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Autore: Tayr Seirei    01/12/2013    5 recensioni
Volevo mandare una "lettera alla vecchia maniera" almeno nei contenuti, raccontarti quel che è successo ultimamente. Anche scusarmi perché è da così tanto che non mi faccio sentire - ma ho sempre pensato a te, credimi.
Non sono bravo con le formalità, ma a te va bene comunque, vero? Racconterò... a modo mio.

Semplicemente, Shintaro manda una piccola mail ad Ayano, che c'è così tanto di cui parlare... d'altronde non è mai detto sia davvero "troppo tardi" per dirsi qualcosa, giusto?
{Shintaro x Ayano | Ho segnato tutti e tre i personaggi, ma due - indovinabili - appaiono per scenette brevi U.U}
Questi sono i tuoi veri sentimenti?
Sì, stavolta sì.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayano Tateyama, Shintaro Kisaragi, Takane Enomoto/Ene
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, Ayano.
Qui...
... oh, santo cielo, stavo davvero per scrivere "fa caldo"? E' pieno agosto, è ovvio faccia caldo.
Scusa, scusa. Sai, non ho mai avuto molte occasioni per fare una cosa tanto... colloquiale come mandare mail ai propri amici e, ad essere onesti, non so bene cosa dire.
Volevo mandare una "lettera alla vecchia maniera" almeno nei contenuti, raccontarti quel che è successo ultimamente. Anche scusarmi perché è da così tanto che non mi faccio sentire - ma ho sempre pensato a te, credimi.
Non sono bravo con le formalità, ma a te va bene comunque, vero? Racconterò... a modo mio.
Ti parlerò del... Mekakushi Dan.
Che quella stordita di mia sorella chiama "Mekameka Dan", anche se l'ho corretta circa novantasette volte, eppure il gruppo stesso pare essersi adattato al nuovo soprannome. Le concedo che non suona così male, in effetti.
Cos'è il Mekakushi Dan? Non è proprio facilissimo da spiegare, ma... forse posso esprimerlo in un modo abbastanza esauriente e coinciso: sono i miei nuovi amici.


Gli scappa un sorriso.

Li ho incontrati per caso - se l'incontrarsi e salvarsi a vicenda durante un attacco terroristico si può definire "per caso", certo... - e ho finito per unirmi al loro bizzarro gruppo.
Vivono tutti insieme alla "base segreta" e... non ho ben capito com'è che già ci fosse Momo, lì, ma anche se rapiscono la gente a caso sono... simpatici. E' sembrato così strano trovarsi d'improvviso in mezzo ad un gruppo di persone, chiacchierare, venir presi in giro e rispondere a tono; strano, ma divertente. Non ho mai sentito la mancanza dell'avere gente intorno, ma mi hanno spinto a chiedermi se stare con gli altri sia davvero così male come ho sempre pensato.
Anzi, mi hanno spinto a riprendere in mano quella che, a conti fatti, era una questione già sollevata... tempo fa. Ricordi, vero...?
Li conosco da poco, eppure mi sembra di aver già passato con loro più di mille giornate.
Grazie a quella santa di Kido - non si sa bene come, chiunque finisce per chiamarla "danchou", prima o poi. Però non le sta male... - ho perfino imparato a cucinare quelle due cose che possono essere necessarie alla sopravvivenza per uno scapolo. Anche mia madre si è sbigottita di come sia riuscito a prepararmi la cena senza far implodere il fornello!
In teoria il "capo" è Kido, ma a quanto ho visto è un ruolo che si spartisce con Kano. Lui è un po'... strano. E' il primo dei ragazzi con cui ho avuto modo di parlare, ed è imperscrutabile. Ride spesso e non smette mai di sorridere, ma... allo stesso tempo, sembra che ci sia sempre qualcosa che non sta dicendo.
Non riesco a capire se posso fidarmi di lui. Eppure di una cosa sono sicuro: per aiutare le persone a cui vuole bene, farebbe qualsiasi cosa.


Ma come fa ad esserne così sicuro?
Come se ne avesse già avuto riprova...

Comunque, sono tutti delle brave persone! Ci sono anche Mary, Seto... ci ho messo un po' per imparare il suo nome, accidenti. Scusa, Seto. E dire che sono sempre stato piuttosto bravo a memorizzare anche lunghissimi elenchi di nomi...

