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Autore: mentimi    03/12/2013    3 recensioni
Puoi come dice il tatuaggio sul tuo braccio destro, ma non puoi, come dice quello sul sinistro.
E io sono lì nel mezzo. Ci sono cose che posso e cose che non posso, e quando te ne vai,dopo che mi abbracci, quelle scritte rimangono impresse sulla mia schiena, dietro le costole fino ad entrarmi nella spina dorsale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi puoi, ti posso.





-Pronto?!- dice con la sua voce profonda e roca con un tono di solitudine appena poso all' orecchio il telefonino. Il mio cuore perde un battito.
-Harry- mi piace dire il suo nome, anche quando non ho la forza per parlare.
Sono le tre di notte.
-Dormivi vero? Scusa.-
-Non devi scusarti- no, Harry non devi, chiedi scusa troppe volte.
Potermi parlare, poi, è l'ultimo motivo per cui tu debba scusarti.
-Che ore sono lì?- lo sento sospirare piano.
-Le tre di mattina-
-Non ho proprio un tempismo perfetto-
-Sei dall'altra parte del mondo, chiunque non avrebbe un tempismo perfetto- mi salì un groppo in gola dopo aver pronunciato quelle parole.
Lo sentii trattenere un respiro, il mio si spezzò.
Era solo, non sentivo nessun'altra voce intorno, forse si era chiuso in stanza.
-Mi dispiace di non averti potuto chiamare in questi ultimi giorni, non ho avuto tempo di respirare e proprio ora ho finito il concerto. Ah, siamo a Vancouver.-
Vancouver, penso io.
Ma tu come stai? Come ti senti? 
-Wow, deve essere fantastico lassù- dico entusiasta.
Come stai Harry?
-Cos'hai fatto oggi, e ieri? Come vanno le lezioni-  mi chiede interessato, mentre sento una porta sbattere dall'altro capo della chiamata.
-Ho studiato, questa settimana hanno aumentato le lezioni e tra tre settimane ho un esame, la solita monotonia-
Come stai Harry? Mi manchi.
-Oh, capito.- non c'è nient'altro da dire Harry? Mi manchi. 
Lo sento sospirare, ancora. -Mi manchi-
Non dirlo Harry, ogni volta che lo fai le mie gambe iniziano a tremare.
-Non..-
-Non devo dirlo? E' così- Mi legge nel pensiero, ormai ha imparato con me.
Ma io con lui no.
-Come stai, Harry?- dico stavolta. Sento le lacrime salire, mi manchi.
-Tel'ho detto come sto. Mi manchi.- Di nuovo. Cerco di respirare profondamente, ma in modo silenzioso, per riuscire a trattenere la mia voce che ormai inizia a tremare.
-Anche tu- ammetto senza lasciar trasparire completamente quello che provo.
Sono sicura che in questo momento si sta toccando le labbra e sta roteando gli occhi in giro, come se cercasse una risposta. Lo fa sempre quando pensa.
Irrompo in quel silenzio senza tregua. -Raccontami di questi giorni, è bello il Canada? E gli stati uniti?- Avevamo detto di andarci, Harry.
-L'altro giorno eravamo a New York, Madison Square Garden, è enorme, assolutamente emozionante...-
Puoi, tu puoi Harry. 
Puoi come dice il tatuaggio sul tuo braccio destro, ma non puoi, come dice quello sul sinistro.
E io sono lì nel mezzo. Ci sono cose che posso e cose che non posso, e quando te  ne vai,dopo che mi abbracci, quelle scritte rimangono impresse sulla mia schiena, dietro le costole fino ad entrarmi nella spina dorsale.
Lo so che se sei dall'altra parte del mondo, allora non puoi essere dall'altra parte del letto.
Che sei lì, non sei qui e che non posso far finta che tu sia appena entrato in cucina, che tu abbia la tua mano nella mia, la mia nella tua, la tua testa nell'incavo del mio collo e il mio piede destro tra le tue caviglie. Le tue mani a farmi caldo.
Non posso fingere di star toccando i tuoi capelli o sfiorare il tuo polso.
Posso sentirti al telefono, ma non posso stare in silenzio a guardarti.
Posso vedere il mare, verde, ma non i tuoi occhi.
Mi viene in mente quando mi fissi nel buio della camera, quando dormi da me perchè no, da solo proprio non puoi starci.
E tu? Tu cosa puoi, cosa vedi?
-..abbiamo fatto tre concerti lì, sempre pieno, dovevi vedere. Siamo stati più volte bloccati dalle fan e abbiamo anche visto la statua della libertà. Il...-
