Videogiochi > Mario Bros
Segui la storia  |       
Autore: koopafreak    02/12/2013    3 recensioni
I primi avventurosi approcci genitoriali nella solitaria famiglia Koopa. Ludwig passa in vantaggio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Ludwig Von Koopa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
k

La figura imperiosa del sovrano delle tenebre seduto sul trono irto di punte e con teschi scolpiti nei braccioli massicci era un ciclopico magnete di timore e deferenza a cui nessuno sguardo poteva sfuggire nella grande sala silenziosa. Le iridi di Bowser non avevano bisogno del sole per emanare una luminescenza sinistra che era loro naturale e la luce lugubre delle torce si rifletteva sulle squame ramate conferendogli un'aria solenne quanto demoniaca. Tuttavia, la presenza minuta del cuccioletto sonnecchiante col sederino sul palmo del genitore e la testolina abbandonata contro le scaglie calde del braccio e del fianco ne mitigava l'aspetto, stiracchiandosi di tanto in tanto e muovendosi pigramente per cercare una posizione più comoda.

Nonostante quell'apparenza che di cordialità ne ispirava ben poca, era comunemente risaputo della magnanimità del Re verso i suoi sudditi ed egli non aveva limiti di orario per ricevere a qualsiasi ora del giorno tutti coloro che si recavano dinnanzi la sua presenza per chiedere aiuto. Erano eventi rari e quasi sempre motivati da disgrazie o incidenti imprevisti, poiché quello di Bowser era un regno dai confini serrati ma florido ed i suoi abitanti non conoscevano il flagello della miseria. Però un'avversità dovuta ai capricci del fato a volte poteva bussare alla porta di qualche sfortunato.

Bowser non era portato per i discorsi di conforto e normalmente si limitava ad annuire dopo essere stato messo al corrente dello stato di difficoltà in cui il suddito versava e questi poi veniva riaccompagnato fuori da uno dei suoi delegati che, su suo preciso ordine, avrebbe provveduto a rifornire il malcapitato del necessario per rimediare le cose.

In un momento di leggera noia e quando fu certo di passare inosservato, il drago giocherellò con un artiglio ricurvo sulle piante dei piedini osservando divertito le zampette e la codina fremere in piccoli tic scoordinati e le labbra di Ludwig arricciarsi in un sorrisetto involontario senza che la sua fase REM fosse minimamente deturpata. Ora, in quanto erede al trono della Terra Oscura e futuro Signore del Male sul mondo intero, sarebbe stato oltremodo disdicevole osare definirlo carino, con quel faccino tanto angelico quanto infido dietro cui si nascondeva un genietto che avrebbe mandato in crisi lo psicologo infantile più saccente solo per gioco. Eppure, continuando a studiarlo con la testolina penzolante all'indietro e quell'espressione di totale beatitudine stampata sul musetto, Bowser realizzò imbarazzato di trovarsi improvvisamente a corto di altri aggettivi meglio appropriati...

Una recluta goomba annunciò una visita ed il koopa alzò lo sguardo rimettendosi in posa sul suo seggio. Un tipo timido che aveva affrontato un lungo viaggio per implorare il soccorso del sovrano fece timorosamente il suo ingresso nella sala del trono, affiancato dal magikoopa che ne avrebbe fatto le veci ufficiali. Tuttavia fu l'impacciato ospite a prendere direttamente la parola anticipando Re e funzionario dopo le formali introduzioni.

« Sono solo un umile agricoltore, Vostra Imponenza. La maggior parte del raccolto di questi mesi è andato perso a causa di un incendio colposo e così non so come fare per saldare i conti ai miei creditori per le sementi e gli attrezzi senza ridurre la mia famiglia alla fame. I miei figli sono ancora piccoli e devono andare a scuola ed il pensiero di fargli trovare la tavola quasi vuota quando tornano a casa... » la voce del contadino si spezzò con un singhiozzo abbassando lo sguardo per la mortificazione e per essersi beccato un'occhiataccia di rimprovero dal magikoopa per non aver rispettato il protocollo.

