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Autore: SnowBlizard    01/12/2013    3 recensioni
Raccolta di varie storie sui nostri cari hetaliani, come filo conduttore le care e mai vecchie canzoni natalizie, e la bellezza di questo magico periodo dell'anno!
Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Angolo dell’autrice*
Salve o popolo!
Ecco qua la vostra Snow, risorta da un riposo millenario!
Eh già, è da un po’ che non ci si vede! Purtroppo ho avuto poco tempo per scrivere finora, ma adesso sono qua, con una nuova storia natalizia!
Se non si fosse capito anche dal mio nick, io AMO l’inverno e AMO il Natale!
Davvero, dal 1 dicembre fino al 24 mi prende come una malattia, per cui non riesco a non pensare a quanto bella sia questa festività!
Così, ho pensato di fare una raccolta di one shot, non collegate fra loro, con i nostri cari hetaliani! Ci saranno varie pairings, het o shonen ai, o anche no, interpretate voi come più vi aggrada!
E siccome io adoro le canzoni natalizie, ho pensato che per ogni capitolo prenderò spunto da una di queste, da cui il capitolo prenderà anche il nome.
E chi ringraziare, se non la mia sis, Road_sama, per sopportare tuuutti i miei scleri, ed avermi dato l’idea per questo particolare capitolo, anche se inconsapevolmente? Davvero, sis, grazie di tutto!
Adesso vi lascio alla storia, scusate l’intro lunga ma era un po’ necessaria!
Se volete anche consigliarmi dei personaggi che vorreste vedere, delle pairing o delle canzoni non esitate a chiedere!
Buona lettura! :)
 

 
It's Beginning To Look A Lot Like Christmas
 
Arthur si svegliò di buon’ora, anche se quel giorno era domenica; aveva ancora qualche pratica da sbrigare dopo il meeting del giorno prima, così aveva pensato di farle il prima possibile, per poi godersi il pomeriggio in tranquillità.
Si stiracchiò un attimo, e mentre si alzava dal letto, diede uno sguardo al calendario che aveva attaccato al muro: era il 1 dicembre.
L’inglese si concesse un sorriso: finalmente, iniziava il periodo natalizio.
Anche se non si vedeva molto, gli piaceva l’atmosfera che si respirava durante l’ultimo mese dell’anno, quell’euforia mista a tranquillità che in altri giorni sarebbe considerata alquanto inappropriata, diveniva all’ordine del giorno; una delle tante magie del Natale.
Ma ancora di più, Arthur amava le tradizioni natalizie, gesti abituali che ripeteva ogni anno, e sempre con la stessa felicità. Gli dava sicurezza sapere che ogni anno avrebbe appeso il calendario dell’avvento al posto di quello ordinario, ogni anno sarebbe andato alla merceria di Cathrina, sua fidata amica, per prendere l’occorrente per il suo tradizionale ricamo natalizio, ogni anno avrebbe ascoltato il suo prezioso vinile con le tradizionali canzoni natalizie.
Già, le tradizioni erano la parte migliore del Natale.
 
 E mentre era perso nei suoi pensieri, il telefono squillò, facendo risuonare “God save the Queen” per tutta la stanza.
-Hello?- rispose l’inglese leggermente scocciato, avendo letto sul display chi lo stava chiamando.
-Artie!!! Che bello, sei già sveglio!!!-
-Sì, Alfred, sono sveglio, la cosa ti rallegra così tanto?!-
-Ovvio old man, così puoi già prendere l’aereo per venire qua da me!!!-
Arthur pensò di aver sentito male.
-Che cosa dici brutto idiota, dimmi perchè dovrei affrontare un viaggio transoceanico alle sette di mattina solo perché l’hai deciso te?!-
-Perché così puoi venire a fare l’albero di Natale qua da me!-
Momento di silenzio.
-… continuo a non trovare un motivo valido per venir da te.-
L’americano cominciò a supplicarlo peggio di un bambino.
-Ma Iggy..!-
-Ho detto di no! E non usare quell’odioso nomignolo!-
-Ma è il 1 dicembre, bisogna fare l’albero!- proseguì l’altro con voce lamentosa.
-è da due millenni che l’albero si fa alla vigilia, non intendo cambiare ora solo perché sei troppo esaltato per aspettare ancora ventitre giorni!-
Ci fu un attimo di silenzio.
-…va bene allora, see ya later!-
Detto ciò, riattaccò il telefono lasciando Arthur leggermente sorpreso. Solitamente quando America voleva qualcosa era capace di mandarti l’FBI a casa per ottenerla, e invece adesso si era rassegnato e lo aveva lasciato in pace, cosa alquanto strana…
Ma l’inglese non ci pensò molto e, felice di essersi liberato facilmente di quello scocciatore, andò a farsi una tazza di cioccolata calda prima di mettersi al lavoro, come faceva ogni 1 dicembre.
 
