Film > Il Mistero Di Sleepy Hollow
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Autore: xingchan    01/12/2013    2 recensioni
“Ma ciò che non riusciva a spiegarsi era quanto fosse pazza ed assurda l'idea di un uomo che, senza la sua testa sul busto e per giunta morto da anni, seminasse morte nella cittadina senza che nessuno si accorgesse mai di quella che in realtà era una tetra e oscura vendetta ordita dalla madre adottiva di Katrina per vendicarsi dei Van Tassel e per accaparrarsi la loro eredità.
Può l'odio spingersi a tanto?
Può il denaro rendere così meschini?”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Comforting Hug
 
 
 
 
 
Non aveva mai visto nulla di simile in vita sua prima di assistere a ciò che accadde a Sleepy Hollow. Era persino svenuto più volte in pochi giorni e, sebbene gli capitasse spesso, quello era praticamente un record misterioso.
 
Ma ciò che non riusciva a spiegarsi era quanto fosse pazza ed assurda l'idea di un uomo che, senza la sua testa sul busto e per giunta morto da anni, seminasse morte nella cittadina senza che nessuno si accorgesse mai di quella che in realtà era una tetra e oscura vendetta ordita dalla madre adottiva di Katrina per vendicarsi dei Van Tassel e per accaparrarsi la loro eredità.
 
Può l'odio spingersi a tanto?
 
Può il denaro rendere così meschini?
 
Era questo che Ichabod, seduto nel suo studio, si domandava ormai già due giorni, ovvero da quando lasciò Sleepy Hollow con Katrina ed il giovane Masbeth. In quelle poche ore aveva già provveduto all'organizzazione della Promessa di Nozze fra lui e la piccola Van Tassel, e nonostante non facesse altro che stare rintanato nel suo ufficio e fare avanti ed indietro fra la sua casa ed il tribunale per discutere degli eventi di Sleepy Hollow e chiudere finalmente il caso, ne era felice.
 
Sebbene avesse visto più di quanto anima umana non potesse reggere e sopportare, nonostante abbia provato su di sé l'orrore di assistere a morti le cui cause sembravano inspiegabili scientificamente, l'uomo non poteva di certo dire di non aver fatto bene a recarsi in quel posto.
 
Prima di tutto, lì vi aveva trovato l'amore. Non appena aveva posato i suoi occhi su quella bellissima fanciulla, non credeva che potesse percepire un così denso sentimento di amore ed affetto indirizzato ad una persona che non fosse sua madre. Grazie ad esso, aveva anche abbandonato quel suo atteggiamento tutto impettito, almeno in parte, per far spazio ad uno più cordiale e disteso.
 
Infine, si dovette ricredere su ciò che si può provare mediante la caparbia scienza e cosa invece non ha spiegazione e mai l'avrà. Forse era magia pura, o era magia combinata con metodi logici e ragionati che lui aveva sempre adorato a dispetto della religione, a causa del fanatismo di suo padre, la ragione per cui lui aveva smesso di credere in Dio e nel sovrannaturale.
 
Egli non lo sapeva con sicurezza, ma la cosa certa era che lui aveva visto cose che non aveva mai neanche immaginato. Persino il simbolo che lui ed il giovane Masbeth avevano preso come un malocchio si era rivelata una protezione per lui, che era amato da chi aveva tracciato lo strano disegno sotto il letto che occupava laggiù.
 
Ma faticò parecchio quando dovette cercare una risposta personale al male che, puntualmente, s'impossessa della gente, di qualunque tipo essa sia. Non c'era confine che tenesse contro le forze dell'inferno; soltanto i "sortilegi" di Katrina sembravano contrastarli, anche se per poco. Non si spiegava come mai quella donna fosse così avida e vendicatrice. Perché la famiglia che servivano li aveva cacciati, certo, ma davvero un torto può dar vita a un così forte risentimento?
 
“Sono venuta a portarti del thè...”
 