Si ferma un istante, rilegge per fare il punto.

A rileggere queste ultime righe mi rendo conto di quanto posso sembrare preso. Entusiasta. Me ne sorprendo da solo ma... sì, lo sono.
Devo dire che, nella mia ottica, non è stato affatto un "incontro fortuito". Assolutamente no.
Loro hanno fatto irruzione nella mia vita da un momento all'altro, sollevandomi di peso e trascinandomi via con loro, senza chiedermi alcun parere.
Ed è proprio così che bisogna fare con me, vero? Quello che facevi anche tu.
Quando mi avvolgevi con la tua sciarpa sebbene dicessi di non aver freddo.
O mi prendevi la mano sebbene dicessi di voler restare da solo.
Dicono che Kano sia un gran bugiardo, ma temo che anche io possa seguirlo a ruota...
Sono un caso disperato. Me ne rendo conto. Le persone devono sempre... venire a prendermi, prima che io ammetta di aver bisogno di loro.
Forse non avevo capito, in generale, che avessi bisogno di qualcun altro.
E' una cosa che ho imparato due anni fa, quando mi sono visto privare di una delle poche cose importanti per me.
All'improvviso, non ho più avuto la possibilità di dirti nulla.
"Sono arrivato troppo tardi", "era troppo tardi per dirlo". Sa tanto di cliché, come una storia che si ripete. E allora perché c'è sempre qualcuno che ci casca, in questo tranello...?
Certe cose si vedono solo quando non si può più tornare indietro.
Ma così non vale...


Una mano si allunga e cerca a tentoni la bottiglia della coca-cola, l'altra che ancora batte sulla tastiera.
Ha bisogno di rinfrescare la gola. Ci si sta formando un groppo.

A proposito di persone che fanno irruzione nella propria vita...
Non ti ho ancora parlato di lei. Ene. Un giorno mi arrivò una mail, ma quando la aprii non pensavo certo...


Altra pausa. Dire "... di trovarci il più grande supplizio della mia vita" è un po' esagerato, forse, oltre che poco carino.

... di trovarci dentro una ragazza cibernetica

Ma ha anche promesso di essere del tutto sincero, quest'oggi.

nonché virus rompipalle

Del tutto sincero.

nonché mia perenne e fedele compagnia in quest'ultimo anno.

Può considerarla la sua buona azione quotidiana. Ad ogni modo...

E' una ragazza vera e propria, senziente, con sue emozioni e soprattutto sue idee e iniziative (solitamente atte a farmi saltare i nervi o mandare a monte il lavoro di giorni).
Litighiamo in continuazione, ci lanciamo frecciatine e sospetto che, se fosse fuori, ci azzufferemmo come cane e gatto.
Eppure... è anche quella che ha rotto il monotono silenzio di questa stanza dove mi sono rinchiuso di mia volontà, vivacizzando giornate uguali e vuote. Probabilmente, se non fosse stato per lei e la sua perfida risata, non sarei arrivato a conoscere il Mekakushi Dan: avrei perso i contatti con la realtà molto prima.
Già... lei, i ragazzi, mia sorella, sono venuti a prendermi qui. Grazie a loro ho cominciato a pensare che "là fuori" ci fossero cose degne d'esser viste e vissute.
Ma... prima di ogni altro, dovrei ringraziare te. Perché se non fosse stato per te, Ayano, non avrei neanche capito che esiste un "là fuori". Tu mi hai portato dove anche gli altri avrebbero potuto raggiungermi; non fosse stato per la tua stretta di mano, sarei rimasto fuori dalla portata di chiunque, chiuso in me prima che in questa stanza.
Ricordi la mia felpa rossa? La indosso ancora. Anzi, la indosso sempre, ogni volta che esco. Dicevi che il rosso mi stava bene... forse perché, sempre vestito di scuro e con questa pelle cadaverica che vede solo la luce dello schermo del PC, un colore così acceso sembra darmi vita?
Non saprei, so solo che non riuscirei ad aprire la porta di casa senza averla prima indossata.
Quando l'afa si fa soffocante penso a te e alla tua sciarpa onnipresente, non importava che fosse giugno o dicembre. E tutto sembra più sopportabile.
Ho anche scoperto di non poter trovare una risposta per ogni domanda.
Ad esempio, non riesco a spiegarmi, davvero, perché tu sia morta. Non "perché" tu l'abbia fatto, ma perché tu "abbia dovuto" farlo. Ma questa è una domanda a cui nessuno trova mai risposta, vero? Forse non è vero che la risposta non c'è. Forse, semplicemente, ci rifiutiamo di credere che in questo caso
possa esserci una risposta valida. Perché mai potremmo accettare del tutto una cosa del genere.
Io ho deciso che voglio vivere, Ayano. Vivere e uscire di casa, vivere e stare anche con gli altri.
Tuttavia, per quante cose io possa trovare, non potrò colmare del tutto la tua mancanza... né intendo farlo: voglio ricordarti, sempre e comunque. Raccontarti dei giorni belli e di quelli brutti, anche se alle altre persone sembreranno parole buttate al vento.
Sarò felice. Ci voglio provare. E quella felicità te la dedicherò, perché ci sei anche tu con me.
In tutto questo tempo, ho trovato il coraggio. Certo, dirai, il coraggio dentro di me dev'esserci sempre stato. Probabile, ma tu mi hai insegnato come utilizzarlo. Utilizzarlo per uscire e attraversare un mondo che un po' mi spaventa, utilizzarlo per rischiare la vita e aiutare tutti, utilizzarlo per scrivere queste parole.
Perciò ora ti dico... con tutto il coraggio del mondo... ti amo, Ayano.
Vorrei dirtelo di persona. Non so quando - se - ne avrò l'occasione. Ma... voglio sperarci. Per ora salvo questa email, perché c'è sempre il domani.