Presto arrivarono le sei del pomeriggio, ed Arthur era tranquillamente seduto sulla sua poltrona preferita, davanti al camino del suo salotto, a leggere una raccolta di poesie britanniche, quando sentì il campanello di casa suonare.
All’inizio pensò di ignorarlo, ma quando il trillo cominciò a farsi alquanto insistente ed irritante, appoggiò il libro sulla poltrona ed andò ad aprire la porta, già poco bendisposto verso l’avventore indesiderato.
-Era ora Artie, qua fuori si gela! Perché da te deve sempre fare così freddo?!-
L’inglese lo guardò attentamente, squadrandolo da cima in fondo. Lo osservò ancora un po’, e poi gli chiuse la porta in faccia.
Prima che la porta potesse chiudersi completamente, Alfred ci mise un piede in mezzo, bloccandola.
-Eddai, non mi lascerai mica congelare davanti a casa tua..!-
-Vuoi scommettere?-
- Ho fatto 10 ore di volo per arrivare fin qua, almeno fammi entrare un attimo!-
-Non ti ho chiesto mica io di venire!-
-Per favore, solo un mom- l’americano starnutì, sfregandosi poi il naso arrossato.
Arthur, non volendo avere sulla coscienza uno yankee malaticcio, aprì la porta.
-Entra prima che cambi idea.-
-Thank you!!!- Alfred si fiondò davanti al focolare, togliendosi subito scarpe e giaccone.
-My pleasure…- sibilò l’inglese, pentendosi già della sua scelta.
-Allora?- chiese alla sua ex-colonia.
Alfred si girò guardandolo curioso.
-Allora cosa?-
-Perché sei venuto qua?-
L’altro gli sorrise.
-Per fare l’albero insieme a te, ovvio!-
Arthur stava per dare di matto.
-Ma sei stupido?! Ti ho detto di no stamattina, cosa ti fa credere che dica di sì adesso?!-
- Perché non vuoi, ti ho addirittura risparmiato il viaggio!-
-Perché l’albero si fa alla vigilia di Natale, è una tradizione!- disse, calcando le ultime parole –E poi perché non puoi fartelo da solo come tutti gli anni, invece di stressare me?!-
-Una volta facevamo l’albero insieme il 1 dicembre!-
-Eri un bambino diamine, lo facevamo prima perché eri troppo impaziente, e io non venivo spesso a trovarti! E non mi hai ancora risposto!-
-Insomma, non posso voler fare l’albero insieme a te una buona volta? Te lo prometto, ci divertiremo!-
Alfred lo guardava supplicante, con i suo occhi cristallini colmi di speranza.
-…se ti dico di sì dopo mi lasci in pace?-
L’americano annuì energicamente, continuando a guardarlo sorridendo.
-…vado a prendere l’albero in soffitta.-
-Yeeeeeee, the hero wins again!- gridò Alfred, totalmente entusiasta, mentre un alquanto spazientito Arthur si preparava ad un lungo ed estenuante pomeriggio.
 
-Here!- esclamò il padrone di casa, appoggiando in salotto l’ultimo di una lunga serie di scatoloni di addobbi natalizi, disseminati vicino al pino artificiale che usava di solito.
-Hey, ma non ne hai uno vero?- chiese Alfred sconsolato.
-Se vuoi ti do un’ascia e lo vai a tagliare te l’abete vero!- rispose acidamente l’altro.
-Che caratterino oggi..!-
-Shut the fuck up!-
L’americano ignorò Arthur, e riprese il suo abituale sorriso.
-Ok, da dove cominciamo?!- chiese, euforico come un bambino.
Ad Arthur ricordava quando facevano sempre l’albero insieme, secoli or sono; non era cambiato per niente…
-Pianeta Terra chiama Iggy, rispondi!-
L’inglese si risvegliò dai suoi pensieri.
-Si inizia sempre con le luci, non lo sai?- rispose con tono saccente.
-Sì sì, era solo per chiedere!-
Alfred prese il gomitolo di luci, cercando di districare il filo per arrivare alla presa; aveva la fronte corrugata in un’espressione di attenzione massima, come se stesse disinnescando una bomba.
-Vuoi che ti aiuto?-
-Assolutamente no! Ho la situazione perfettamente sotto controllo, intanto tira fuori gli addobbi!-
-Se lo dici tu…-
Dopo qualche minuto, Arthur aveva già tirato fuori tutto, ed Alfred era ancora impegnato con il suo rompicapo luminoso, quando il giovane proruppe in un urlo vittorioso.
-I DID IT! I’m a genius!- esclamò trionfante, con il filo d luci in mano.
-Finalmente, fra un po’ arrivava Pasqua!-
L’americano gli fece la linguaccia, andando ad attaccare alla presa più vicina il frutto di tutta quella fatica, ma ne rimase sconvolto.
-Iggy, le luci non vanno..!-
L’inglese si voltò, osservando le luci che l’altro aveva in mano e non potè fare a meno di sghignazzare.
-Mio caro allocco, hai preso le luci sbagliate!- disse, rovistando nello scatolone delle luci –queste sono quelle che funzionano!- e tirò fuori un altro cavo di luci, perfettamente districate e legate da un nastrino rosso.
-Perchè non me lo hai detto prima?!- esclamò esasperato.
-Pensavo fosse divertente!- ghignò il britannico.
-You’re so mean!!!-
-Dai signor elettricista, metti le luci e dopo aiutami con le palline!-
Alfred guardò più attentamente per terra, dove ora erano sparpagliate tantissime palline, fatte dei più diversi materiali e con i più vari disegni a tema natalizio, tutte rigorosamente rosse e verdi.
-Ma sono bellissime..! Dove le hai prese?!- chiese, estasiato.
Arthur rispose orgoglioso –Le ho fatte tutte io personalmente, una ad ogni natale!-
Gli occhi dell’altro ragazzo brillarono ancor di più –Non sapevo facessi delle cose così belle, un giorno me ne faresti anche a me?-
L’inglese, a vedere tutta quell’ammirazione, arrossì leggermente.
-Se vuoi puoi prenderne una…-
-Really???-
-Yes…-
-Thank you England, you’re the best!!!-
Arthur distolse lo sguardo dal ragazzo e continuò ad appendere gli addobbi, ma non potè fare a meno di sorridere al pensiero che, forse, gli mancava fare l’albero insieme a lui.
 
