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Autore: Filie    02/12/2013    2 recensioni
Lei fare la madrina? Lei? La madrina???
Genere: Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Johanna Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Godmother

La dolcezza è la voglia di accarezzare la vita,
sentirla, sfiorarla, senza negarsi perché l’emozione è intensa.
L’emozione va vissuta e non segregata perché è quel rossore che è in noi…
è quel rossore che sembra impedirci ma vuole spingerci.
Bisogna lasciarsi spingere, altrimenti si torna alla durezza,
a quella durezza che, forse, diviene quotidianità.
Allora perché frenarci?

Antonio Belsito

«Sarai la madrina di mio figlio!»
Quanto avrebbe voluto spaccargli il naso con un pugno quel giorno.
La madrina di suo figlio? Lei?? Fare la madrina???
Doveva essere ubriaco o aveva sbattuto la testa da qualche parte, non c’era altra spiegazione.
Nessun uomo sano di mente le avrebbe mai chiesto, anzi, ordinato, di far da madrina al proprio figlio, ad un bambino.
Ad un bambino!!! Ma stiamo scherzando?!
Lei non sopportava, anzi odiava i bambini.
«Sono come l’orticaria!» lo ripeteva in continuazione da anni, possibile che quel belloccio non avesse recepito il messaggio?
“Ma perché fare un figlio se sai già di volerlo morto?”
Era assurdo! Inconcepibile!
E dire, che tra i due, aveva sempre pensato che quella un po’suonata fosse Annie…
Sospirò tristemente, ripensando a quei ragionamenti.
Voleva bene a quel belloccio, anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
Se ne era andato presto, troppo.
Si era sentita sprofondare in un abisso quando Annie le si era buttata tra le braccia piangente, delirante appena le avevano dato la notizia.
Maledetti ibridi! Maledetta Capitol City! Maledetto tutto!
Lui doveva vivere, cazzo!
Si piantò le unghie nei palmi mordendosi il labbro inferiore fino a farsi male.
Era un uomo sposato, un padre.
Ci sarebbe dovuto essere lui lì con lei a vegliare su Annie partoriente, su suo figlio!
«Signorina…» la riportò al presente la voce di una delle infermiere. «La tenga, per favore.» le disse posandole in braccio un fagottino scalciante e mugugnante.
Era un bel bambino con radi capelli castani e stupendi occhi color acqua marina.
“Ti somiglia…” pensò la ragazza, mentre il neonato le rivolgeva un tenero sorriso sdentato, accompagnato da alcuni versetti divertiti.
«Cos’hai da ridere, pulce?» ridacchiò solleticandogli il pancino col dito.
“Sarò la madrina di tuo figlio…”

(292 parole)

 

 

 

 

L’Antro della sottoscritta;3
Ehm…salve a tutti!
Ed eccomi ad esordire anche su questo fandom.
Devo ammettere d’essere piuttosto agitata; sarà perché è la prima fic che posto su HG, la paura dell’non esse riuscita a mantenere l’IC… forse è proprio tutto l’insieme ad esasperarmi!
Comunque, tralasciamo, che è meglio…
Era da un po’di tempo che quest’ideuzza mi ronzava per la testa e, finalmente, sono riuscita a metterla per iscritto!!! *squillo di trombe*
Devo ammettere che mi sono divertita un mondo ad immaginarmi Johanna come madrina.
Lei mi da l’idea d’essere una di quelle ragazze che non sopportano le cose frivole, dolci e zuccherose e, di conseguenza (come me), hanno la fobia dei bambini.
Fortunatamente, nel finale vediamo la Mason coccolare il suo figlioccio che, con la sua voglia di vivere ed affrontare il mondo, è riuscito a sciogliere quel cuore di pietra (un po’come ha fatto la mia cuginetta con me).
Spero non risulti una schifezza, anche per l’accenno alla Johannick(?).
Ovviamente sono ben accette le critiche, se giustamente motivate.
Alla prossima^^
Super Kiss<3
Toky;3

  
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