Ricordati di me

Quando Gale ritorna al 12, il sole è alto, ma nascosto da nubi dense e pesanti.
Il cielo grigio riflette il colore dei suoi occhi – occhi da Giacimento.
Lui resta fermo, immobile, davanti all'entrata del Villaggio dei Vincitori e indugia. Si gira, ed è quasi pronto ad andarsene. Ma è stanco di voltare le spalle.
Ciò che lo convince a restare, a restare davvero, è una voce.
La sua voce.
 

«Non voglio che te ne vada, Gale; davvero.»
«Devo.»
 

La casa è uguale a come se la ricorda. Solo le pareti hanno un colore diverso; sono del rosa pallido delle primule. Lo opprime, quel colore. Lo schiaccia, gli stringe il cuore, mozzandogli il respiro. Ma ignora quella sensazione. Urla in silenzio.
«Peeta tornerà a casa a breve» dice Katniss. Quello uscito dalle labbra della donna è un implicito invito ad andarsene.

«Possiamo ricominciare.»
«Non mentirmi. Sai che non possiamo.»
 

«Sei sempre stata tu», c'è nostalgia nella voce di Gale; c'è nostalgia e rimorso e tristezza.

«Lo so». Katniss distoglie lo sguardo e lo punta sulla foto dei suoi bambini. Una parte di lei lo incolpa ancora, Gale lo sa. Anche una parte di lui si incolpa ancora. Come non potrebbe?
«Siamo sempre stati noi.»
Katniss non risponde neppure.

«Devo andare, Gale. Peeta mi aspetta.»
“Dovrei essere io ad aspettarti, Katniss.”
 

La porta dell'ingresso si apre.
Gli schiamazzi dei bambini precedono la loro comparsa. Katniss sembra preoccupata. Gale pensa solo che quelli potrebbero essere stati i loro bambini.
«Sono a casa!» grida Peeta.
Poi vede Gale. Lo sguardo diventa duro, freddo, insostenibile.
«Gale. Che piacere.»
«Peeta.»

«Addio, allora.»
«Gale...»
 

Peeta sa quand'è tempo di andarsene. Sparisce con sua figlia al piano di sopra, non prima di lanciare uno sguardo preoccupato a Katniss.
Gale sa che la ama. Ma sa anche che nessuno l'amerà mai quanto l'ha amata lui.
«Addio, Katniss.»
«Addio, Gale.»
Quel saluto è così definitivo che gli fa male.
E a Gale non resta altro che un ricordo lontano, un eco irraggiungibile.
Per lui, Katniss rimarrà sempre Catnip.

«Ricordati di me.»
«Per sempre.»