Si puoi, puoi Harry.
Puoi girare il mondo, puoi vedere la statua della libertà, non me. Puoi fare l' idiota davanti alle telecamere, ma tanto sarai amato ancora di più da tutti. Puoi avere tante persone intorno, ma io non riesco a toccarti. 
Non puoi non essere fotografato ogni cinque minuti, non puoi stringermi la mano, non puoi non farlo quando ci sei. Non puoi, ma puoi.
Puoi, anzi, hai la giornata divisa dalle ore che la scandiscono, ma non puoi dividerla con me.
E io? Io sono divisa ed egoista.
Io posso benissimo fingere che i tuoi stivaletti varchino la soglia della camera, insieme ai tuoi jeans neri strappati su quelle ginocchia appuntite, ai tuoi occhi, agli anelli che, diciamocelo, ti stanno bene, ma tu varchi solo il sipario prima di entrare in scena, prima di vedere quelle mille luci là fuori nell'arena, e forse, chi lo sà magari in futuro, di uno stadio.
Voglio solo che tu non esca dalla mia di scena, Harry.
Ma non posso più fare finta di tutto, come fai tu, ecco. Non ce la faccio.
Fai finta di baciarmi sulla fronte, come mi hai detto l'ultima volta che hai chiamato.
Fai finta che io sia lì.
E io? Io faccio finta di non sentire il tuo profumo sul cuscino di fianco al mio, lo stesso profumo che hai comprato in centro e che tra poco svanirà, per poi tornare quando finalmente varcherai la soglia del portone di sotto.
Torna, e va. Torna, va. 
Torni e vai.
Come stai Harry?
Puoi? Ti posso?
Volevo solamente dirti che tu mi puoi, anche se io non ne posso più, tu mi puoi.
Mi puoi, quando vuoi, anche quando sono più consumata, come ora.
Mi puoi.
E non dirmi che mi ami, tanto lo so che ti posso, ma non sempre.
Gli altri ti possono sempre, io no.
Mi puoi, ti possono, gli altri.
Ci possono.
Mi posso. Non so se ti posso.
Ti potrei.
-..Ad ogni modo mi manchi- ribadisci ancora una volta per rassicurarmi, come se avessi paura che io me ne vada e che riattacchi.
Ma ancora non hai capito che io non me ne andrò.
Dove vado Harry? Dove? Senza te. Mai.
Sospiro, -Quanto manca?-
Un minuto di silenzio -Due mesi e un giorno, torno.-
Stringo forte il lenzuolo -Voglio sapere come stai tu-
-Stanco, sono stanco e a volte mi sento solo.- Chiudo forte le palpebre e stringo le labbra.
-Tu come stai, veramente.-
-Lo sai-
-Dimmelo-
-Stanca, sola.- ammetto.
-Hai paura. Hai paura di me? Di quello che sono.-
-No Harry, di me- non sono abbastanza.
-Lo sai che tornerò vero? Sempre.- Dice serio.
Si lo so, e tu lo sai che mi puoi. Ti basta?
-Si-
-Devo andare- sento qualcuno chiamarlo.
Ti basta Harry? Ti bastano le mie mani? I miei di occhi. Le mie labbra.
Ti basta la mia buonanotte? La mia agitazione. Ti basta questa casa, il mio mondo senza la sua parte più importante a completarlo. 
Io che mi chiedo tutti i giorni questo, ogni volta quando vedo la parte di divano dove di solito ti siedi, la macchinetta del caffè che non sai ancora usare, il tavolo, la lampadina che ti ho chiesto di aggiustarmi e che non hai fatto.
E da brava masochista continuo a sperare.
Io?
Ti basto io?
-Oh, va bene.- dico portando la mano dietro l'orecchio.
-Buonanotte- dice piano come quando me lo dice all'orecchio con la sua barba invisibile che mi sfiora la pelle.
Mi salgono i brividi anche stavolta e non resisto dal volergli tirare la corda per farlo star appeso a me.
-Ti amo, Harry io..- 
-Ti amo.- dice nello stesso tempo con la voce quasi spezzata
Sento che scoppia in una piccola e dolce risata dall'altro capo.
-Non riesci mai a dirlo senza che lo dica io, vero?-
-Ho iniziato prima io- affermo.
-Lo so- dice.
So che sta ridendo, lo sento nella sua voce roca.
-Ti chiamo domani- so che non lo farà.
-A domani- so che non lo farai. Come stai?
Ciao Harry.

Ciao a Tutteeee sono tornata, di nuovo.
Harry, bah niente, non dico niente su di lui.
per me questa one shot significa molto. Tanto, tutto.
Spero che vi piaccia, la pensavo da un pezzo e allora ho deciso di buttarla giù. Fatemi sapere care Lettrici. Un bacio. MENTIMI

 
  
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