato?
¯
Lentamente, Hinata cominciò a
percepire degli echi lontani rimbombarle nella testa, mentre l’oscurità più
totale l’avvolgeva. Era un suono strano, all’inizio fastidioso e confuso; le
ricordava il frusciare violento delle foglie durante i temporali… no, forse… lo
scroscio dell’acqua, sì… la forza irruente di una cascata.
La bella Hyuga
aprì gli occhi lentamente, mentre il mondo intorno a lei ricominciava a
prendere forma e colore: azzurro come l’oceano, dorato come il grano…
-“Ehi Hinata, ti sei svegliata
finalmente!”- sorrise radioso Naruto, avvicinando il suo volto ad un paio di
centimetri di distanza.
Ritrovandosi così inaspettatamente
vicina all’amico, la ragazza ci mise qualche minuto per realizzare cosa stesse
accadendo, per scindere sogno e realtà.
Lei era beatamente sdraiata su un prato e Naruto, il ragazzo che amava,
era sopra di lei, viso vicinissimo al suo: poteva sentirne persino il respiro
addosso. Il respiro? Nei sogni, non si percepiscono i respiri delle persone
sognate. Era dunque… realtà?
-“N-Na…
Naruto-kun?”- borbottò con voce insicura Hinata, mentre il suo viso acquistava
un colore rosso acceso.
-“Eh già, Hinata-chan! Sono contento
che tu stia bene!”- esclamò il biondino, sorridente.
Realizzando quanto effettivamente l’Uzumaki le fosse vicino, la ragazzina non resistette più,
tirando un lieve gridolino e dandogli una forte testata, facendolo ribaltare
all’indietro.
-“Ahi, ahi… Hinata-chan, perché mi
devi sempre prendere a testate?!”- si lamentò Naruto, massaggiandosi la fronte
dolorante.
-“O-oh…
scusami tanto, Naruto-kun… io non volevo… è solo che…
che… ritrovandomi così vicina a… a… scusami.”- cercò di spiegarsi la Hyuga, abbassando il volto desolata.
-“Figurati, tanto ho la testa
dura…”- ridacchiò il ragazzo, grattandosi la nuca imbarazzato e mostrando il
suo solito sorriso rasserenante all’amica.
Lentamente, Hinata si avvicinò al
ragazzo e, con gesto sciolto e naturale, gli accarezzò lievemente il punto in
cui l’aveva colpito, amorevolmente. Naruto chiuse gli occhi, lasciandosi andare
al tocco della ragazza. Era piacevole, non poteva mentire. Le mani di Hinata erano
delicate, riuscivano ad infondere un calore e un affetto del tutto inaspettati.
Mai provato nulla di così… rassicurante. Sì, erano davvero piacevoli le sue
carezze.
Improvvisamente, il biondino
spalancò gli occhi cerulei, incontrando quelli cristallini della Hyuga. Ma non la fissò con il suo solito sguardo: questo era
serio, profondo… intrigante. Non era diretto a guardare, ma a scrutare.
La ragazza richiamò immediatamente
la mano, arrossendo nuovamente, imbarazzatissima. Scostò di scatto lo sguardo, turbata:
cos’aveva fatto? Aveva agito d’istinto e aveva lasciato che la sua mano
scivolasse lungo la fronte di Naruto, che le sue dita s’intrecciassero con i
suoi capelli morbidi… che vergogna! Come aveva potuto comportarsi così?
L’Uzumaki
scostò la testa di lato, continuando a studiare il volto di quella ragazza che
non riusciva mai a guardarlo negli occhi per più di 5 secondi. Com’era strana…
sì, davvero strana. Però, adesso che ci pensava, era cambiata, era cambiata
molto. Quei capelli neri così lunghi, il corpo sinuoso nascosto da vestiti
forse troppo pesanti, il lineamenti da adulta… eppure era lei, sempre lei, la
timida ragazzina che lo incoraggiava nascosta dietro ad un palo, la timida
ragazzina che combatteva sempre con tutta se stessa per dimostrare al mondo che
non era una fallita… e lui mai l’aveva pensato, mai. Conosceva Hinata Hyuga da una vita, ma nemmeno per un secondo gli era
passato per la testa che potesse essere un’incapace.