« Quanti figli hai? » fu la domanda completamente inattesa.

Il tipo timido si riscosse per essere stato interpellato direttamente dal Re. « Cinque, Sire. L'ultimo va ancora all'asilo » balbettò stringendosi le mani.

Uno degli artigli del drago si fletté istintivamente a sfiorare il suo cucciolo.

« Ieri ha fatto la sua prima capriola » aggiunse l'ospite senza trattenere una nota di emozione.

Bowser pensò che Ludwig non si sarebbe mai abbassato a fare una sola capriola nella sua intera esistenza nemmeno con mille dolcetti in palio e lui a pregarlo in ginocchio.

Il suo silenzio di rassegnazione doveva essere stato interpretato come di giudizio perché l'umile agricoltore iniziò a mostrare quella tipica agitazione di chi era combattuto tra indietreggiare lentamente verso l'uscita o buttarsi a terra ad implorare. Ruppe lui lo stallo prima che l'ospite crollasse.

« Riceverai il risarcimento dei danni e un'integrazione per sostenere le spese familiari fino alla prossima mietitura » stabilì mentre il magikoopa si affrettava ad appuntare il suo volere su una pergamena con impresso il sigillo reale.

Il tipo timido parve lì lì per scoppiare di gioia e Bowser allarmato alzò subito un indice per chetarlo, facendogli presente poi con lo stesso dito che c'era gente che voleva dormire e che i toni dovevano dunque restare moderatamente bassi. Ludwig diventava scorbutico se veniva rudemente interrotto nel bel mezzo del suo riposino pomeridiano.

« Non c'è soddisfazione più grande che vedere i propri figli crescere sani e felici, Vostra Oscurità. È quando tutto il resto passa in secondo piano, compresi noi stessi, che ci accorgiamo di quanto sia meraviglioso essere padri e che ogni istante insieme a loro valga la pena di essere vissuto come se fosse irripetibile » gli aveva detto commosso prima di andarsene con la soluzione pecuniaria ai suoi problemi ed una rinnovata visione rose e fiori della vita che lui aveva contribuito a far germogliare.

Bowser nutriva ancora le sue riserve sugli ultimi due punti.



« Lud, farai questo bagno. Che ti piaccia o no » borbottò il Re tentando con impegno di staccare il cucciolo che si era stabilmente avvinghiato al bordo della vasca, ben intenzionato a mantenere ogni parte del corpo fuori dalla massa liquida proprio un centimetro sotto la codina piegata all'insù.

Era una resistenza destinata a non ripagare nulla ed entrambi lo sapevano, ma Ludwig avrebbe dichiarato battaglia e lottato con valore tutte le sante volte per rinnovare il suo dissenso nell'umida faccenda.

« È inutile opporsi. Prima entri volontariamente in acqua e prima saremo liberi! »

« Baaa!! » che stava per Giammai!!

Il padre sospese per un momento i tentativi di schiodarlo da lì nel timore di fargli inavvertitamente male tanto era saldato alla superficie asciutta della tinozza reale. Guardandolo meglio notò che si stava addirittura puntando col mento oltre il bordo. Se avesse impiegato altrettanta determinazione nel migliorare il suo dialogo monosillabico avrebbe già potuto darsi all'oratoria.

« Lud, è l'ultima volta che te lo chiedo. Entra in acqua da solo e finiamola qui. »

« BA » il cucciolo ribadì la sua posizione premendosi ulteriormente contro la ceramica lucida.

« Con te è sempre la via difficile! » sbottò il koopa riavvicinando gli artigli al principino che irrigidì nuovamente i muscoli e si preparò ad essere sganciato con la forza.

Bowser ricorse invece ad una tattica più sottile, facendo danzare delicatamente la punta delle grinfie sulle scaglie morbide del pancino fin dove era scoperto. Ludwig scoppiò a ridere colto alla sprovvista e fu costretto a trascurare la presa per proteggersi, scivolando inesorabilmente giù dopo una manciata di secondi e cadendo raggomitolato su se stesso al centro del palmo pronto a riceverlo.