Si raddrizza, tirandosi leggermente indietro. Preso dal fervore, si era chinato sullo schermo.
Ha gli occhi sgranati. Non aveva calcolato tutto quello. Gli è parso che le mani si stessero muovendo da sole nell'ultima parte, sotto il comando di quel fiume di parole che è sgorgato all'improvviso, incontrollabile.
Non pensa che ci sia bisogno di aggiungere dei saluti, perciò si limita a trascinare stancamente il cursore sul pulsante Salva come bozza.
Per il momento sarebbe rimasta lì, al sicuro nel suo hard-drive. Più o meno al sicuro.
Senza stare troppo a pensarci, Shintaro si alza e abbandona la postazione. Ha come la sensazione di averlo usato abbastanza, oggi, il PC.

Rimasta sola, Ene scruta la mail, con un viso liscio, privo d'espressione, così strano per lei.
Essendo nel computer, naturalmente, ha sentito tutto, ogni parola, come se Shintaro le stesse leggendo ad alta voce.
Per una volta non l'ha disturbato, non ha voluto intromettersi.
Il messaggio che finalmente il ragazzo ha avuto il coraggio di comporre l'ha colpita al cuore - perché anche lei ci si ritrova in quelle parole, in quei sentimenti, in quel... desiderio irrealizzabile.
Anche se li ha tenuti rinchiusi per tutto questo tempo, ancora ricorda bene... tutto ciò che è stato.
La paura di essere troppo egoista per poter anche solo avere un compagno, il terrore di aver fatto qualcosa di irreparabile. E l'amarezza, immensa, di quando alla fine della corsa ci si rende conto che... è sempre stato troppo tardi, già prima di cominciare a correre.
Lascia vagare lo sguardo sulla scrivania di Shintaro - anche se la sua figura non appare sullo schermo, può comunque vedere oltre quella finestra, rimanendo nascosta. Le cuffie del ragazzo sono lì, abbandonate vicino alla tastiera.
Forse non era stata lei, l'unica headphone actor.
I suoi lineamenti si fanno d'un tratto determinati, mentre allunga il braccio con un gesto quasi autoritario. Il cursore, obbediente, segue il suo comando, portandosi sul tasto Invia.
Non dovrebbe farlo, lo sa benissimo.
Ma a nessuno dovrebbe essere vietato di dire quelle parole.
Non dovrebbe farlo e i suoi occhi turchesi si sfumano per un istante di un rosso intenso.
D'altronde, di cose che non dovrebbe fare (ma le fa lo stesso) ce ne sono un bel po'.
E clicca su Invia, le labbra piegate in quel sorrisetto che riservava alle sue migliori vittorie.
Gli sta facendo un gran bel favore, il master dovrà ripagarla bene, poi.
E devono anche fare una chiacchieratina su quel virus rompipalle.
Sa che il ragazzo protesterà a gran voce - Non è giusto sbirciare nella posta altrui, Ene! - e, su di quello, avrebbe anche ragione. Ma quantomeno stavolta l'ha fatto con una buon motivo, no...?




