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Autore: Frozen pal    04/12/2013    0 recensioni
Thor e le sorelle alchimiste sono tutti ad Asgard, con Loki in catene e occupati a ristabilire l' ordine nei nove regni.
Ma il proprietario dei poteri delle sorelle rivuole ciò che gli appartiene
*seguito di Una missione impensabile e basata su Thor The Dark World*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ordini
 
Freya aveva cambiato idea sulla popolazione asgardiana, questo subito dopo i ringraziamenti ricevuti dal Padre degli dèi. Nessuno le inseguì con torce e forconi, ma cominciarono a rispettarle, malgrado i loro poteri oscuri fossero comunque onnipresenti.
Le sorelle alchimiste erano ormai parte rilevante dei guerrieri di Asgard, e come tali era giusto che gli venissero assegnati compiti importanti, di alto livello. Come ad esempio fermare una delle molteplici rivolte su Vanaheim, cercando di non fare vittime, anche se era cosa complicata.
< Eileen bruciali! > Dalia si era fatta prendere un po’ troppo dal fatto che fosse apprezzata per ciò che era, e aveva mostrato il suo lato guerriero e feroce a tutti.
< Sai com’è, non è che perché tu sei contro tre di questi esseri e io contro uno > La rossa si interruppe per tagliare la gamba ad uno dei ribelli. < Che mi puoi fare richieste dal nulla! >
< Oh grazie e quindi mi lasceresti morire? > Fece la vittima la sorella con i capelli bianchi e candidi.
Eileen sbuffò scocciata e schioccò le dita, bruciando i corpi di coloro che avevano messo in difficoltà l’alchimista dei venti.
< Contenta ora? >
< Immagino che tu non abbia pensato che dietro a quei due ci fosse una capanna fatta di paglia, Eileen > Disse irritata lady Sif, fulminando con lo sguardo la rossa, che indietreggiò lentamente, mentre le fiamme create dall’alchimista di fuoco si espandevano fino a loro.
Da quando il Bifrost non era più utilizzabile, Asgard aveva trovato difficoltà nel risanare i conflitti nati da quel disordine, ma alla fine i regni con maggiori difficoltà avevano stabilito una pace, il principe ed erede al trono Thor aveva portato molti prigionieri nei sotterranei e si continuava a ristabilire un equilibrio con i mondi ancora in pericolo.
Freya paralizzò molti dei suoi avversari senza utilizzare armi, solo le sue capacità in fatto di anatomia, mentre Eileen e Dalia utilizzavano in modo quasi incontrollato i loro poteri, permettendo che si liberassero come era accaduto all’alchimista delle acque. Ciò non era salutare per loro, che ogni giorno si sentivano cambiare in peggio, soprattutto per il comportamento scorretto, ma Freya più che dirgli di controllare il loro potere non poteva fare altro per aiutarle.
A meno che non ci volesse una bella doccia fredda.
Controllare l’acqua a grandi distanze e in quantità enormi non le era più difficile, perciò battè le mani e dalla foresta alle sue spalle venne fuori un’ondata d’acqua, che stese tutti a terra, le sue sorelle comprese.
< Non farlo mai più, o ti giuro che >
< Risparmia il fiato Eileen, i ribelli non hanno ancora finito > La interruppe Freya, mentre vedeva un Kronan, un gigante di pietra, avvicinarsi a loro. Ma nel sentire il solito botto che si creava tra il lampo di luce e il contatto con la terra, sorrise e si spostò, lasciando il lavoro a Thor, che le aveva appena raggiunte.
< Accetto la tua resa > I ribelli urlarono e fischiarono contro il biondo, che se ne fregò altamente della loro opinione, facendo roteare Mjolnir e sbattendolo sul muso di quella creatura. Quando si sbriciolò, Thor disse soltanto: < Nessun altro? > sfacciatamente, e tutti i ribelli si inginocchiarono.
Le tre sorelle tornarono immediatamente su Asgard, per ordine di Odino in persona, insieme a Thor, che restò per tutto il tempo a fianco di Freya, come se volesse dirle qualcosa.
< Smettila di starmi appiccicato come una sanguisuga e dimmi cosa ti turba > Disse ad un certo punto la mora.
< Tu non… Non hai ancora conosciuto Jane e- >
< Ormai so talmente tanto di lei che potrei ritenerla un’ottima amica>  Disse sarcastica.
