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Autore: Reiko87    04/12/2013    3 recensioni
Spoiler Stagione 6!
-Non hai… idea di quello che hai significato per me- lo osservo voltarsi per guardarmi negli occhi, mentre resto senza parole –Quello che significhi per me-.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Come si può guardare quella scena e non scriverci nulla? Tutto quello che abbiamo provato in questi anni in compagnia di Jane e Lisbon è racchiuso in quel momento… Dio come li adoro! Ora sono sicura che qualsiasi sia la strada intrapresa da The Mentalist, loro ci saranno sempre l’uno per l’altro… Forza Jisbon!
Io ho provato a interpretare per quanto possibile i pensieri di Lisbon in quegli istanti e ho provato a dare un finale diverso che non rovini quell’abbraccio stupendo. Ce l’ho messa tutta e spero che il risultato non sia così pessimo. Aspetto con ansia di sapere cosa ne pensate, perciò… Recensite! E grazie in anticipo di dedicarmi un pezzo della vostra giornata.
Ciao e buona lettura J
 
 










Sposto delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio; la brezza che arriva dal mare attraverso il finestrino aperto mi solletica il viso ed unita all’odore di salsedine potrebbe farmi quasi distrarre se non fosse che ogni mio singolo muscolo risulta in tensione e non ne vuol sapere di rilassarsi. Cerco di essere indifferente, ma non riesco a trattenermi dal voltare lo sguardo verso il suo volto, con gli occhi impassibili fissi sulla strada. Sembra tranquillo, ma so che in realtà una tempesta si sta agitando dentro lui… Dannazione! In questi momenti darei di tutto per essere come lui e poter capire con uno sguardo quello a cui sta pensando. In questi lunghi dieci anni ho imparato a conoscerlo, forse l’unica che l’ha fatto davvero, o meglio l’unica alla quale lui l’abbia permesso, abbassando giusto un po’ quel muro spesso issato intorno a lui, per non lasciar vedere la fragilità nascosta all’interno… eppure c’è sempre un’aria in lui che non mi permette di poter comprendere fino in fondo… Maledizione! Questo silenzio mi sta uccidendo; ci sono così tante cose che vorrei chiedergli, e che vorrei dirgli… ma non riesco a spezzare questo silenzio quasi catartico. Siamo solo io e lui, sospesi in un’aura quasi onirica, nella sua ds celeste in viaggio verso un futuro migliore… E spero vivamente che sia così! Per una volta vorrei che i sogni si avverassero, ma non capita spesso… in realtà i miei si sono sempre tramutati in incubi. Torno a guardare davanti a me la strada, ma non la vedo davvero; sposto la testa ancora lentamente guardando dal finestrino il panorama che non riesco a godermi. Poi inizio a sentire l’auto rallentare, guardandomi intorno senza riconoscere il posto, mi volto verso Jane che sta accostando.
 
-Cosa facciamo?- chiedo sorpresa.
 
-Voglio guardare il tramonto- mi risponde come fosse la cosa più naturale del mondo, e lo vedo scendere andando in direzione di un piccolo spazio appena sopra la spiaggia.
 
Resto qualche secondo in più in auto seguendolo con lo sguardo, e non capisco se dice sul serio o è un altro suo tentativo di ingannarmi. Ha davvero intenzione di guardare il tramonto? Poi capisco che il suo gesto è un modo per raccogliere le forze prima della battaglia finale. Eh sì, siamo davvero giunti alla fine… e non ti lascerò da solo, non ti lascerò affrontare i tuoi demoni da solo, Jane. Insieme, fino alla fine. Scendo dall’auto e lo raggiungo portandomi le mani attorno alle braccia per nascondere il brivido che ho provato. Ma non è freddo.
Lo raggiungo e mi volto in direzione del tramonto. Non mi da il tempo di dire nulla, che lui subito inizia a parlare; è estremamente serio, e questo mi fa rabbrividire ancora di più, ma non lo do a vedere.
 
-C’è qualcosa che voglio dire, Lisbon… Qualcosa che avrei dovuto dire molto tempo fa-
 
Involontariamente i miei occhi si spalancano per un secondo e la bocca si socchiude. Non ho idea di cosa voglia dire, ma il mio cuore ha perso un battito e ora sembra che tutto possa dipendere esclusivamente dalle sue prossime parole.
 
-Voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto-
 
Perché queste parole mi sembrano tanto un addio? Non è un addio; quando tutta questa storia sarà finita noi potremo vivere finalmente le nostre vite… vero? Non resisto all’idea di perderti… No! Questo non è assolutamente un addio.
 
-Puoi ringraziarmi dopo- rispondo di getto senza lasciarlo concludere, ma lui continua lo stesso.
 
-No, no… ho bisogno di dirlo ora- aggiunge con un tono di voce che non gli avevo mai sentito, quasi con sforzo.
 
Cala ancora il silenzio per un attimo ed io continuo a fissarlo non capendo a cosa porterà tutto questo. Lui non si volta a guardarmi, ma resta immobile con lo sguardo perso nel tramonto. È come se stesse facendo un enorme sforzo per trovare le parole giuste per esprimere ciò che prova; lo capisco, è difficile per lui, non l’ha mai fatto, aprirsi con qualcuno intendo, non fino a dar voce ai propri sentimenti. Lo leggo nei suoi occhi, sta cercando di aprirsi completamente con me. E vuole farmelo capire.
Lo vedo socchiudere gli occhi e trarre un respiro prima di continuare.
 
-Non hai… idea di quello che hai significato per me- lo osservo voltarsi per guardarmi negli occhi, mentre resto senza parole –Quello che significhi per me-.
 
Resto di sasso a queste parole. Le ho ascoltate mentre uscivano in un suono confuso da quelle meravigliose labbra tremanti, ma non riesco ad afferrarne realmente il senso. So il significato di questa frase, ma mai mi sarei aspettata di sentirla pronunciare proprio da lui. Non in questo momento almeno, anche se l’ho a lungo desiderato. Jane non è mai stato un tipo di persona propensa a certe dimostrazioni d’affetto, forse perché ha paura delle conseguenze. Come dargli torto? Tutte le persone che amava e che lo amavano gli sono state portate via. Tutte tranne te! Dice una vocina nella mia testa. Rimaniamo per qualche secondo incatenati occhi negli occhi e non riesco a sviluppare ulteriori pensieri, poi lo osservo farsi più vicino a me e accogliermi in un abbraccio, uno di quelli che possono dirti più di mille parole.
 
-Grazie-
 
Lo stringo più forte per la troppa paura che da un momento all’altro lui possa scomparire come se tutto fosse solo nella mia testa. Ho paura di risvegliarmi e capire che lui non c’è più… non lo sopporterei. Ormai sono abituata ad averlo intorno: rompiscatole, talvolta cinico, a tratti impulsivo, ma anche dolce quando vuole e comprensivo… è sempre lui, in tutte le sue forme, e io ho bisogno di sapere che fa parte della mia vita.
 Sento le sue braccia avvolte attorno al mio corpo e penso di sentirmi così piccola e indifesa in questo momento. Tutte le barriere sono crollate e mi sento completa. Lui è la mia parte mancante; non ho bisogno d’altro per essere felice.
Ci stacchiamo quasi controvoglia e sento delle lacrime che minacciano di uscir fuori a rivelare quel che provo in questo momento. Non che sia difficile per lui capire quali sono i miei sentimenti. Involontariamente mi affiora un sorriso imbarazzato e non so cosa dire. Vorrei potergli dire tutto quello che provo, tutto quello che ho tenuto dentro per anni e sapere finalmente che non sono una stupida a sperare che lui possa ricambiare i miei sentimenti. Ma so che questo non è il momento adatto, John è ancora lì fuori, e noi stiamo andando a prenderlo. Forse dopo… sì dopo, tutto sarà diverso.
Jane interrompe ancora una volta i miei pensieri, ed ancora una volta non so come comportarmi. Non sono abituata ad avere a che fare con questo suo lato, ma spero di potermi abituare presto. È tutto ciò che desidero.
 
-Quasi dimenticavo… Ho una sorpresa per te-
 
Lo guardo incredula.
 
-Aspetta qui- e corre in direzione dell’auto parcheggiata poco distante.
 
