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Autore: obsessedbymemories    29/11/2013    2 recensioni
Subito dopo la morte di Danny, Rafe trova delle lettere sparse per i cassetti dell’alloggio dell’amico. Tre sono i destinatari di tali lettere: lo stesso Rafe, Evelyn ed il padre di Danny. Per Rafe ed Evelyn, leggere quelle lettere servirà a mantenere viva la voce di Danny.
- - La storia è una sorta di continuazione del film stesso, che amo con tutta me stessa. Perciò, ci saranno riferimenti a scene o dialoghi del film, sebbene alcuni avvenimenti potrebbero risultare in qualche modo "alterati". - -
Enjoy!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Pearl Harbor 2

Chapter II

Vedere quella miriade di buste chiuse con il suo nome scritto sopra, fece indietreggiare Rafe. La calligrafia era senza alcun dubbio quella di Danny, il che poteva significare solamente una cosa: quelle buste contenevano qualcosa che Rafe avrebbe dovuto leggere, o quantomeno scoprire, un giorno. Tuttavia, proprio non riusciva ad accettare il fatto che quel giorno fosse arrivato, che quelle buste fossero realmente lì davanti ai suoi occhi, aspettando solamente di essere aperte. Non poteva crederci, o forse non voleva farlo.

Il rifiuto psicologico di Rafe nei confronti di quelle buste gli fece chiudere il cassetto, quasi a voler riavvolgere il nastro e dimenticare ciò che aveva appena visto. Chiuse gli occhi, se li strofinò, si passò una mano sulla fronte, sudata per il nervosismo, e riaprì il cassetto. Le buste erano ancora lì, leggermente smosse a causa della spinta subita. Non si era immaginato nulla; tutto era reale e stava accadendo proprio a lui, in quell’alloggio, in quel momento.

Rafe prese fiato, inspirò profondamente e subito sentì l’aria invadergli i bronchi. Non ce n’era a sufficienza e stava per sentirsi male. Richiuse il cassetto e decise, quindi, di aprire quella piccola finestra che si trovava dalla parte opposta della stanza. Rimase affacciato per qualche minuto, fissando il vuoto e cercando di focalizzarsi su ciò che quelle buste potessero contenere. Schizzi? Disegni? Fotografie? Confessioni che Danny non era riuscito a fare in sua presenza? Lettere che avrebbero rivelato chissà quale verità sconosciuta? Una voce lo scosse, riportandolo alla normalità.

«Rafe?» Red Winkle era di fronte a lui, perplesso e preoccupato al tempo stesso. «Hai sentito c-cosa ti ho appena d-detto?»
«Red… No, scusami. Non mi ero accorto che…»
«Sì, l’avevo c-capito. Ti serve una mano con le c-cose di… Danny?», chiese, con la sua aria innocente. Era nervoso, lo si capiva dalla sua balbuzie. Dopo l’attacco a Pearl Harbor, il suo volto era cambiato: aveva perso quella sua ingenua spensieratezza. Betty aveva cambiato la sua vita, lasciando un segno indelebile. Sfortunatamente, anche la guerra aveva deciso di non passare inosservata.
«Ehm… No, grazie Red. Stavo solo prendendo una boccata d’aria. Sai, è complicato. Ma ce la faccio da solo, grazie.» Si era sforzato di non risultare rude con lui, benché il tono della sua voce era tutt’altro che amichevole. Non riusciva ad apparire tranquillo, non in quelle condizioni. Non in quel luogo.
«Certo, c-come vuoi… Se hai bisogno, s-sai dove trovarmi.»
«Sì, grazie.»
Red si allontanò e Rafe decise di tornare alla scrivania.

Senza nemmeno rendersene conto, aveva riaperto il cassetto sbagliato. Rimase sbigottito alla vista della parola “Papà” che lesse sull’unica busta presente lì dentro.

Danny aveva lasciato qualcosa per suo padre? Rafe non riusciva a capacitarsene. Gli sembrava di avere a che fare con un estraneo, eppure quelle buste contenevano una parte di vita che il suo migliore amico aveva deciso di custodire in quei cassetti per un tempo indeterminato. Prese tra le mani quella busta: era sigillata. Decise di non aprirla, non l’avrebbe fatto prima di avere almeno avvisato Evelyn. Richiuse il cassetto, indeciso sul da farsi, ed aprì quello che ancora non aveva esplorato.

Rafe sospettava fosse vuoto, ma fu presto smentito: quell’ultimo cassetto strabordava di buste e fogli sparsi. Pagine e pagine fitte di parole che si susseguivano in armonia, talmente ordinate da sembrare opera di un amanuense. Tipico di Danny Walker. Le smosse leggermente con la mano, cercando forse qualcosa di diverso in quel cassetto, qualcosa che non fosse ricoperto dalle parole dell’amico ormai troppo lontano.

