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Autore: frankyfitzgerald    01/12/2013    6 recensioni
I sentimenti di Derek sono sempre stati chiari, sempre stati forti e hanno sempre guidato il suo modo di agire nelle varie situazioni da lui incontrate, ma non sono mai stati espressi. Il cuore di Derek e sempre stato chiuso. Ora che era venuto il suo momento di lasciare la città per sempre, riuscirà finalmente a esternare ciò che prova per colui che ama?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tanto tempo eccomi di nuovo con un'altra OS Sterek. Era da tanto tempo che non ne scrivevo una e mi mancava, mi mancava perché nonostante tutto l'ispirazione c'è sempre stata, il tempo, per via dell'università, un pochino meno. Ditemi che cosa ne pensate e ricordatevi di lasciare il vostro nome di Twitter se volete che vi avvisi in caso di un'altra OS Sterek. Sto attualmente lavorando a un'altra cosa che potrebbe venir pubblicata o meno, tutto dipende dal risvolto di questa OS.
PS. Non vi scordate di recensire e, in caso voleste seguirmi su Twitter ricordatevi che io sono @heartingsharman

 

Derek entrò di colpo nel suo rifugio sbattendosi la porta alle spalle e dirigendosi verso il tavolo situato di fronte alla finestra. La luce del mattino illuminava tutta la stanza costringendo il licantropo a socchiudere gli occhi per riuscire a guardarsi intorno: sembrava fosse solo, dopo tanto tempo poteva pensare, poteva riuscire ad analizzare quanto era accaduto negli ultimi mesi e tutto quello che aveva iniziato a provare: sentimenti contrastanti, sentimenti imprevisti, sentimenti che lo avevano lasciato spiazzato.
Le carte sul tavolo erano un vero disastro, l’una sull’altra, in disordine, ma quella che lui stava cercando in qualche modo gli saltò subito all’occhio: si trattava di una foto, di un primo piano di un volto sorridente, un volto conosciuto, un volto di una persona che gli era diventata molto più vicina di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
La testa del lupo non era mai stata così piena di pensieri, il suo cuore di sentimenti, per tutti i maledettissimi licantropi, non sapeva nemmeno che uno del branco, un ex- Alpha, potesse provare sentimenti così forti per una persona.
“Vedo che non hai ancora lasciato la città” una voce maschile dal tono profondo lo fece sobbalzare e alzare il viso verso la parte superiore della stanza dove si trovava la figura tanto criptica quanto mentalmente instabile di suo zio. Un anno fa non avrebbe mai pensato di poter accettare un consiglio da quell’uomo, ma la disperazione strazia il cuore di un uomo, lo porta in mille pezzi e ne fa di esso quello che vuole.
“Non ce la faccio, non posso abbandonarlo.” Furono le sole parole che riuscirono ad uscire dalla bocca del licantropo. La sua mano accarezzò la foto che si trovava davanti a lui, foto scattata da un maniaco, ma che lui era riuscito a recuperare per proteggere quella persona così indifesa.
“L’avevo capito, l’avevo capito dal modo in cui lo guardi, dal modo in cui ti preoccupi per lui, dal modo in cui, nonostante tutto ciò che sta accadendo, tu metta sempre la sua sicurezza al primo posto lasciando persino che membri del tuo ex branco vengano uccisi brutalmente.” Il mezzo uomo raggiunse Derek con un balzo degno di nota affiancandosi a lui davanti all’insieme di carte.. “Hai permesso che ti trasformassero in un normalissimo licantropo, sei debole, sei volubile e tu hai intenzione di stare ancora in questa città per causa sua?”.
“Non lo abbandonerei mai, non dopo tutto quello che abbiamo passato, non dopo tutte le volte in cui lui mi ha salvato la vita, e in cui io ho salvato la sua” un breve silenzio seguito da un sorriso di sfuggita del giovane interruppero la conversazione.
“E’ questo il motivo per cui non l’hai mai trasformato in uno del tuo branco? Sarebbe stato tutto più facile, lui sarebbe stato soggiogato al tuo potere e non avrebbe fatto altro che vivere per te” Peter si sedette sul tavolo facendo svolazzare le carte che vi si trovavano sopra.
“Non è così facile, penso..” sussultò, quelle parole non avrebbero mai dovuto uscire dalla sua bocca e nonostante tutto erano li, pronte ad abbandonarla “.. penso di amare la sua normalità, voglio che sia lui a scegliere, voglio che sia libero di vivere e di prendere la strada più adatta a lui e alle sue necessità, non voglio metterlo ancora più in pericolo di quanto non lo sia già di per se.”
“Amore. Amore.” Una risata riempì l’intero rifugio, una risata isterica e decisamente voluta “Tu parli di amore? Cosa sai tu dell’amore? L’amore tra un licantropo e un umano è quanto di più difficile possa esistere al mondo. Ed è proprio per questo che devi andartene, devi lasciarlo andare avanti con la sua vita nonostante i tuoi sentimenti per lui non svaniranno mai. Vai senza lasciarti dietro nulla, non c’è più nulla per te qui, Derek, nulla.”
Consapevole del fatto che le sue parole avevano fatto braccia nel cuore del povero, Peter lasciò Derek in balia dei suoi pensieri scomparendo come al suo solito.
 