Eppure, in tutta quella storia,
c’era qualcosa che gli sfuggiva…
-“Perché non riesci a guardarmi
negli occhi?”- chiese improvvisamente Naruto, che spesso e volentieri non
capiva quale fosse il confine tra i suoi pensieri e le sue parole.
Hinata sbarrò gli occhi, continuando
a tenere lo sguardo puntato altrove, mentre sentiva il respiro diventare sempre
più pesante: cosa rispondergli, adesso?
-“Ec…i-io…
non…”- lei ci provò davvero a parlare, a dire qualsiasi cosa, ma non ci
riusciva.
La sua presenza era devastante.
Averlo accanto… la devastava. Cuore, anima, mente… nessuna di queste lavorava
più coerentemente quando Naruto era accanto a lei, quando sentiva la sua voce
solare, quando lo pensava intensamente.
-“Io non ti piaccio, non è
vero?”- le chiese improvvisamente l’Uzumaki, fissandola con un ghigno amaro.
“Tu… non mi piaci?!” pensò Hinata,
di colpo. “…come puoi dirmi queste cose?! Tu non mi piaci…?! Io… ti amo! Ti amo
più di me stessa… e quando il sole smetterà di brillare, quando tutte le stelle
si spegneranno, quando il vento non soffierà più… solo allora potrai domandarmi
se non mi piaci. E forse la mia risposta sarà ancora la stessa… ti amo!”.
Questo, avrebbe voluto dirgli.
Avrebbe voluto raccontargli di quanto le sue parole gli infondessero gioia,
forza e coraggio, di quanto fosse importante per lei, di quanto illuminasse le
sue giornate. Ma non ci riusciva. Era inutile. Il nodo che aveva in gola non
riusciva mai a sciogliersi in sua presenza. Anzi, sembrava stringersi sempre
più, soffocando parole e sentimenti dolorosamente.
-“…p-perché
dici così?”- trovò la forza di chiedere Hinata, dopo qualche minuto di
spaesamento.
-“Mh? Ah,
non saprei… sai, sei sempre così schiva nei miei confronti… scosti sempre lo
sguardo altrove quando ti guardo, quindi ho pensato che magari ti davo
fastidio… non so… e poi non ti ho mai parlato molto, perché mi sembrava che ti
mettessi in difficoltà… per questo pensavo che magari non ti andavo molto a
genio e sinceramente è un peccato, perché io ci tengo molto a te, Hinata-chan… sai, penso che senza di te non avrei mai
battuto Neji all’epoca degli esami per diventare chunin!”- si spiegò Naruto, parlando con schietta
sincerità.
Hinata abbassò lo sguardo,
tristemente. Da una parte era felice di sapere che Naruto ci teneva a lei, ma
dall’altra capiva che l’assenza di dialogo tra lei e il compagno era sostanzialmente
causata dalla sua controproducente timidezza. Gli effetti che i suoi sentimenti
avevano su di lei, erano nocivi per il suo stesso amore. Erano una situazione
terribilmente difficile.
-“…mi dispiace, Naruto-kun…
mi dispiace davvero… io non… non ti odio, anzi… io… io… io… non pensare che ti
odi, ti prego… e solo che io non… non riesco a… a… esprimere…”- cercò di
spiegarsi la ragazza, presa da panico misto a tristezza e rimorso.
Per qualche strana ragione, Naruto
sembrò percepire il disagio dell’amica e la sua difficoltà. Aggrottò le
sopracciglia, perplesso, e con un gesto semplice posò due dita sotto il mento
di Hinata, facendo pressione e sollevando il suo volto verso il proprio. Le
guance della Hyuga si colorirono di un bel rosso, mentre
i suoi occhioni lucidi si perdevano completamente per la prima volta in quelli
blu come l’oceano dell’Uzumaki. Era una sensazione
meravigliosa… perché non l’aveva mai guardato dritto in quei splendidi specchi?
