Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: ciux_    30/11/2013    1 recensioni
“Mi spieghi che hai? Sai come sono stato per tre anni credendoti morto, non voglio passare di nuovo tutto quello!”
“Oh, ovvio certo, perché solo tu sei stato male! Io stavo benissimo senza di te guarda! Ti è mai passato per la testa, John Watson, che magari anche io sono stato male?!”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Follow the detective

 

Era tornato tutto come prima. Stavano nuovamente rincorrendo criminali per Londra insieme.

Sherlock era “tornato in vita” da due mesi. Certo i primi momenti erano stati difficili per entrambi, fra il pugno in piena faccia che John aveva rifilato al detective come regalo di bentornato, la difficoltà per Sherlock nello spiegare il motivo della sua falsa caduta e il mutismo di John per due settimane. Solo dopo tutte queste avversità il dottore aveva deciso di tornare a Baker Street e ora stava nuovamente accompagnando il detective nelle sue indagini. 

Ormai stavano correndo dietro a quel pluriomicida da dieci minuti e il delinquente non aveva intenzione di fermarsi. Il malfattore li aveva fatti entrare in un cantiere, dove non c’era nessuno, solo loro tre e alcuni edifici abbandonati o in costruzione. John, dal primo passo per iniziare l’inseguimento, aveva ricominciato a sentire quella sensazione di adrenalina pura che lo travolgeva e non gli faceva più sentire quel fastidioso male alla gamba che era stato una caratteristica dei tre anni trascorsi senza il detective e le sue avventure. Si sentiva vivo, non c’erano altri aggettivi che potessero descrivere le sue sensazioni. Erano di nuovo loro due e nessuno li avrebbe più separati. Glielo aveva detto Sherlock quando aveva ricominciato a parlargli e si stavano abbracciando, gli aveva sussurrato all’orecchio “Io ci sono e ci sarò sempre, non ti lascerò mai più.” e John era scoppiato a piangere.

Guardò il detective correre davanti a lui. Sherlock era ancora agile e, come sempre, lo precedeva di qualche metro. John continuava a seguire il suo cappotto che svolazzava in modo teatrale davanti alle esili ma forti gambe del suo coinquilino, come se fosse stato un mantello. Il mantello di un supereroe. Perché era quello che era Sherlock infondo: un eroe; il suo eroe. Era grazie a lui che era vivo ed era grazie a lui che ora era tornato in vita dopo tre anni di disperazione.

L’assassino girò ed entrò in un grosso edificio dall’aria abbandonata. Era grigio e lasciato al tempo. Aveva due piani ed erano entrambi tappezzati di finestre, molte delle quali ora erano rotte. Sherlock si fermò e si girò verso John. Il suo volto era il solito con la solita espressione un misto fra noia e un freddo sguardo osservatore che non tralasciava nulla. Quel caso doveva essere un quattro. Oh quanto gli era mancato quel viso in quei tre anni! Le uniche volte che lo rivedeva era negli incubi, ricoperto di sangue e schiacciato al suolo; ma ora era lì, di nuovo davanti a lui, concreto. Non sembrava affaticato affatto, l’unica prova della corsa era una solitaria goccia di sudore che scendeva brillate sulla fronte del detective, lasciando una scia invisibile ma luminosa al sole.

“John, aspetta qui e avverti Lestrade; tranquillo non serve che vieni, ce l’abbiamo ormai.” Disse frettoloso per poi tornare a correre entrando nell’edificio. John non aspettò molto per obbedire al detective. Si fermò (con una certa felicità), tirò fuori il telefono dalla tasca e digitò il numero dell’ispettore di Scotland Yard che gli aveva fornito quel caso. Aspettò. Suonò una, poi due volte e infine il DI rispose.

“Greg, siamo dietro al killer, no, non so…” E poi un busso. Un enorme boato e un’ esplosione. John fece cadere il telefono a terra e rimase lì, fermo a vedere l’edificio in cui era entrato Sherlock cadere al suolo e sfracellarsi. 

Quello che accadeva al palazzo era proprio quello che accadeva al cuore di John in quel momento, cadeva e si distruggeva in pezzetti. No, non poteva perdere Sherlock un’altra volta. Già una volta sola non doveva capitare ed era stata distruttiva per il dottore.

 

No. Non poteva essere vero.

 

Quanto tempo era passato? Aveva solo chiamato l’ispettore ed era esplosa la bomba, ma a John sembrava esser passato molto più tempo. Non aveva nemmeno detto addio a Sherlock, non gli aveva detto nemmeno una sillaba. No, non poteva essere vero.

 

Sherlock, Sherlock, Sherlock.

 

Sherlock era vivo. DOVEVA essere vivo. Gli venne un capogiro poi un altro. Non riusciva a reagire a quella situazione. Le lacrime gli scendevano lungo il viso, le pulì con il dorso della mano, ma non le sentiva veramente, tutto ciò che percepiva era paura. Vera e concreta paura per Sherlock.




Le note che nessuno legge!
Yuppy! Sono tornata! No, mi dispiace, ma non vi siete liberati di me! Dunque ho voluto essere un po' crudele concludendo il primo capitolo così...ma tranquilli, nel remoto caso in cui la storia dovesse piacervi o interessarvi non dovrete attendere molto! :) Apprezzo le recensioni. ;) 
 Al prossimo capitolo

Ciux :)
  
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