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“Non ce la posso fare” sussurrò Derek portando le mani contro il muro di quella che ormai per lui era diventata una tana. “Non posso riuscire a lasciarlo, così, in balia di tutti i pericoli che sembrano cercarlo e trovarlo di conseguenza.” Una lacrima gli scese lungo il viso accarezzandoli il mento pronunciato coperto da una leggera peluria dello stesso colore dei suoi capelli. Peter gli aveva detto di andarsene, che sarebbe stata la scelta migliore per tutti, che avrebbe salvato la vita di molti, ma cosa poteva importare a lui il salvataggio di tutte queste vite se avrebbe poi messo a rischio quella dell’unica persona di cui gli importava veramente? Le sue mani si chiusero in due pugni che scaraventò contro il muro di mattoni rossi creando due buchi che probabilmente sarebbero rimasti li per anni prima che qualcuno avesse avuto il coraggio di sistemarli.
“Hai sentito cosa ha detto Peter, Derek, non si tratta più di una scelta, ma di un obbligo.” La mano della tanto amata quanto desiderata sorella gli si posò sulla spalla con molta cautela, ormai si sapeva che quando Derek era coinvolto sentimentalmente in una decisione le sue reazioni non erano controllate dal suo cervello. “Lui nemmeno sa dei tuoi sentimenti e questo potrebbe salvarlo: ci sono persone che vogliono ferirti e mostrare apertamente ciò che provi potrebbe metterlo ancora più in pericolo.”
Derek chiuse gli occhi e in meno di un secondo si ricordò di quando aveva salvato Stiles da Isaac, del suo cuore che aveva iniziato a battere a mille nel momento in cui lo aveva visto in pericolo di vita. In quel momento aveva fatto quello che un Alpha non avrebbe mai dovuto fare: mettere davanti a uno del gruppo un umano, un umano molto particolare in questo caso. E se fosse successo di nuovo? Se, visto che i pericoli sembravano circondare quel ragazzo, qualcosa lo avesse attaccato nuovamente e lui non fosse stato li per salvarlo? Non se lo sarebbe mai perdonato, non si sarebbe mai perdonato la morte dell’unica persona che avesse mai amato in tutta la sua vita.
Si voltò di scatto e senza aggiungere una parola si diresse verso la porta che fece scorrere rumorosamente.
“Dove hai intenzione di andare?” chiese la sorella per poi notare che in meno di un secondo lui aveva preso con se la sua borsa da viaggio. “Hai preso la decisione giusta, sono fiera di te” sussurrò con voce flebile e con un lieve cenno.
Il lupo non aggiunse altro, si diresse verso il mondo esterno e la sua meta era una sola, una soltanto.
 
