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Autore: I_S_Acquamarine    29/11/2013    4 recensioni
pensieri di una ragazza su ciò che ha perso e su cosa può essere veramente l'autunno nella vita di una persona. pensieri che seguono la caduta delle foglie degli alberi e che le fanno tornare in mente vari ricordi.
tutto in uno sfondo autunnale.
storia che partecipa al contest indetto da Harriet
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PENSIERI AUTUNNALI



Mentre le foglie cadono, io penso solo a quello che è sparito dalla mia vita. Proprio come un albero si separa dalle proprie foglie.

E, proprio come quelle foglie non torneranno all'albero, nemmeno quello che se n'è andato tornerà da me, ormai l'ho capito.

Questa consapevolezza però non fa diminuire il dolore che provo.

Le ferite causate da ogni singola perdita sono ancora lì.

Rimarginate, ma mai guarite. Sempre pronte a riprendere a sanguinare.

Eppure, nonostante tutto, sono riuscita ad andare avanti.

Ho realizzato i miei sogni, i miei obiettivi e ora sono felice.

Sono qui, in un piccolo parco cittadino, che guardo i bambini giocare sullo scivolo e sull'altalena e mi sale una grande nostalgia.

Nostalgia per quei giorni che ho passato con te quand'eravamo piccoli bambini innocenti.

Quando un semplice parco giochi rappresentava il mondo e un mare di avventure.

Poi siamo cresciuti.

Le nostre strade si sono separate e tornate a incrociare un numero indefinito di volte finché non si sono separate del tutto.

Tu sei andato per la tua strada e io per la mia, ma ci siamo mai lasciati alla fine?

Io ti chiamavo al tuo compleanno e tu al mio.

Ti chiamavo a Natale e tu a Pasqua.

Eri al mio matrimonio e io al tuo.

Per l'altro ci siamo sempre stati.

Quindi non ci siamo mai lasciati forse?

Siamo sempre stati insieme forse?

Nonostante la distanza, nonostante le vite completamente diverse, nonostante il tempo che passava?

Credo di si, o almeno così mi piace credere.

Tu sei la prima cosa che ho perso e che allo stesso tempo non ho mai lasciato.

Forse questa è la ferita più profonda che porto dentro.

Però non è l'unica che mi fa male. Fa solo più male delle altre, tutto qui.

Il mio sguardo scivola dai bambini allegri all'albero solitario vicino allo scivolo.

È un albero molto grande, dove i bambini più spericolati provano ad arrampicarsi con risultati parecchio deludenti.

Perfino io ci avevo provato una volta.

Il risultato? Veramente pessimo. Sono caduta come un sacco di patate.

Fu proprio in quell'occasione che conobbi colui che mi incise la seconda ferita più dolorosa di tutte.

In quell'occasione conobbi il mio futuro marito.

Peccato che poi scoprii che mi tradiva.

L'unica, sola, piccola consolazione è che lo faceva con una a me completamente estranea.

Sempre che questa possa essere chiamata consolazione ovviamente.

Ecco quale fu la seconda cosa importante che persi nella vita: la fiducia nella gente.

Col tempo, in parte, è tornata, ma non sarà mai come prima.

Dopo l'albero guardo un po' in giro, senza fermarmi su qualcosa in particolare.

Ovunque ci sono bambini che si godono queste ultime giornate miti prima dell'inverno, alberi che perdono le foglie, anziani che si rilassano su una panchina immersi nei loro ricordi.

Nessuno sembra avere un problema, una pena, un ricordo più amaro degli altri.

Tutti sembrano godersi queste ultime giornate autunnali prima dell'arrivo dell'inverno.

Chissà, forse anche loro stanno rivivendo vecchi ricordi, però senza darlo a vedere.

Nella vita ho perso molto, ma ho avuto anche molto.

Però, forse per la malinconia che mi assale in questa stagione, al momento riesco solo a concentrarmi su ciò che ho perso.

Continuo a guardare le foglie che, con la loro lenta danza, cadono ai piedi degli alberi.

Mi dà l'impressione di un incendio che si sta lentamente spegnendo a causa dei colori che le foglie assumono in questa stagione.

Come se volessero lasciare la loro vita in una vampata di gloria.

Anch'io vorrei lasciare la mia vita in questa maniera.

In modo da restare nei ricordi delle persone che ho conosciuto.

Il mio sguardo viene catturato da una foglia che viene trascinata via da un soffio di vento per poi posarsi ai miei piedi.

La prendo in mano e la osservo.

È bastato un soffio di vento a farla cadere quando prima ci sarebbe voluta come minimo una tempesta.

Ecco, la mia vita potrebbe essere definita anche così.

Prima mi ci vuole una tempesta, come minimo, a buttarmi giù. Poi, basta solo un alito di vento.

Strana la vita vero?

Tutto ciò che ho perso mi ha fatto apprezzare quello che avevo anche se, in alcuni casi, hanno lasciato ferite profonde.

Però, tutto sommato, sono contenta di come è andata fin'ora.

Certo, se potessi tornare indietro, cambierei qualcosa, come tutti quanti credo.

Però, sono orgogliosa di essere riuscita ad andare avanti.

Mi sento veramente orgogliosa di me stessa.

Ora, forse, posso chiudere un capitolo della mia vita e ricominciarne un altro dopo un periodo di pausa.

Proprio come fanno gli alberi in questo momento.

Si prendono una pausa per poi tornare più belli di prima.

Farò così anch'io.

Lascerò tutto ciò che mi ha fatto male dietro di me e riprenderò a vivere.

Devo farlo per poter stare meglio.

Devo farlo per ricominciare a stare meglio.

Devo farlo e lo farò.

Forse l'autunno non è l'inizio della fine, ma solo l'inizio di una pausa che serve poi a ricominciare.

O almeno è quello che sono arrivata a pensare oggi.

E credo proprio di avere ragione.

Ora però è meglio che torni a casa, si sta facendo sera.

Ricomincerò e sarò più forte di prima.

Adesso però mi prendo una pausa.

Una pausa dalla quale uscirò più forte di prima.

Ora, però, è meglio andare prima che arrivi il buio.

Mi avvio verso casa con una nuovo obiettivo nella vita: rinascere.

   
 
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