< Seriamente, ho bisogno del tuo aiuto Freya > L’alchimista pensò che anche lei aveva bisogno di aiuto, però nessuno aveva intenzione di darle la propria mano per salvarsi dalla tristezza e dal dolore che la opprimevano da quando erano tornati da Midgard.
< Dimmi Thor >
 
< Il fatto che a Freya sia stata assegnata questa “missione” su Midgard è un po’ ambiguo >
< Eileen pensa ai tuoi affari. Piuttosto, Mi sembra che Fandral non sia più poi così tanto donnaiolo >
< Sydne! Stai parlando di Fandral! E’ un nostro superiore >
< Tecnicamente, Dalia, ormai siamo tutti sullo stesso livello. E ammettiamo tutte la verità… >
< E cioè? >
< Eileen dovresti lavorare alla tua intelligenza con l’alchimia… Intendo dire che Fandral fa la corte a Freya da moltissimo tempo! > Dalia scosse la testa e con una mano si coprì gli occhi. < Ditemi che sbaglio >
< Per niente, poiché ormai è una cosa piuttosto evidente > Le rispose Eileen.
< Fanciulle > Comparve proprio davanti a loro l’oggetto della loro questione. < Odino vi sta aspettando >
Le tre sorelle entrarono nella sala del trono e salì in loro il disagio che di solito scompariva con la presenza di Freya, unica persona in grado di raggirare le persone grazie ai suoi concetti complicati. La sorella non era lì e tutte si scambiarono sguardi di terrore e angoscia.
< Alchimiste > Odino non riusciva a pensare che davvero quelle tre fanciulle fossero diventate parte dei guerrieri più esperti di Asgard, di certo se il suo vecchio compagno di battaglie avesse visto ciò dal Valhalla, non avrebbe tardato a rivoltarsi nella tomba e tornare per levargli quell’incarico. < Vi ho chiamato perché, come sapete, dalla vostra visita di… Qualche anno fa, è emerso che in corpo conservate un fluido, un potere di cui non siete ancora degne di sapere nulla- >
< E allora perché ci ha chiamate qui? > Intervenne Eileen, scocciata dal trattamento infantile che gli riservava il Padre degli dèi da ormai due anni. <  Insomma… Sappiamo che abbiamo poteri oscuri e che da questi dipendono l’utilizzo dei nostri elementi, ma- >
< Alchimista di fuoco non ti ho dato parola > Reagì in modo scontroso Odino, facendo abbassare la testa alla fanciulla. < L’attenzione che dovete riservare nei confronti di questo potere devono superare ogni cosa, non posso permettere che Asgard si senta minacciata a causa del vostro poco autocontrollo >
< Posso avere parola? > Domandò Eileen, facendosi avanti. Odino alzò l’occhio al cielo e diede il consenso. < Grazie Padre degli dèi. Dunque noi abbiamo fin dalla nascita questo potere, siamo state dei perfetti contenitori per diciannove anni senza provocare distruzione come ha fatto il figliastro Loki… E lei nonostante questa vita piena di angosce ci tratta come se fossimo mostri?!? >
< Voi non siete ancora in grado di capire che peso portate! > Rispose alzandosi il dio. < La conclusione è che dovrete utilizzare solo in casi estremi il vostro potere, alchimiste >
Le guardie aprirono il portone per far uscire le fanciulle, che se ne andarono a testa bassa, tristi e con la consapevolezza che l’umore di Odino era incredibilmente peggiorato da quando Loki era tornato ad Asgard. Avevano notato questo anche nei confronti di Freya, che di notte scompariva spesso dalle loro stanze per andare non si sa dove, a volte con Wrath a volare nella notte, a volte in luoghi sconosciuti.
< Se ci fosse stata Freya, di certo avremmo scoperto qualcosa in più > Disse triste Sydne.
< Mi dispiace non essere utile, ma la mente di Odino è troppo complessa e piena di saggezza per me >
< Tranquilla Dalia, lo sappiamo ormai… > La rassicurò Sydne, mettendogli una mano sulla spalla.
< A questo punto voglio solo che Freya torni qui > Disse Eileen. < A parte questo… Senza di lei io e Eldest non riusciamo a volare bene >
< Scusa cosa? E io e Fenix non sappiamo volare forse? > Domandò irritata Dalia.