La voce rassicurante e calda della sua promessa sposa risuonò nella camera adibita a studio, regalandogli un attimo di pace dai suoi ultimi pensieri così tormentati. La giovane donna si avvicinò alla scrivania con la tazza fumante con esitazione, quasi si fosse resa conto di aver disturbato un momento importante di Ichabod.
 
“Ho interrotto qualcosa? Forse una lettura...?!”
 
“No. Anzi, mia cara.” si affrettò a risponderle lui, alzandosi goffamente dalla sedia e andandole incontro. La osservò dritta negli occhi con riconoscenza, prendendo al contempo la tazza con cura e portarsela alle labbra.
 
Il tepore della bevanda lo riscaldò ulteriormente, e ciò lo fece sentire meglio. Ma doveva essere anche merito di Katrina e della sua provvidenziale entrata.
 
Tutti quei ragionamenti che gli passarono per il cervello fino a quel momento sembravano svaniti, o perlomeno avevano cominiciato a dissolversi, quasi come a sciogliersi sotto il vapore che emanava il thè.
 
“Grazie, ne avevo bisogno...”
 
Sospirò, prima di posare la tazza accanto a sé ed abbracciare la ragazza con impeto e tanta, tanta tenerezza. E fu in quell'istante che le braccia di Katrina sembravano le uniche in grado di offrirgli la serenità a cui tanto ambiva ora, contro il gelo del mondo esterno, così egoista ed indifferente.
 
“Ho paura, Katrina...”
 
Ella volse le pupille degli occhi fin dove riusciva per osservare il capo di Ichabod, non comprendendo a cosa l'uomo dai capelli corvini alludesse.
 
“Di cosa? Di cosa hai paura?”
 
“Del mondo che ci circonda.” asserì lui, strizzando le palpebre e mantenendo il suo tono apprensivo.
 
La giovane Van Tassel mantenne il silenzio per infiniti attimi. Non perché semplicemente non sapesse cosa rispondere, ma per la sconcertante fondatezza di quei timori. Fino a poco tempo prima erano anche i suoi, ma con l'arrivo di Ichabod a Sleepy Hollow tutto aveva assunto una totalità più rosea per lei.
 
Si era innamorata di un uomo che non aveva nessun interesse materiale nel sposarla e, cosa più importante, senza nessun obbligo.
 
Il suo futuro sposo proseguì, rendendo la sua voce molto più inquieta e singhiozzante.
 
“Ci sono molte altre persone come la tua matrigna là fuori, e spesso mi chiedo se non...”
 
“Shhh...”
 
L'altra avvertì che Ichabod aveva preso anche a tremare così, stringendolo ancora di più, pronunciò alcune parole: le uniche che lui aveva bisogno di udire. Le uniche che placassero il mare in tempesta della sua anima.
 
“Ora ci sono io con te. Ed anche il giovane Masbeth.”
 
Aprendo gli occhi commossi, l’agente avvicinò il naso ai suoi capelli inspirando il buon odore di miele che ne fuoriusciva. D'un tratto, il uso stesso corpo fu pervaso da un senso di pace, lo stesso che gli era mancato per così tanto tempo che si chiese se mai l'avesse provato davvero.
 
Anche se il mondo era così oscuro da sembrare un vero e proprio inferno, Ichabod avrebbe sempre potuto contare su coloro che aveva accanto. Avrebbe sempre trovato due braccia pronte ad accoglierlo e a circondarlo di amore e protezione dall’esterno ormai corrotto dalla cupidigia e disposto a tutto pur di raggiungere i propri scopi.
 
Ora con lui c'era quella figura luminosa ch'era la sua Katrina, quell'incantatrice bianca che, bendata, gli aveva dato un bacio senza neanche vedere il suo volto, ed anche un ragazzo fedele che l'avrebbe seguito ovunque, spinto sia da riconoscenza per aver fatto luce sulla morte di suo padre, sia per un tale enorme affetto che rasentava quello fraterno.
 
Non avrebbe affrontato niente con le sue sole forze, ora ne era convinto.
 
 
 
 

 
   
 
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