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Autore: MileyPotterWeasley_95    01/12/2013    0 recensioni
"Se lo puoi pensare, lo puoi fare".
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Dal Capitolo 2:
“Amami..” sorrisi.
Lui poggiò di nuovo le sue labbra morbide sulle mie.
“Gioco” ansimò.
Non potevo credere che l’avevo detto.
****
Storia ispirata al film "Amami se hai coraggio".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allungai pigramente un braccio sul comodino per prendere la fonte del rumore assordante che aveva invaso la stanza, il mio cellulare.
“Merda!” imprecai.
Non ricordo quante volte avevo rimandato la sveglia, ma era decisamente tardi e tra meno di un’ora avevo un test di matematica all’università.  Se il buongiorno si vede dal mattino, non oso immaginare come si presenterà la giornata.
Tentai di alzarmi, ma un peso morto mi teneva attaccata al materasso.
“Louis svegliati!” sbuffai tirandogli uno scalpellotto sulla testa.
Mugolò mettendo la testa sotto il cuscino, tipico.
“Avanti Louis! Almeno togliti di mezzo così posso alzarmi” tentai di allentare la presa delle sue gambe contro la mia e di alzargli il braccio dal mio torace, ma inutilmente.
“Louis.. conto fino a tre e se non ti alzi sono guai. Uno.. due..”
“Tre!” Louis mi anticipò spingendomi fuori dal letto.
“Ti odio!” gli urlai in fretta e furia mentre raccattavo vestiti sparsi per la stanza e i libri di matematica.
“Buongiorno anche a te”  sorrise mettendosi seduto a gambe incrociate sul letto “Cercavi questo?”
Girai la testa verso Louis, fra le mani teneva il mio reggiseno. Mi sporsi verso di lui per prenderlo, ma ritrasse la mano “Giochi o non giochi?”
“Il mio odio verso di te sta salendo sempre di più sappilo!”
Scoppiò a ridere “Allora? Rispondi alla domanda”
Il suo sguardo beffardo mi stava facendo innervosire.
“Non oggi Lou, ho il test io..”
 
“Io non posso credere di essermi fatta convincere da te!”
Camminavo a passo svelto verso l’aula dove fra pochi minuti avrei tenuto il mio esame, accanto a me, Louis, sghignazzava divertito come del resto, aveva fatto la maggior parte delle persone che mi avevano vista da stamattina. Alla fine avevo accettato la sfida.
Ebbene no, a distanza di anni non è cambiato niente e il gioco continua ad andare avanti come sempre, stesse regole, stessa scatola, un giro di giostra per uno. Solo una cosa era cambiata, il gioco cominciava a farsi spinto.
“Dai, non sei poi così male” ridacchiò.
Vi starete chiedendo cosa avranno tutti da ridere? Beh ero uscita di casa e avrei dovuto affrontare l’esame in biancheria intima. No, no, non solo in biancheria intima, ero vestita.. ma sopra i vestiti avevo indossato mutande e reggiseno.
“Stai zitto perfavore” lo pregai dandogli una leggera spinta.
 
