Ehm... *me fa capolino timidamente
dalla porta*
C'è qualcuno che si ricorda ancora di me? Dubito visto
quanti secoli sono che non aggiorno le mie fic...
Che dire a mia discolpa? Ho avuto problemi con il computer e internet,
e la scuola mi ha tenuta impegnata più di quanto volessi!
(si si, come no... Nd tutti)
Spero che questa fic possa piacervi e mi impego solennemente, non
appena finita la scuola, a terminare tutte le mie long lasciate in
sospeso.
Questa raccolta affronterà solamente il pairing NejiTen per la gioia delle loro fan come me.
I generi spazieranno dall'angst al romantico ed andremo dalle song fic ai drabble alle one-shot, ma il tratto princiale sarà sempre il raporto che lega i due ragazzi.
Avviso per tutti --> Ho la brutta tendenza ad uccidere i personaggi delle mie fic, quindi vi avviso tutti che sarà probabile, prima o poi, che capiti una fic in cui muore qualcuno!!
Detto questo comincio...
Thank you, TenTen!
- Rotazione Suprema!
Mi piego sulla gamba destra, ruotando velocemente su me
stesso e rilasciando il chakra intorno a me. Respingo le tue armi, come
sempre,
ma mi pare che il diametro della rotazione si sia un po’
ridotto. Non è un buon
segno.
- Bravissimo Neji-kun! Hai respinto tutte le armi!
Sbuffo, liquidando i tuoi complimenti con un movimento della
testa. So di essere il migliore, non c’è bisogno
che anche te me lo dica. Sono
stanco di sentirlo ripetere a tutti, anche se so che te sei
l’unica davvero
sincera con me.
Ormai è ora di andare a casa, quindi ti saluto brevemente
con un cenno della testa e mi allontano.
Ho fatto solo pochi passi quando sento le gambe cedermi e
vedo il terreno che si avvicina a me.
- Ho usato troppo chakra…
Mi
saluti e te ne vai così, superiore a tutto e a
tutti come sempre. Non so cosa darei per vederti almeno una volta
sorridere,
per sentirti dire qualche parola che non siano i nomi delle tecniche,
per
incrociare almeno una volta i tuoi occhi e non leggervi
superiorità e dolore,
ma felicità e amicizia.
Eh sì, sono
proprio un’illusa, vero Neji?
Ti osservo mentre ti
allontani, seguo i tuoi passi, li conto
uno ad uno.
E ora che ti succede?
Stai cadendo!
Mi precipito verso di
te, ti afferro poco prima che tu
tocchi terra.
Sei svenuto, per la
stanchezza o per chissà che cosa.
Ti sfilo il coprifronte
e ti sfioro la fronte. Scotti, devi
avere la febbre, e nemmeno tanto bassa.
E ora cosa faccio?
Ragiona Ten, ragiona!
Decido di portarti a
casa mia. Non saprei proprio come
spiegare a tuo zio Hiashi quello che è successo e
perché ti ho riportato a casa
io.
E poi ti conosco bene
ormai, sei tropo orgoglioso per farti
vedere da qualcuno in queste condizioni. Meno persone ti vedono, meglio
è.
Arrivo a casa mia
tenendoti tra le braccia. I miei non ci
sono, meglio così.
Ti stendo sul mio letto,
ti copro con una coperta leggera e
ti metto una pezzuola bagnata sulla fronte, poi scendo a prendere un
bicchiere
d’acqua.
Quando torno in camera
non hai ancora ripreso conoscenza,
così mi metto a sedere accanto al letto e ti rivolgo uno
sguardo preoccupato.
Visto così
sembri quasi un ragazzo normale, senza i problemi
che ti affliggono.
La tua fronte
è distesa, senza preoccupazioni, il tuo
respiro è regolare ed emani una grande sensazione di
tranquillità e serenità.
Distolgo lo sguardo da
te e fissò due uccellini sul ramo
dell’albero fuori dalla mia finestra. Cinguettano, si
inseguono tra le foglie
della pianta, poi si allontanano, diretti verso chissà dove,
insieme. Vorrei
anche io volare via insieme a te…
Un movimento mi richiama
dai miei sogni. Ti sei svegliato, e
ti stai tirando a sedere, palesemente disorientato.
- Neji-kun! Ti sei
ripreso, finalmente!
Riprendo i sensi lentamente, con
fatica. Sento le tempie che
mi pulsano, ho un mal di testa pazzesco.
Apro gli occhi e lame di luce mi feriscono lo sguardo, poi
con fatica metto a fuoco ciò che mi circonda.
Sono in una stanza che non conosco, in un letto che non è
mio. Sei accanto al letto, guardi assorta fuori dalla finestra. Se non
fosse
che non è nel mio stile, direi che sei quasi bella.
Cerco di tirarmi a sedere, ma quel movimento attira la tua attenzione
e ti volti verso di me.
- Neji-kun! Ti sei ripreso, finalmente!
In un secondo ricordo quello che è successo.
L’allenamento, poi sono svenuto perché devo aver
usato
troppo chakra. Ma continuo a non capire cosa ci faccio qui.
- Sei svenuto dopo l’allenamento, avevi la febbre e
così,
non sapendo che fare, ti ho portato qui a casa mia. Ora come stai?
Ora capisco.. Così questa è camera tua, eh?
Non sembra la camera di una ragazza. Non ci sono poster di
idoli maschili, niente segni personali tranne il tuo rotolo delle armi,
i tuoi
tarocchi e una foto della nostra squadra. Sulla scrivania
c’è un quaderno,
chissà che c’è scritto…
Nel complesso mi
piace. Niente di eccessivo, nessun ninnolo di troppo. È
proprio la stanza
adatta a te.