Non posso credere a quello che sta accadendo. Scrollo leggermente la testa per cancellare dalla mente il pensiero che sia solo un sogno. No, sta accadendo sul serio. Sospiro e torno a guardare il tramonto in attesa che lui torni da me. Resto qualche istante così a godermi il momento senza voler pensare alle conseguenze di tutto ciò, senza volerne capire il significato. Voglio solo godermelo.
Lo sento tornare. I suoi passi sono insicuri e questo mi preoccupa. Mi volto e mi ritrovo persa in quei meravigliosi occhi cerulei. Ricambia il mio sguardo e vedo l’ombra di un sorriso scomparire. È tornato serio, ma non lo vedo preoccupato. Abbassa gli occhi sui suoi piedi, poi lentamente sento la sua mano avvolgere la mia. Le nostre dita si intrecciano e sento un calore percuotere tutto il corpo. Restiamo qualche istante così, a contemplare ancora il tramonto, testimone dei nostri sentimenti. Non voglio interrompere questo momento magico, così cerco solo di sbirciare nella sua direzione senza che lui se ne renda conto: è ancora perso con lo sguardo all’orizzonte. Emana una grande tranquillità. Mi rilasso e sento che anche lui lo è nonostante entrambi sappiamo che durerà ancora per poco. Abbiamo un serial killer da catturare.
Come se il filo dei suoi pensieri seguisse il mio lo sento muoversi leggermente e infrangere l’intreccio creato dalle nostre mani calde. Le guardo mentre si dividono, ma lui non lascia completamente la mia, la prende come un bambino farebbe col genitore e delicatamente si sposta verso di me. I suoi occhi sono ancora bassi, ma solo per qualche secondo, poi mi guarda ancora. Posso vedere la fiamma nei suoi occhi, come se vivessero di vita propria.
 
-Teresa…- lo sento sussurrare, e il mio nome pronunciato in quel modo mi fa rabbrividire.
 
Mi ridesto dal torpore che il suo contatto e le sue parole mi provoca e mi obbligo a parlare per prima.
 
-Patrick, aspetta. Tu hai già parlato abbastanza, ora tocca a me- gli dico sorridendo.
 
Jane mi osserva, ma non si oppone a ciò che voglio dirgli. Riesce a capire che ora sono io ad aver bisogno di aprirmi come poco fa lui ha fatto con me.
 
-Non pensavo di dire queste cose ad alta voce, e non proprio a te, ma…beh, eccoci qui, quindi…- mi fermo un attimo per scegliere le parole giuste. –Quando dieci anni fa sei venuto per la prima volta al CBI non avrei mai creduto che tu potessi cambiare la mia vita- lo osservo mentre un sorriso gli tocca le labbra. –Invece ci sei riuscito- ora sono io che sorrido. –Tu mi hai resa un poliziotto migliore, una persona migliore; mi hai fatto aprire gli occhi sulla realtà, mi hai fatto capire che c’è tutto un mondo oltre quello che ero convinta di conoscere.-
 
Mi fermo un secondo per riprendere fiato, mentre lui mi sta ancora guardando con un sorriso meraviglioso, e anche il mio si allarga di più; poi continuo.
 
-In tutti questi anni, ne abbiamo passate tante insieme… mi hai messo nei guai un milione di volte- gli rivolgo uno sguardo al limite tra il rimprovero e la comprensione –ma mi hai anche salvato la vita, hai sempre tentato di proteggermi, a volte anche sbagliando, ma tu ci sei sempre stato per me-
 
-Oh, Teresa… anche tu mi sei sempre stata vicino…- tenta di interrompermi, ma riprendo subito la parola.
 
-No, fammi finire. Ogni volta che mi facevi arrabbiare, trovavi sempre il modo per farti perdonare, ed io non sono mai riuscita a tenerti il broncio a lungo… Per questo e per tanto altro, Patrick, per tutte le volte che mi hai fatto ridere, che mi hai fatto arrabbiare e poi ancora ridere, per tutte le volte che col tuo fare saccente mi hai messa in imbarazzo, per tutte le tue sorprese e per gli scherzi, per le brioches al mattino e le tazze di caffè fumante, per le fragole rappacificatrici, per tutte le volte che mi hai fatto compagnia a lavoro solo per non lasciarmi da sola… Beh, per tutto questo, Patrick, sono io a doverti ringraziare, non ce l’avrei fatta senza di te al mio fianco… Perciò grazie-
 
Una lacrima solitaria cade sulla guancia e non riesco a trattenerla, Jane mi guarda estasiato e con la mano libera dalla mia la asciuga. Per un attimo vedo il suo sorriso tornare ad essere quello malizioso di sempre.
 