“Charlie Desiderio!”
Mi sentii chiamare e subito mi alzai di scatto cercando di scordarmi cosa avevo addosso.
Sorrisi alla signora che mi aveva chiamato ed entrai senza curarmi del fatto che Louis stava ancora ridendo e tutta la commissione mi squadrò da cima a fondo.
Cominciai l’esame di matematica e pregai che non giudicassero la mia preparazione in base al mio abbigliamento.
Mentre scrivevo una serie di numeri sulla lavagna, lanciai uno sguardo oltre la porta parzialmente di vetro che mi divideva dagli altri candidati e quello che vidi non mi piacque: Louis ci stava provando con una ragazza, e non una ragazza qualsiasi.. La biondona più troia della scuola.
Sentii salire dentro di me la gelosia e persi la concentrazione, lasciai andare un braccio lungo il corpo.
Non posso credere di essere gelosa di Louis Tomlinson, lo stesso ragazzino con qui ero cresciuta.
“Signorina Desiderio tutto bene?”
Scossi la testa e ricominciai a scrivere ma immancabilmente il mio sguardo finiva sempre su Louis, ora la ragazza gli stava sfiorando una coscia, mentre lui le spostava i capelli dietro le orecchie. Ci sapeva fare con le donne, anche se quella non era una donna ma un’arpia, e poi devo ammettere che è veramente veramente bello.
La concentrazione andava man mano spengendosi, non potevo vedere oltre.
“Signorina Desiderio mi dia la soluzione della funzione delta”
Un'altra parola da parte della professoressa e un altro gesto da parte della bionda ossigenata e avrei commesso un omicidio.
Concentrai tutta la calma possibile che in quel momento potevo avere.
“Ehm.. - 3 m2.. ehm.. - 3.. no - 2 m + 1” non avevo la più pallida idea di cosa stavo dicendo.
Girai nuovamente la testa e Louis e la ragazza erano sempre più vicini.
“Signorina Desiderio”
Tirai il gessetto verso la porta e uscii bruscamente richiamando l’attenzione di tutti, la calma non era nel mio DNA.
“Signorina Desiderio, non ho detto che può andare!”
“FDX ha due radici distinte se m è compreso fra – 1 e 3” mi congedai.
Cominciai a camminare a passo svelto per il corridoio, in pochi secondi fui raggiunta da Louis.
“Dove scappi di fretta?” domandò con il fiatone.
“Al lavoro Louis”
“Mph.. com’è andata?” lo sentii trattenersi un risolino.
“è andata che la commissione era troppo impegnata a guardare il mio reggiseno!” brontolai “ma a te che importa, avevi di meglio da fare”
Mi fermai appena prima di fare le scale verso l’uscita, aprii la borsa e gli porsi la scatola.
“Ma nemmeno la conosco a quella!” disse leggermente infastidito respingendo la mia mano “Era solo per passare il tempo"
“Melanì Withmore ha solo due cose buone: è andata a letto con uno dei ragazzi più fighi della scuola e ha un paio di orecchini splendidi. Ecco ora la conosci vai, diveriti” aggiunsi infine sarcastica.
“Ma sei gelosa?”
Mi fermai di botto.
“Ma chi io?”
“Si tu” si morse un labbro inferiore per poi bagnarselo con la lingua.
Non potevo cedere.
“Ma fatti tutte le ragazze che vuoi, io vorrei solo superare l’esame malgrado questo” indicai le mie mutande.
Mi sorpresi quando riuscii a mantenere la calma e non andare in panico su questa domanda, mi conosceva così talmente bene che era facile per lui capire se stessi mentendo o no.
“Ma sentila” ghignò “Sei gelosa, ammettilo” mi sorrise maliziosamente.
“Non dire stupidaggini” sbuffai digrignando i denti “Per quanto riguarda Melanì Withmore fai pure, hai la mia benedizione” ripresi il mio tono sarcastico.
Mi allontanai da lui scendendo l’ultima rampa di scale.
“Charlie.. smettila perfavore”
“No dico davvero, vai è un’occasione da non perdere. Però devi portarmi i suoi orecchini”.
 
“Certe ragazze sono veramente ingenue o semplicemente non sanno resistere al mio fascino”
Louis mi raggiunse dietro il bancone della pasticceria dove lavoravo.
“Togli quella zampaccia da lì o me lo scalano dalla paga mensile”
Lo fermai prima che potesse agguantare un pasticcino al cioccolato, brontolò qualcosa di incomprensibile e lasciò cadere gli orecchini di Melanì sul bancone “Detto fatto”
Quelli erano davvero gli orecchini di Melanì, era stato davvero con lei e nemmeno me la potevo prendere con lui. Infondo ero stata io a incoraggiarlo. Presi gli orecchini e li buttai al secchio
“Ecco, ora non ha più punti a suo favore”
“Dimentichi che è andata al letto con Mr. SonoFigoSonoBelloSonoFotomodello”
“Sì è vero, ma ci sono andata anche io” feci l’occhiolino a Louis che restò di stucco e sparii dietro la cucina.
 
