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Autore: a r e n    02/12/2013    2 recensioni
[ EnGou // Missing Moments ]
La storia non ha un filo conduttore, se non l'ordine cronologico. Non riguarda la trama, ma semplicemente quello che per me è il loro rapporto. Sono quei piccoli momenti passati insieme, quelli che nessuno conosce se non loro. I momenti mancanti, quelli che hanno costruito la loro storia giorno per giorno.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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poco più che ragazzini

« Sembra ieri che abbiamo vinto il torneo, eh? »
« Endou, era ieri. »

La risata del portiere si fece per un attimo imbarazzata, per poi trasformarsi in sincera e divertita, ricordando che, in effetti, il suo attaccante aveva ragione: solo ieri erano diventati i campioni del mondo. Sentiva tra le mani ancora l'emozione di sollevare quella coppa tra gli applausi e i festeggiamenti, la gioia di aver raggiunto lo scopo tanto agognato, tutti insieme.
La riva di quel fiume gli ricordava tanto casa sua, il suo fiume, il posto dove si allenava ogni giorno. Tutto il sudore speso in quei pomeriggi, ci fosse pioggia scrosciante o sole cocente, lo si poteva trovare sempre li. Non solo lui, anche tutti i suoi amici, compagni, fratelli.
Ancora sorridendo, si lasciò cadere disteso sul manto erboso, alzando lo sguardo al cielo. Il sole accecante lo costrinse a portare una mano davanti agli occhi, coprendoli con una lieve ombra. Non poteva vederlo, ma dal rumore e dai movimenti che poteva percepire, era sicuro che anche Shuuya avesse fatto lo stesso.

«
Ci pensi mai alla tua vita senza il calcio? »

La sua voce sembrava velata di una certa nostalgia, come se le sue parole sancissero la fine di quell'era di eterna giovinezza che ad Endou sembrava non potesse abbandonarli mai. Se Gouenji avesse potuto vederlo, si sarebbe accorto subito della sua reazione. Scosse il capo, abituandosi alla luce del sole e quindi portando le mani dietro la testa, come un cuscino.

« Mai e se penso ad un mondo senza calcio, mi vengono i brividi. »

L'altro si aspettava una risposta del genere, tanto che si lasciò sfuggire un sorrisino beffardo, chiudendo gli occhi. Se avesse dovuto essere totalmente sincero, nemmeno lui avrebbe mai pensato alla sua vita senza calcio. La sofferenza che provava per quella promessa che tanto tempo prima aveva fatto alla sorella di non giocare più finché non si sarebbe svegliata, lo rendeva vuoto. Era come se ogni giorno un nuovo coltello si piantasse nel suo cuore, come se alla sua esistenza mancasse sempre qualcosa.
Poi aveva conosciuto Endou, e tutto era cambiato. Il suo sorriso, l'aveva cambiato.

« Già, anche a me. »

Nonostante la sua voce non suonasse del tutto sincera, Endou lasciò perdere. Avevano appena vinto, non c'era motivo di pensare a cose così tristi proprio ora. Non era il tempo di rimuginare sul passato, né tendere al futuro: era il tempo di festeggiare, il tempo di stare insieme e di essere felici. Per questo, cercando di allontanare i dispiaceri e brutti ricordi, si alzò su un gomito, osservando l'amico da quella posizione. Aveva gli occhi chiusi e se non gli avesse parlato solo un attimo prima, avrebbe potuto tranquillamente sembrare addormentato tra l'ebra.
Dispettoso, iniziò a punzecchiargli una guancia con un filo d'erba, cercando di togliergli dal viso quell'espressione beata.

« Non dormire. »

Gli disse, senza smettere di tormentarlo. Gouenji fece finta di niente, sapendo quanto l'altro trovasse fastidioso essere ignorato proprio da lui. Endou gonfiò le guance, rendendosi conto che il suo letale stuzzicare non avrebbe provocato nell'amico alcuna reazione.
Si era spesso domandato per quale motivo apprezzasse tanto la compagnia del numero dieci, ma dopo intense riflessioni serali, era semplicemente giunto alla conclusione che forse quel ragazzo fosse la parte mancante di sé stesso. Si era stupito lui stesso del pensiero profondo, ma l'illuminazione avuta solo qualche giorno prima, l'aveva convinto a non permettere mai più a quella persona di andarsene.
Non ne aveva parlato con nessuno, custodendo quel segreto e quel pensiero a tutti. Nessuno avrebbe capito i suoi sentimenti, tanto valeva che rimanessero soltanto per lui. Nemmeno Gouenji sapeva come il ragazzo si sentisse, ma proprio il fatto che lo considerasse la sua metà, gli faceva supporre che forse il suo pensiero non era qualcosa di non corrisposto.
Intenzionato a non demordere, gli tirò le guance con entrambe le mani; il suo viso imbronciato copriva quello dell'amico facendogli ombra. Solo a quel punto l'altro aprì gli occhi, alzandosi di scatto. Le loro fronti si scontrarono con forza, tanto che Endou cadde all'indietro sbalzato dalla colluttazione.
Dopo essersi lamentati rotolando sul prato per qualche istante, il primo ad alzarsi fu Gouenji. Si mise di nuovo a sedere, massaggiandosi la fronte.