Dopo un’altra oretta l’albero era finalmente pronto, per la gioia di Alfred.
-Hai visto Iggy??? È perfetto!-
L’inglese stava ancora a rovistare in uno scatolone –Non è ancora perfetto… Manca questa.- e prese una stella dorata, da mettere sulla sommità dell’albero.
Gli occhi dell’americano si spalancarono di meraviglia.
-Vuoi metterla te?- gli chiese Arthur.
-No, insomma sei il padrone di casa, fai pure!- esclamò Alfred, sorridendogli.
Il britannico allora si avvicinò all’albero, e in punta di piedi cercò di mettere la stella, ma non riusciva ad arrivarci.
-Vuoi una mano tappetto?- chiese sogghignando Alfred.
-Ah, shut up you idiot!-
L’americano, continuando a sorridere, gli si avvicinò, e senza tanto preavviso, lo prese per la vita e lo sollevò leggermente.
-Cosa stai facendo?!?!?!?!?- sbraitò Arthur, preso alla sprovvista.
Alfred rise divertito –Dai, metti la stella, sei pesante!-
Ma l’inglese non sentiva ragioni, e continuava a scalciare –Mettimi immediatamente giù brutto scimmione!-
L’americano indietreggiò per mantenere l’equilibrio, ma non si accorse del divanetto dietro di lui, cadendoci rovinosamente sopra insieme ad Arthur.
-Vedi, fai sempre casino !- sbraitò l’inglese.
-Sei te che sei troppo testardo!- ribattè l’altro.
I due si guardarono per qualche istante, per poi scoppiare a ridere insieme.
Si guardarono per qualche attimo negli occhi sorridendo, ed Alfred strinse dolcemente a sè il britannico in un abbraccio affettuoso.
-Grazie Arthur, grazie di tutto…-
Inghilterra, leggermente spiazzato, dopo qualche attimo di esitazione ricambiò la stretta.
-E di cosa, non ho fatto niente…-
Silenzio.
Arthur non sapeva cosa pensare; strano, ma anche lui era grato ad Alfred… Eppure l’americano aveva rotto la sua routine, irrompendo nella sua quotidianità senza preavviso, ma gli era comunque grato…
gli piaceva l’atmosfera che si respirava durante l’ultimo mese dell’anno, quell’euforia mista a tranquillità che in altri giorni sarebbe considerata alquanto inappropriata, diveniva all’ordine del giorno;
-Alfred?-
-Sì?-
-Ecco pensavo… insomma adesso non hai l’albero a casa, e andrebbe contro le tradizioni…-
-Già, che peccato…-
-Insomma, è un po’ anche colpa mia... Quindi, se vuoi, per il periodo natalizio puoi stare qui da me…-
-Come ai vecchi tempi?-
-Sì, come ai vecchi tempi…-
Alfred lo strinse un po’ di più, ridacchiando.
-Come posso dirti di no, non è forse nello spirito natalizio stare insieme con le persone a cui tieni di più?-
Tutto sommato, ogni tanto è bello infrangere le tradizioni, mi sento come se fosse già Natale… 
  
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