“Sei davvero stata con quel tizio?”
Louis mi aveva aspettato fino all’orario di chiusura.
“Si”
“E ti piace davvero?”
“Bè come seconda scelta sì”
Louis mi fermò improvvisamente prendendomi un braccio e attirandomi a se, i nostri nasi si sfiorarono
“E chi sarebbe la prima scelta?” i suoi occhi color ghiaccio erano fissi nei miei verde scuro
Sentii il battito accellelare, solo una volta eravamo stati così vicini da far sfiorare i nostri visi, da bambini, ed ero stata io a respingerlo.
Spostò il suo sguardo oltre la mia spalla.
“Guarda un po’ chi c’è”
Mi girai e vidi in lontananza Luke, sì il tizio di cui stavamo parlando.
“Tocca a te, tiragli un calcio sui coglioni” mi sussurrò all’orecchio Louis.
Lo guardai indecisa sul da farsi.
 
Camminavamo sulla stessa strada una dal lato opposto dell’altro. Ero furiosa, dopo aver tirato un calcio a Luke, mi si rivolse contro stritolandomi un braccio, che ora era avvolto in una garza per tenerlo fermo, me l’aveva quasi rotto.
“Chiedi scusa!” lanciai un’occhiataccia a Louis.
“Dai che è stato divertente” si giustificò.
“Per te è tutto divertente, tanto poi ci vado di mezzo io! Dì che ti dispiace!” sbottai.
“Potevi rifiutarti di farlo” alzò le spalle aumentando il passo.
Mi avvicinai a lui con fare deciso “Guardami bene stronzo! Stò così perché non ho paura di niente e mi hai lanciato questa sfida, ti sembro una che si tira indietro?”
“Non ti è andata poi tanto male, hai sempre l’altro braccio” rispose con tono severo.
Lo fissai per dieci secondi, guardai la scatola che aveva in mano e tentai di prenderla.
La nostra piccola lotta continuò, lui che si spostava e io che cercavo di afferrare la giostra. I nostri nasi tornarono a sfiorarsi di nuovo, la seconda volta in una giornata, questa volta non avrei resistito.
“Ora baciami..” sussurrai mantenendo il suo contatto visivo “Giochi?”
“Gioco” le sue labbra si incurvarono in un sorriso per poi posarsi delicatamente sulle mie.
Solo in quel momento mi accorsi che eravamo nel bel mezzo di una strada. Spinta dal momento salii sul tetto della macchina che si era fermata a pochi centimetri da noi e continuava a suonare.
“Ho detto baciami” ripetei fermamente guardandolo.
Non so bene cosa mi passasse per la testa in quel momento e cosa volevo fare, l’unica cosa che sapevo è che volevo lui.
Con un balzo mi raggiunse sul tetto della macchina, si avvicinò a me, strinse le sue mani suoi miei fianchi e mi baciò. Questa volta fu un bacio vero. Affondai le mie mani nei suoi morbidi capelli castani, mentre lui mi stringeva di più a sé.
Non ci curavamo di nulla, nemmeno delle numerose minacce che il conducente dell’auto ci stava facendo e di tutte le maledizioni che ci stava lanciando.
Louis si staccò da me, prese la mia mano mi aiutò a scendere e cominciammo a correre. Dove? Non lo sapevamo nemmeno noi, mi lasciavo guidare da lui finchè non arrivammo sotto un ponte, si attaccò con le spalle al muro, mi tirò nuovamente a sé e il bacio continuò più passionale di prima.
“Stringimi..” sussurai..
Lui mi strinse fra le sue grandi braccia.
Presi la scatola e la lanciai a terra, questo non doveva essere un gioco. Questa doveva essere la realtà. Una cosa così bella non poteva essere condizionata, questa volta dovevamo scendere dalla giostra.
Ci staccammo per qualche secondo. I suoi occhi brillavano più del solito, era così bello.
“Amami..” sorrisi
Lui poggiò di nuovo le sue labbra morbide sulle mie
“Gioco” ansimò.
Non potevo credere che l’avevo detto.
Lo bloccai mentre tentava di ribaciarmi.
“è un gioco per te?”
“No.. Una sfida, tu l’hai lanciata”
“Bè se l’ho lanciata, tu non l’hai presa al volo” mi staccai dal suo petto “Mi dispiace, hai perso l’autobus”
Me ne andai cercando di trattenere le lacrime, piangere non era da me e di certo non avrei pianto per lui.
  
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