In un mondo dove tutto è fermo, congelato in un frammento d'estate.
In un mondo dove morire è mille volte più doloroso.
In un mondo dove, paradossalmente, si può salvare una vita,
in special modo se si tratta di una persona amata.
In un mondo dove i segnali dello stop riflettono il sole rosso del tramonto.
Un trillo spezza la monotonia di mille giorni uguali a se stessi.
La ragazza porta la mano alla tasca della gonna nera, stringendo le dita su un piccolo telefono.
Il cuore, che dovrebbe essere fermo come tutto il resto - in virtù del suo essere lì,
in virtù del suo essere già... andata oltre -, comincia invece a trottare.
Si è fatta più coraggiosa, in tutto questo tempo.
Estrae il cellulare senza esitare, legge il nome sullo schermo.
Shintaro.
Il petto si fa caldo, caldissimo.
Ma, al contrario della spaventosa afa del daze, quello è il più piacevole dei tepori.
Ayano sorride, affrettandosi ad aprire la mail.





~Fin



Note

- Che Ene sia in grado di spedire una mail nel Daze è ispirato ad un fatto delle novel, dove lei stessa manda un messaggio ad Ayano - tuttavia al momento è ignoto se sia arrivato o meno.
Mentre gli occhi sfumati di rosso non sono riferiti nello specifico al suo potere, che in questo senso presumo non c'entri alcunché, ma alla presenza in generale di un serpente dentro di lei (si sta pur sempre mettendo in contatto col Daze...).
- Alcune frasi (come il "Ma come faceva ad esserne così sicuro?") vogliono, ovviamente, essere "traccia" dei vari loop temporali, di cui in qualche modo dentro di sé i ragazzi tengono memoria.
- In teoria, visto che tutto riparte dal 14 agosto e la linea temporale si interrompe il 15, avrei dovuto dire che si conoscono da "due giorni" piuttosto che "una settimana". Fate finta che in questa timeline (che non sarebbe nessuna in particolare) si siano incontrati con qualche giorno d'anticipo.
- Sì, nel testo ho inserito riferimenti random e citazioni nascoste (anche se non letterali) a/di varie canzoni del KagePro, non è una vostra allucinazione. Mi sono data alla pazza gioia. (Tipo "Sa di cliché, come una storia che si ripete" = il "In questa scontata storia, può esserci un solo tipo di finale, aldilà di questo giorno d'estate che si ripete..." di Heat-Haze Days. Divertitevi a trovarli. [?])


Yoh!
Dunque dunque. Sì, sono Tayr Soranance Eyes e, sì, sto di nuovo scrivendo sul KagePro (che sorpresona!). Era da alcuni giorni che mi ronzava Kuroha basta coi messaggi subliminali in testa quest'idea e ieri, alle tre di notte, senza neanche rifletterci COSI' tanto, ho cominciato a scriverla.
- La cosa carina è che ho scritto prima il paragrafo finale. Sì, quello con Ayano.
La ShinAya è il mio OTP del Kagerou Project, è una di quelle coppie che mi fa impazzire *A* mi fa anche piacere averne scritto perché era da un po' che mi andava di farlo...
(Anche se ad essere sincera in questo periodo credevo più mi sarebbe scappato qualcosa su Pandora Hearts o Magi xD).
Ne approfitto per ringraziare chi ha letto/recensito/elencato (?) la mia precedente fic su Kano Questa, no, non è una bugia: ho 800 recensioni cui rispondere, circa, ma vi assicuro che le leggo tutte! Siete tanto cari. <3
E... uhm, in realtà non è che abbia molto da dire. A parte che stanotte ho sognato Kuroha che mangiava cereali Cheerios.
... Non so bene come dovrei prenderla.
Mah.
Ad ogni modo, vi saluto. Ma tanto lo sapete che ci rivedremo. U.U
Bye!


  
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