-“N-Naruto-kun…”-
sussurrò con voce tremante la ragazzina.
-“Allora Hinata-chan…
mi vuoi un po’ di bene o no?”- chiese diretto il biondino, inarcando un
sopracciglio, perplesso.
Hinata rimase completamente
interdetta. Era ovvio che Naruto intendesse quel bene che si vuole ad un’
amica, ma per lei era imbarazzante lo stesso, terribilmente difficile; ma
questa volta, riuscì a rispondere… anche se solo con un cenno della testa,
all’inizio debole e insicuro, poi deciso e sincero: sì che ti voglio bene, Naruto!
L’Uzumaki
sorrise, sinceramente soddisfatto.
Si sollevò, dirigendosi senza dire
nulla su uno scoglio che si ergeva sul laghetto. Si guardò attorno, mentre il
venticello fresco lo colpiva in pieno volto, scompigliandogli i capelli dorati.
Notò di quanto l’acqua fosse cristallina in quel punto e del bel spettacolo che
offriva la luna specchiandosi nelle increspature del lago.
Hinata, intanto, lo guardava come
incantata. Era felice di poter passare qualche minuto da sola con lui. E poi,
lì su quello scoglio… Naruto le pareva particolarmente bello. I capelli
scompigliati, il sorrisino soddisfatto di qualcuno che ha appena avuto una
bella notizia, gli occhi illuminati dai raggi lunari e il riflesso dell’acqua
sul suo volto…
Improvvisamente, lo shinobi perse l’equilibrio, cadendo bruscamente in acqua sotto
gli occhi attoniti della ragazza che, dopo qualche attimo di spaesamento, si
precipitò sullo scoglio. S’inginocchiò, sporgendosi, preoccupata poiché l’amico
ci metteva più del previsto per tornare in superficie.
Veloce come un fulmine, Naruto saltò
fuori dall’acqua, afferrando Hinata per le braccia e trascinandola giù con lui.
¯
Hinata riemerse, tossendo per aver
bevuto un po’. Si guardò intorno nuovamente, vedendo che l’amico era svanito
ancora. La ragazza non capiva bene che intenzioni avesse Naruto, ma si fidava.
Subito percepì dell’acqua colpirla e
si voltò, ritrovandosi l’Uzumaki alle spalle che la
schizzava con piccoli spruzzi, ridendo divertito.
Finalmente, anche la kunoichi capì: Naruto voleva solo giocare. Perciò,
ignorando i brividi provocati dall’acqua gelida, Hinata si lasciò trasportare
dalla risata travolgente del biondino, cominciando anche lei a schizzarlo d’acqua.
E fu così che finalmente anche Naruto poté vedere la splendida risata della
ragazza, e il suo volto colorato solo dai raggi della luna, lontano da
qualsiasi rossore o imbarazzo. Finalmente, poteva vedere un’Hinata Hyuga che riuscisse ad essere realmente se stessa,
tranquilla e felice di giocare come una bambina insieme a lui.
-“Ah ah ah… se ci vedesse la vecchia
Tsunade ci farebbe ritornare all’accademia!”-
ridacchiò Naruto, asciugandosi gli occhi con il polso.
-“Ah ah ah… già… non è un
comportamento da chunin, questo…”- assentì Hinata, ridendo.
-“Ma sì! Che male c’è a divertirsi
di tanto in tanto?”- sorrise l’Uzumaki, facendole
l’occhiolino.
Questa volta, la Hyuga
arrossì lievemente, regalando al ragazzo un splendido sorriso.
I due si fissarono per qualche
secondo, cullati dalle piccole onde del laghetto, illuminati dalla luna: uno
sguardo insolitamente intenso quello di Naruto, uno sguardo insolitamente
sereno quello di Hinata.