< Certo che sapete volare… Per un’esibizione di bellezza! Eldest e Wrath sono draghi, ovvero creature veloci e da combattimento, non eleganti. Inoltre hanno tendenza ad ammazzarsi a vicenda >
< Tutte scuse perché sai di poter solo perdere contro di me >
< Ah davvero? Vediamo come te la cavi forza! >
Eileen cominciò a correre per il corridoio e Dalia la seguì, mentre Sydne rimase da sola con i suoi pensieri, la cui origine era una persona che odiava con tutta sé stessa.
Alla quale avrebbe fatto visita.
 
La mora non riusciva a camminare bene a causa del mantello prestato da Thor per coprirsi e farsi riconoscere dalla persona a cui avrebbe dovuto riferire un messaggio. O addirittura portarla con sé.
Era capitata in un’area malfamata di Londra, dove c’erano solo baracche e vecchie fabbriche abbandonate che incutevano ansia anche solo a pensarci. Freya seguì il suo istinto, che aveva rivelato la presenza dell’umana insieme ad altri terrestri vicino, ed entrò in una struttura messa meglio delle altre, bloccandosi a fissare ciò che si trovò davanti. La gravità non c’era nel punto in cui il camion davanti a Freya volteggiava e non era una cosa normale, forse dovuta a qualcosa che di certo sapeva Odino.
< Thor? > Freya sbarrò gli occhi, senza voltarsi. < Ti sei abbassato dall’ultima volta… > Ormai era troppo tardi per l’incantesimo di illusione ottica, perciò l’alchimista si voltò e si tolse il cappuccio dal viso, mostrando il suo paio di occhi grandi e marroni all’umana che stava cercando. < E tu saresti? >
< Mi chiamo Freya, sono una delle quattro sorelle alchimiste che hanno contribuito a salvare Midgard dalla minaccia dei Chitauri, e sono qui per nome di Thor, erede al trono di Asgard > Per un attimo la dea si sentì ridicola per il modo troppo formale con cui aveva parlato, ma se il biondo le aveva detto di pronunciare quelle parole, lei doveva ubbidire.
< E… Lui come sta? Non poteva venire lui stesso? >
< Diciamo le cose come stanno: Thor presto sarà dichiarato re e avrà bisogno di una moglie, anche se in molti gli consigliano di sposare una guerriera nostra pari, lui sceglierà sempre e comunque te > La giovane donna era stupita e confusa da quelle parole. Ovviamente perché Freya aveva raggirato il discorso. < In poche parole, se qualcuno scoprisse che lui in persona è venuto a trovarti sarebbe un disastro >
< Quindi… > Jane abbassò lo sguardo, delusa dalla evidente notizia. < Non lo rivedrò più? >
< Oserei dire di no, perché devi venire con me>
La scienziata non ebbe nemmeno il tempo di riflettere, che Freya l’aveva già presa per mano dopo il battito di mani solito, attivando il teletrasporto e facendole capitare direttamente nel Bifrost.
< Salve Heimdall > Salutò l’alchimista, mentre Jane si limitò soltanto a fare un cenno con la testa. < Come ti senti? Stomaco sottosopra? >
< Già… Ma come hai fatto? Non era magia quella… O scienza… >
< Io sono un’alchimista, un miscuglio di entrambe. Perfino voi avevate provato lo studio di questa materia, non riuscendoci poiché non avete la stessa nostra longevità > Spiegò la fanciulla.
< Ah, fantastico! > Jane sembrava entusiasta di conoscere quella ragazza, la vedeva come una persona benevola e gentile, perfino con lei, una sconosciuta, debole, umana.
Ma l’entusiasmo le scivolò via, trasformandosi in emozione e sentimento, quando vide avvicinarsi un giovane alto e con le spalle larghe, con i suoi biondi capelli, legati, a differenza dell’ultima volta in cui si erano visti, che non la smetteva di sorridere verso di lei.
< Vedo che non hai trovato alcuna difficoltà, Freya >
< In effetti no, è stato piuttosto semplice, sapevo già dove cercare > La fanciulla comprese che per lei era giunto il momento di separarsi da loro, per lasciarli alla loro gioia personale. < Con permesso mi congedo >
< Vai a riposare Freya, ti ringrazio ancora > Si scambiarono dei sorrisi e poi la mora camminò lentamente sul ponte, per poi saltarci giù ed essere presa al volo da Wrath.
