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Autore: raimbowmagicland    04/12/2013    1 recensioni
"Due cuori battevano all'unisono, ma ancora non si erano incontrati. E quella piccola, era un dono del cielo, ma anche l'errore più grande nella vita di Louis. E si sa, gli errori si riparano in un solo modo. Con l'amore."
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello everyone. Parto col dire che siamo due autrici, marti e fede, e questo è il frutto di uno degli scleri serali di fede, hahahhah! 
Questo è il prologo della nostra fan fiction larry. Speriamo che vi piaccia, e se volete lasciate qualche piccola recensione. Per adesso non c'è molto da dire, anche se speriamo di riuscire a portare avanti questo sclero lol.
Se volete seguite fede su twitter @xlarrystory
Bene, godetevi il prologo, e niente, passate una buona lettura. Un bacio!
Marti&Fede





-“Dove sei? Avevi detto che oggi saresti tornato”                                                                                                                                                                       
-“Ho da fare qua, non riesco a tornare prima della prossima settimana”
-“La prossima settimana? Ma c’è il compleanno di tua figlia, Stan! Non sei mai presente, speravo che almeno in occasioni speciali come questa saresti venuto”
“Lou, io credo che dovremmo parlare….”
“Oh certo che dobbiamo parlare. Non ci sei mai. Sei continuamente in Svizzera, non torni a casa da chissà quanto tempo. Ogni volta trovi una scusa diversa!”

Silenzio. Dall’altra parte della cornetta non proveniva nessun rumore, solo il suo respiro che si faceva sempre più pesante. Cercai di tranquillizzarmi e di convincermi che lo faceva per me, per noi, per la nostra bambina. Che dopotutto era un bravo ragazzo, che lavorava per mantenere la nostra famiglia, ma una cosa che non sono mai stato in grado di fare è fingere. Stan, invece, era sempre in grado di lasciare un bel sorriso a qualcuno per convincerlo a fare una determinata cosa. Lo faceva sempre con me, quando mi informava che il giorno seguente sarebbe dovuto partire. “Amore, lo faccio per noi”, diceva. Si avvicinava sempre guardandomi molto intensamente con quegli occhi marroni che mi avevano fatto innamorare dalla prima volta. Sbatteva lentamente quelle lunghe ciglia e, con noncuranza, mi provocava brividi anche solo accarezzandomi la schiena. Finivo sempre per rilassarmi, senza sapere che farlo era assolutamente sbagliato. Avrei dovuto sapere di più su quello che in realtà faceva in Svizzera, ma ho voluto dargli fiducia. Errore.
Sam intanto cresceva, in tutto il suo splendore. E lui se la stava perdendo. Respirai profondamente, cercando disperatamente di non urlare. Quel silenzio mi stava facendo impazzire, ma, per mia fortuna, o forse sfortuna, fu spezzato dalla sua voce graffiata.

-“Louis, sarò sincero con te. Tu e Sam siete la mia famiglia. Amo lei, e pensavo di amare anche te, ed è stato così infatti. Ma era un amore passeggero, era uno di quegli amori che non lasciano il segno…..”
-“Abbiamo deciso di adottare una figlia, Stan. L’abbiamo adottata insieme. Non hai lasciato un segno?”

Le lacrime minacciavano di uscire, silenziose e amare, piene di delusione. Mai avevo voluto innamorarmi, eppure era successo. Mi innamorai di lui, e fu l’errore più grande che avessi mai fatto. Lo lasciai continuare.

-“A quel tempo pensavo che un figlio potesse tenere vivo il mio sentimento per te. Ma il mio era una passione che non sarebbe durata a lungo, che prima o poi col tempo sarebbe svanita. Mi dispiace tantissimo, Lou. Mi dispiace di averti illuso per così tanto tempo, mi dispiace perché non sono riuscito a darti ciò che meritavi.”

E fu silenzio. Di nuovo. Un silenzio che non poteva essere compensato con le parole. 

-“Avrei solo un’ultima cosa da dirti. Voglio portare Sam in Svizzera, Louis. Insomma, io ho un lavoro meglio pagato, riuscirei a darle la vita che si merita, all’altezza dei sogni che ha.”

Mi si bagnarono le guance, di nuovo. Ma non erano lacrime di tristezza. Oh no. La rabbia mi ribolliva dentro, per il solo pensiero di essere stato insieme per così tanto tempo ad uno stronzo del genere. Ma io lo amavo ancora, quello stronzo.

“Sei un bugiardo, falso e manipolatore. Ti ho dato tutto me stesso. Ho condiviso tutto con te. I miei segreti, le mie paure, i miei pensieri, le mie insicurezze. Ma Sam non riuscirai mai a portarmela via, io le ho sempre dato tutto quello che tu non sei mai stato in grado di trasmetterle. Amore e presenza nella sua vita.''
-"Farò ricorso a dei fottutissimi avvocati, Louis. Non puoi rispondere con l'amore anche a loro."
-"Non puoi rifarti una vita con lei. In Svizzera."

Stava per rispondermi, o almeno così credo, quando qualcosa lo fermò.  Forse il tono fermo e deciso, ma allo stesso tempo deluso e amareggiato della mia voce. 

-"Prima che rivedrai Sam ne passerà di tempo.'

Posai la cornetta, e barcollai verso il salotto. Mi accasciai a terra, e scoppiai in un pianto convulso. Le lacrime che fino a quel momento avevo fatto uscire lentamente sgorgarono veloci fino a bagnarmi il colletto della maglia. 
Finito. Era tutto finito. Come facevo a dirlo a Sam? Avrei trovato le parole giuste?

"Papà?"

Merda

"Papà, perché piangi?"

Mi asciugai rapidamente gli occhi e la guardai, accennando un debole sorriso. I suoi lungi capelli ricci sbucavano dall'angolino del salotto. In braccio aveva il pupazzo che io e Stan le avevamo regalato quando era piccola. Aveva la pelle ambrata e comunissimi occhi marroni. Agli occhi della gente potevano sembrare appunto "comunissimi", ma io riuscivo a leggere, dentro quegli occhi.

-"Papà sta bene, non preoccuparti" 

La conversazione doveva finire li. Non sarei riuscito a sostenere un'altra domanda. Ma ovviamente arrivò, e fu proprio quella più pesante e più dura.

-''Papà, quando torna papà Stan?''

La gola secca, mi si chiuse un nodo allo stomaco, mentre stavo per pronunciare quelle parole che mai avrei voluto dire.

-"Tesoro, papà Stan non tornerà."
  
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