Il biondo sentì degli strani brividi
pervaderlo, brividi mai provati prima di allora. Per la prima volta nella sua
vita, quella ragazza timida e un po’ strana gli sembrava incredibilmente…
bella. Perché non se n’era mai accorto prima?
Turbato da quegli strani sentimenti,
Naruto le voltò le spalle, dirigendosi verso la riva: questa volta, era stato
lui ad arrossire.
-“Dai, usciamo di qui, Hinata… l’acqua è gelida!”- la invitò il ragazzo, con voce
incerta per via dell’imbarazzo.
Ma la compagna non gli rispose,
percepì solamente un lieve gemito di dolore e uno strano impatto con l’acqua.
Naruto si voltò di scatto e vide che
Hinata era scomparsa, solo uno strano movimento d’onde nel punto dove si
trovava prima: capì che probabilmente era annegata. D’istinto, l’Uzumaki si tuffò in acqua, immergendosi nella speranza di
trovarla.
Riemersero poco dopo; la Hyuga, sorretta dalle braccia del ragazzo, tossiva con
forza. Solo allora il biondino si accorse della ferita che la compagna aveva
alla gamba.
-“Perché non mi hai detto che eri
ferita…?”- chiese Naruto, visibilmente perplesso.
Hinata non rispose, si limitò a
fissarlo con occhi lucidi e dispiaciuti.
-“Perché… perché… non mi faceva
molto male… e poi perché io… io…”- cercò di dire la ragazza, ma l’unica cosa
che riuscì a fare fu quella di stringere le sue braccia intorno al collo dello shinobi, affondando il volto nell’incavo, cominciando a
singhiozzare silenziosamente. Piangeva perché non sapeva come dire al ragazzo che
gli aveva nascosto la ferita solo per passare un po’ di tempo con lui.
Naruto rimase perplesso per qualche
secondo, non sapendo che fare, non capendo perché Hinata fosse scoppiata a
piangere così all’improvviso.
Il ragazzo la strinse più forte a
sé, sospirando: chissà, forse se fosse stato un po’ più sveglio avrebbe capito
il perché delle lacrime dell’amica.
-“Hinata…
scusami… ho forse fatto o detto qualcosa di sbagliato?”- chiese, dispiaciuto.
-“No, Naruto-kun…”-
singhiozzò Hinata, sollevando i suoi occhi cristallini verso quelli dell’Uzumaki.
No, non ce la faceva più. Da troppo
tempo ormai si portava dentro quel sentimento sconvolgente, che cresceva giorno
per giorno. Lo amava e basta. Lo amava troppo. E si odiava, perché non riusciva
a dirglielo. E si odiava, perché sapeva che così si faceva del male da sola.
-“Naruto-kun…
io… io…”- si fece forza Hinata, fissandolo nuovamente, questa volta con sguardo
deciso –“Io… ti voglio… ti voglio bene, Naruto-kun!”-
urlò, stringendo ancora di più le braccia intorno al suo collo.
L’Uzumaki
spostò la testa di lato, ancora più perplesso di prima.
-“Sì, questo lo so anch’io… me l’hai
detto prima, ricordi?”- le spiegò il biondo, per niente sorpreso.
-“Sì, però… io… te ne voglio…
tanto!”- si sforzò di fargli capire la ragazza.
-“Mmh.. beh, grazie! Ma comunque
tante persone mi vogliono tanto bene e non si mettono a piangere per dirmelo…”-
le disse risoluto il ragazzo.
Quella conversazione era assurda.
Già cercare di dichiararsi al ragazzo che si ama da una vita mentre ci tiene in
braccio nel mezzo di un lago di notte… è romanticamente assurdo. Se poi
aggiungiamo che il ragazzo in questione è pure lento di comprendonio…
-“Naruto-kun…
non in quel senso…”- si disperò Hinata, che non sapeva più come farglielo
capire.
-“Come no? Non mi vuoi bene come Sakura-chan e il maestro Iruka?”-
domandò il biondino, stupito.