- ‘Nsomma…
Mi fa male ogni singolo centimetro del corpo, ogni giuntura
ad ogni movimento implora pietà e grida vendetta.
E soprattutto ho la testa che mi scoppia.
Porto una mano alla fronte, sorpreso di non sentire sotto le
dita il metallo con il simbolo della Foglia ma la mia pelle.
Ti guardo, accigliato.
- Dov’è il mio coprifronte?
-
Dov’è il mio coprifronte?
Mi aspettavo questa
domanda.
- Te l’ ho
tolto per bagnarti la fronte. Eccolo.
Te lo porgo e te lo
afferri come un uomo reduce di una
settimana nel deserto afferrerebbe una borraccia di acqua fresca, come
se ne
dipendesse la tua vita.
Lo allacci
immediatamente, nascondendo quel simbolo che te
consideri la tua vergogna ma che secondo me è la tua
più grande rivincita.
Se te, un membro della
Casata cadetta, sei riuscito a
superare in bravura un componente della Casata Principale, imparando
anche una
tecnica che non dovresti conoscere, beh, secondo me dovresti portare
quel
simbolo orgogliosamente come emblema della tua vittoria, senza
nasconderlo. Ma
so che non lo farai mai, e accetto la tua scelta.
In fondo mi piaci
così tanto proprio per come sei, non
voglio che tu cambi.
Esco dalla stanza ed
entro in quella accanto, quella dei
miei genitori.
Frugo nel mobiletto e
prendo una boccetta nera.
Torno da te. Sei seduto
sul letto e fissi il mio quaderno
che ho posato sulla mia scrivania. Nel tuo sguardo si legge che daresti
un
occhio della testa per sapere che c’è scritto.
- Ora della medicina!
Mi guardi strano. Se non
ti conoscessi direi che hai paura
di prendere una stupida medicina.
- Non fare storie Neji!
Come pensi che possa passarti la
febbre se non prendi le medicine?
Ti ostini e volti il
capo dall’altra parte serrando le
labbra.
Scoppio a ridere. Sembri
un bambino piccolo, mi fai
tenerezza.
- Dai, sei fai il bravo
e prendi la medicina ti faccio
leggere il quaderno che stavi fissando con tutto
quell’interesse solo poco
fa!
- Dai, sei fai il bravo e prendi la
medicina ti faccio
leggere il quaderno che stavi fissando con tutto
quell’interesse solo poco fa!
La proposta mi tenta, sono curioso di sapere cosa possa
esserci scritto in quel quaderno.
Tergiverso un altro poco, poi apro la bocca e prendo la
medicina.
È veramente terribile!
- E bravo Neji! Ecco il tuo premio.
Mi metti in mano il quaderno e poi ti siedi accanto a me sul
letto. Lo apro alla prima pagina.
Appare di nuovo la foto della nostra squadra che hai anche
sul comodino. Il volto di Lee è
circondato di stelline e per un attimo la bocca dello stomaco mi si
stringe in
una morsa di cui non riesco a capire il motivo. In fondo, non mi
importa niente
se ti piace Lee. O no?
Poi però vedo cosa c’è scritto accanto
al mio viso.
“Il migliore”.
Semplicemente. Accanto c’è un cuore cancellato, se
ne
intravede il profilo.
Il mio petto si riempie di gioia, non sapevo che tu tenessi
così tanto a me. Soprattutto non me l’aspettavo,
visto come ti tratto ogni
giorno. Ma spero che tu abbia capito che non lo faccio
perché ti odio Ten,
tutt’altro, ma solamente perché non posso fare
altrimenti, è il mio maledetto
orgoglio che mi costringe a comportarmi così anche con le
persone a cui tengo
di più.
Sfoglio più velocemente il quaderno. Sono tutte foto mie, di
Lee e di Gai durante gli allenamenti. Hai fermato sulla pellicola le
scenette
di Lee e di Gai, le loro danze senza senso, le loro risate e anche i
miei
bronci e i miei sguardi gelidi.
Poi all’ultima pagina, una nostra foto insieme. Questa me la
ricordo anche io. Ce l’ha fatta Lee alla cena della squadra,
ma mi avresti
detto che l’avresti buttata. Mi hai mentito, ma sono felice
che tu l’abbia
fatto.
Ora basta, devo andare. Mi alzo dal letto, ho un piccolo
giramento di testa ma mi mantengo dritto.
- Vado.
Annuisci, poi mi fai strada fino alla porta.
Esco, poi torno indietro e busso di nuovo alla tua porta.
Apri, sei stupita di vedermi.
Ti do un leggero bacio sulla guancia e ti sussurro
all’orecchio.
- Grazie Ten…
Mi allontano con passo più leggero adesso, con il sorriso
sulle labbra.
Per una volta io, il genio degli Hyuga, ho dato ascolto al
cuore e non alla ragione, e per una volta sono convinto di aver fatto
al scelta
più giusta.
Il mio orgoglio non mi permette di dare un nome a quello che
provo nel cuore quando ti vedo, e soprattutto non mi permette di
dirtelo, ma te
per me sei davvero importate, più di quanto tu possa
immaginare.
Perché mi guardate così? Che credete, anche Neji
Hyuga ha un
cuore…
Spendo due paroline anche alla fine.
Spero che la fic vi sia piaciuta, devo ancora decidere se continuare e
lo farò solo se questa mia idea sarà apprezzata!!1