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Autore: Scalza_per_la_vita    30/11/2013    1 recensioni
Giada, una ragazza di 16 anni, vede il suo sogno crollare nello stesso momento in cui viene portata al pronto soccorso. Viene ricoverata e costretta a frequentare sedute di riabilitazione che lei odiava tanto. Ma è proprio lì che conosce Marco. Ed ancora non sa che il suo sogno si concentra nella sua persona.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Non lo so dottore, mentre ballavo sono caduta e ho sentito un dolore fortissimo alla caviglia.
Giada cercava di spiegare com’era successo l’incidente sulla pista da ballo, ma il dolore le impediva di parlare. Passò una giornata intera al pronto soccorso ed al calare del sole sentì la sua vita trascinarsi nel buio.
–Si dovrà operare.
Il suo sogno era svanito.  L’esercito non poteva più essere sulla lista dei suoi sogni. Non servivano più le spiegazioni  di suo cugino, militare da dieci anni. E non serviva più il ricordo della gita in caserma, l’incontro con i militari, i discorsi con loro. Tutto questo non serviva più. In un secondo la sua vita crollò.
L’indomani Giada venne portata in sala operatoria, i genitori che la accompagnarono fin dove era consentito chiedevano di tutto al dottore che la doveva operare. Domandavano se sarebbe tornata a camminare, se serviva una riabilitazione. A lei però non importava nulla di ciò, con il suo sogno era morta una parte di lei. Sentì il corpo addormentarsi, e la mente girovagare tra pensieri insensati, si risvegliò con la madre accanto.
-Va tutto bene? Non hai sete? Se vuoi chiamiamo l’infermiera.
-Si mamma, sto bene, non ti agitare troppo.
-Sei sicura?
-Si, mi lasci in pace?
La madre non rispose e non chiese nulla. Aveva capito che la figlia non voleva parlare del dolore che la distruggeva. Ma si sentiva in colpa, l’aveva sempre seguita, non immaginava una vita senza la sua, e quando, durante il parto ci sono state complicazioni disse di salvare Giada e lasciare morire lei, Giada valeva più di tutto. Valeva più della sua vita. Le veniva da piangere quando ci ripensava ma non voleva mostrarsi debole di fronte la figlia, con gli occhi lucidi uscì dalla sala e corse dal marito.
Intanto Giada nel suo letto tratteneva le lacrime, e lo faceva anche quando fu dimessa dall’ospedale, ed anche quando dopo un mese di riposo a casa iniziava le riabilitazioni. 
All’inizio non parlava con la sua fisioterapista. Michela, ma conoscendola iniziò ad apprezzarla ed imparò a comunicare con lei. Un giorno Michela le chiese della sua passione per l’esercito.
Così Giada dovette di nuovo affrontare quell’argomento. Parlarne era sempre difficile, ma con lei si aprì e le raccontò dell’amore per la disciplina, per la severità. Erano tutte cose che la affascinavano. Raccontò anche della festa di compleanno. Della sua amica stupida che la spinse, di quando cadde e si fece male alla caviglia, di quando vide il suo sogno fratturarsi. Michela non le disse niente, fece un cenno con il capo e sorrise. Forse perché non sapeva cosa dire, forse perché aveva paura di ferirla. 
  
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