-“No!”- sbottò la Hyuga.
-“Come no?!”- ci rimase male Naruto.
-“Cioè sì, però… no, cioè… io… io…
IO TE NE VOGLIO DI PIU’!!!”- urlò Hinata,
tremendamente rossa in volto.
-“C-come…?”-
rimase allibito l’Uzumaki. Il ragazzo ci pensò su per
qualche secondo, dubbioso: che intendesse proprio…?
Naruto arrossì, considerando l’ipotesi
che l’affetto della quale gli parlava Hinata potesse in realtà essere… vero e
proprio… amore?
-“M-ma Hinata-chan… c-come…”- cercò di
capire il biondino, che sentiva il cuore battergli a mille.
I due si fissarono nuovamente,
entrambi rossi in volto, mentre i loro cuori palpitavano così veloci… come se
dovessero scoppiargli da un momento all’altro.
Quella rivelazione… era del tutto
inaspettata e Naruto non poteva nascondere di esserne rimasto piacevolmente
turbato.
-“Senti Hinata, io…”- cercò di dirle
l’Uzumaki, mentre d’istinto avvicinava sempre di più
il suo volto a quello della Hyuga, senza sapere neanche
lui il perché.
La ragazza deglutì, nervosamente:
Naruto si avvicinava e sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di
scostarsi da un suo bacio.
-“BEH, COSA STA SUCCEDENDO QUI?!”-
urlò improvvisamente una voce furibonda, che spezzò l’atmosfera sospesa e
incantata che era calata tra i due.
Naruto, spaventato dall’improvviso
urlo, perse l’equilibrio e cadde in acqua insieme a Hinata, che gli era ancora
in braccio.
¯
Quando i due riemersero, si
trovarono faccia a faccia con una Sakura parecchio irritata.
-“Cosa stavate facendo?!”- ringhiò
la Haruno, fissando i due ragazzi fradici.
-“Ehm… ni-niente
Sakura-chan! Hinata era ferita e-e…”- cercò di
spiegare Naruto, grattandosi il capo, in difficoltà.
-“…e sono andata a bagnarmi la
ferita! Solo che sono scivolata e…”- lo aiutò la Hyuga.
-“…e sono andato a riprenderla
perché non riusciva a nuotare!”- concluse l’Uzumaki,
ridendo nervosamente.
Sakura corrugò la fronte, fissando i
due, sospettosa.
-“Voi due… non me la raccontate
giusta…”- asserì la ragazza, scrutandoli con aria minacciosa.
La Haruno
curò la ferita di Hinata senza nemmeno guardarla in faccia, mentre sentiva una
terribile morsa chiuderle lo stomaco: lo sapeva, li aveva visti, aveva capito
subito che tra quei due stava accadendo qualcosa.
Naruto, intanto, se ne stava seduto
sullo scoglio, fissando l’aurora che timidamente iniziava ad illuminare tutto,
oscurando la luna, silenziosa spettatrice di quella strana notte. Spostò il suo
sguardo su Hinata, che gli sorrise dolcemente, arrossendo. Ricambiò il sorriso,
mentre veniva pervaso da un’incredibile felicità mai provata prima d’allora.
-“Ho finito. Andiamocene.”- asserì
Sakura, allontanandosi bruscamente dai due, senza aggiungere nient’altro.
Il biondino andò dalla Hyuga, aiutandola ad alzarsi cingendole un braccio intorno
alla vita. I due si sorrisero, complici, iniziando ad incamminarsi in tutta
tranquillità.
-“Questa notte torniamo qui, ti
va?”- chiese Naruto, sorridendo sornione.
-“Sì, assolutamente sì!”- rispose
Hinata, stringendosi al braccio del ragazzo, più felice che mai.
La kunoichi
portò il suo sguardo felice alla luna: l’unica che poteva giurarle che quella
notte, finalmente, era riuscita a dichiararsi al suo amato Naruto Uzumaki.
-The End-
NaruHina Rulez!!!