« Era davvero necessario disturbarmi? »

Domandò, senza riuscire a trattenere un mezzo sorriso guardando le lacrime formarsi negli occhi del suo capitano. Gli porse una mano, quindi, per farlo rimettere a sedere. Era bello stare in sua compagnia, non c'era modo di annoiarsi. Lui era lo spirito della Raimon, l'unico che non aveva mai perso la speranza e che, in un modo o nell'altro, riusciva ad infondere nei compagni il suo sogno, facendolo diventare il sogno di tutti.

« Non puoi dormire! Abbiamo una partita da giocare. »

In realtà era soltanto un amichevole, ma probabilmente per Endou era la sfida più importante di tutto il campionato.
Lasciando la mano di Gouenji, si alzò da terra. Si pulì i pantaloncini, sistemò la maglia bene dentro i pantaloni e sfornò uno dei suoi sorrisi smaglianti, indirizzandolo all'amico. Questo rimase abbagliato per qualche secondo, specchiandosi negli occhi dell’altro e ritrovando in quelli tutta la serenità che andava cercando. Gli porse nuovamente la mano, aspettando che l'altro lo aiutasse ad alzarsi.
Fu veloce, il movimento di Endou: afferrò la sua mano, per poi tirare con forza verso di sé. Non sembrava lo facesse solo per aiutarlo rimettersi in piedi e solo una volta sollevato, Gouenji capì le sue intenzioni. Anzi, a dirla tutta, non le capì affatto.
Doveva essere un bacio, quello?
Davvero Endou Mamoru, il capitano della sua squadra, stava premendo le labbra sulle sue?
Sentì la terrà sotto i suoi piedi sciogliersi, inghiottendolo. Non si rese conto che era soltanto il suo equilibrio a venire meno.

Endou si scostò da lui senza smettere di sorridere, tenendo stretta la mano dell'amico. Nonostante non raggiungessero la tonalità di colore di quelle di Gouenji, anche le sue guance si colorarono di una lieve gradazione di rosso.
Corse su per la collina, senza dire una parola.

« Perché l'hai fatto? »

Chiese l'attaccante, con la mano libera da quella di Endou a coprire il viso.
L'altro ci pensò su per un momento, assumendo un'espressione pensierosa. Nemmeno lui era in grado di dare una spiegazione al suo gesto, semplicemente in quel momento si era sentito di doverlo fare. L'emozione, la felicità, l'aver vinto, c'erano mille scuse che avrebbe potuto usare.

« Perché voglio giocare a calcio con te, per sempre. »

Rise, mentre uno spaesato Shuuya cercava di capire cosa volessero dire quelle parole. Nel disperato tentativo di decifrare quella frase, perse la mano di Endou, che a sua volta si spostò velocemente in avanti, verso la nuova sfida che li aspettava oltre il fiume.
Si fermò solo per incitarlo a muoversi e l'altro, lasciato da parte l'imbarazzo e ogni tentativo di capire quel gesto, lo raggiunse con una corsetta. Tenne gli occhi chiusi e lo sguardo basso, ma sul volto quel sorriso che solo il suo capitano era in grado di provocargli.


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Non chiamerò questa cosa spazio dell'autrice perché sarebbe un affronto a qualsiasi vero autore. Diciamo che è spazio colei che scrive fallimenti: so che sono capitoli scemi, anche senza troppa trama o che non spiccano di fantasia... Ma questi sono Endou e Gouenji di cui voglio scrivere. Due ragazzini normalissimi alle prese con un amore altrettanto normale.
Quindi non vi aspettate chissà quale capolavoro, è una scemenza scritta perché mi annoiavo e perché ho bisogno di mettere per iscritto i miei sentimenti per loro.
Voglio bene comunque a chi leggerà questa cosa, anche se in effetti non rappresenta per niente quello che sarei in grado di scrivere. *MEGALOMANE*

   
 
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