 
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Pioveva ormai da giorni, ma quella sera sembrava che il cielo volesse mandare un messaggio a Derek, che si fosse schierato dalla parte di suo zio con l’intento di liberarsi della sua presenza.
Erano ormai quattro ore che si trovava fuori da quella casa e ormai ne conosceva ogni singolo dettaglio: aveva visto luci spegnersi e accendersi, gente muoversi al suo interno e aveva sentito la sua voce e la sua inconfondibile risata.
Il suo respiro si fece sempre più pesante e le sue mani si chiusero in due pugni fermi mentre lasciò cadere la sua borsa in una pozzanghera abbassando lo sguardo.
Non aveva mai ammesso la sconfitta ed essere così fragile per via di un ragazzino lo rendeva furibondo, ma più ci pensava più si rendeva conto che non poteva essere arrabbiato con lui, che qualsiasi sentimento non positivo non poteva essere rivolto a una persona come lui da parte sua.
Fece un passo verso l’entrata della casa, voleva dirgli addio, almeno un’ ultima parola prima di lasciarlo per sempre per quanto lui non fosse mai stato veramente suo, ma in quel momento qualcuno al primo piano scostò una tenda. Riconosceva quella stanza, era la sua stanza e l’ombra della persona che si nascondeva dietro i tessuti cerulei non poteva essere altro che quella di un ragazzo o quantomeno di un uomo.
“E’ un’idea terribile, è stato un terribile errore, non sarei mai dovuto venire qui.” I suoi pensieri rimbombavano nella sua testa e dopo qualche secondo di esitazione si voltò per dirigersi verso la borsa che aveva abbandonato: Peter aveva ragione, doveva andarsene, doveva proteggerlo.
I suoi passi erano pesanti e il suo camminare veniva accompagnato dalla gentile melodia delle gocce di pioggia che si aggiungevano alle loro compagne precedentemente cadute nelle pozzanghere che erano venute a formarsi.
Questo era uno di quei momenti in cui, nei film, il tempo inizia a rallentare e tutto ciò che è successo precedentemente viene trasmesso per infliggere più dolore a colui che sta guardando la pellicola, Derek non avrebbe mai pensato che un giorno la sua vita sarebbe diventata come quella in un film: ogni singolo passo che faceva si ricordava piccoli dettagli dei momenti vissuti insieme, di come nonostante la vicinanza lui non aveva mai avuto il coraggio di esprimere i suoi sentimenti perché il suo ruolo di Alpha sarebbe stato messo a rischio.
“Derek?” si fermò immediatamente, un brivido freddo gli corse lungo la schiena e i suoi occhi si chiusero mentre la sua mente continuava a domandarsi se tutto quello fosse un sogno o meno. Non aveva il coraggio di voltarsi, di guardarlo in faccia, di dirgli addio. “Che cosa ci fai qui, a quest’ora?” pochi passi risuonarono nelle pozzanghere che li circondavano e in men che non si dica eccolo li, lui, davanti ai suoi occhi.
Il suo sguardo così umano e la sua persona così a rischio, non poteva fargli quello, non poteva aprirgli il suo cuore.
“La mia macchina.. Ero di passaggio.. Me ne sto andando, questa volta per sempre.” Ogni parola era forzata, come se le parole potessero avere una forza propria e rifiutarsi di uscire dalla sua bocca. Non aggiunse altro, continuò a camminare passando di fianco al ragazzo mentre si dirigeva verso la sua macchina.
“Perché sei venuto da me? Perché non da Scott?” stava infilando le chiavi nella portiera quando la domanda del ragazzo accompagnata da un singhiozzo interrotto interruppe il silenzio. “Perché farmi questo quando in tutto questo tempo quello che provavo per te era palese? Ho sempre saputo di non essere il tuo preferito, ma farmi soffrire fino a sto punto è più da Peter, non da te.”
Derek aprì la portiera e gettò la borsa sul sedile posteriore della macchina per poi richiuderla e voltarsi verso il ragazzo, in quel momento i loro sguardi si incontrarono, un secondo pieno di interminabili discorsi che nessuno dei due avrebbe mai pronunciato.
“Sono venuto perché tu sei l’unica persona a cui volevo dire arrivederci e non addio.” Sussurrò.
Non ci furono altri scambi di parole, non ci furono altri sguardi. Derek salì sulla sua macchina mentre Stiles rimase li, sotto la pioggia, a guardare la sua macchina allontanarsi sempre di più sulla strada di casa sua.

  
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