« Ah! » Il drago sorrise soddisfatto e lo intinse senza tante cerimonie, strizzandogli sopra la spugna imbevuta (attento ad evitare gli occhi) e la chioma svolazzante si richiuse intorno alla testolina come un ombrello mettendo in mostra le corna minute.

Aprì i rubinetti per far scendere più acqua calda e montagnole di schiuma cotonosa e profumata si formarono rapidamente intorno al koopolotto che si riscoprì a dominare su un minimondo tutto bianco. La disapprovazione di Ludwig restava comunque palese sui lineamenti corrucciati, ma non fece nulla per ostacolare l'operato come i primi tempi e lasciò che suo padre, usando una mano per lavarlo e l'altra per sorreggerlo di modo che non andasse a fondo come un sasso, si sbrigasse a strofinargli lo shampoo tra i ciuffi che continuavano con un certo fastidio ad appiccicarglisi sul musetto.

Fare il bagno era una consuetudine per cui il cucciolo non stravedeva diffidando dell'acqua per carattere, specialmente quando ce n'era troppa, e metà del fascino della schiuma immancabile in ogni sessione se ne era andato con la delusione che non fosse commestibile. Dondolò piano le zampette immerse, vagamente annoiato ed augurandosi che tutto avesse fine molto presto.

All'improvviso qualcosa sbatté con violenza sul vetro della finestra facendo sussultare il Re che lanciò un grido poco decoroso e di riflesso assestò una sonora ginocchiata contro la vasca. Zoppicando si precipitò a verificare l'origine dell'attentato e si ritrovò a fissare da qualche metro le facce sgomente quanto la sua di un gruppetto di giovani reclute parakoopa e paragoomba. Il pallone proseguì la sua ultima picchiata verso il basso infilzandosi su una picca delle inferriate, ma a nessuno importò granché di fronte ad un problema certamente più terrificante della fine del gioco. Uno dei soldati balbettò ingobbito qualche scusa prima che il suo farfugliare venisse coperto dalla voce ruggente del sovrano che spartì loro una sana ramanzina per il lampo di genio di essersi avvicinati così tanto alle finestre durante la partita, invece di prestarci attenzione.

Quando chiuse gli infissi grugnendo ancora indispettito, realizzò finalmente di aver lasciato qualcosa in sospeso. Qualcosa che non sapeva ancora restare a galla da solo.

Il manto di schiuma compatta quasi strabordante gli impedì di localizzare a occhio il disperso, per cui immerse prontamente un braccio per setacciare il fondo tastando alla cieca. Non lo ritrovò subito, ma la ricerca si concluse col drago che stringeva vittoriosamente per una zampetta un cucciolo gocciolante a testa ingiù, ancora mezzo stordito dal rimbombo del colpo contro la vasca. L'incidente non migliorò di certo il rapporto di quest'ultimo con l'acqua né l'umore del momento, ma almeno Bowser provò a farsi perdonare per l'onta subita.

« Cosa ti va di guardare Lud? » chiese facendo un rapido zapping tra i canali per trovare qualcosa di adatto al koopolotto che gli sedeva in grembo.

Ludwig fissava lo schermo senza mostrare alcun entusiasmo particolare per una delle scene che continuavano a scorrergli davanti.

Il padre ci aveva già provato coi cartoni animati e sapeva che lo annoiavano. Nemmeno i film per bambini destavano il suo interesse e il Re covava il dubbio che Ludwig accettasse di guardarli solo per fargli un piacere. Erano poche le cose che suo figlio sembrava gradire o che almeno lo divertivano: farlo arrabbiare era la prima della lista; farlo arrabbiare ancora di più fino ad annientarlo; poi c'era la musica...