L’unica cosa che Rafe riuscì a trovare fu una fotografia. Ritraeva la splendida infermiera per la quale sia lui che, sfortunatamente, Danny avevano perso la testa. Estrasse l’immagine dal cassetto e la tenne fra le mani, non potendo fare altro che ammirare la bellezza della donna che fino ad allora era stata la più importante della sua vita. Ciò che tormentava la sua mente era il fatto di non poterla vedere felice con l’uomo della sua vita. La gravidanza e la maternità senza Danny non sarebbero state affatto semplici. Evelyn non sarebbe mai più stata quella donna fiera e sorridente della fotografia che Rafe stava fissando. Il rossetto rendeva il suo sorriso inspiegabilmente elegante, i capelli leggermente mossi dal vento che soffiava sulla spiaggia dove quella mattina, con ogni probabilità, Danny aveva catturato la sua espressione divertita, la rendevano persino più bella, persino più felice. Felice di essere al sicuro, protetta dall’uomo che era riuscito a farle dimenticare il dolore. Ancora non sapeva cosa sarebbe successo.

Il volto di Rafe stava nuovamente tornando a rigarsi di lacrime e questa volta non riuscì proprio a trattenersi. Aveva promesso a Danny che si sarebbe preso cura di Evelyn e dell’esserino che portava in grembo, che sarebbe stato un buon padre. E fu proprio per questo motivo che non riuscì a far altro che piangere, singhiozzando rumorosamente e finendo con l’adagiarsi sulla scrivania, la fotografia stretta tra le mani e la fronte appoggiata sul legno freddo.

Dopo qualche minuto, gli tornarono alla mente le ultime parole che lui e Danny si erano scambiati alla stazione, prima che Rafe partisse per l’Europa.
«Senti, se mi succede qualcosa, voglio che sia tu a dirglielo. D’accordo?», aveva chiesto con voce tremante.
«E tu pensa a tornare vivo, sia per me che per lei.», rispose prontamente Danny, visibilmente preoccupato dalla situazione alla quale il suo migliore amico stava andando incontro.
Fu proprio quella frase a far rendere conto a Rafe che, probabilmente, se fosse morto in quell’attacco, non avrebbe voluto vedere quella che riteneva la donna della sua vita con un altro uomo che non fosse Danny.

Sollevò la testa dalla scrivania e si asciugò il volto con le maniche della camicia. Poggiò la fotografia alla sua destra e decise di svuotare definitivamente quei cassetti, così pieni di Danny da spaventarlo.

Cominciò da quello che conteneva il maggior numero di fogli e buste: il cassetto dedicato ad Evelyn. Oltre alla fotografia, infatti, Rafe prese tra le mani una di quelle lettere e, dalla prima parola che vi trovò scritta in alto a sinistra, capì che era indirizzata a lei. Avrebbe voluto continuare la lettura, ma non lo ritenne corretto nei confronti di Danny, né tantomeno nei confronti di Evelyn. Decise quindi semplicemente di riordinare quell’insieme  confuso di fogli e buste, farne un plico, poggiarli sulla scrivania ed adagiarvi sopra la fotografia di Evelyn.

Aprì poi il cassetto che conteneva la busta indirizzata al padre di Danny. La estrasse e la tenne per qualche momento tra le mani. Non vedeva l’ora di confessare ad Evelyn ciò che aveva scoperto, non vedeva l’ora di sapere cosa mai avesse avuto da dire Danny a suo padre. Quell’uomo che a Rafe era sempre parso burbero e scontroso, ma che Danny amava con tutto se stesso. Decise di porre la busta nello scatolone che aveva iniziato a riempire con le varie fotografie incorniciate che si trovavano sulla scrivania di quell’alloggio. Cercò quella che aveva trovato poco prima che ritraeva Danny ed il padre qualche giorno prima che quest’ultimo morisse. La prese, la mise in cima alle varie cornici che si trovavano lì dentro e vi ripose sopra la busta sigillata che Danny aveva scelto di custodire per chissà quale ragione o avvenimento.

Infine, Rafe aprì il cassetto contenente le buste che avrebbe dovuto aprire, le tirò fuori una ad una e le distribuì sulla scrivania. Le mani gli tremavano, il respiro si fece affannato e la vista gli si annebbiò nuovamente. Sarebbe mai riuscito ad aprirle?

Si alzò dalla sedia, mise una mano nel taschino sinistro della camicia e ne estrasse una sigaretta. In quel momento gli parve l’unica cosa in grado di aiutarlo. Sebbene non ne fosse del tutto convinto. Non era un fumatore accanito, ma in Inghilterra aveva imparato ad apprezzare la spaventosa potenza calmante del tabacco. Da quando era tornato dalla missione Doolittle, il fumo era l’unica cosa che riusciva davvero a dargli sollievo. Cercò l’accendino nella tasca destra dei pantaloni, dopodiché si diresse verso la porta.

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Spazio Autrice

E finalmente, dopo non so nemmeno io quanto tempo, torno a dedicarmi a questa FF.  Spero vivamente che nessuno ne rimanga deluso :)
Ho voluto dedicarmi principalmente a Rafe, per continuare la linea che ormai avevo preso nel primo capitolo, ma ciò non significa che sarà così "sempre" ^^
Chiunque volesse esprimere un parere, è liberissimo di farlo... Anzi, il tutto è ben accetto :)
Grazie per aver letto,

cheers :)

  
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