-Lo sapevo che non potevi vivere senza di me!- inizia l’idiota –Sono irresistibile!-
 
E rivedo quella faccia da schiaffi che vorrei colpire con un pugno, ma mi trattengo dandogli solo un leggero colpo sulla spalla.
 
-Idiota- mormoro.
 
La sua risata però è contagiosa e mi fa sorridere di più. Non sapevo di essere in grado di sorridere così tanto. Lo osservo ridere e mi sento meglio, anche in questi momenti sa sempre come alleggerire la tensione.
 
-Grazie, davvero.- Mi sporgo verso di lui e gli lascio un tenero bacio sulla guancia. E l’idiota smette subito di ridere. L’ho lasciato senza parole.
 
Mi allontano di poco per permettergli di assimilare le mie parole, sono stata sincera e lui lo sa, ma non posso espormi oltre, non posso dirgli di più, non posso parlargli dei miei sentimenti. Non è il momento adatto, ma quando tutto questo sarà finito… Te lo prometto Patrick, avremo la nostra occasione.
Lo osservo mentre lascia la mia mano per raggiungere la tasca dei pantaloni ed estrarne qualcosa. Tiene il palmo chiuso impedendomi di vedere di cosa si tratta. Poi alza lo sguardo dalla sua mano al mio viso e lo osservo sorridere ancora.
 
-Avrei voluto dartelo quando tutto fosse finito, ma forse è meglio che tu lo abbia ora, sai nel caso non ci sia un’altra occasione-
 
Vorrei ribattere per dirgli di smetterla di parlare così, non è una possibilità il fatto che qualcosa vada storto, ma non riesco ad aprir bocca che davanti ai miei occhi vedo oscillare tra le sue dita una sottile catenina argentata con all’estremità una piccola pietra verde, uno smeraldo. Sono senza parole, è semplicemente meraviglioso. Guardo incredula il ciondolo che riflette i colori del tramonto e lentamente sposto lo sguardo al suo.
 
-È.. è… bellissimo- non so cos’altro dire.
 
-Sono felice che ti piaccia… Posso?- dice indicando con la testa me per chiedermi il permesso di agganciarlo al collo.
 
-Certo-
 
Gli do le spalle e raccolgo i capelli con una mano per rendergli il compito più semplice. Porta la delicata collana attorno al mio collo e la chiude alla nuca. Nel farlo le sue mani sfiorano la mia pelle nuda ed entrambi veniamo pervasi da un fremito. Porta le mani a risistemare i miei capelli sulle spalle, poi prima che possa nuovamente voltarmi nella sua direzione, lo sento cingermi le braccia da dietro ed appoggiare il mento sulla mia spalla. La reazione al contatto così ravvicinato è immediata: sento il calore espandersi per tutto il corpo e raggiungermi il viso; arrossisco violentemente e mi sento una liceale alla sua prima cotta. Sento il suo respiro sul collo e l’effetto mi provoca la pelle d’oca.
 
-Ora sarò sempre con te- dice scherzando, riferendosi evidentemente alla collana che porto al collo.
 
-Oh, fantastico!- esclamo alzando gli occhi al cielo. Siamo tornati ad essere semplicemente Jane e Lisbon.
 
Le mie mani raggiungono le sue intrecciate sul mio petto. Restiamo ancora qualche attimo, che per me è sembrato eterno, in questa posizione.
 
-Lisbon, vorrei che tu non venissi con me… potrebbe essere pericoloso-
 
-Jane, ne abbiamo già parlato… Sono un’agente del CBI, posso difendermi… e poi non ti lascerò solo- prova a ribattere ma non glielo permetto –Non cambierò idea Jane-.
 
Lo sento sospirare e poi fare in modo di farmi voltare a guardarlo.
 
-Sono solo preoccupato- dice quasi pregandomi.
 
Il mio sguardo non ammette repliche. E lui lo capisce subito.
 
-Ok… Andiamo- conclude prendendomi per mano.
 
Insieme, per la prima volta davvero, ci allontaniamo da quel tramonto che ha assistito al nostro personale miracolo. Mano nella mano ci incamminiamo in direzione di quell’auto che ci trasporta verso il nostro futuro. Non so cosa accadrà, ma l’essenziale è che saremo insieme.
  
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