L'unico nella moltitudine di balocchi che si era distinto era stato il piccolo xilofono che stava acquisendo un'aria consumata per tutte le ore che il koopolotto passava costantemente ad esercitarcisi. Ormai quello strumento non custodiva più segreti per Ludwig che aveva addirittura imparato come prolungare il suono limpido delle note e non solo sapeva riprodurre le melodie che il suo sonar incorporato captava in giro per la fortezza reale, ma aveva anche dato prova recentemente di crearne a sua volta. Prima di “esibirsi”, aveva l'abitudine di raccogliere qualche pupazzo in giro per la sua stanza e disporli in ordine di fronte con le pupille di plastica direzionate su di lui, la sua platea.

Ludwig aveva un dono, era innegabile. Chissà che Bowser non avesse potuto trovare il modo di sfruttarlo anche a suo favore.

Il Re decise dunque di fare un tentativo. Si spostò sui programmi dedicati a ogni genere di musica e cominciò a sfogliarli uno per uno osservando le reazioni del suo enigmatico cucciolo. Per prima cosa passò alle canzoncine per bambini e dall'espressione non vi erano dubbi: Ludwig era orripilato. Scorse tra le trasmissioni con gli ultimi successi del pop e vide il musetto del cucciolo incresparsi ancora di più. Andò avanti scoraggiato saltando da una variante all'altra fino ad approdare sulle rive movimentate del metal estremo. Il koopolotto aveva il tic all'occhio sinistro e si volse lentamente verso il muso del padre chiedendo con lo sguardo il perché di questa tortura.

Bowser si morse la guancia quasi prossimo alla sconfitta. Aveva esplorato una ventina di canali e non aveva trovato nulla di intrigante per il figlio che invece sembrava pronto a saltare giù dal sofà e fuggire urlando. Erano rimasti solo i più noiosi raschiando il fondo dell'elenco, ove nessuno osava mai sintonizzarsi e di cui molti nemmeno ne sospettavano l'esistenza. Non aveva niente da perdere e si giocò l'ultima carta straccia.

Silenzio.

Alzò il volume al massimo credendo che fosse colpa del segnale, ma non cambiò nulla eccetto per l'eco vuota che si propagava minacciosa dalle casse dello stereo.

Poi all'improvviso un boato pari ad un'esplosione li investì facendolo trasalire con tale veemenza da ribaltarsi all'indietro con poltrona, telecomando e primogenito. Esaltata dal tripudio dei cori ed i rintocchi delle campane che scuotevano corpo e anima dei presenti, l'Ouverture 1812 di Tchaikovsky si levò ruggendo in tutta la sua gloria dagli amplificatori e i vetri della stanza tremarono contenendo a malapena la potenza dell'onda d'urto.

Dondolando sul guscio e ancora paralizzato dallo spavento, Bowser si portò una mano al petto temendo un infarto imminente, ma le sue coronarie parvero reggere anche questa volta. Ludwig gli stava steso sul torace coi capelli blu sparati come lo erano i suoi a causa dell'impeto della musica: incantato, rapito, strabiliato! Glielo si poteva leggere chiaramente negli occhietti tondi spalancati dall'emozione. L'Ouverture si dimostrò un degno omaggio alla vittoria non solo per i russi.

Le reclute che montavano la guardia al di fuori della stanza si ricomposero rialzandosi e raccogliendo le rispettive picche. Sconvolte dal botto imprevisto per cui si erano gettate a terra, si guardarono qualche secondo dominando il batticuore per poi aprire la porta di una fessura per sbirciare timidamente dentro una sopra l'altra. Re Bowser sedeva sul pavimento col Principino Ludwig tra le sue zampe, nessuno dei due prestando attenzione allo schermo che di fatto non mostrava alcun immagine. Il koopolotto agitava in aria le manine seguendo il ritmo della musica come in uno stato di trance e il genitore si limitava ad osservarlo con un gran sorriso, indifferente al frastuono che regnava sovrano al suo posto per tutta l'ala del castello. Dietro di loro giaceva dimenticata la sua poltrona preferita riversa sullo schienale. Be', almeno potevano degnarsi di abbassare il volume, ma lungi dai soldatini permettersi di rompere la strana magia creatasi in mezzo a quel baccano in cui sembravano perfettamente in pace con loro stessi.

