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Autore: Stella_Del_Mattino    30/11/2013    1 recensioni
Settimo anno. Neville, Ginny e Luna stanno facendo di tutto per alimentare la resistenza contro Piton e i Carrow, ma, durante una delle loro uscite notturne, con Gazza nei paraggi gli imprevisti sono dietro l'angolo...
{Questa one shot ha partecipato al contest "We are always infinity" di Ginny Weasley in Potter sul fotrum, classificandosi seconda}
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Seamus Finnigan | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: Stramba e unica. Unica perché stramba.
Nick autore EFP: Evelyne13211
Nick autore forum: Evelyne13211
Raiting: Verde
Genere: Fluff, romantico
Personaggi: Neville Paciock, Luna Lovegood, Seamus Finnegan, Dean Thomas, Ginny Weasley
Coppie (se sono presenti): Luna/Neville
Pacchetto: Torta al limone
NdA: la one shot si ambienta durante il settimo anno di Neville, e il sesto di Luna, poco prima delle vacanze natalizie, cioè prima che i Mangiamorte prelevassero Luna dal treno. Neville e gli altri stanno uscendo di nascosto per scrivere sui muri vicino alla Sala Grande una delle scritte tipo “Esercito di Silente, il reclutamento è ancora aperto”. Tutte le informazioni utilizzate sono prese dai libri di Hp, non dai film, in particolare da Hp7.
La one shot si concentra molto sul personaggio di Luna e, come vedrai, riprende proprio l’inizio della sua storia con Neville, spero di aver reso comunque bene il tutto.

Stramba e unica. Unica perché stramba.
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— Pronti, ragazzi? — Neville Paciock si voltò verso i due Grifondoro che lo avevano seguito fuori dal dormitorio maschile. 
Dean Thomas e Seamus Finnegan annuirono e, quando sopraggiunse anche Ginny Weasley, il gruppo scivolò silenziosamente oltre il quadro della Signora Grassa, confondendosi nel buoio del corridoio.
— Luna ci sta aspettando, sbrighiamoci — bisbigliò Ginny.
— Vado io a chiamarla, voi intanto andate avanti. Non accendete le bacchette e, se vedete Gazza, restate immobili, non è molto vigile di notte, l’importante è non farsi sentire da Mrs Purr — rispose Neville.
Gli altri assentirono con un cenno del capo e si diressero verso le scale.
— Devi bussare tre volte all’entrata della Sala Comune dei Corvonero, è il segnale che abbiamo concordato con Luna, ricordi? — chiese Ginny a Paciock, prima di allontanarsi.
— Certo.
 La ragazza raggiunse Dean e Seamus, mentre Neville si incamminò nella direzione opposta, salendo verso l’ala ovest del castello, dove si trovava la Torre dei Corvonero.
Giunto in cima alla scala a chiocciola che conduceva alla loro Sala Comune, seguì le indicazioni di Ginny, bussando però direttamente sulla porta e lasciando immobile il batacchio a forma di aquila, per evitare che, rivolgendogli uno dei suoi indovinelli,creasse un gran baccano e facesse accorrere immediatamente i Carrow. Dopo il terzo colpo, la chioma bionda di Luna Lovegood fece subito capolino.
— Ciao, Neville — esordì con la sua solita voce calma e un po’ stralunata. — Dove sono gli altri?
Il Grifondoro la osservò: aveva un pigiama viola, largo e con degli stravanganti fiocchi gialli all’altezza dei polsi e delle caviglie, i suoi inseparabili occhiali bizzarri, che lei chiamava Spettrocoli, e un cappello assurdo, pieno di frange sparate da ogni parte, che ricordavano vagamente la criniera di un leone. Sembrava appena uscita dal letto.
— Sono... sono andati avanti. Ci aspetteranno davanti alla Sala Grande — borbottò Neville, facendo fatica a staccare la lingua dal palato e gli occhi da quella figura divertente.
— Oh, dopo cena sono andata a fare un sonnellino e ho dimenticato di rimettermi la divisa — disse Luna, notando il suo sguardo attonito. — Un Gorgosprizzo deve avermi confuso il cervello.
— Un Gorgo... Che cosa scusa? — Il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso.
— Non scherzare con i Gorgosprizzi, Neville — lo redarguì la Corvonero. — Sono creature infinitamente dispettose, ti entrano nelle orecchie e ti confondono la mente.
Lui alzò le mani in segno di resa, colpito dalla convinzione con cui Luna parlava di quelle creaturine immaginarie, a cui credeva solo lei, di cui spesso Neville fingeva scherzosamente di non ricordare il nome.
— Ma i più fastidiosi sono i Narcilli — riprese lei. — Rubano di tutto, persino i vestiti e le scarpe, per questo cerco di tenerli lontani. — Luna estrasse da sotto il pigiama una collana fatta di tappi di Burrobirre e la mostrò a Neville.
Lui si avvicinò e rigirò tra le dita uno di essi. Emanava un odore dolciastro, un misto del profumo della Burrobirra e di quello del sughero, unito a un’altra fragranza più tenue, un aroma che il Grifondoro non avrebbe saputo identificare con una parola sola. Era come Luna, un po’ stravagante, fuori dagli schemi e per questo unica.
