Fin da piccola desideravo entrare a far parte della grande macchina mediatica degli Hunger Games. Osservavo le interviste di Caesar Flickerman ai tributi, sognando il mio roseo futuro. Cene, feste, eventi, telecamere, ricchezza: questo era tutto ciò che desideravo, né più né meno. Così, quando mi proposero il lavoro di accompagnatrice per i tributi del distretto dodici, il più povero di tutta Panem, non mi scoraggiai, e promisi di svolgere il mio lavoro al meglio. E così feci, nonostante quell’irritante ubriacone di Haymitch facesse del suo meglio per annullare i miei sforzi. Ogni anno si presentava sempre più ubriaco, trascinandosi a fatica sul palco, trasformando la mia mietitura in una barzelletta. I pettegolezzi su di me si andavano sprecando a Capitol City, e ovunque andassi la gente mi guardava come si guarda un’appestata.

Ma le cose ora sono cambiate. Ora, quando cammino per strada, le persone mi guardano ammirate. Sono invitata ad ogni cena importante, invidiata da ogni donna di Capitol City. E tutto grazie ad un paio di ragazzini. D’altronde, quando Katniss si offrì volontaria per sostituire la sua sorellina, avevo inteso che quegli Hunger Games avrebbero segnato una svolta nella mia vita. Ora sono per tutti Effie Trinket, l’accompagnatrice che è riuscita a salvare non uno, ma addirittura due giovani tributi, aprendo un nuovo capitolo nella storia degli Hunger Games.

Ma sembra che quest’anno la fortuna non sia a favore di quei due.

Le mie gambe tremano, mentre presento la mietitura dei settantacinquesimi Hunger Games. Ignorando la fitta al cuore che provò guardando i tributi che si trovano al di sotto del palco, mi dirigo verso la prima boccia, che contiene un solo foglietto. Pronuncio il suo nome balbettando, mentre numerose lacrime scendono sul mio viso. Katniss Everdeen. Infine, leggo il foglietto che decreterà il tributo maschio: Haymitch Abernathy. Come era prevedibile, Peeta si offre volontario.

Loro due meritavano di più. Meritavano una famiglia, dei figli, una vita felice lontano dagli orrori del passato. Così prometto a me stessa che sarò forte, che non mi lascerò andare al dolore, che aiuterò in tutti i modi possibili quei giovani.

In fondo, noi quattro siamo una squadra.

ok, non è il massimo, lo so. e non mi convince per niente. ma in mia difesa, volevo scrivere qualcosa su Effie, ma non avevo l'ispirazione. perdonatemi ahah

comunque, se avete voglia, recensite, anche solo con "che schifo". solo per dirmi come la pensate.

detto questo, mi dileguo. cele_gingers xx