Bowser si sarebbe ricordato per sempre di quel momento, quando aveva finalmente trovato la chiave per domare il cattivo temperamento di un Ludwig che andava letteralmente in brodo di giuggiole come il suo udito intercettava le note di un'opera sinfonica. Tale scoperta pose rimedio anche al problema della messa a letto: al drago bastava lasciare lo stereo acceso con qualche componimento tra i più travolgenti e qualsiasi protesta veniva sedata all'istante finché il koopolotto non smetteva di ciondolare a tempo e scivolava sereno nella dimensione dei sogni sulle note dei grandi classici.

La musica influì in positivo anche sul carattere del piccolo che divenne rapidamente più disciplinato e collaborativo col padre (grazie anche alle dritte di Kamek, s'intende), sebbene si rifiutasse ancora di parlare come si deve, cioè praticamente per niente, eccetto il solito “Ba” che certe volte gli suonava meglio per “babbeo” e quasi lo preferiva quando si limitava a guardarlo in silenzio per concedergli almeno il beneficio del dubbio. Evidentemente Ludwig prediligeva restarsene ancora calato nel ruolo di semplice ascoltatore e di fatto Bowser si era già premurato di imporre un regolamento rigidissimo per chi si fosse concesso il lusso, ora categoricamente sospeso, di qualche sporcatura verbale che nel lessico comune dei soldati non mancava mai a colorire un'allegra chiacchierata o sottolineare il messaggio in un diverbio. La mente di un cucciolo era come una spugna ed il Re si sarebbe assicurato a tutti i costi che tra le prime fatidiche parole di Ludwig non vi sarebbero spuntate a sorpresa quelle sbagliate.

Certo era più che una sfida riuscire a farsi un'idea di cosa mulinasse dentro quel cranietto insondabile. A volte Bowser aveva come l'impressione di udire il ronzio lieve di ingranaggi sotto i folti ciuffi blu mentre i suoi emissari si accingevano a riversargli addosso gli ultimi minuziosi rapporti sulle condizioni generali del reame coi loro toni smisuratamente, inutilmente ma inflessibilmente pomposi, ridondanti e tediosi. Nemmeno lui riusciva a restare aggrappato al filo del discorso per oltre mezz'ora, un koopolotto dell'età di Ludwig quali chance avrebbe avuto di capirci qualcosa? Naaah, era impossibile. Anche se il suo coraggio nel provarci comunque era encomiabile.

La seconda questione in sospeso dei primi passi venne invece risolta quando Bowser decise di regalargli il suo primo pianoforte, costruito in miniatura apposta per lui. Vide sotto il proprio naso Ludwig alzarsi in piedi e correre verso la sorpresa al centro della sua cameretta dove prima si trovava il suo xilofono strausato, ora congedato con onore. Ciò confermò la tesi del Re che tuttavia non se ne risentì, osservando come il cucciolo sfiorava il legno levigato con un fascino che nessun altro koopa così giovane sarebbe stato in grado di esternare.

Premette per la prima volta un tasto del piano e ne assaporò il suono finché non svanì nel silenzio della stanza, girandosi verso suo padre con un'espressione che non gli aveva mai visto prima sul musetto paffuto. Ludwig era assolutamente conquistato.

Il suo stretto rapporto con l'arte della musica ebbe inizio quel giorno esatto e la melodia del pianoforte divenne un accompagnamento consueto alla routine del castello. Tuttavia, suonare quello strumento aveva un significato molto più profondo di un semplice svago o una fissazione passeggera per il principino: ad esso era stato completamente affidato il compito della voce. Ogni singola parola che teneva per sé si elevava vibrante sulla corrente di esecuzioni sempre più passionali ma delicate nella loro essenza, a volte burrascose insieme alle sferzate di pioggia contro il vetro e altre invece tenui come un sospiro sulla fiamma di una candela.

Fu grazie a Bowser che Ludwig scoprì il suo talento.


Nota d'autrice:

http://www.youtube.com/watch?v=u2W1Wi2U9sQ - 1:40 per il pezzo preciso del componimento :]

La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia. Ludwig van Beethoven

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: koopafreak