— Neville? — la ragazza agitò una mano davanti al viso del Grifondoro, il quale si accorse solo in quel momento di aver contemplato un tappo di sughero per un tempo un tantino lungo.
— Andiamo, Luna — farfugliò. — Ginny e i ragazzi ci staranno aspettando già da un po’.
Luna annuì e i due si avviarono verso la rampa di scale più vicina. Scesero di un piano, poi di un altro, ma, una volta raggiunto il pianterreno, quando svoltarono l’angolo, scorsero la coda di Mrs Purr, che sbucava da dietro una delle armature. La presenza di quella gatta voleva dire solo una cosa: Gazza era nei paraggi.
Come previsto, qualche attimo dopo, la figura storta del custode e il suo volto pieno di verruche emersero dal buio del corridoio, illuminati dal bagliore della fiaccola che teneva in mano.
Neville spinse Luna dentro una classe vuota - quella di Trasfigurazione - , socchiudendo la porta alle loro spalle e lasciando un piccolo spiraglio aperto per guardare fuori.
— Che c’è, Mrs Purr? — Gazza intercettò lo sguardo dell’animale e si voltò verso il punto dove i due studenti erano stati fino a un secondo prima. Quando iniziò ad andare avanti e indietro per il corridoio, sbirciando dentro le aule deserte, Neville e Luna si appiattirono dietro la porta di quella di Trasfigurazione, cercando di restare immobili e non fare rumore. Il buio, tuttavia, non era dalla loro parte e Luna urtò un armadietto, facendo cadere alcuni vecchi libri.
— Cavolo — mormorò, avvicinandosi di più al Grifondoro, mentre Gazza, attirato dal rumore, si avvicinava alla classe.
— Shh. — Neville si mise un dito sulle labbra e la tirò ancora di più verso di sè, allontandola dai numerosi oggetti che, in bilico sui ripiani stracolmi dell’armadietto, minacciavano di cadere da un momento all’altro.
— Vediamo chi c’è qui dentro... — Gazza irruppe nell’aula di Trasfigurazione con l’espressione sadica di chi sta giocando al gatto con il topo, illuminando i banchi con la fiaccola.
Neville estrasse la bacchetta dalla tasca, valutando se fosse meglio Schiantarlo, Confonderlo o nessuna delle due opzioni. Sentì Luna stringere la presa sul suo braccio e trattenere il respiro.
Andrà tutto bene, avrebbe voluto dirle, ma se avesse parlato  avrebbe attirato subito l’attenzione di Gazza, che stava ancora girovagando tra i banchi. Per ora l’oscurità e l’ombra della porta continuavano a coprirli.
Gazza tornò verso l’entrata dell’aula e Neville impugnò più saldamente la bacchetta, deciso a usarla se li avesse visti, ma non fu necessario.
Un rumore acuto, proveniente dal corridoio, simile al sibilo dei vecchi Fuochi Forsennati di Fred e George, attirò l’attenzione del custode, che, dopo aver gettato un’ultima occhiata diffidente all’interno della classe, uscì.
Neville e Luna tirarono un sospiro di sollievo.
— Ce l’abbiamo fatta — disse il ragazzo, cercando di stemperare il nervosismo ancora presente nell’aria.
La Corvonero accennò un sorriso stralunato e solo allora Neville si accorse di quanto erano vicini, così vicini che avrebbe potuto baciarla. Una parte di lui aspettava quel momento da così tanto tempo che non sapeva nemmeno quando aveva iniziato a essere attratto da Luna, dalle sue particolarità, dal suo mondo di Narcilli e Gorgosprizzi, dagli oggetti strani che le piaceva indossare. Tuttavia, forse per lei era il primo bacio, voleva davvero che fosse in una classe buia con un custode verrucoso alle calcagna? Chissà quante aspettative riponeva in quell’avvenimento, magari avrebbe voluto un camino acceso alle spalle, un sottofondo musicale romantico, o una rametto di vischio appeso sopra la porta, visto che si avvicinava il Natale. Ma, un attimo, chi gli aveva detto che Luna non aveva già dato il suo primo bacio? Era possibile che fosse solo una sua speranza, dettata dall’impossibilità di immaginarla con un altro, a sua volta generata dalla complicità che si era creata tra loro negli ultimi mesi, dalla sensazione che ormai i Narcilli e i Gorgosprizzi non facessero più parte solo del mondo di Luna, ma anche del suo. I suoi pensieri si stavano annodando.
— Visto? — Luna rise, canzonandolo per l’aria imbambolata che doveva avere. — I Gorgosprizzi hanno confuso anche la tua mente.
Non sono i Gorgosprizzi.
— In realtà non credo che siano i... — cominciò a dire Neville, ma non ebbe modo di continuare, perché Luna lo afferrò per la cravatta della divisa e lo baciò.
Proprio in quel momento, la porta dell’aula si spalancò.
— Ehi, piccioncini, uscite da qui prima che Gazza torni — biascicò Seamus.
Luna rivolse a Neville un sorriso incerto, poi lo precedette nel corridoio.
Il Grifondoro, da parte sua, si passò una mano nei capelli, piuttosto confuso. Avrebbe voluto chiederle se quello era stato il suo primo bacio, ma in fondo non gli sembrava più così importante, era comunque stato il loro primo bacio
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