< Tutto bene Freya? >
< Mi sento come il dio greco dell’amore > Disse contenta. < Sono una coppia così bella… >
< Di certo Odino non è d’accordo e lo sai >
< Si renderà conto che l’amore non è una cosa che si può comandare, questo molto presto> Rispose con voce bassa e seria la fanciulla, osservando la parte bassa del palazzo di Asgard.
Jane tirò un ceffone al dio, lasciandolo di stucco.
< Oh scusa, volevo sapere se eri reale > Si giustificò, prima di mollargli un’altra sberla, più forte della prima. < Perché sei scomparso per due anni?!? Due anni! >
< Jane non è semplice da spiegare, il Bifrost si è guastato gravemente ed era l’unico mezzo per poter comunicare con tutti i nove regni. Questo ha creato caos, che abbiamo sconfitto grazie al nostro coraggio e alle nostre uniche forze… > Il dio prese il viso di Jane tra le proprie grandi mani, per comunicarle attraverso i suoi occhi la tristezza che lo opprimeva ogni giorno, perché non poteva stare con lei.
< Non è una scusa così terribile… > Ammise l’umana.
Thor l’abbracciò come se fosse un’eternità che non la toccava, che non la vedeva. Poi entrambi salirono sul destriero del biondo, che cavalcò veloce fino al palazzo di Asgard, per mostrare la sua amata alla sua famiglia, per dimostrargli che era la persona giusta per lui.
 
< Cosa ci fai in biblioteca, Eileen? > Domandò preoccupata Freya, che, conoscendo la sorella, sapeva quanto odiasse la lettura e lo studio, e non si poteva cambiare idea facilmente sull’argomento. Soprattutto se si trattava di una testa dura come la rossa.
La sorella chiuse di scatto il libro che stava guardando e per sbaglio lo fece cadere a terra. Freya si trasportò vicino al libro e lo raccolse, mentre Eileen si morse la mano destra al solo pensare di una ramanzina da parte delle sorelle, o peggio ancora da parte di Odino in persona.
< Sapevo che non ti saresti mai acculturata troppo… Ma questa è storia ormai >
< Nascondici ancora qualcosa > Disse con sarcasmo la rossa, provocandola. < Ormai non mi aspetto più che tu ci dica la verità immediatamente, Freya, dobbiamo cercare le cose da sole >
< Fatelo, non devo sempre dirvi tutto quello che mi passa per la testa, ho anche gli affari miei di cui occuparmi, Eili > Rispose freddamente la mora. < Si tratta di qualcosa che non c’entra con noi >
< Oh invece penso di si, essendo la fonte di forza degli elfi oscuri una sottospecie di liquido- >
< Plasma > La corresse l’alchimista delle acque.
< Quello che è > Rispose nervosamente la rossa. < Ed essendo quella roba nel nostro corpo da quando siamo nate, forse è per questo che nostra madre è morta, a causa del potere dell’Uther >
La corresse di nuovo, facendole prendere fuoco le mani. < E’ una forza troppo antica per noi >
<  E chi ti dice che Odino non ci stia nascondendo qualcosa? Così come ha fatto con il mezzo Jotun? >
< Non chiamarlo così Eileen, sai che è più uno di noi che- >
< Non direi, visto che ha tentato di tradirci, di uccidere Odino e Thor e poi di comandare su Midgard. Certo, sono cose che noi asgardiani facciamo ogni santo giorno, sorella > La fanciulla scosse la testa e chiuse gli occhi, cercando di trattenere la rabbia, pazientando, come faceva sempre in certi casi.
< Se foste nella mia stessa situazione, mi capireste. Ma non siete nella mia stessa situazione, e perciò non capite un accidenti di ciò che mi tormenta giorno e notte, da quando siamo tornate a casa > Rispose con tono piatto, voltando le spalle ad Eileen, lasciandola a ragionare su quell’ultima freccia al cuore.




Ciao a chiunque riesca a leggere questa storia! :) Dato che le battute del film c'entravano benissimo con la trama, ho pensato di metterne un po' ovunque, sperando che non dia fastidio questa cosa anche nei prossimi capitoli... Comunque ecco un altro capitolo e ci si aggiorna al prossimo. Ciaooooo :)
  
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